Mark Bosnich

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Mark Bosnich
Nazionalità Bandiera dell'Australia Australia
Altezza 185 cm
Calcio
Ruolo Portiere
Termine carriera 2008
Carriera
Giovanili
1988-1989Sydney Croatia
Squadre di club1
1989-1991Manchester Utd3 (-?)
1991-1992Sydney Croatia5 (-?)
1992-1999Aston Villa179 (-?)
1999-2001Manchester Utd23 (-?)
2001-2003Chelsea5 (-?)
2008C.C. Mariners1 (-?)
Nazionale
1991Bandiera dell'Australia Australia U-20? (-?)
1989-1997Bandiera dell'Australia Australia22 (-?; 1)
Palmarès
 Mondiali Under-20
Bronzo Portogallo 1991
 Confederations Cup
Argento Arabia Saudita 1997
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Mark Bosnich (Fairfield, 13 gennaio 1972) è un ex calciatore australiano, di ruolo portiere.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Bosnich nasce da una famiglia di origini croate a Fairfield, un sobborgo di Sydney.

Muove i primi passi nel Sydney Croatia, quindi a 16 anni si trasferisce in Inghilterra per giocare nel Manchester United, nel quale colleziona tre presenze in due stagioni. A causa di problemi nell'ottenere un permesso di lavoro, è costretto a tornare in patria per un breve periodo, durante il quale torna a militare nel Sydney Croatia.

Nel 1992, risolte le questioni burocratiche, torna in Inghilterra e si trasferisce all'Aston Villa, dove riesce a conquistare la fiducia dell'allenatore Ron Atkinson guadagnandosi subito la maglia da titolare. Nel 1994 l'Aston Villa vince la Coppa di Lega inglese (che tornerà ad aggiudicarsi, sempre con Bosnich tra i pali, nel 1996) e il portiere si mette in luce respingendo tre calci di rigore nel corso della semifinale.

Nel 1999 Bosnich, svincolatosi dall'Aston Villa grazie alla sentenza Bosman, torna al Manchester United con il compito di sostituire Peter Schmeichel: la stagione dei Red Devils è trionfale e vede il club conquistare la vittoria in Premier League e la Coppa intercontinentale. L'anno seguente, però, un calo di forma costa al giocatore la maglia da titolare, anche a causa di contrasti con il tecnico Alex Ferguson. Dopo aver cercato invano di riconquistare un posto in squadra, nel 2001 Bosnich viene ceduto al Chelsea,[1] ma l'esperienza nel nuovo club non è fortunata: nella stagione 2001-2002, bersagliato da numerosi infortuni, disputa solo sette gare ufficiali.

Nel settembre 2002 la sua carriera si interrompe bruscamente: viene infatti trovato positivo a un controllo antidoping e squalificato per nove mesi (tuttora la sospensione più lunga comminata a un calciatore del campionato inglese), venendo immediatamente licenziato dal Chelsea.[2] Più tardi ammetterà di essere stato a lungo dipendente dalla cocaina, imputando la sua condizione alla depressione dovuta a una delusione sentimentale.[3]

Nell'autunno 2004 rifiuta di tornare sui campi, nonostante l'offerta dell'ex compagno nell'Aston Villa Paul Merson, allenatore del Walsall FC.

Bosnich affermò che la sua rottura con Alex Ferguson fu dovuta soprattutto a motivi extra-sportivi, quali le tendenze politiche di estrema destra manifestate dal portiere australiano in alcune occasioni (famoso il suo saluto nazista rivolto ai sostenitori di religione ebraica del Tottenham Hotspur nell'ottobre del 1996, quando giocava ancora nell'Aston Villa).[4][5]

Il 27 luglio 2008 torna ad indossare i guanti, difendendo la porta della team australiano del Central Coast Mariners[6]; l'avventura dura appena sette giorni: Bosnich fu costretto a concludere la propria carriera a causa di un grave infortunio agli adduttori, riportato dopo appena sei minuti di gioco durante la sua prima partita con i nuovi compagni.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Con la nazionale giovanile partecipa alle Olimpiadi del 1992 e l'anno successivo esordisce tra i pali della nazionale maggiore. È titolare nelle gare di qualificazione al Mondiali del 1998, ma la squadra manca l'accesso alla fase finale della competizione venendo superata dall'Iran negli incontri di spareggio. In molte occasioni Bosnich ha tuttavia rifiutato di rispondere alle convocazioni della nazionale, preferendo dedicarsi al suo club di appartenenza.

In una gara contro le Isole Salomone, conclusasi 13-0, ha messo a segno una rete su rigore.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Manchester United: 1989-1990
Manchester United: 1990
Aston Villa: 1993-1994, 1995-1996
Manchester United: 1999-2000, 2000-2001

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Manchester United: 1990-1991
Manchester United: 1999

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1997

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) 'Insult' that raised a smile from Mark Bosnich, su news.com.au, 21 agosto 2008. URL consultato il 26 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2016).
  2. ^ (EN) Nick Greenslade, OSM: Interview with Mark Bosnich, in The Guardian, 2 ottobre 2004. URL consultato il 25 febbraio 2020.
  3. ^ Cocaina, l'incubo continua 15 anni di "neve" nel calcio, su repubblica.it, 21 febbraio 2007. URL consultato il 24 luglio 2012.
  4. ^ (EN) Will Magee, Trying To Get Our Heads Around Mark Bosnich’s Nazi Salute At White Hart Lane, su vice.com, 4 maggio 2017. URL consultato il 25 febbraio 2020.
  5. ^ (EN) Bosnich salute beyond a joke, su The Independent, 13 ottobre 1996. URL consultato il 25 febbraio 2020.
  6. ^ Bosnich confirmed to make debut | A-League | Fox Sports Archiviato il 2 agosto 2008 in Internet Archive.

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