Abdullah Öcalan

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Abdullah Öcalan nel 1997

Abdullah Öcalan (IPA: [abduɫˈɫɑh ød͡ʒaɫan]), noto anche come Apo[1] (Ömerli, 4 aprile 1948) è un politico curdo con cittadinanza turca, fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan e attuatore del confederalismo democratico teorizzato in precedenza da Murray Bookchin.

Dopo essere stato catturato a Nairobi, in Kenya, il 15 febbraio 1999, è stato condannato a morte il 29 giugno 1999 per attività separatista armata, considerata come terrorismo da Turchia, Stati Uniti e Unione europea. La pena è stata commutata in ergastolo nel 2002, allorché la Turchia ha abolito la pena di morte. Da allora è nell'isola-prigione di İmralı.

Nel 2002 il Consiglio dell'UE ha incluso il PKK nell'elenco di persone, gruppi ed entità coinvolti in atti terroristici[2]. Nel 2018 la Corte di Giustizia Europea ha dichiarato che non erano stati soddisfatti i requisiti per includere il PKK nell'elenco, e che quindi l'inserimento del 2002 deve ritenersi nullo. Tuttavia, le successive versioni dell'elenco dei soggetti terroristici stabilito dell'UE hanno incluso il PKK[3]; nel 2022 è ancora presente in questo elenco[4].

Dalla prigione, Öcalan ha pubblicato diversi libri, il più recente nel 2015. La gineologia, nota anche come scienza delle donne, è una forma di femminismo sostenuta da Öcalan[5] e successivamente un principio fondamentale dell'Unione delle Comunità del Kurdistan.[6]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Abdullah Öcalan nasce ad Ömerli, un villaggio della provincia di Sanliurfa (nell'Anatolia Sud-Orientale), il 4 aprile del 1948. Dopo aver frequentato il liceo statale di una piccola città di provincia, si iscrisse alla facoltà di scienze politiche dell'Università di Ankara, che negli anni della contestazione studentesca era particolarmente attiva in manifestazioni e nella partecipazione degli studenti ai movimenti di sinistra, ma caratterizzata dalla presenza anche di alcuni movimenti studenteschi di destra. Dopo il colpo di Stato militare del 1971 molti studenti di sinistra preferirono lasciare gli studi o si trovarono costretti a farlo.[7] Öcalan, tra questi, si arruolò nel servizio civile a Diyarbakır.

Influenzato dalla situazione della popolazione curda, Abdullah Öcalan divenne un membro attivo della Associazione Democratica Culturale Dell'Est, un'associazione promotrice di diritti per il popolo curdo.

Nel 1977, fonda il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che lotta per l'autonomia del Kurdistan, contro i clan "feudali" che spadroneggiano sul territorio, per l'ecologia, per l'emancipazione della donna e per la distruzione del sistema patriarcale e capitalista. Lo stesso anno, due militanti vengono uccisi dalla polizia.

Nel 1984, in seguito alla condanna a morte di 90 militanti da parte del governo turco, il PKK inizierà una campagna di conflitto armato comprendente attacchi dei militanti contro le forze governative in Iraq, Iran, e Turchia col fine di creare uno Stato curdo indipendente. Tra il 1984 e il 2003 circa 30.000 persone rimasero uccise nei conflitti che ne seguirono.[senza fonte]

Alcune fonti sostengono che Öcalan sia stato aiutato dalla Siria a fondare il PKK, essendo la Siria interessata a destabilizzare la zona per rallentare i lavori della diga di Atatürk sull'Eufrate, diga che avrebbe lasciato in mano alla Turchia il controllo sulla portata del fiume. Anche la Grecia e l'Unione Sovietica, generalmente interessate a destabilizzare la Turchia, avrebbero appoggiato il PKK.[8] Il PKK è stato definito organizzazione terroristica da molti stati tra i quali la Turchia,[9] gli Stati Uniti,[10] la Siria,[11] il Canada, l'Iran e l'Australia e dall'Unione europea.

