Veronica triloba

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Veronica con foglie trilobate
Veronica triloba
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Plantaginaceae
Sottofamiglia Digitalidoideae
Tribù Veroniceae
Sottotribù Veroniciinae
Genere Veronica
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Scrophulariales
Famiglia Scrophulariaceae
Sottofamiglia Digitalidoideae
Tribù Veroniceae
Sottotribù Veroniciinae
Genere Veronica
Specie V. triloba
Nomenclatura binomiale
Veronica triloba
Opiz, 1825

Veronica con foglie trilobate (nome scientifico Veronica triloba Opiz, 1825) è una pianta erbacea annua appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (Veronica) deriva dal personaggio biblico Santa Veronica, la donna che ha dato a Gesù un panno per asciugare il suo volto mentre è sulla via del Calvario. Alcune macchie e segni sui petali della corolla di questo fiore sembrano assomigliare a quelli del sacro fazzoletto di Veronica. Per questo nome di pianta sono indicate altre etimologie come l'arabo "viru-niku", o altre derivate dal latino come "vera-icona" (immagine vera).[2][3] L'epiteto specifico (triloba) indica che le foglie hanno tre lobi.[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico e guardia forestale ceco-tedesco Philipp Maximilian Opiz (Cáslav, 5 giugno 1787 – Praga, 20 maggio 1858) nella pubblicazione "Naturalientausch 108" del 1825.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori
Racemi dell'infiorescenza delle veroniche: A) racemi terminali separati dalle foglie; B) racemi terminali non separati dalle foglie; C) racemi laterali

L'altezza di queste piante varia tra 5 e 30 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[6][7][8][9][10]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è poco alta essendo piante prostrate.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie sono disposte in modo opposto e sono brevemente picciolate. La forma della lamina varia da rotonda a reniforme con 3 (raramente 5) profondi lobi; il lobo centrale è decisamente più largo che lungo con apice troncato-acuminato. La consistenza è carnosetta. La superficie è colorata di verde-scuro. Lunghezza del picciolo: 2 - 3,5 mm. Dimensioni della lamina: larghezza 7 – 15 mm; lunghezza 4 – 10 mm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Le infiorescenze sono dei racemi terminali, lunghi e lassi. I racemi non sono chiaramente separati dalla parte fogliare (tipo B - vedi figura). Nell'infiorescenza sono presenti delle brattee simili alle foglie e più corte dei peduncoli. I fiori sono posizionati all'ascella di una brattea. Le brattee sono disposte in modo alterno (a volte sono opposte). I peduncoli alla fruttificazione si presentano con una linea di fitti peli. Lunghezza dei peduncoli (alla fruttificazione): 15 – 22 mm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono ermafroditi e tetraciclici (composti da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo), pentameri (calice e corolla divisi in cinque parti).

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
  • Calice: il calice campanulato, gamosepalo e più o meno attinomorfo, è diviso in 4 lacinie con forme più o meno triangolari. La superficie è quasi sempre ricoperta da fitte ciglia. Dopo l'antesi le lacinie si appressano al frutto. Lunghezza delle ciglia: 0,5 - 0,8 mm.
  • Corolla: la corolla è gamopetala e debolmente zigomorfa con forme tubolari (il tubo è corto) e terminante in quattro larghi lobi da ovali a orbicolari e patenti (il lobo superiore è leggermente più grande - due lobi fusi insieme, quello inferiore è più stretto). La corolla è resupinata; i lobi sono appena embricati. Il colore della corolla è blu scuro (o violaceo) a volte con il centro bianco. Larghezza della corolla (diametro): 4 – 5 mm.
  • Androceo: gli stami sono due (gli altri tre sono abortiti) e sono leggermente più corti della corolla. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere hanno due teche più o meno separate, uguali con forme arrotondate.
  • Gineceo: il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme ovoidi e compresso lateralmente. Gli ovuli per loculo sono da numerosi a pochi (1 - 2 per loculo), hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[11] Lo stilo, filiforme con stigma capitato e ottuso, è breve e sporge dalla insenatura poco profonda della corolla. Il disco nettarifero è presente nella parte inferiore della corolla (sotto l'ovario). Lunghezza dello stilo: 0,7 - 1,1 mm circa.
  • Fioritura: da marzo a maggio.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è del tipo a capsula divisa fino a metà in due lobi e bordi appena smarginati. La forma della capsula è più o meno subsferica (non appiattito-compressa). La deiscenza è loculicida. I semi, incavati a conchiglia con superficie a coste e colorati di grigio-giallastro (chiari appena formati), non sono molti (circa 4). Dimensione dei semi: 1,9 x 2,3 mm.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). L'elaisoma (sostanza zuccherina) biancastra all'interno dei semi attira le formiche.[9]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[12] – Distribuzione alpina[13])

