Utente:PG1964/Riccardo Moncalvo

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Riccardo Moncalvo
Riccardo Moncalvo, 1940

Riccardo Moncalvo (Torino, 25 gennaio 1915Torino, 4 aprile 2008) è stato un fotografo italiano.

Radicato nel gusto modernista e nella cultura fotografica del Novecento, le sue immagini percorrono con eleganza il secolo breve per affacciarsi con le ultime proposte ai primi anni Duemila.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Torino da Carlo Emilio (1887-1935), fotografo, e da Maria Jotti. I genitori erano da poco rientrati in città dopo un soggiorno triennale a Napoli, dove il padre si era trasferito per dirigere un reparto della Vesuvio Films, rilevata nel 1912 dalla torinese Bietenholz & Bosio [1] presso cui era impiegato. Nel 1925 Carlo Emilio proseguirà in proprio l’attività della ditta, aprendo nel capoluogo piemontese un Atelier di Fotografia Artistica e Industriale. Dopo gli studi commerciali, Riccardo inizia a collaborare con interesse all’attività paterna, avviando contemporaneamente la partecipazione alle mostre fotografiche attraverso la presenza alla Società Fotografica Subalpina, di cui è socio dal 1930. Il suo lungo curriculum registra cosi fin dall’inizio un forte intreccio tra fotografia artistica e attività professionale. In seguito alla prematura scomparsa del padre, Moncalvo si troverà, ventenne, a doverne portare avanti il laboratorio, confrontandosi con un target di clientela pubblica e privata impegnativo e già ben avviato. Il suo curriculum registra cosi fin dall’inizio un forte intreccio tra fotografia artistica e attività professionale. La partecipazione ai concorsi prosegue con continuità fino ai secondi anni Sessanta, quando si intreccia con l’avvio delle prime mostre personali. Riccardo Moncalvo muore a Torino il 3 aprile 2008. Il corpus documentale della sua attività è conservato nell’Archivio Riccardo Moncalvo (ARM) [2]; oltre alle opere presenti in collezioni private (collezione Guido Bertero) [3], altri importanti nuclei di stampe sono, sempre a Torino, alla Galleria d’Arte Moderna (GAM), all’ Archivio Storico del Comune (ASCT) [4], al Museo Nazionale della Montagna e al Circolo degli Artisti. Suoi lavori sono presenti nella collezione Italo Zannier alla Fondazione di Venezia.

Percorso artistico[modifica | modifica wikitesto]