Cattura e processo[modifica | modifica wikitesto]

La Grecia sosteneva in modo discreto il partito dei Lavoratori del Kurdistan (Partîya Karkerén Kurdîstan - PKK), e la Siria agli inizi aveva addirittura concesso all'organizzazione una base di addestramento sul proprio territorio. I rapporti fra Siria e Turchia si fecero tesi e nel 1998 i due paesi si trovarono sull'orlo di un conflitto armato a causa della costruzione di dighe turche destinate a imbrigliare, più a valle, le acque dell'Eufrate. Le autorità siriane scelsero di non consegnare il leader del PKK ai Turchi, ma gli intimarono di lasciare subito il paese. Per Öcalan fu l'inizio di una lunga odissea alla ricerca di un asilo politico e sempre braccato dagli agenti dei servizi segreti turchi. Egli si rifugiò dapprima in Russia da cui fu invitato ad allontanarsi dopo pochi giorni.

L'unico sostegno rimastogli erano alcuni agenti dei servizi segreti greci tra cui Sabbas Kalenteridis, agenti che lo scortavano continuamente per evitarne la cattura da parte dei rivali turchi, ma agendo in maniera indipendente senza l'avallo formale del governo greco. Öcalan aveva nominato suo legale Britta Böhler, un'avvocatessa tedesca di grande fama, ed altri principi del foro in vari paesi europei tra cui l'Italia. Questi sostenevano la legittimità della battaglia da lui condotta in favore del popolo curdo, ma nessuno di loro riuscì a strappare al proprio governo la concessione dell'asilo. Da Mosca Öcalan giunse a Roma il 12 novembre 1998 accompagnato da Ramon Mantovani, deputato di Rifondazione Comunista. Il leader del PKK si consegnò alla polizia italiana, sperando di ottenere in qualche giorno asilo politico, ma la minaccia di boicottaggio verso le aziende italiane spinse il neo-formato governo D'Alema a ripensarci.

Il governo italiano non poteva estradare Öcalan in Turchia, paese in cui era ancora in vigore la pena di morte, né poteva concedergli asilo: infatti in Italia la concessione dell'asilo spetta alla magistratura, che lo riconobbe a Öcalan, ma troppo tardi.[12] Una soluzione sarebbe potuta arrivare dalla notifica, da parte del cancelliere tedesco Gerhard Schröder, del mandato di cattura in vigore contro di lui in Germania, ma Schröeder probabilmente non volle creare tensioni nell'ampia minoranza di immigrati curdi in Germania. Il 16 gennaio 1999, dopo 65 giorni, Öcalan fu convinto a partire per Nairobi, in Kenya. Il "caso Öcalan" fu origine di critiche al governo D'Alema, accusato tra l'altro di aver trascurato gli articoli 10 e 26 della Costituzione italiana che regolano il diritto d'asilo e vietano l'estradizione passiva in relazione a reati politici.[13]

Il 15 febbraio 1999 Öcalan fu catturato dagli agenti dei Servizi segreti turchi del Millî İstihbarat Teşkilatı[14] durante un suo trasferimento dalla sede della rappresentanza diplomatica greca in Kenya all'Aeroporto di Embakasi di Nairobi. Fu quindi fatto salire a bordo di un aereo messo a disposizione da un imprenditore turco e portato in Turchia dove fu subito recluso in un carcere di massima sicurezza ad İmralı, un'isola del Mar di Marmara. Il suo arresto provocò immediatamente una serie di massicce proteste di Curdi e non, che in vari punti del globo presero d'assalto le sedi diplomatiche greche. Essi ritenevano che il loro capo fosse stato tradito dai Greci e che proprio questi lo avessero consegnato al nemico.[15] Anche in Italia a causa dell'arresto vi furono manifestazioni di protesta: a Roma sfociarono in scontri che portarono a perquisizioni ed arresti.[16] Una volta prigioniero, evitò la pena di morte[17], abolita dalla Turchia nell'agosto del 2002[18] su pressione dell'Unione europea, e oggi il capo del PKK sconta l'ergastolo nelle carceri turche.

