Legousia

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Specchio di Venere
Legousia speculum-veneris (Specchio di Venere comune)
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Campanuloideae
Genere Legousia
Durande, 1782
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Campanulales
Famiglia Campanulaceae
Sottofamiglia Campanuloideae
Genere Legousia
Durande, 1782
Specie
(Vedi testo)

Legousia Durande, 1782 è un genere di piante angiosperme eudicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Campanulaceae (sottofamiglia Campanuloideae), dall'aspetto di erbacee annuali dal tipico fiore a forma di campana.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome di questo genere (Legousia) è stato dato in onore all'aristocratico di Digione Bénigne Le Gouz detto "Le Gouz de Gerland" (1695-1774) notabile, filantropo, accademico e fondatore del Giardino Botanico Blunderbuss[3][4], mentre il nome scientifico è stato definito dal botanico e medico francese Jean François Durande (1732-1794) nella pubblicazione "Flore de Bourgogne - 1: 37. 1782" del 1782.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Tubo del calice allungato
(Legousia falcata)
Infiorescenza
(Legousia speculum-veneris)
Il fiore
(Legousia hybrida)

Queste piante possono arrivare al massimo ad una altezza di 50 cm. Il ciclo biologico è annuo, in particolare la forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[4][6]

Le radici in genere sono secondarie da fittone.

La parte aerea del fusto è eretta, ascendente o prostrata.

Le foglie sono principalmente cauline; hanno forme di tipo più o meno lanceolato, oppure oblanceolato-spatolate. Sono sessili o brevemente picciolate.

Le infiorescenze (ramificate oppure no) sono formate da numerosi fiori piccoli o mediamente grandi, brevemente peduncolati (o anche sessili), raccolti in forma di pannocchia fogliosa o spiga più o meno lassa.

I fiori sono tetra-ciclici, ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono gamopetali, ermafroditi e attinomorfi.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
K (5), C (5), A (5), G (2-5), infero, capsula

Il frutto consiste in una capsula prismatica e ristretta verso l'apice; la deiscenza è realizzata da tre valve poste nella parte alta e aprentesi dal basso verso l'alto. I semi sono minuti.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.[7]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione è praticamente mediterranea con habitat tipicamente temperati. Spesso queste piante sono infestanti le colture umane (cereali), ma si trovano anche nelle zone incolte o nei pascoli. In particolare le specie di questo genere si trovano in Europa (soprattutto parte mediterranea), nella Transcaucasia, in Anatolia, Medio Oriente e Africa mediterranea.[8] Alcune si sono naturalizzate nel Nord America.

Distribuzione e habitat delle specie alpine italiane[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le specie spontanee della flora italiana vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza i dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle principali specie o gruppi alpini:[9]

Specie Comunità
vegetali
Piani
vegetazionali
Substrato pH Livello trofico H2O Ambiente Zona alpina
L. falcata 4 collinare Ca - Ca/Si basico basso arido B1 B2 F2 F4 IM SV
L. hybrida 2 collinare Ca - Ca/Si neutro medio secco B1 Alpi francesi
(in Italia si trova in Sardegna)
L. scabra 4 collinare Ca - Si neutro basso arido B1 G2 VR TN
L. speculum-veneris 2 montano
collinare
Ca - Ca/Si basico basso secco B1 tutto l'arco alpino
Legenda e note alla tabella.

Substrato con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 2 = comunità terofitiche pioniere nitrofile; 4 = comunità pioniere a terofite e succulente
Ambienti: B1 = campi, colture e incolti; B2 = ambienti ruderali, scarpate; F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino; F4 = prati e praterie magre rase; G2 = praterie rase dal piano collinare a quello alpino

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza del genere Legousia (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 89 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Campanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) comprendente circa 50 generi. Il genere Legousia a sua volta comprende 6 specie (4 nella flora italiana).[4][6][10]
Il Sistema Cronquist assegna al genere Legousia la famiglia delle Campanulaceae e l'ordine delle Campanulales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Asterales (stessa famiglia). Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella iniziale a destra).
Il numero cromosomico delle specie di questo genere varia da 2n = 20 a 2n = 26.[6]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Cladogramma del genere

In base alle ultime ricerche di tipo filogenetico sul DNA del cloroplasto e del nucleo[11] su campioni di piante del Nord America, il genere Legousia risulta nidificato all'interno del "Rapunculus clade", in particolare nel sotto-clade "Rapunculs 2". Il genere Legousia non risulta monofiletico ed è collegato (come “gruppo fratello”) ad un clade contenente, oltre alla specie Legousia falcata, alcune specie di Campanula e di Triodanis. Precedenti studi filogenetici[12] del 2008 su specie europee, sempre analizzando il DNA, confermano più o meno tale struttura filogenetica. Il cladogramma a lato (tratto dagli studi citati e semplificato) dimostra l'attuale conoscenza filogenetica del genere Legousia.

