Peugeot Citystar

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Peugeot Citystar
CostruttoreBandiera della Francia Peugeot
TipoScooter
Produzionedal 2011 al 2020
Sostituisce laPeugeot Elystar
Modelli similiAprilia Atlantic
Piaggio Beverly
Yamaha XMAX
Kymco X-Town

Il Peugeot Citystar è uno scooter prodotto dalla casa motociclistica francese Peugeot dal 2011 al 2020.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Citystar è uno scooter gran turismo compatto a pedana piatta, erede dell'Elystar. La sua progettazione è partita nel 2008 e la presentazione in anteprima mondiale avvenne all’EICMA 2010. La produzione nello stabilimento Peugeot di Mandeure (Doubs) parte nei primi mesi del 2011.[1]

La strumentazione

Al lancio era disponibile con i motori LFE (Low Friction Efficiency) raffreddati a liquido a quattro tempi nelle cubature 125 e 200. I propulsori erano omologati Euro 3. Il 125 eroga 15 cavalli (11 kw) ed una coppia massima da 12 Nm, mentre il 200 eroga 19 cavalli a 8.500 giri, mentre la coppia massima è pari 17 Nm. I motori vengono prodotti nello stabilimento Peugeot di Dannemarie, in Alsazia.[2]

Tra le sue caratteristiche principali vi era la pedana piatta e il vano sottosella da 35 litri con presa da 12V. La sella è alta 795 cm da terra.

Il telaio è in tubi d’acciaio con forcella a steli da 37 mm, gli pneumatici sono da 120/70 anteriore e 130/60 posteriore con cerchi in lega da 13”. L’impianto frenante è composto da disco anteriore da 240 mm e disco posteriore da 210 mm. La strumentazione è digitale ha un design automobilistico: è composta da tre quadranti con retroilluminazione blu con tachimetro, trip, indicatore della temperatura esterna, indicatore di presenza di ghiaccio sulla strada (sotto i 3 °C), livello carburante, e LED indicatore di inserimento del bloccasterzo elettronico. Due i cavalletti presenti con quello laterale che se inserito impedisce l’avviamento.[3]

A dicembre 2013 entra in produzione il Citystar con motore 50 due tempi che viene posto in vendita dal marzo 2014: tale versione non fu importata in Italia ma era disponibile solo in Francia e alcuni paesi europei dove i cinquantini godevano di agevolazioni fiscali. Il 50 eroga 2,9 kW a 6500 giri/min e una coppia massima di 3,7 Nm a 6300 giri/min, monta una sella specifica più bassa di 25 mm e un freno disco posteriore di 190 mm.[4]

Nel giugno 2014 la gamma motori si arricchisce delle versioni 125 AC e 150 AC raffreddate ad aria a quattro tempi che affiancano i motori 125 e 200 raffreddati a liquido. Il nuovo 125 AC eroga 10,7 cavalli mentre il 150 AC eroga 11,3 cavalli.[5]

La gamma Citystar 2015 viene presentata ad EICMA nel novembre 2014 e porta al debutto la nuova versione Blue Line con carrozzeria bicolore: lo scudo anteriore è verniciato di blu mentre la zona posteriore è nera.[6]

Nel novembre 2016 a EICMA viene presentata la gamma 2017 che porta al debutto lievi aggiornamenti estetici e la nuova versione Black Edition caratterizzata da colorazione total black sia per la carrozzeria che per i cerchi in lega. La gamma motori si compone dei 125 e 200 raffreddati a liquido omologati Euro 4 (i motori raffreddato ad aria escono di produzione), viene introdotto l’ABS su tutti i modelli.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ EICMA 2010: Peugeot: lo stand, su dueruote.it, 2 novembre 2010. URL consultato il 29 maggio 2022.
  2. ^ Peugeot Citystar 125i e 200i, su moto.it, 26 aprile 2011. URL consultato il 29 maggio 2022.
  3. ^ La prova dei Peugeot Citystar 125i e 200i, su lastampa.it, 26 aprile 2011. URL consultato il 29 maggio 2022.
  4. ^ (FR) Essai Peugeot Motocycles Citystar 50, su motoservices.com, 13 marzo 2014. URL consultato il 29 maggio 2022.
  5. ^ Peugeot Citystar 125 e 150 AC 2014: caratteristiche e prezzi, su motoblog.it, 16 giugno 2014. URL consultato il 29 maggio 2022.
  6. ^ Peugeot punta sulla Blue Line, su dueruote.it, 5 novembre 2014. URL consultato il 29 maggio 2022.
  7. ^ Peugeot Satelis e Citystar Black Edition 2017, su motoblog.it, 9 novembre 2016. URL consultato il 29 maggio 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]