Frangipane (famiglia)

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Frangipane o Frangipani è il nome gentilizio di una nobile e potente famiglia romana, ritenuta di antichissima origine, citata almeno dall'XI secolo. Una leggenda vorrebbe che la famiglia discendesse dalla gens Anicia, cui appartenevano il console Lucio Anicio Gallo (160 a.C. ), il filosofo Severino Boezio e l'imperatore d'Occidente Anicio Olibrio, ma non vi sono prove certe in merito [1] [2].

Storia

Il primo Frangipane, che avrebbe dato il cognome alla famiglia, sarebbe stato tale Pietro, ricco mercante, che durante un'alluvione del Tevere a Roma distribuì pane ai bisognosi passando per le vie dell'Urbe con una barca. Da qui frangere panem, spezzare il pane, che avrebbe originato il cognome [3] [4].

In realtà i documenti disponibili citano un Petrus Frajapane de Imperato o Imperator che a metà del X secolo era descritto per estrazione ex plebe, padre di Giovanni Sardo de Imperato e nonno di Cencio, nato intorno al quarto decennio del secolo XI, Romanorum Consul[5].

La famiglia si divise nei rami principali dei de Septizonius, dei de Chartularia e dei de Gradellis di Trastevere.

Il primo s'installò a Roma nell'area del Circo Massimo, nel Settizonio, antico ninfeo monumentale eretto al tempo di Settimio Severo, arricchendolo di una torre che tutt'oggi si eleva al lato del circo. Questo edificio fu il luogo dove si tenne il primo conclave per l'elezione pontificia nel 1241. Il secondo, nei pressi della Torre Chartularia presso l'Arco di Tito, cosiddetta perché si trovava presso il Chartularium cioè l'Archivio dell'Impero.

Le Croniche Sublacensi dell'abbazia di Subiaco testimoniano che i Frangipane estesero i loro domini imparentandosi con i Conti di Tuscolo, ma gli storici dubitano della veridicità dei passi delle Croniche e pensano che i Frangipane abbiano esteso almeno parte del loro dominio, come nell'area di Marino, occupando terre ecclesiastiche.

Il ramo del Settizonio, struttura rasa poi al suolo nel XVI secolo, si estinse nel 1266, con Pietro e Filippa; da lì iniziò una controversia per il possesso dell'eredità dei Frangipane.

Alla famiglia appartennero la terziaria francescana Jacopa de'Settesoli, che ospitò San Francesco probabilmente nella torre del Circo Massimo. Il santo la chiamava Frate Jacopa, per il suo carattere virile e secondo alcune testimonianze ella gli dovette inviare dei cantucci. Un altro membro della famiglia è sant'Ottone Frangipane.

Storica la loro rivalità con la famiglia Pierleoni nel secolo XII: la loro rivalità fu uno dei motivi che portarono allo scisma nella doppia elezione pontificia del 1130. Durante questo periodo i Frangipane fortificarono il Colosseo facendone una loro postazione militare, tanto che il Papa li infeudò della metà di questo. Un'altra Torre dei Frangipane, detta della Scimmia, è in via dei Portoghesi.

Ottone Frangipane ebbe dalla regina di Sicilia, Costanza, il titolo di principe di Taranto nel 1197.

Un Giovanni Frangipane, signore di Astura nel 1268, dopo che Corradino di Svevia, successivamente alla sconfitta di Tagliacozzo, chiese riparo e protezione a costui per poter tornare in Germania e preparare una nuova offensiva contro gli Angiò, sperando di ottenere onori e privilegi da Carlo I, nuovo Re di Sicilia, lo consegnò invece a quest'ultimo facendolo decapitare a Napoli nella piazza del Mercato. La flotta siciliana, al comando di Bernardo Sarriano, fedele agli Svevi, per vendicare il tradimento, nel 1286 occupò il castello distruggendolo e uccidendo Michele, figlio di Giovanni. [6]

Un Nicola Frangipani del ramo di Dalmazia-Croazia nel 1291 preservò le spoglie della sacra casa di Nazareth, inviandola al Santo Padre, da questi conservata a far data dal 1294 in Loreto.

A Roma i Frangipane continuarono nel ramo dei marchesi di Nemi. Questa famiglia possedeva un palazzo, accanto a quello dei Torlonia, sull'attuale area di Piazza Venezia. Esso venne demolito insieme al palazzo Torlonia fra la fine dell'Ottocento e gl'inizi del Novecento in occasione dei lavori di sistemazione dell'area attorno all'Altare della Patria. Alla famiglia apparteneva anche una cappella gentilizia nella Chiesa di San Marcello al Corso: la cappella Frangipane si trova ancora oggi nella navata sinistra della Chiesa ed è ornata da due busti di membri della famiglia eseguiti da Alessandro Algardi. Altre tombe gentilizie della famiglia furono rinvenute nei pressi del transetto della chiesa di Santa Maria sopra Minerva

La famiglia infine era proprietaria di un'importante villa, conosciuta poi come Villa Strozzi, che si trovava sul Viminale e venne rasa al suolo in occasione della costruzione del Teatro Costanzi, ora Teatro dell'Opera, dopo essere stata acquistata per scopi speculativi da monsignor Francesco Saverio de Mérode.

