Uta tumidarostra

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Uta tumidarostra
Immagine di Uta tumidarostra mancante
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Sottoclasse Diapsida
Infraclasse Lepidosauromorpha
Superordine Lepidosauria
Ordine Squamata
Sottordine Lacertilia (Sauria)
Infraordine Iguania
Famiglia Iguanidae
Sottofamiglia Sceloporinae
Genere Uta
Specie U. tumidarostra
Nomenclatura binomiale
Uta tumidarostra
Grismer L.L., 1994
Sinonimi

Uta tumidarostra encantadae

L'Uta tumidarostra (Grismer, 1994) è una specie di rettile della famiglia delle Iguanidae, endemica dell'isola Coloradito, nel Golfo di California, in Messico.[2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'epiteto specifico tumidarostra deriva dal latino tumidus che significa "tumido, gonfio" e rostrum "muso", facendo dunque riferimento alla forma del naso di questa specie.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'uta tumidarostra è la lucertola più tollerante alla salinità del mondo. Presenta infatti delle ghiandole bulbose nelle cavità nasali da cui espelle il sale in eccesso sottoforma di fini nuvole cristalline.[4]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Può raggiungere una lunghezza totale compresa tra i 13 e i 15 cm.[4]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Nei maschi adulti la parte superiore del corpo è di colore grigio scuro mentre la gola e il petto sono più scuri. Le parti laterali del corpo vanno dal grigio chiaro all'arancione spento, mentre la parte dorsale e laterale della coda sono turchesi.

Sono presenti numerose macchie turchesi sul dorso che sfumano al giallo-biancastro lateralmente e altre di colore arancione o blu sulla gola, presenta un'ampia macchia nera a livello dell'ascella.

Nelle femmine e negli esemplari giovani il colore del dorso va dal grigio al marrone con un motivo asimmetrico di piccole macchie scure che diventano biancastre nella parte posteriore del corpo, delle zampe e della coda, mentre il ventre è simile a quello dei maschi.[3]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

La specie predilige gli isopodi marini che risultano essere gli unici invertebrati presenti sull'isola.[4]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Specie ovipara, ma non si hanno dati sulla dimensione della covata.[4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è nativa dell'isola Coloradito e preferisce le zone intertidali ricche di rocce e massi. A volte la si può trovare nelle zone rocciose interne, ma è molto più comune dove le ripide pareti rocciose incontrano l'acqua.[5]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La Lista Rossa IUCN classifica l'uta tumidarostra come specie vulnerabile (Vulnerable) secondo il criterio D2, ovvero la popolazione risulta frammentata e localizzata in un'unica zona, benché venga considerata stabile.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Frost, D.R., 2007, Uta tumidarostra, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Uta tumidarostra Grismer, 1994, su gbif.org. URL consultato il 22 novembre 2023.
  3. ^ a b Uta tumidarostra, su The Reptile Database. URL consultato il 22 novembre 2023.
  4. ^ a b c d Mark O'Shea e Tim Halliday, Rettili e anfibi, in La Biblioteca della Natura, traduzione di Stefano Scale, vol. 15, Dorling Kindersley, 2001.
  5. ^ a b Uta tumidarostra - IUCN Red List, su iucnredlist.org. URL consultato il 22 novembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hollingsworth B., M. Stepek, J. Valdez-Villavicencio y P. Galina. 2018. Base de datos de herpetofauna. En: Vanderplank S., M. Wall, M. Stepek y J. Sanborn. Biodiversidad y panorama de la conservación en la península de Baja California. San Diego Natural History Museum. Bases de datos SNIB-CONABIO, proyecto Z063. Ciudad de México
  • Uta tumidarostra Grismer, 1994 in Uetz, P., & Hošek, J. (2021). The Reptile Database. In O. Bánki, Y. Roskov, M. Döring, G. Ower, D. R. Hernández Robles, C. A. Plata Corredor, T. Stjernegaard Jeppesen, A. Örn, L. Vandepitte, D. Hobern, P. Schalk, R. E. DeWalt, K. Ma, J. Miller, T. Orrell, R. Aalbu, J. Abbott, R. Adlard, E. M. Adriaenssens, et al., Catalogue of Life Checklist (Version 2021-11). https://doi.org/10.48580/dfpd-37s
  • Uta tumidarostra Grismer, 1994 in Reséndiz-López M A, Flores-Villela O, Canseco-Márquez L, Lemos-Espinal J A (2023). Lista de las especies de anfibios y reptiles con distribución en México. Version 1.2. Comisión nacional para el conocimiento y uso de la biodiversidad.
  • Grismer, L. Lee. 1999. An evolutionary classification of reptiles on islands in the Gulf of California, México. Herpetologica 55 (4): 446-469
  • Grismer L L 1994. Three new species of intertidal side-blotched lizards (genus Uta) from the Gulf of California, Mexico. Herpetologica 50 (4): 451-474
  • Jones, L.L. & Lovich, R.E. 2009. Lizards of the American Southwest. A photographic field guide. Rio Nuevo Publishers, Tucson, AZ, 568 pp. [review in Reptilia 86: 84]
  • Meiri, Shai; Aaron M. Bauer, Allen Allison, Fernando Castro-Herrera, Laurent Chirio, Guarino Colli, Indraneil Das, Tiffany M. Doan, Frank Glaw, Lee L. Grismer, Marinus Hoogmoed, Fred Kraus, Matthew LeBreton, Danny Meirte, Zoltán T. Nagy, Cristiano d 2017. Extinct, obscure or imaginary: the lizard species with the smallest ranges. Diversity and Distributions
  • Upton, D. E.; Murphy, R. W. 1997. Phylogeny of the side-blotched lizards (Phrynosomatidae:Uta) based on mtDNA sequences: support for midpeninsular seaway in Baja California. Mol Phylogenet Evol 8 (1): 104-13

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