Situazione attuale[modifica | modifica wikitesto]

Fino al suo arresto Öcalan ha proposto una soluzione pacifica al conflitto curdo entro i confini della Turchia.[19][20][21][22][23] Öcalan richiese alle istituzioni curde la fondazione di una "Commissione di Verità e Giustizia" per investigare i "crimini di guerra" commessi dal PKK e dalle forze di sicurezza turche. Una struttura parallela ha iniziato ad operare nel maggio 2006.[24] Nel marzo 2005 Abdullah Öcalan ha rilasciato la Dichiarazione di Confederazione Democratica in Kurdistan[25] in cui ha richiesto una confederazione libera da confini tra le regioni curde della Turchia (chiamate Kurdistan Nordoccidentale dal PKK),[26] della Siria ("Piccola parte del Kurdistan Meridionale"), Iraq ("Kurdistan Meridionale") e dell'Iran ("Kurdistan orientale"). In questa zona verrebbero utilizzati tre diversi sistemi legislativi: quello dell'Unione europea, quello di Turchia/Siria/Iraq/Iran e quello curdo. Questa prospettiva è stata inclusa nel programma del PKK in seguito al "Congresso di Rifondazione" ad aprile 2005.[27]

Dal suo arresto Öcalan ha significativamente mutato la sua ideologia, leggendo teorici sociali del mondo occidentale come Murray Bookchin, Immanuel Wallerstein, Fernand Braudel[28] e modellando la sua società ideale come una "Società democratico-ecologista", in seguito ridefinita come "Società liberazionista sul genere e democratico-ecologista" nell'attuale programma del PKK, riferendosi a Nietzsche come "profeta".[29] Ha inoltre scritto libri[30] e articoli[31] sulla storia della Mesopotamia pre-capitalista e sulle religioni abramitiche.[32].

Il 28 gennaio 2016 la giunta comunale di Napoli, guidata dal sindaco Luigi de Magistris ha conferito a Öcalan la cittadinanza onoraria della Città di Napoli «quale pubblico attestato dei sentimenti di condivisione dei principi di democrazia, uguaglianza e libertà per il Popolo curdo, al quale la Città di Napoli è legata da affetto, stima ed amicizia». Il 5 ottobre 2019 il comune emiliano di Berceto ha compiuto un'operazione analoga, suscitando la reazione e le proteste del governo turco di Recep Tayyip Erdoğan[33].

Richiesta di tregua[modifica | modifica wikitesto]

Il 28 settembre 2006 Öcalan ha fatto rilasciare una dichiarazione al suo legale, Ibrahim Bilmez,[34] in cui chiedeva al PKK di dichiarare un armistizio e cercare di raggiungere la pace con la Turchia. Il Comunicato di Öcalan affermava che "Il PKK non dovrebbe utilizzare le armi tranne che se attaccato con l'intento di annichilimento" e che "è molto importante costruire un'unione democratica tra i Turchi e i Curdi. Con questo processo la via al dialogo democratico verrà finalmente aperta".[35]

La nipote Dilek Öcalan si è candidata con il Partito Democratico dei Popoli (Hdp) alle elezioni politiche del 2015 ed è stata eletta come deputata al Parlamento turco.[36] Nel 2018 è stata arrestata con l'accusa di incitamento all'insurrezione ed al terrorismo per un discorso tenuto durante un funerale, reato per cui è stata condannata a due anni e sei mesi di reclusione.[37]

Accuse di antisemitismo[modifica | modifica wikitesto]

