Scuola cartografica di Dieppe
La scuola cartografica di Dieppe fiorì nel XVI secolo ed in particolare fra il 1540 e il 1585, nella città portuale di Dieppe, in Normandia, oggi nel dipartimento della Seine-Maritime. La scuola è celebre per aver realizzato una serie di planisferi e carte geografiche di grandi dimensioni disegnati a mano e riccamente decorati.
La città di Dieppe era celebre per i suoi armatori come Jean Ango e per i suoi navigatori come Jean Cousin. I committenti delle carte di Dieppe erano facoltosi armatori francesi e portoghesi, ed anche sovrani come Enrico II di Francia e Enrico VIII d'Inghilterra.
Fra i maggiori cartografi che lavorarono a Dieppe furono Pierre Desceliers, Jean Rotz, Guillaume Le Testu, Guillaume Brouscon, Nicolas Desliens, Nicolas Vallard e Jacques de Vau de Claye.
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Le scritte sulle carte di Dieppe sono in francese, portoghese o in un gergo portoghese gallicizzante. Se ne deduce che i cartografi di Dieppe ottenessero informazioni riservate dai colleghi portoghesi, nonostante la proibizione ufficiale del governo portoghese di divulgare conoscenze geografiche (politica de sigilo)[1].
Una caratteristica comune alla maggior parte delle carte di Dieppe è la presenza della rosa dei venti e delle linee lossodromiche, in quanto carte nautiche. Nello stesso tempo, però, esse sono delle opere d'arte evidentemente destinate ad essere esposte su di un tavolo, e perciò contengono i risultati delle ultime scoperte, accanto a riferimenti mitologici e illustrazioni.
Ad esempio il planisfero di Desceliers del 1550 riporta la descrizione dei primi tentativi francesi di colonizzare il Canada, la conquista spagnola del Perù ed i traffici marittimi portoghesi nelle Molucche. Sulla stessa carta si trova, però, ancora l'indicazione"Catai" risalente a Marco Polo, e sono rappresentati il regno del Prete Gianni in Etiopia, e la stirpe delle Amazzoni in Russia.[2]
Come in tutte le carte geografiche fino al Cinquecento, quelle di Dieppe non indicano la longitudine. Infatti, mentre la latitudine è indicata in gradi osservati con l'astrolabio o con il sestante, la longitudine poteva essere misurata solo empiricamente come distanza[3]. Poiché la proiezione di Mercatore apparve nel 1569, essa non venne mai utilizzata nelle carte di Dieppe.
La Grande Java[modifica | modifica wikitesto]
In molti planisferi della scuola di Dieppe l'isola di Giava e la Terra Australis sono collegate da un ponte di terraferma che reca la dicitura La Grande Jave o Terre Locac.
Per un certo numero di studiosi questa ricorrente rappresentazione di un'area di terraferma pressappoco dove si trova l'Australia, sarebbe l'indizio di una possibile scoperta portoghese dell'Australia negli anni Venti del Cinquecento, dal momento che i Portoghesi erano molto attivi nell'Arcipelago Malese a partire dal 1511 (conquista di Malacca). Altri[4] suggeriscono che i cartografi di Dieppe potrebbero essere stati influenzati da altri fattori, fra cui le aspirazioni francesi. Nel 1912, il geografo francese Lucien Gallois ha concluso:
«Il grande continente meridionale è apparso sulle mappe francesi della prima parte del XVI secolo è ovviamente un'appendice fino alla costa settentrionale di Giava, considerato l'inizio di una terra che si estendeva verso sud. La nomenclatura delle coste est e ovest del continente è assolutamente fantastico.»[5]
Carte di Dieppe tuttora esistenti[modifica | modifica wikitesto]
Le carte di Dieppe di cui si conosce l'esistenza in epoca contemporanea sono le seguenti[6][7][8]:
- Jean Mallard, planisfero, circa 1540. British Library, Londra [1]
- Jean Rotz, Boke of Idrography, 1542. British Library, Londra
- Guillaume Brouscon, planisfero, 1543. Huntington Library, Los Angeles, California
- Pierre Desceliers, planisfero "Royal", 1546. John Rylands Library, University of Manchester[2]
- Anonimo, planisfero "Dauphin" o "Harleian", circa 1547. British Library, Londra [3]
- Anonimo, eseguito per Nicolas Vallard, atlante portolanico, circa 1547. Huntington Library, Los Angeles, California
- Pierre Desceliers, planisfero, 1550. British Library, Londra
- Pierre Desceliers, planisfero, 1553. Vienna (distrutto)
- Guillaume Le Testu, Cosmographie Universelle, 1555. Bibliothèque du Service historique de l‘Armée de Terre, Parigi
- Anonimo, atlante portolanico, attribuito a Pierre Desceliers, planisfero, circa 1555. Morgan Library, New York
- Guillaume Le Testu, planisfero, 1566. Biblioteca nazionale di Francia, Parigi
- Nicolas Desliens, planisfero, circa 1541-1561. Sächsische Landesbibliothek, Dresda
- Nicolas Desliens, planisfero, 1566.