Moncalvo muove i primi passi fotografici nel 1928, documentando con una piccola fotocamera 3x4 regalatagli dal padre un viaggio tra Napoli e costiera amalfitana. Le prime ricerche intenzionalmente compositive sono di qualche anno dopo, tra le montagne della Valsesia, meta delle vacanze estive e luogo d’origine per parte materna, che proveniva da una famiglia di costruttori valsesiani attivi tra Sei e Settecento. Al contesto alpino, tramite la passione per l’escursionismo e per lo sci (interesse che condivide con Leo Gasperl, Carlo Mollino e Carol Rama) Riccardo resterà sempre legato. Dopo la Valsesia incontrerà la Valle di Susa, luogo di villeggiatura della famiglia e frequentata meta domenicale per lo sci; nel 1936 sale per la prima volta in Val d’Ayas: in Valle d’Aosta – in cui ambienta nel 1937 una modernista reinterpretazione a colori dei tableaux vivants di Guido Rey - tornerà sovente per lo sci alpinismo, con un punto significativo nel 1951, sulle nevi del Breuil, in occasione delle fotografie realizzate per Discesismo, con Leo Gasperl . La ricerca artistica di Moncalvo, messa a fuoco con un occhio nuovo, muove così dagli esiti del Pittorialismo e del Secondo Futurismo per inserirsi molto presto - attraverso la presenza sulle riviste di settore, in particolare sulla rivista Luci e ombre che fu un punto di riferimento della più avanzata ricerca fotografica in Italia e la partecipazione ai principali concorsi nazionali e internazionali - nel dibattito sulla Nuova Oggettività prima, del Neorealismo poi, sintetizzando una cifra stilistica elegante e sempre attenta al fatto compositivo. Dal 1930 iscritto alla “Società Fotografica Subalpina”, espone la prima opera, Sentieri, nel 1932, alla XX Esposizione d’Arte Fotografica promossa appunto da quella associazione. Pioniere del piccolo formato (con Bruno Stefani, Mario Caffaratti e soprattutto Stefano Bricarelli), espone nel 1934 una prima istantanea ricavata appunto da un 35 mm: a questo formato con le sue inseparabili Leica rimane sempre fedele, mentre dagli anni Cinquanta inizia, per i servizi professionali, ad usare il 6x6 della Hasselblad. Tra i cataloghi di mostre e annuari fotografici che pubblicano i suoi lavori sono in quegli anni: Luci e Ombre, Foto Annuario Italiano A.L.A., in copertina e all’interno di libri (Fotografia - Prima rassegna dell’attività fotografica in Italia, 1943; Il Fotoquaderno, 1946; Il messaggio della camera oscura, 1949), e riviste specializzate («Il Corriere Fotografico», «Vita Fotografica», «Fotografia», «Domus», «Ferrania», «Galleria», «Foto A.F.I.»,«Progresso Fotografico», «Casabella»). Prima e dopo la guerra partecipa a tutte le mostre del Circolo degli Artisti di Torino (1937, 1939, 1945, 1946), compresa quella celebrativa del 1949 relativa al cinquantenario della nascita della «Subalpina», di cui continua a far parte. L’importante e selettivo «Foto Annuario Italiano» edito a Milano nel 1954 (diretto da Ezio Croci), gli pubblica una campionatura di dieci fotografie. Nel secondo dopoguerra è tra i primi a realizzare in Italia stampe fotografiche professionali a colori e nel 1956 vince la Photokina di Colonia con Piccolo solitario, un’istantanea a colori alla quale resterà sempre legato come a un manifesto programmatico. Nel 1957 gli viene concessa l’onorificenza di EFIAP[5] per essersi prodigato per la causa dell’arte fotografica e per aver partecipato con successo a circa cinquecento concorsi nazionali e internazionali. Nel 1961 la Società fotografica Subalpina gli dedica una prima personale, cui seguono nel 1968 Le Pininfarina nella fotografia di Riccardo Moncalvo (da un’idea del direttore pubblicitario Pininfarina, Giorgio Colombo), a Torino e poi l’anno seguente a Roma. Verso la fine degli anni Sessanta la pressante attività professionale e un personale puntiglio lo distolsero dalla sua lunga frequentazione dei concorsi. Il cinquantenario di attività del laboratorio fotografico dà occasione, nel 1976, a una prima importante antologica (99 fotografie di Riccardo Moncalvo) e a una successiva raffinata pubblicazione in rotocalco delle immagini, che apre la serie delle monografie dedicate. Scrivono e scriveranno di lui, tra gli altri, Giorgio Calcagno, Denis Curti, Angelo Dragone, Luigi Firpo, Marina Miraglia, Rosanna