Elenco completo delle specie del genere[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere ha le seguenti 6 specie:[2][8]


In alcune checklist[8] è descritta anche la specie Legousia perfoliata (L.) Britton riconosciuta in altri elenchi come Triodanis perfoliata (L.) Nieuwl. (appartenente ad un genere Nord Americano[6].

Specie spontanee italiane[modifica | modifica wikitesto]

Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l’elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra)[10][13].

  • Gruppo 1A: i denti del calice sono lesiniformi (4 - 6 volte più lunghi che larghi) e sono lunghi più o meno come il tubo calicino;
  • Gruppo 2A: l'infiorescenza è del tipo a pannocchia, ed è ampiamente ramosa; la corolla è lunga come (o di più) dei denti del calice;
  • Gruppo 2B: l'infiorescenza è del tipo a spiga fogliosa; la ramosità è nulla;
  • Legousia falcata (Ten.) Fritsch - Specchio di Venere minore: la superficie delle foglie è liscia; i denti del calice sono lunghi come il tubo e tre volte la corolla; l'altezza varia da 10 a 40 cm; il ciclo biologico è annuale; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo; l'habitat tipico sono i campi di cereali (specie infestante); la distribuzione sul territorio italiano è ovunque comune al Centro e al Sud fino ad una altitudine di 800 m s.l.m..
  • Legousia castellana (Lange) Samp. - Specchio di Venere di Castiglia: la superficie delle foglie è scabra; i denti del calice sono lunghi quanto la corolla e metà del tubo del calice; l'altezza varia da 20 a 40 cm; il ciclo biologico è annuale; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo Occidentale; l'habitat tipico sono i campi di cereali (specie infestante); la distribuzione sul territorio italiano è relativa alla sola Sardegna fino ad una altitudine di 800 m s.l.m..
  • Gruppo 1B: la forma dei denti del calice è ovale o lanceolata e sono circa 1,5 - 3 volte più lunghi che larghi, sono inoltre più brevi del tubo del calice, ma il doppio della corolla;

Nota: la Legousia castellana (Lange) Samp.[10][14], chiamata anche L. scabra (Lowe) Gamisans, attualmente è considerata un sinonimo di Legousia falcata (Ten.) Fritsch ex Janch..[15]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]

  • Apenula Neck.
  • Legouzia Delarbre
  • Pentagonia Möhring ex Kuntze
  • Specularia Heist. ex A.DC.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  3. ^ Sistema Informativo sulla flora vascolare dei Colli Euganei, su dryades.units.it, p. Legousia hybrida. URL consultato il 10 agosto 2014.
  4. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 680.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 agosto 2014.
  6. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 44.
  7. ^ Judd 2007, pag. 516.
  8. ^ a b c EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 agosto 2014.
  9. ^ Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 330-332.
  10. ^ a b c Conti et al. 2005, pag. 119.
  11. ^ Barry M. Wendling, Kurt E. Galbreath, Eric G. DeChaine, Resolving the Evolutionary History of Campanula (Campanulaceae) in Western North America, in Plos One; 9 settembre 2011.
  12. ^ Cristina Roquet, Llorenç Sáez, Juan José Aldasoro, Alfonso Susanna, María Luisa Alarcón, and Núria Garcia-Jacas, Natural Delineation, Molecular Phylogeny and Floral Evolution in Campanula, in Systematic Botany (2008), 33(1): pp. 203–217.
  13. ^ Pignatti, vol. 2 - pag. 680.
  14. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 681.
  15. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 20 gennaio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 680, ISBN 88-506-2449-2.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 44, Berlin, Heidelberg, 2007.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 332.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 119, ISBN 88-7621-458-5.

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