.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino Veronica triloba appartiene alla seguente comunità vegetale:[13]

  • Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
  • Classe: Stellarienea mediae

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza (Plantaginaceae) è relativamente numerosa con un centinaio di generi. La classificazione tassonomica di questa specie è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae; anche i livelli superiori sono cambiati (vedi il box tassonomico iniziale). Questa pianta appartiene alla sottotribù Veroniciinae (tribù Veroniceae e sottofamiglia Digitalidoideae). Il genere Veronica è molto numeroso con oltre 250 specie a distribuzione cosmopolita.

Il basionimo per questa specie è: Veronica hederifolia var. triloba Opiz, 1815

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La specie V. triloba tradizionalmente appartiene alla sezione Pocilla Dumort.. Questo gruppo è caratterizzato da un ciclo biologico annuo, dalle infiorescenze formate da racemi terminali con brattee ben distinte dalle foglie oppure i fiori sono isolati all'ascella di foglie normali (quindi le brattee non si distinguono dalle foglie), dal calice a 4 lobi e dai semi piani o incavati.[9]

Inoltre la specie di questa voce fa parte del Gruppo di V. hederifolia. Questo gruppo si presenta con i seguenti caratteri:[9]

  • i fusti sono bassi e prostrati o ascendenti (anneriscono nel secco);
  • in queste piante i peli ghiandolari sono assenti;
  • le foglie hanno una lamina subrotonda con 3 - 7 crenature o lobi;
  • l'infiorescenza è allungata con 10 30 fiori;
  • le lacinie del calice hanno delle forme triangolari-subcuoriformi con apici acuti e bordi cigliati;
  • la corolla è imbutiforme tipicamente colorata di azzurro pallido/intenso;
  • la capsula è subsferica, non carenata e glabra;
  • i semi sono giallastri, fortemente incavati e con elaisoma biancastra.

Questo gruppo consiste in un complesso poliploide (con specie diploidi, tetraploidi ed esaoploidi). Le due specie della flora italiana si individuano per i seguenti caratteri:

Carattere Veronica triloba Veronica hederifolia
Lacine del calice pubescenti su tutta la superficie glabre o con singoli peli sulla nervatura
Colore della corolla blu-scuro con centro bianco blu-chiaro o violaceo
Lunghezza dei peduncoli alla fruttificazione 1 - 2,5 volte il calice 2 - 7 volte il calice

Ricerche più recenti hanno descritto V. triloba all'interno del subg. Cochlidiosperma (Rchb.) M.M.Mart.Ort. & Albach, 2004[15]

Il numero cromosomico di V. triloba è: 2n = 18.[16]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[14]

  • Veronica hederifolia subsp. triloba (Opiz) Čelak.
  • Veronica hederifolia var. triloba Opiz

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La veronica a foglie trilobate in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Dreilappinger Efeu-Ehrenpreis
  • (FR) Véronique trilobée

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 30 gennaio 2019.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 400.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 27 aprile 2017.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 30 gennaio 2019.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 30 gennaio 2019.
  6. ^ Kadereit 2004, pag. 398.
  7. ^ a b Judd et al 2007, pag. 493.
  8. ^ Strasburger 2007, pag. 852.
  9. ^ a b c d Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 566.
  10. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 922.
  11. ^ Musmarra 1996.
  12. ^ Conti et al. 2005, pag. 182.
  13. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 232.
  14. ^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 31 gennaio 2019.
  15. ^ Albach et al. 2004-2, pag. 283.
  16. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 30 gennaio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]