Il Boccaccio fa discendere Dante Alighieri dalla famiglia romana dei Frangipani; così infatti nel Trattatello in laude di Dante è narrata la presunta riedificazione di Firenze ai tempi di Carlo Magno: « ... infra gli altri novelli abitatori, forse ordinatore della reedificazione, partitore delle abitazioni e delle strade e datore al nuovo popolo delle leggi opportune... venne da Roma uno nobilissimo giovane per ischiatta de' Frangiapani e nominato da tutti Eliseo; il quale per avventura... in quella divenne perpetuo cittadino, e dietro a sé di figliuoli e di discendenti lasciò non picciola né poco laudevole schiatta: li quali ... per soprannome presero il nome di colui che quivi loro aveva dato cominciamento, e tutti insieme si chiamar gli Elisei. De' quali di tempo in tempo, e d'uno in altro discendendo, tra gli altri nacque e visse uno cavaliere per arme e per senno ragguardevole e valoroso, il cui nome fu Cacciaguida...».[7] La critica moderna non ha espresso un giudizio in merito a tale racconto; tuttavia considera che, se non mancano nell'operetta notizie autentiche, è innegabile l'impulso encomiastico, sì che la figura di Dante Alighieri appare circonfusa da un alone di leggenda; inoltre la tendenza ad attribuire illustri antenati doveva essere ben radicata nel Boccaccio, se è vero che anche Fiammetta viene fatta discendere dai Fresapane o dagli Annibali.[8] Tuttavia Dante Alighieri stesso rivendica attraverso le parole di Brunetto Latini un'ascendenza romana (Divina Commedia, Inferno, XV 73-78); sarebbe stato infatti il rampollo di una di quelle famiglie romane che, insieme ad altre famiglie fiesolane, fondarono Firenze dopo la distruzione di Fiesole da parte di Giulio Cesare «...ma questa è cosa molto incerta, e secondo mio parere niente altro è che indovinare», come si esprimeva il Bruni nella sua Vita di Dante.

Delle due tradizioni, quella riportata da Dante Alighieri e quella riportata da Giovanni Boccaccio, l'ultima potrebbe trarre una certa conferma dalle parole di Cacciaguida: «Moronto fu mio frate ed Eliseo» (Divina Commedia, Paradiso, XV 136); alcuni interpretano che Cacciaguida avesse due fratelli: Moronto ed Eliseo; altri che Cacciaguida faccia riferimento a un solo fratello: Moronto di nome, Elisei di cognome; quest'ipotesi, alquanto suggestiva, permette di credere che anche il trisavolo di Dante fosse un Elisei. Resterebbe ora da documentare se gli Elisei discendevano effettivamente dai Frangipani: se così fosse, la leggenda del Giovanni Boccaccio diventerebbe notizia storica.

Discendenti di questa famiglia sono sepolti presso la Chiesa di San Marcello al corso in via del Corso a Roma, nella cappella di famiglia situata a metà della navata di sinistra ov'è ben visibile lo stemma originario del casato Frangipane di Roma: su fondo rosso due leoni d'oro affrontati e controrampanti tenenti quattro pani rotondi d'oro tra le branche.

Il primo marchese Frangipane di Nemi, Muzio, morì senza eredi legittimi diretti.

Per una ricostruzione completa dei vari rami della famiglia Frangipani (di Dalmazia-Croazia, d'Ungheria, del Friuli, di Napoli). [9]

Per una ricostruzione completa degli stemmi della famiglia Frangipani o Frangipane. [10]

Frangipani d'Ungheria, di Dalmazia-Croazia e del Friuli

Muzio Frangipane, stante la leggenda che voleva durante il XII secolo tre di quattro fratelli Frangipane stanziarsi il primo presso la Repubblica Veneta, il secondo in Croazia-Dalmazia, il terzo in Ungheria, l'ultimo rimanendo a Roma, designò con istrumento giuridico e sulla scorta di presunte relazioni di parentela quali propri eredi legittimi il ramo dei Frangipani di Dalmazia-Croazia-Ungheria, definitivamente estintosi nel 1671 con la morte del conte Francesco Cristoforo Frangipani [11] [12][13] [14] [15][16][17][18] [19], nonché il ramo dei Frangipani del Friuli, fiorenti in Italia successori legittimi dei Frangipani romani (Archivio di Stato di Roma)[16][20], esistente un ramo superstite dei Frangipani di Dalmazia nel Regno d'Illiria, dapprima confluito per linea femminile nei conti Detrico Frangipani (estinti) [21] [22] [23], successivamente in quello dei conti Gliubavaz Frangipani de Detrico (estinti) e da ultimo nei Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico (Croazia, Canada, Bosnia, Serbia e Austria) [24], presente altresì un ramo detto dei Frangipani-Allegretti Duchi di Mirabello[25].