Maggio Serra e Italo Zannier,per lungo tempo attento sostenitore della sua ricerca . Dario Reteuna in particolare cura con affetto e competenza un’attenta e basilare revisione filologica del suo percorso , facendosi promotore di tre importanti manifestazioni al Circolo degli Artisti di Torino. Nel 1988 è nominato dalla FIAF Maestro della Fotografia Italiana. Successivamente alla chiusura del laboratorio fotografico, Moncalvo prosegue la sua ricerca artistica passando al colore squillante, con foto di viaggio eseguite con una più maneggevole Minox, ed allestisce una personale camera oscura dove stampa solo il bianco e nero reinterpretando tagli compositivi vecchi e nuovi e ricavandone stampe di una morbidezza estrema. Tra le mostre e le pubblicazioni che lo tengono impegnato, nell’ultimo decennio, in una riedizione critica del proprio lavoro - individuando filoni tematici e metaforiche riletture - le più rilevanti sono: nel 1991-92 la retrospettiva curata da Alinari Fotografia luce della modernità. Torino 1920-1950: dal Pittorialismo al Modernismo Torino e Firenze (importante per una sua collocazione critica nel contesto della cultura fotografica torinese del Novecento). Ancora a cura di Alinari, nel 1997 Forme di luce. Aspetti della Fotografia Italiana del Dopoguerra, al Museo di Storia della Fotografia fratelli Alinari di Firenze. Nello stesso anno, una prima organica antologia sul tema alpino, Presenze. L'avanguardia temperata di Riccardo Moncalvo, al Museo Nazionale della Montagna di Torino, che lo ricorderà ancora nell’inverno 2017-18 con le inedite immagini di Segni di Neve; nel 1998, sempre relativamente al contesto nazionale, la FIAF presenta Nove maestri. Berengo, De Biasi, Fontana, Giacomelli, Merisio, Migliori, Moncalvo, [[Monti, Roiter (catalogo FIAF, Milano). [6] Conclude così il suo percorso con una sequenza di pubblicazioni e di mostre: nel 2001 la Galleria d’Arte Moderna di Torino promuove la mostra antologica antologica e tematica Riccardo Moncalvo. Figure senza volto [7], con catalogo a cura di Italo Zannier. Nel 2002 al Circolo degli Artisti, dopo le due edizioni di Sentieri di Luce, la personale Oltre il bianco e nero (1980-2001). La contemporaneità in 50 fotografie a colori di Riccardo Moncalvo, che ne presenta gli ultimi vent’anni di sperimentazione sul colore, (catalogo a cura di Dario Reteuna). Sul tema della memora nel 2002 Torino anni '30 e '40. Testimonianze di Riccardo Moncalvo, alla Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino (con catalogo a cura di Rosanna Maggio Serra), che dà luogo a un' acquisizione di opere da parte del Comune di Torino; nel 2007 si tiene la sua ultima mostra Se queste pietre hanno salvato un senso. Riccardo Moncalvo e la Valle di Susa, in occasione della prima edizione del premio letterario nazionale Giorgio Calcagno, ad Almese, Ricetto e Torre di San Mauro (catalogo Melli, 2008). La fortuna critica di Moncalvo registra con continuità numerosi punti di interesse dopo il 2008, tra cui si evidenziano: 2016. L’immagine dell’Italia attraverso la fotografia (a cura di Italo Zannier e Vittorio Sgarbi) all’Expo di Milano 2015. Realismo, Neorealismo e realtà. Italia, 1932-68. Fotografie dalla collezione Guido Bertero. Museo Ettore Fico, Torino, 2017 [8]. Tonalità tangibili: Peretti Griva e il Pittorialismo italiano. Museo Nazionale del Cinema. Torino, 2017- 2018 [9]; Neorealismo, The new image in Italy, 1932-1960, Grey art Gallery, New York, (catalogo con prefazione di Martin Scorsese, Prestel, New York), 2018. [10] Nel 2018 il [[Museo M9 di Mestre, aperto dalla Fondazione di Venezia, inaugura con L’Italia dei Fotografi. 24 storie d’autore Mestre, Museo del Novecento M9, 21 dicembre 2018-16 giugno 2019. [11] Opere di: Arturo Ghergo, Riccardo Moncalvo, Nino Migliori, Mario De Biasi, Tazio Secchiaroli, Ugo Mulas, Carla Cerati, Fulvio Roiter, [[Lisetta Carmi, Mario Giacomelli, [[Luigi Ghirri, [[Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Franco Fontana, Letizia Battaglia, Mario Cresci, Mimmo Jodice, Giovanni Chiaramonte, Ferdinando Scianna, Massimo Vitali, Maurizio Galimberti, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Francesco Jodice. (catalogo a cura di Denis Curti, Marsilio, Venezia): mostra itinerante in diverse località europee.