Nei testi di Öcalan si trovano diversi riferimenti a teorie del complotto antisemite e tipici motivi antisemiti.[38] Öcalan inizia verso la fine degli anni 1980 a sostenere che il nazionalismo turco fosse stato creato dal capitale britannico ed ebraico al fine di controllare la Turchia e messo in atto tramite ebrei convertiti, i "Dömne". La tesi viene ripetuta nel terzo volume di "Sociologia della Libertà".[39] La giornalista Aliza Marcus sostiene di non aver mai incontrato personalmente forme di antisemitismo nel PKK[40], e che i motivi antisemiti negli scritti di Öcalan siano dovuti primariamente ad un pragmatismo che ha portato ad assumere posizioni antisemite di possibili alleati.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cittadinanze onorarie[modifica | modifica wikitesto]

Elenco incompleto[41]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "zio" in curdo
  2. ^ (EN) EUR-Lex - 32002E0340 - EN - EUR-Lex, su eur-lex.europa.eu. URL consultato il 23 novembre 2020.
  3. ^ (EN) Reuters Staff, EU was wrong to include PKK on terror list, in Reuters, 3 aprile 2008. URL consultato il 23 novembre 2020.
  4. ^ Decisione (PESC) 2022/152 del Consiglio del 3 febbraio 2022 che aggiorna l’elenco delle persone, dei gruppi e delle entità a cui si applicano gli articoli 2, 3 e 4 della posizione comune 2001/931/PESC relativa all’applicazione di misure specifiche per la lotta al terrorismo e che abroga la decisione (PESC) 2021/1192, 32022D0152, 3 febbraio 2022. URL consultato il 29 maggio 2022.
  5. ^ Benedetta Argentieri, One group battling Islamic State has a secret weapon – female fighters, in Reuters, 3 febbraio 2015. URL consultato il 24 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2019).
  6. ^ Anna Lau, Erdelan Baran e Melanie Sirinathsingh, A Kurdish response to climate change, su opendemocracy.net, openDemocracy, 18 novembre 2016. URL consultato il 24 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2017).
  7. ^ Sergio Romano,"Come il curdo Öcalan venne usato e buttato via", Corriere della Sera, 1º luglio 2007.
  8. ^ Sergio Romano, "Come il curdo Ocalan venne usato e buttato via"[collegamento interrotto], Corriere della Sera, 1º luglio 2007.
  9. ^ PKK & TERRORISM: A Report on the PKK and Terrorism Archiviato il 3 giugno 2007 in Internet Archive..
  10. ^ Foreign Terrorist Organizations Archiviato il 6 agosto 2002 in Internet Archive. U.S. Department of State, March 27, 2002.
  11. ^ Turco-Syrian Treaty Archiviato il 9 febbraio 2002 in Internet Archive. Adana, October 20, 1998.
  12. ^ la Repubblica/fatti: Ocalan: il tribunale concede l'asilo politico.
  13. ^ Sergio Romano, "Il caso Ocalan e il dilemma del governo D'Alema", Corriere della Sera, 23 giugno 2007.
  14. ^ Weiner, Tim, U.S. Helped Turkey Find and Capture Kurd Rebel, in New York Times, 20 febbraio 1999. URL consultato il 15 dicembre 2007.
  15. ^ Kurds seize embassies, wage violent protests across Europe CNN.com, February 17, 1999.
  16. ^ Nati sotto il segno dell'ariete.
  17. ^ Pure inizialmente difesa davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo dal governo turco: v. Giampiero Buonomo, "Ocalan: la suggestiva strategia turca per legittimare la pena capitale", in Diritto&Giustizia edizione online, 2000, anno I, n. 220.
  18. ^ BBC NEWS|Monitoring|Text of the Ocalan verdict.
  19. ^ REPORT AND RECOMMENDATIONS ON THE KURDISH QUESTION IN TURKEY risolta da una delegazione internazionale di giuristi per i diritti umani internationali, gennaio 1997.