- Nicolas Desliens, planisfero, 1567. National Maritime Museum, Greenwich
- Attribuito a Nicolas Desliens, planisfero, circa 1568. National Maritime Museum, Greenwich
- Jean Cossin, Carte cosmographique ou Universelle description du monde, 1570. Biblioteca nazionale di Francia, Parigi
- Jacques de Vaulx de Claye, Les premieres Oeuvres de Jacques de Vaulx, Le Havre, 1584, foglio 26v, La Figure de l'autre moitie du globe terrestre avant le Pole antarticqe, Biblioteca nazionale di Francia
Sarah Toulouse ha pubblicato un elenco più completo e particolareggiato di 37 carte ed atlanti realizzati fra il 1542 e il 1635 da cartografi di Dieppe o Normanni[9]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Richardson, W.A.R. (2006) P.5
- ^ Desceliers’ world map, su bl.uk, 30 novembre 2003. URL consultato il 14 novembre 2012.
- ^ McIntyre, K.G. (1977) P.147-8.
- ^ Carile(1997), Brunelle (2007) e King (2009)
- ^ Lucien Gallois,, ‘Guillaume Le Testu’,, in Annales de Géographie,, vol.21, 1912,, no.119, p.8..
- ^ Richardson, W.A.R. (2006). Was Australia charted before 1606? The Jave La Grande inscriptions. Canberra, National Library of Australia, Pag.96, ISBN 0-642-27642-0
- ^ McIntyre, K.G. (1977) The Secret Discovery of Australia, Portuguese ventures 200 years before Cook, pag.207. Souvenir Press, Menindie ISBN 0-285-62303-6
- ^ Herve, R. (1983). trad inglese di John Dunmore. Chance Discovery of Australia and New Zealand by Portuguese and Spanish Navigators between 1521 and 1528. Palmerston North, New Zealand. The Dunmore Press, Pag. 19. ISBN 0-86469-013-4. Herve fornisce un elenco un po' diverso di carte di Dieppe
- ^ Toulouse, Sarah, "Marine Cartography and Navigation in Renaissance France", in The History of Cartography, Volume 3, Cartography in the European Renaissance, University of Chicago Press, 2007, ISBN 978-0-226-90732-1, p. 1551-1568
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su scuola cartografica di Dieppe
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Des Cowley, particolare del planisfero Dauphin raffigurante la Grande java, su La Trobe Journal.N°.41, 1988, State Library of Victoria. URL consultato il 16 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
- Damian Cole, Who Got to Australia First?, su The National Library of Australia's Gateway site on exploration of Australia, National Library of Australia. URL consultato il 16 settembre 2013.
- Huntington Library and Art Gallery, scheda dell’Atlante Vallard, Dieppe, 1547, su Huntington Catalogue, HM 29 "Vallard Atlas", Henry E. Huntington Library and Art Gallery, San Marino, California. URL consultato il 16 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2010).
- British Library, riproduzione del planisfero di Pierre Desceliers, Arques, 1550, su British Library Add. MS 24065, British Library Board. URL consultato il 16 settembre 2013.
- La Trobe Library, particolare del planisfero di Desceliers del 1550raffigurante la Grande Java, copertina de La Trobe Journal N° 41, 1988. (JPG), su La Trobe Journal.No.41, 1988, State Library of Victoria. URL consultato il 16 settembre 2013.
- National Library of Australia, riproduzione del planisfero di Desliens del 1566. copia eseguita da H. Delachaux, Parigi, 1884., su National Library of Australia Map RM 1898, National Library of Australia. URL consultato il 16 settembre 2013.
- Phillip Knightley, The Goans get tough and the mystery remains, su Sydney Morning Herald, 14 aprile 2007. URL consultato l'11 ottobre 2013.
- Sächsische Landesbibliothek, scheda del planisfero di Nicolas Desliens, 1541., su Saxon State Library - Dresden State and University Library Record Number:. Df dk 0005150, Obj No. 70401907, Deutsche Fotothek. URL consultato il 16 settembre 2013.
- Martin Woods, 'The French map that showed a new world', The Canberra Times, 23 November 2013., su canberratimes.com.au. URL consultato il 20 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2014).