Percorso professionale[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Moncalvo aveva avviato nel 1925 la propria attività in prosecuzione di quella di Edoardo Bosio: la ditta Bietenholz & Bosio, attiva a Torino da fine Ottocento, era specializzata nel commercio di materiale fotografico nazionale e internazionali, e svolgeva attività di reportage fotografico per un importante target pubblico e imprenditoriale. Con i suoi consigli di ottica fotografica, Moncalvo padre aveva, già nel periodo di lavoro come dipendente, conquistato i clienti, legandosi in modo particolare al coetaneo Stefano Bricarelli. Giovane avvocato, fotografo e futuro direttore del Corriere Fotografico e della rivista automobilistica Motor Italia, nel 1925 era stato lui ad incoraggiarlo a rilevare le attrezzature della ditta in liquidazione per aprire un proprio Atelier, che proseguirà l’attività (come Moncalvo fotografie) fino alla fine degli anni Ottanta. Dopo le prime incertezze, il nuovo laboratorio decolla. Lo frequentano vecchi clienti di Edoardo Bosio e nuovi acquisti: tra i primi e per lunghi anni, la moglie del senatore Alfredo Frassati tenacemente dedita alla raccolta di materiale iconografico in ricordo del figlio Pier Giorgio. Lavorando sotto lo sguardo paterno, Riccardo apprende cosi l’esigenza inderogabile per la precisione delle riprese, nelle pose, nelle luci e nei riflessi: che realizzerà partendo presto come convinto assertore del piccolo formato, in silenzioso disaccordo con le grandi lastre adottate dal padre che – benchè si fosse fin dal 1928 attrezzato per lo sviluppo e stampa del 35 millimetri – lo riteneva professionalmente una cosa poco seria. Erano quelli gli anni ruggenti del Leica e proprio Bricarelli ne era a livello nazionale uno dei più accreditati sostenitori. Riccardo prosegue così nell’attività professionale, consolidando un’esperienza che gli sarà preziosa quando, a vent’anni, si troverà nella necessità di proseguire da solo l’atelier fotografico. Lavora moltissimo: seguendo l’impostazione paterna, non tanto per privati ma per le istituzioni pubbliche e per le aziende. Per le carrozzerie (trentennale fu il rapporto professionale con la Pininfarina), per le industrie automobilistiche - prima e dopo la guerra, come la FIAT e la Lancia , per vermouthier come la Cinzano, per le industrie tessili e le fornaci. Parallelamente alla fotografia artistica, prosegue l’attività di reportage industriale confermandosi fotografo di fiducia delle principali aziende della città e della società aristocratica e altoborghese subalpina che lo apprezzerà anche come ritrattista. In questo senso ha un importante stimolo e appoggio oltrechè nell’amicizia e nella collaborazione con Stefano Bricarelli, in quella con Lucio Ridenti. Entrambi della generazione precedente, entrambi coinvolti in iniziative editoriali rispettivamente in campo automobilistico e in campo teatrale, rimangono, in un certo senso, i suoi maestri estetici e morali. Ridenti in quegli anni si dedicava totalmente alla critica teatrale (dirigeva allora la rivista Il Dramma) e alla fotografia di moda (nel Dopoguerra sarà a Salsomaggiore per le giurie di Miss Italia). Moncalvo esegue, probabilmente per lui, gli scatti de Il gesto, raffigurante le ballerine di Bella Hutter, oltre che ritrarre molte attrici e attori di teatro e più tardi i cantanti e le orchestre dell’EIAR e della RAI. Nel 1937 Moncalvo conosce Carlo Mollino in casa di amici dove l'architetto, più anziano di dieci anni, era tra gli invitati. Mollino, tra il materiale per “Il messaggio dalla camera oscura”, sceglierà di pubblicare anche due scatti bianco e nero di Moncalvo come segno di apprezzamento del giovane fotografo. Nel 1941 realizzano insieme i fotomontaggi per la pubblicazione della Sede della Società Ippica Torinese, razionalismo lirico secondo la definizione di Pagano. Architettura di Mollino, cieli e cavalli di Moncalvo. Con Carlo Mollino e coi poco più anziani Ottorino Aloisio, Gianni Ricci, Domenico Morelli, Nicola Mosso (già cliente del padre), e poi dopo la guerra con molti giovani architetti della generazione successiva, Riccardo entra in un rapporto di reciproca stima – in alcuni casi di amicizia - che lo porterà ad esserne cronista e testimone per lunghi anni. Documenta così, dopo il Razionalismo e le demolizioni belliche, la migliore architettura torinese del secondo dopoguerra: dai piani Gescal, al