Persone uccise negli anni di piombo (1976)

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Di seguito viene riportata una sintetica cronologia delle vittime provocate in Italia durante gli anni di piombo nel 1976.

Vittime del 1976[modifica | modifica wikitesto]

Data Nome comune Località Responsabili Vittime Note
27 gennaio Strage di Alcamo Marina Alcamo Ignoti Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta (carabinieri) Vincenzo Ferrantelli, Giuseppe Gulotta, Giovanni Mandalà e Gaetano Santangelo, condannati con sentenza definitiva, sono stati dichiarati non colpevoli nel processo di revisione[1][2][3].
15 marzo Uccisione di Mario Marotta Roma Lucio Lucentini (poliziotto) Mario Marotta (civile) L'agente Lucio Lucentini sparò contro manifestanti di estrema sinistra uccidendo un passante[4].
7 aprile Omicidio di Mario Salvi Roma Domenico Velluto (agente di P.S.) Mario Salvi (Autonomia Operaia) Ucciso durante gli scontri con le forze dell'ordine[5].
27 aprile Omicidio di Gaetano Amoroso Milano Walter Cagnani, Gilberto Cavallini, Angelo Croce, Gian Luca Folli, Claudio Forcati, Luigi Fraschini, Marco Meroni, Antonio Pietropaolo e Danilo Terenghi (MSI) Gaetano Amoroso (Comitato rivoluzionario antifascista) Angelo Croce è riconosciuto l'autore materiale dell'omicidio[6].
29 aprile Omicidio di Enrico Pedenovi Milano Enrico Galmozzi, Bruno La Ronga e Giovanni Stefan (Comitati comunisti rivoluzionari) Enrico Pedenovi (consigliere provinciale del MSI) Ucciso da militanti di sinistra che stavano creando le strutture di Prima Linea[7].
28 maggio Omicidio di Luigi Di Rosa Sezze Pietro Allatta (MSI) Luigi Di Rosa (PCI) Malgrado la sentenza giudiziaria condanni Allatta la perizia balistica evidenzia come due proiettili diversi abbiano colpito Di Rosa. Sandro Saccucci, eletto deputato con il MSI e successivamente espulso dal partito[8], fuggì in Argentina e nel 1985 fu assolto dall'accusa di concorso morale in omicidio[9].
8 giugno Omicidio del giudice Francesco Coco Genova Ignoti membri delle Brigate Rosse Francesco Coco (Procuratore generale della Repubblica), Giovanni Saponara (agente di P.S.) e Antioco Dejana (carabiniere) Nel volantino di rivendicazione i brigatisti scrissero: «Il 20 giugno si potrà solo scegliere chi realizzerà lo Stato delle multinazionali, chi darà l'ordine di sparare ai proletari. Chi ritiene oggi che per via elettorale si potranno determinare equilibri favorevoli al proletariato... indica una linea avventuristica e suicida. L'unica alternativa al potere è la lotta armata per il comunismo»[7]. Francesco Coco fu il primo magistrato ad essere ucciso durante gli anni di piombo[8].
10 luglio Omicidio di Vittorio Occorsio Roma Pierluigi Concutelli e Gianfranco Ferro (Ordine Nuovo) Vittorio Occorsio (magistrato) I terroristi gli sbarrano la strada mentre è a bordo di una Fiat 125, poi uno di loro spara col mitra uccidendo il magistrato[8].
1º settembre Omicidio di Francesco Cusano Biella Lauro Azzolini e Calogero Diana (Brigate Rosse) Francesco Cusano (vicequestore aggiunto) I due brigatisti furono condannati a 30 anni nel 1981[10].
5 settembre Omicidio di Pierantonio Castelnuovo Lecco Sebastiano Calio, Salvatore Elio, Angelo Lo Coco, Pierino Marchio, Angelo Musolino e Antonio Romeo Pierantonio Castelnuovo (PCI) Fratello dell'attore Nino Castelnuovo, fu ucciso durante la festa dell'Unità[11].
14 dicembre Attentato ad Alfonso Noce Roma NAP (scontro a fuoco tra nappisti e forze dell'ordine) Prisco Palumbo (poliziotto) e Martino Zichittella (NAP) Il gruppo dei NAP compì un attentato contro Alfonso Noce, dirigente dei servizi di sicurezza che se la cavò con qualche ferita, mentre morirono l'agente Prisco Palumbo e il nappista Martino Zichitella[7][12].
15 dicembre Arresto di Walter Alasia Sesto San Giovanni Scontro a fuoco tra Brigate Rosse e Polizia di Stato Vittorio Padovani e Sergio Bazzega (Polizia di Stato), Walter Alasia (Brigate Rosse) Walter Alasia rimase ucciso dopo aver freddato il vicequestore Antonio Padovani e il maresciallo Sergio Bazzega[7]. Al funerale lo commemorò Enrico Baglioni, operaio della Magneti Marelli e futuro militante di Prima Linea[13].
16 dicembre Bomba di Piazzale Arnaldo Brescia Italo Dorini e Giuseppe Piccini (militanti di estrema destra) Bianca Gritti Daller (civile) I due estremisti furono condannati a 30 anni[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Viviano, Non è l'assassino, assolto dopo 21 anni in cella, in la Repubblica, 14 febbraio 2012. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  2. ^ Strage alla casermetta di Alcamo, assolti dopo 36 anni, in la Repubblica, 21 luglio 2012. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  3. ^ Strage di Alcamo, assolto imputato ma è morto in cella 15 anni fa, in la Repubblica, 18 febbraio 2014. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  4. ^ Federico Carbone, L'agente ha sparato 5 colpi uno ha fulminato il passante, in La Stampa, 16 marzo 1976. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  5. ^ Mario Salvi, su lestintorecheamleto.net, lestintorecheamleto.net. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2007).
  6. ^ Pene da 20 a 13 anni ai nove neofascisti del delitto Amoroso, in La Stampa, 28 novembre 1979. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  7. ^ a b c d Indro Montanelli e Mario Cervi, L'Italia degli anni di piombo, Milano, Rizzoli, 1991.
  8. ^ a b c Sergio Zavoli, La notte della Repubblica, Roma, Nuova Eri, 1992.
  9. ^ Le sentenze della 1ª sezione, in La Stampa, 10 giugno 1986. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  10. ^ Pietro Minoli, Oggi verrà ricostruito l'assassinio del vice questore Francesco Cusano, in La Stampa, 30 gennaio 1981. URL consultato il 21 settembre 2015.
  11. ^ Alessandro Rigaldo, Ucciso a Lecco un attivista pci Bergamo: ferito a rivoltellate, in La Stampa, 6 settembre 1976. URL consultato l'11 gennaio 2015.
  12. ^ Prisco Palumbo, su vittimeterrorismo.it, vittimeterrorismo.it. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  13. ^ Giorgio Galli, Storia del partito armato, Milano, Rizzoli, 1986.
  14. ^ Stefano Malatesta, Come 10 anni fa contro l'Italicus, in la Repubblica, 25 dicembre 1984. URL consultato il 15 dicembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]