  20. ^ Interview with Abdullah Ocalan "Our First Priority Is Diplomacy" Archiviato l'8 dicembre 2008 in Internet Archive. Middle East Insight magazine, January 1999.
  21. ^ Kurdistan Turkey: Abdullah Ocalan, The End of a Myth? Archiviato l'8 luglio 2011 in Internet Archive. The Middle East magazine, February 2000.
  22. ^ Abdullah Öcalan proposes 7-point peace plan Kurdistan Informatie Centrum Nederland.
  23. ^ Turkey, Europe and the Kurds after the capture of Abdullah Öcalan Archiviato il 17 febbraio 2007 in Internet Archive. Martin van Bruinessen, 1999.
  24. ^ Öldürülen imam ve 10 korucunun itibarı iade edildi Archiviato il 28 settembre 2007 in Internet Archive. ANF News Agency, May 30, 2006.
  25. ^ Demokratik Konfederalizm Archiviato il 2 gennaio 2007 in Internet Archive..
  26. ^ PKK Program (1995) Kurdish Library, January 24, 1995.
  27. ^ PKK Yeniden İnşa Bildirgesi Archiviato il 6 maggio 2006 in Internet Archive. PKK website, April 20, 2005.
  28. ^ Tarihli Görüşme Notları Archiviato il 16 marzo 2012 in Internet Archive. PWD-Kurdistan, March 16, 2005.
  29. ^ Öcalan: Diyarbakır olayları boşanmanın ilanıdır Archiviato il 28 settembre 2007 in Internet Archive. ANF News Agency, May 20, 2006.
  30. ^ Index of /aihm[collegamento interrotto].
  31. ^ [1] Archiviato il 17 marzo 2008 in Internet Archive..
  32. ^ Da una conferenza organizzata ad Amburgo, in Germania, il 3-5 Febbraio 2012. Il tema era” La Sfida alla Modernità Capitalistica: Concetti Alternativi e la Questione Curda”. Il testo che segue è una relazione presentata a quella conferenza da Janet Biehl che è una scrittrice che, lavorando insieme a Murray Bookchin ha contribuito a definire il concetto di ecologia sociale.
  33. ^ Giuseppe Aloisi, Cittadinanza ad Ocalan, Turchia convoca nostro ambasciatore, Il Giornale, 8 ottobre 2019
  34. ^ Kurdish leader calls for cease-fire Archiviato il 24 marzo 2007 in Internet Archive. NewsFlash.
  35. ^ Kurdish rebel boss in truce plea BBC News.
  36. ^ Turchia, nel nuovo parlamento record di donne: 96 su 550 deputati Archiviato il 23 settembre 2015 in Internet Archive., askanews.it, 8 giugno 2015.
  37. ^ (EN) SCF, Turkish court sentences pro-Kurdish HDP deputy Öcalan to 2.5 years for terror propaganda, su Stockholm Center for Freedom, 1º marzo 2018. URL consultato il 26 maggio 2019.
  38. ^ (EN) Reflections on the Antisemitic Content in Öcalan’s The Sociology of Freedom, su Institute for Social Ecology, 29 luglio 2021. URL consultato l'11 febbraio 2022.
  39. ^ (DE) Michael Blume, Verschwörungsfragen 44 - Islamischer, rechter und linker Querfront-Antisemitismus, su Spektrum.de - SciLogs, 29 settembre 2021. URL consultato l'11 febbraio 2022.
  40. ^ (DE) »Alle in der PKK unterliegen strengen Regeln«, su jungle.world. URL consultato l'11 febbraio 2022.
  41. ^ link
  42. ^ Cittadinanza onoraria Campobasso
  43. ^ Cittadinanza onoraria Castelbottaccio, su uikionlus.com. URL consultato il 6 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2018).
  44. ^ Cittadinanza onoraria Napoli, su comune.napoli.it. URL consultato il 6 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2016).
  45. ^ Cittadinanza onoraria Martano
  46. ^ Cittadinanza onoraria Palagonia
  47. ^ Cittadinanza onoraria Palermo
  48. ^ Cittadinanza onoraria Reggio Emilia
  49. ^ Cittadinanza onoraria Riace
  50. ^ Cittadinanza onoraria Pinerolo
  51. ^ Cittadinanza onoraria Tufara, su uikionlus.com. URL consultato il 6 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2019).

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