Neoliberty, a Italia ’61 e alle Neoavanguardie. Celebri appunto gli scatti eseguiti per Mollino, molto noti quelli per Gabetti e Isola e per Morelli. Modernista convinto e sempre incuriosito dalla contemporaneità, stimolato dalla frequentazione degli amici-clienti progetta egli stesso alcuni arredi per le proprie abitazioni. In campo editoriale, mantiene un rapporto di continuità nella committenza di Gio e Lisa Ponti e di Bruno Zevi: sono sue le foto delle architetture torinesi pubblicate su Domus e sui principali libri di architettura e arredamento dell’epoca, a cominciare dalla fondamentale collana di Roberto Aloi edita da Hoepli. Nel 1948 viene incaricato dall’Associazione nazionale Filiera Industria Automobilistica di documentare le prime edizioni del Salone dell’automobile di Torino. Gli anni Cinquanta vedono l’apertura del laboratorio Moncalvo Fotografie al tema del colore, con la presenza a un corso di formazione negli stabilimenti di Leverkusen (1951) e la successiva abilitazione – con altri sette laboratori a livello nazionale – allo sviluppo del colore Agfa. Nel 1958, è il quarto laboratorio in Italia ad avere la licenza Kodak. L’adesione alle nuove tecnologie del colore richiederà un deciso potenziamento della struttura: il laboratorio mantiene comunque il tono artigianale demandando, nei secondi anni Sessanta, la stampa automatica a un reparto distaccato diretto dal socio e cognato Sergio Mello. La nuova sede di via Ponza diventa anche il luogo per discutere, oltre orario, con i soci e gli amici dell’AFI. La clientela intanto si allarga dalle famiglie della Torino industriale e ancora aristocratica, agli artisti – Mario Giansone, Piero Martina, Luigi Spazzapan, ai giornalisti – Mario Gromo, Massimo Mila e Leo Pestelli, agli studiosi – Franco Antonicelli, Carlo Brayda, Silvio Curto, Augusta Lange, Mario Passanti e Maria Adriana Prolo. Ed è proprio questa committenza che lo coinvolge, a partire dai primi anni Cinquanta, nella celebrazione fotografica di ambito familiare: superando un suo radicato pregiudizio (al di là dei ritratti non aveva mai voluto legarsi al reportage e alla fotografia d’occasione), riprende la dolce vita torinese di quegli anni e ne diviene il celebratore. Insieme agli ambientati christmas cards, i suoi controluce per i reportages di cerimonie divennero di moda ed erano a Torino assai ricercati. Dopo la chiusura del laboratorio fotografico (1987), Moncalvo continua la sua ricerca attraverso un primo riordino del suo archivio e l’allestimento di una personale camera oscura.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Tra i suoi numerosi primi premi si ricordano quello del 1939, conseguito a Milano al Concorso Nazionale "Leica". La medaglia d’oro ottenuta nel 1941/42 alla Prima Mostra Nazionale U.S.I.A.F. del colore in trasparenza. La Targa "Il Grifo", conseguita in occasione della Prima Mostra Internazionale di Fotografie a colori su carta, Torino, 1952, con le opere Spiaggia e Pace. Gli riconoscono gli ancora più prestigiosi ed ambiti Tre ranuncoli d’Oro, vinti negli anni 1955 e 1957, alla Prima e alla Seconda Esposizione Biennale Internazionale Fotografica della Montagna di Trento, rispettivamente con le opere La contessa del vento e Sul bordo. Riceve il Premio Fiera Internazionale della Pesca, Ancona, 1958. Medaglia d’oro alla X Mostra Intersociale d’Arte Fotografica, Torino, 1955; primo premio alla Photokina di Colonia, 1956; ancora una medaglia d’oro al II Premio "Città di Torino", 1958. Nel 1959 vince la "Coppa FIAT", per il migliore colorprint in occasione della Terza Mostra Nazionale di Fotografia Artistica "Premio Città di Torino". Vince al Quinto Concorso Fotografico Internazionale "Orso d’Oro" di Biella, 1960. Nel 1961 al prestigioso Concorso Fotografico Internazionale, Centenario dell’Unità d’Italia, Torino, 1961 (con l’opera a colori su carta Nella vigna) ottiene la medaglia d’oro. Nel 1960 vince una delle più importanti competizioni italiane, il Quinto Concorso Internazionale di Fotografia Artistica "Orso d’Oro" di Biella; nel 1962 la II Mostra Internazionale di Fotografia Artistica di Alba. Nel 1964, medaglia d’oro alla III Biennale di Fotografia Artistica di Macerata. Nel 1965 si afferma alla VII Mostra Fotografica Internazionale "La Ghianda d’Oro" a Rovereto, e al Primo Salone Internazionale di Fotografia Artistica "Premio Cremona".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

