Goodyera repens

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Goodyera repens
Goodyera repens
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Cranichideae
Sottotribù Goodyerinae
Genere Goodyera
Specie G. repens
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Cranichideae
Sottotribù Goodyerinae
Genere Goodyera
Specie G. repens
Nomenclatura binomiale
Goodyera repens
(L.) R.Br., 1813
Sinonimi

Satyrium repens (bas.)
Epipactis repens
Serapias repens
Neottia repens
Orchis repens

Nomi comuni

Godiera strisciante

Goodyera repens (L.) R.Br., 1813è una piccola pianta erbacea perenne dai delicati fiori bianchi, appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Goodyera) è stato creato dal botanico scozzese Robert Brown (1773 – 1858) in onore di un altro botanico: John Goodyer (1592-1664), un naturalista inglese considerato un precursore della botanica moderna[2][3].
Il termine specifico (repens) significa “strisciante” e fa riferimento al tipo di portamento della pianta.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Moosorchis oppure Netzblatt oppure Kriechstendel; in francese si chiama Goodyère rampante; in lingua inglese si chiama Creeping Lady's-tresses.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento

È una pianta erbacea perenne alta normalmente da 5 a 30 cm. La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (ha cioè un proprio rizoma).

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie da rizoma (vengono emesse dai nodi del rizoma).

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un lungo rizoma gracile, stolonifero e radicante ai nodi. È strisciante e di colore bianco-roseo. Tende a ricoprire un'area più ampia di quella che farebbe supporre in base alle dimensioni visibili della pianta.
  • Parte epigea: i fusti aerei sono ascendenti, delicati e ramificati; spesso a portamento prostrato o rampante sul terreno. Sono pubescenti nella parte alta.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie
  • Foglie basali: è una pianta dotata di diverse foglie (da 4 a 7) radicali o basali disposte a rosetta, addensate e a forma intera, ovato-bislunga (quasi spatolata) con apice appuntito; possiedono un picciolo allargato. La lamina è verde ed è solcata da diverse nervature biancastre e parallele ma anche reticolate (5 nervi anastomosati – per la flora spontanea delle orchidee italiane questa è l'unica eccezione), mentre la consistenza è carnosa; la superficie è glabra. Il portamento è patente. Dimensioni del picciolo: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza quanto la lamina della foglia. Dimensioni della foglia: larghezza 8 – 12 mm; lunghezza 18 – 25 mm.
  • Foglie cauline: quelle del fusto (2 – 3 foglie cauline) sono ridotte (bratteiformi), a forma lanceolato-lineare e sono amplessicauli (abbracciano il fusto per tutta la loro lunghezza) tipo guaina. Lunghezza delle foglie cauline: 5 – 7 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza. Località: Cortina (BL), 1400 m s.l.m. - 04/08/2008

L'infiorescenza è sciolta di tipo spiciforme. La disposizione dei fiori (da 7 a 36) è più o meno spiralata e unilaterale. Tutta l'infiorescenza è pubescente-glandulosa. Alla base del ovario (sotto il perigonio) sono presenti delle brattee erbacee a forma lanceolata; queste sono più lunghe dell'ovario. L'infiorescenza è inoltre un po' incurvata all'apice. Lunghezza dell'infiorescenza: 5 – 15 cm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

Il fiore

I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[4]. Dimensione dei fiori: 3 – 7 mm.

  • Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
P 3+3, [A 1, G (3)][5]
  • Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) di forma più o meno lanceolato-ovata, più o meno liberi e patenti. Il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali conniventi di colore biancastro e sono vistosamente pubescenti-glandulosi, con apice acuto e margini lievemente ripiegati all'interno; il loro portamento ricorda quello di una campanula e sono quasi ad angolo retto rispetto all'ovario. Nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato "labello") è molto diverso rispetto agli altri due laterali che si presentano più ottusi e più simili ai tre tepali esterni. Sono inoltre aderenti ai tepali esterni. Lunghezza dei tepali: 3 - 4 mm.
  • Labello: il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno a forma ovato-gozzuta (ossia si presenta “saccato” - a forma di sacco) e termina con una "lingua" (ovato-triangolare) ripiegata verso il basso con una insenatura centrale disposta longitudinalmente. Al suo interno si trovano gli organi di riproduzione (il ginostemio). Il labello non è speronato come in altri generi della stessa famiglia. Il labello è nettarifero. Dimensione del labello: larghezza 1,4 – 3,2 mm; lunghezza 1,8 – 4,8 mm. Lunghezza della linguetta: 4 mm.
  • Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (si tratta di una antera biloculare) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[6]. In particolare nelle specie di questo genere le antere sono localizzate sul dorso del ginostemio e il polline è a consistenza granulare. Il colore del ginostemio è giallo alla base e rosso all'apice. L'ovario, infero e sessile, è formato da tre carpelli fusi insieme; inoltre è lievemente pubescente.
  • Fioritura: da giugno ad agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti

Il frutto è una capsula più o meno ovoidale con alcune coste. È deiscente lungo tre di queste coste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi (sono probabilmente i semi più piccoli della famiglia delle Orchidee). Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine del genere Rhizoctonia). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[7].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[10]:

Formazione: delle comunità forestali
Classe: Vaccinio-Piceetea excelsae
Ordine: Picetalia excelsae

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Queste orchidee sono assegnate alla tribù delle Cranichideae caratterizzate da antere persistenti dotate di polline granulare.
Il numero cromosomico di G. repens è: 2n = 30[11].

Variabilità[modifica | modifica wikitesto]

I fiori delle varietà americane hanno colori più vicini al verde (verdognolo) oppure al bianco crema e il colore delle foglie è più scuro (verde-blu-oliva). In quest'area si sono individuate due varietà[11] (queste due varietà non sono presenti in Europa e vengono considerate sinonimi della specie nominale):

  • Goodyera repens var. repens: individui a foglie verdi e semplici (lamina poco reticolata).
  • Goodyera repens var. ophioides Fernald: le venature della foglie sono circondate da ampie fasce biancastre (lamina molto reticolata).

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

La specie Goodyera repens ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Satyrium repens L. (1753) (basionimo)
  • Epipactis repens (L.) Crantz (1769)
  • Serapias repens (L.) Vill. (1787)
  • Neottia repens (L.) Sw. (1800)
  • Orchis repens (L.) Eyster ex Poir. (1805)

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia[modifica | modifica wikitesto]

In alcune zone questa pianta trova qualche impiego nella medicina popolare: una infusione delle foglie contro il mal di denti o per migliorare l'appetito; le radici a volte vengono usate nel trattamento di problemi vescicali[12].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[13]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Goodyera repens, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29 marzo 2021.
  2. ^ Motta, vol. 2 - pag. 344.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 2 novembre 2009.
  4. ^ Pignatti, Vol. 3 pag. 700.
  5. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 2 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
  6. ^ Musmarra, pag. 628.
  7. ^ Strasburger, vol. 2 - pag. 808.
  8. ^ G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee, su giros.it. URL consultato il 2 novembre 2009.
  9. ^ Pignatti, vol. 3 - pag. 734.
  10. ^ Flora Alpina, vol. 2 - pag. 1110.
  11. ^ a b eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 2 novembre 2009.
  12. ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 2 novembre 2009.
  13. ^ CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]