Lido Poli

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Lido Poli
NascitaSeravezza, 16 marzo 1918
MorteForte dei Marmi, 19 aprile 1993
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
SpecialitàCaccia
Reparto73ª Squadriglia, 9º Gruppo, 4º Stormo Caccia Terrestre
Anni di servizio1939-1940
Gradosergente a.a.r.n.
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nordafrica
Decorazionivedi qui
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Lido Poli (Seravezza, 16 marzo 1918Forte dei Marmi, 19 aprile 1993) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Serravezza, provincia di Lucca, il 16 marzo 1918.[1] Frequentò la Scuola d'arte "Stagi" di Pietrasanta, e poi andò a lavorare come disegnatore presso la Società marmifera italiana di Querceta.[2] Il 3 gennaio 1938 si arruolò volontario nella Regia Aeronautica in qualità di allievo sottufficiale pilota, conseguendo il brevetto di pilota d'aeroplano nel luglio successivo, e dopo aver frequentato i corsi presso le Scuole di Lucca e di Foggia fu nominato primo aviere.[2] Nel gennaio 1939 fu mandato alla Scuola di pilotaggio di Foligno dove conseguì il brevetto di pilota militare nel giugno dello stesso anno, e dopo aver completato il corso presso la Scuola caccia di Castiglione del Lago nel mese di agosto fu trasferito al 4º Stormo Caccia Terrestre di Gorizia.[2] Sergente dall'agosto 1939, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, fu mandato con il suo reparto, la 73ª Squadriglia del 9º Gruppo, in Africa Settentrionale Italiana il giorno successivo.[2] Rimase gravemente ferito in combattimento l'8 agosto successivo, dopo aver abbattuto un Gloster Gladiator volando a bordo del suo Fiat C.R.42 Falco.[3] Mentre era in combattimento un proiettile esplosivo lo colpì al braccio sinistro, quasi asportandolo, ma egli continuò a volare e combattere sostenendo di aver abbattuto un secondo Gladiator prima di eseguire un atterraggio forzato vicino a una unità di fanteria alla periferia dell'aeroporto T3. Una pattuglia dell'esercito lo riportò immediatamente a El Adem da dove fu mandato all'ospedale della marina di Tobruk e qui venne amputato il braccio.[3] Posto in congedo fu assegnato al Ruolo d'Onore e promosso sergente maggiore nel marzo 1941, e sottotenente di complemento nel marzo 1963, fino a giungere a quello di colonnello.[3] Dopo la guerra lavorò a Roma come funzionario presso la Banca Nazionale del Lavoro.[4] Si spense a Forte dei Marmi il 19 aprile 1993.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Un caccia Fiat C.R.42 Falco abbandonato, gravemente danneggiato, in Libia nel corso del 1940.
Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovane pilota, partecipe di una formazione da caccia attaccata di sorpresa da soverchianti forze nemiche, contribuiva con eccezionale perizia ed intrepido coraggio all’abbattimento di cinque velivoli avversari. Colpito durante l’aspra lotta da pallottola esplosiva che gli sfracellava il braccio sinistro all’altezza della spalla, continuava con supremo sprezzo della vita a combattere sino all’estremo delle forze, riuscendo infine, in un supremo sforzo di volontà, ad atterrare senza danni nei pressi di una nostra colonna. Amputato dell’arto continuava a dar prova, con la parola e con storico contegno, delle altissime virtù già dimostrate durante tutto il combattimento. Cielo della Marmarica, 8 agosto 1940 .[5]
— Regio Decreto 30 dicembre 1940.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 236.
  2. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d Surfcity.
  4. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1952, p. 66.
  5. ^ Lido Poli, su Quirinale.it. URL consultato il 20 novembre 2018.
  6. ^ Bollettino Ufficiale 1951, supl.1, pag.2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare Viventi, Roma, Tipografia regionale, 1952.
  • (EN) Håkan Gustavsson e Ludovico Slongo, GLADIATOR vs. CR.42 FALCO 1940-41, Botley, Osprey Publishing, 2012, ISBN 978-1-84908-708-7.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]