1942 Le mutue Fiat - Die Krankenkassen Fiat, Servizio Stampa Fiat

1946 B. BANDINI, Fotoquaderno. Arione, Torino

1949 C. MOLLINO, Il messaggio dalla camera oscura. Chiantore, Torino

1956 S. BRICARELLI, Storia di un Laboratorio, “Il Corriere Fotografico”, n°44

1960 S. BRICARELLI, Automazione del processo a colori all’Organizzazione Moncalvo, “Il Corriere Fotografico”, n°76

1969 C. MOLLINO, Moncalvo o del ritratto delle cose, “AA Piemonte sud-est”, Gennaio

1975 E. MONCALVO, Moncalvo fotografie 1925-1975. Mario Gros/Tomasone &C.,Torino

1976 A. DRAGONE, “La fotografia di Riccardo Moncalvo” (testi di A.Dragone, L.Firpo, M.Ghigo, A.Dellavedova). Tipografia Torinese Editrice, Torino

1987 I. ZANNIER - P. COSTANTINI, Luci e ombre: gli annuari della fotografia artistica italiana 1923-34. Alinari, Firenze

1991 M. FALZONE DEL BARBARO’ (a cura di), Fotografia luce della modernità. Torino 1920-1950: dal Pittorialismo al Modernismo,(con un saggio storico di Valerio Castronovo). Alinari, Firenze

1997 A. AUDISIO (a cura di), Presenze. L'avanguardia temperata di Riccardo Moncalvo (testi di E.Sturani,I. Zannier,G.Calcagno, M.Ghigo,E. Moncalvo,C. Mollino,L. Bizzaro). Museo Nazionale della Montagna, Torino

1997 I. ZANNIER - S. WEBER, Forme di luce. Aspetti della Fotografia Italiana del Dopoguerra (cat.). Alinari, Firenze

1998 Nove maestri. Berengo Gardin, De Biasi, Fontana, Giacomelli, Merisio, Migliori, Moncalvo, Monti, Roiter (catalogo FIAF, Milano)

2001 I. ZANNIER (a cura di), Figure senza volto. G.A.M., Torino

2001 M. MIRAGLIA, Il ‘900 in fotografia e il caso torinese, Fondazione De Fornaris,Hopefulmonster, Torino

2002 Photography, The Bycicle. The New Yorker, 22 luglio

2002 D. RETEUNA (a cura di) Sentieri di luce. Artisti fotografi a Torino dal 1930 al 1946, (cat). Circolo degli Artisti, Torino

2002 D. RETEUNA (a cura di), Oltre il bianco e nero (1980-2001). La contemporaneità in 50 fotografie a colori di Riccardo Moncalvo. Circolo degli Artisti, Torino

2002 R. MAGGIO SERRA (a cura di), Torino anni '30 e '40. Testimonianze

2004 D. RETEUNA (a cura di) Sentieri di luce- volume II. Artisti fotografi a Torino dal 1946 al 1970, (cat). Circolo degli Artisti/Alinari, Torino, 2004

2006 E. VIGANO’ (a cura di), Neorealismo. La nuova immagine in Italia 1932-60 (cat).Admira, Milano

2008 Se queste pietre hanno salvato un senso, in “Giorgio Calcagno e i segni del suo inchiostro” (testi di D. Reteuna,E.Moncalvo,I.Zannier,R.Tamborrino). Comune di Almese /Melli, Borgone (To)

