Vasilij Aleksandrovič Romanov

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Il principe Vasilij Aleksandrovič Romanov

Il principe Vasilij Aleksandrovič Romanov (Reggia di Gatčina, 7 luglio 1907California, 23 giugno 1989) era un membro della famiglia imperiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Sua madre era la granduchessa Xenia (1875-1960), figlia dello zar Alessandro III e suo padre era il granduca Sandro, cugino di primo grado del padre della moglie: Vassilij era quindi pronipote di Nicola I di Russia per parte di padre e pro-pronipote dello stesso per parte di madre, oltre ad avere per nonno Alessandro III e per zio Nicola II, particolarmente legato alla sorella ed al cognato.

Rivoluzione bolscevica[modifica | modifica wikitesto]

Passò la prima giovinezza tra il sud della Francia, luogo di vacanza molto amato dalla nobiltà internazionale, ed i palazzi imperiali russi. Quando l'imperatore Nicola II abdicò in seguito alla Rivoluzione di Febbraio nel 1917, l'Imperatrice vedova si ritirò in Crimea con moltissimi parenti, fra cui la figlia Xenia, il genero ed i loro figli: nel 1918 molti di loro furono incarcerati vicino a Jalta, ma un mese dopo vennero liberati dalle truppe tedesche in seguito alla firma del Trattato di Brest-Litovsk.

L'11 aprile 1919 i Romanov vennero salvati da un quasi sicuro massacro da parte dei bolscevichi poiché riuscirono ad imbarcarsi su una nave da guerra britannica, la HMS Marlborough, mandata apposta dal re Giorgio V[1], che li portò a Malta dove rimasero per circa nove mesi[2].

Esilio[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver vissuto a Parigi con i genitori, in seguito al loro divorzio seguì la madre in Inghilterra e, alla fine degli anni venti, si trasferì negli Stati Uniti, dove si guadagnò da vivere prima come cameriere, poi come operaio di cantiere navale, agente di cambio, viticultore ed infine allevatore di pollame.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il 31 luglio 1931 sposò a New York la principessa Natalia Galitzine (Mosca, 26 ottobre 1907 - Woodside, 28 marzo 1990), con la quale visse per anni in California e con cui ebbe una figlia.

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1980, alla morte di suo fratello Dmitrij Aleksandrovič, il principe Vasilij divenne il presidente della Associazione della Famiglia Romanov.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Vasilij e la principessa Natalia Galitzine ebbero:

  • Principessa Marina Romanov (San Francisco, 22 maggio 1940 - viv.) che ha sposato a Woodside in California l'8 gennaio 1967 William Beadleston, e da cui in seguito ha divorziato.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. Nicola I di Russia 16. Paolo I di Russia  
 
17. Sofia Dorotea di Württemberg  
4. Michail Nikolaevič Romanov  
9. Carlotta di Prussia 18. Federico Guglielmo III di Prussia  
 
19. Luisa di Meclemburgo-Strelitz  
2. Aleksandr Michajlovič Romanov  
10. Leopoldo di Baden 20. Carlo Federico di Baden  
 
21. Luisa Carolina di Hochberg  
5. Cecilia di Baden  
11. Sofia Guglielmina di Svezia 22. Gustavo IV Adolfo di Svezia  
 
23. Federica di Baden  
1. Vasilij Aleksandrovič Romanov  
12. Alessandro II di Russia 24. Nicola I di Russia (= 8)  
 
25. Carlotta di Prussia (= 9)  
6. Alessandro III di Russia  
13. Maria d'Assia-Darmstadt 26. Luigi II d'Assia  
 
27. Guglielmina di Baden  
3. Ksenija Aleksandrovna Romanova  
14. Cristiano IX di Danimarca 28. Federico Guglielmo di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg  
 
29. Luisa Carolina d'Assia-Kassel  
7. Dagmar di Danimarca  
15. Luisa d'Assia-Kassel 30. Guglielmo d'Assia-Kassel  
 
31. Luisa Carlotta di Danimarca  
 

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • Van Der Kiste, John & Hall Coryne. Once a Grand Duchess: Xenia, Sister of Nicholas II, Sutton Publishing, 2002. ISBN 0-7509-2749-6.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Royal Russia - The fate of the Romanovs: The Survivors Archiviato il 25 marzo 2009 in Internet Archive.
  2. ^ Russian Refugees, su website.lineone.net. URL consultato il 1º dicembre 2008 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2009).

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