Al-Nahdiyya

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Al-Nahdiyya, (in arabo النهدية?), talora trascritta Nadia, An-Nahdiyah o Al Nahdiah (... – ...; fl. VII secolo), è stata una donna che appartenne alla cerchia ristretta e spiritualmente privilegiata dei Compagni del profeta dell'Islam Maometto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ella aveva una figlia di nome Umm Ubays,[1] entrambe schiave di una donna del clan meccano dei Banu Abd al-Dar[2].

Quando al-Nahdiyya e sua figlia divennero musulmane, furono entrambe sottoposte a tortura, perché avevano rifiutato di abiurare l'Islam[3]. Tra i loro torturatori figurava la loro padrona[2] e ʿOmar ibn al-Khaṭṭāb, prima che questi si convertisse a sua volta alla fede islamica[1].

Abū Bakr, probabilmente il primo musulmano di genere maschile, rampognò la loro padrona per le sevizie che stava loro praticando, ricevendo questa risposta: "Tu le hai corrotte; tu hai la possibilità di liberarle, se hai così tanta simpatia per loro".[2]

Abu Bakr pagò immediatamente il prezzo che la loro padrona chiedeva e liberò all'istante le donne.[3][1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

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