2009 G. GARIMOLDI (a cura di), Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-1970. (testi di G.Garimoldi ed E.Moncalvo). Priuli e Verlucca, Ivrea

2009 Il Futurismo nella Fotografia. (catalogo a cura di G. LISTA, Alinari, Firenze)

2009 D. CURTI (a cura di), Fondazione di Venezia, Una fantastica ossessione: l’archivio Italo Zannier nella collezione della Fondazione di Venezia (cat). Marsilio, Venezia

2016 I. ZANNIER (a cura di), Il grand Tour dei fotografi all’Expo 2015. L’immagine dell’Italia nella Fotografia, con un testo di Vittorio Sgarbi

2018 D.CURTI (a cura di), L’Italia dei Fotografi. 24 storie d’autore. Marsilio, Venezia

Note[modifica | modifica wikitesto]

S.Bricarelli, Storia di un Laboratorio, “Il Corriere Fotografico” n°44,1956

G.Garimoldi (a cura di), Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-70,2009

D.Reteuna (a cura di), Oltre il bianco e nero (1980-2001).La contemporaneità in 50 fotografie a colori di Riccardo Moncalvo,2002

https://www.riccardomoncalvo.com

G.Garimoldi (a cura di), Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-70,2009

C.Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani, 1968, ad vocem Zaninetti

A.Audisio (a cura di), Presenze. L’avanguardia temperata di Riccardo Moncalvo (testi di E.Sturani, I.Zannier,G.Calcagno, M.Ghigo, E.Moncalvo, C.Mollino, L.Bizzaro),1997

Ibidem

G.Garimoldi (a cura di), Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-70,2009

Ibidem

D.Reteuna (a cura di), Oltre il bianco e nero (1980-2001). La contemporaneità in 50 fotografie a colori di Riccardo Moncalvo,2002

S.Bricarelli, Storia di un Laboratorio, “Il Corriere Fotografico” n°44,1956

G.Garimoldi (a cura di), Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-70,2009

Ibidem

E.Moncalvo, scheda di Riccardo Moncalvo in (a cura di F.Irace) Carlo Mollino,1989

G.Garimoldi (a cura di), Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-70,2009

D.Alaimo, Mobili di architetti e progettisti torinesi 1945-65,2019

S.BRICARELLI, Automazione del processo a colori all’Organizzazione Moncalvo,“Il Corriere Fotografico” n°76,1960

G.Garimoldi (a cura di), Riccardo Moncalvo. Piemonte 1930-70,2009

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ dati.acs.beniculturali.it, http://dati.acs.beniculturali.it/oad/uodMarchi/MR011780.
  2. ^ riccardomoncalvo.com, https://www.riccardomoncalvo.com.
  3. ^ ilgiornaledellarte.com, https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/la-collezione-bertero-l-intervista/132765.html.
  4. ^ regione.piemonte.it › BcmDownloadFile, › BcmDownloadFile http://www.regione.piemonte.it › BcmDownloadFile.
  5. ^ fiap.net, https://www.fiap.net/en#.
  6. ^ museofico.it, https://www.museofico.it/mostre/realismo-neorealismo-realta-italia-1932-1968/.
  7. ^ gamtorino.it, https://www.gamtorino.it/it/eventi-e-mostre/riccardo-moncalvo/.
  8. ^ museofico.it, https://www.museofico.it/mostre/realismo-neorealismo-realta-italia-1932-1968/.
  9. ^ museocinema.it, https://www.museocinema.it/it/mostre/tonalita-tangibili-peretti-griva-e-il-pittorialismo-italiano-dalle-collezioni-fotografiche.
  10. ^ greyartgallery.nyu.edu, https://greyartgallery.nyu.edu/exhibition/neorealismo-new-image-italy-1932-1960/.
  11. ^ m9museum.it, https://www.m9museum.it/mostre/litalia-dei-fotografi-24-storie-dautore/.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Sito ufficiale: https://www.riccardomoncalvo.com

Monografie, articoli e cataloghi monografici. Per un elenco esaustivo: https://www.riccardomoncalvo.com/bibliografia

Mostre e concorsi. Per un elenco esaustivo: https://www.riccardomoncalvo.com/blog