Nel regno di Illiria ai conti Frangipani di Dalmazia-Croazia-Ungheria estinti (Francopanovic(h), Frankopanovic(h), Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits, Flangipane, Fragiapanus, Fragepandi, Frangepan, Frangipan, Frangipanibus, Flangipan, Fragepan) previsse o sopravvisse un ramo Frangipani, Frangipan o Flangipan, Frangapani, Franzapani stanziatosi a Venezia [26]

Il ramo supersite dei Frangipani (Flangipane, Fragiapanus, Fragipan, Frangapani, Franzapani, Frangepan, Fragepan, Frangipani, Flangipan, Fragepandi, ma anche Francopanovic, Francopanovich, Frankopanovic, Frankopanovich, Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits) di Dalmazia-Croazia stanziato a Venezia è quello da cui probabilmente i conti Detrico de Frangipani discendevano ed i cui stemmi i Conti Detrico in epoche risalenti utilizzarono e assunsero come propri a sottolinearne la stretta colleganza [27].

Si vedano al riguardo per quanto concerne l'utilizzo durante la seconda metà del XVIII secolo del patronimico Frangipani insieme a quello Detrico, il volume di Gianantonio Bomman, Storia Civile ed Ecclesiastica Della Dalmazia: Croazia e Bosna, Venezia 1775, alla p. 402, in cui si riporta il nominativo del Nobile Co: Alvise Detrico Frangipani ultimo di questo casato discendente per linea materna da un'appartenente alla famiglia Vidali Slavogosti di Possedaria (ex genere Gussich); mentre per l'utilizzo dello stemma Detrico insieme a quelli dei Frangipan o Flangipan ovvero Frangapani di Venezia in epoche antiche e risalenti gli stemmi: a) spaccato, nel primo di oro pieno, nel secondo di argento ai due leoni affrontati, alla fascia di rosso sul tutto caricata di una stella d'oro; lo stemma b) spaccato, di azzurro a due leoni d'oro con i tre pani (1,2) di oro (Frangipani), di oro pieno alla fascia di rosso con una stella d'oro (Detrico); e ancora stemma c) inquartato, nel primo e nel quarto come nello stemma b) (Frangipani), nel secondo e nel terzo lo stemma Detrico; stemmi tutti correttamente rappresentati e descritti nel volume di Vincenzo Maria Coronelli, Blasone Veneto, Venezia, 1693, p.45; ma anche nel volume di Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, p.45; Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979, Tav. CLIII; e ancora nel volume di J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, vol.II, pp.703-704; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967[28].

Successivamente nel regno di Illiria ai conti Frangipani di Dalmazia estinti (Francopanovic, Francopanovich, Frankopanovic, Frankopanovich, Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits, Flangipane, Fragiapanus, Fragipani, Fragepandi, Frangapani, Franzapani, Frangepan, Frangipan, Flangipan, Fragepan)[29] subentrarono, quale unico e originario ramo superstite esistente della casata, i conti Gliubavaz (Ljubavac, Ljubovac, Liubavaz, Ljubawac) Frangipani de Detrico, i quali assunsero quale proprio stemma (su fondo rosso due leoni coronati di colore oro e controrampanti tenenti fra le branche un pane d'oro posti sopra una fascia d'argento ondeggiante) una stretta variante dello stemma dei conti Frangipani di Dalmazia Croazia Regno di Illiria ancora una volta a sottolinearne la colleganza ovvero la discendenza (stemma dei Francopanovic / Francopanovich ovvero Frankopanovich / Frankopanovic di Dalmazia Croazia: su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra branche tre pani di color marrone; stemma Francopanovits ovvero Frankopanovits: su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra la branche due pani di color marrone).[30]

Conti Gliubavaz Frangipani de Detrico, divenuti tali per aver il conte Giovanni Maria Gliubavaz contratto legittimo matrimonio in Zara con la contessa Maria Detrico de Frangipani, figlia del nobile Conte Alvise Detrico Frangipani, ultima discendente di questi casati posto che suo fratello Pietro risultava essere pre morto senza discendenza maschile o femminile, con assunzione quale proprio stemma, nel rispetto di una tradizione famigliare volta ad affermare la discendenza con la famiglia Frangipani di Dalmazia e Croazia (Regno di Illiria), uno stemma "partito" ovvero diviso in senso verticale in due parti raffigurante: nella prima, su fondo rosso due leoni di oro coronati affrontati e controrampanti, sopra una fascia d'argento ondeggiante (stemma Frangipani); nella seconda, troncato (ovvero a sua volta diviso in senso orizzontale): a) una stella d'oro a otto punte su fondo rosso, b) una fascia di colore oro (stemma Detrico).[31][32]

Conti Gliubavaz Frangipani de Detrico successivamente divenuti, per legittimo matrimonio in Zara il 26 agosto 1780, tra il Conte Pietro Damiani di Vergada [33] e la Contessa Rosa Maria Gliubavaz Frangipani de Detrico, ultima discendente di queste tre famiglie, Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico, con acquisizione dei titoli, feudi, patrimoni e diritti tutti di questi casati in ordine ai rispettivi rami di provenienza.[34]

Attualmente conti Damiani di Vergada e Damiani di Vergada Franzetti (Italia, Croazia, Canada, Austria, Bosnia, Serbia e Monte Negro) con utilizzo odierno degli antichi patronimici Conti Damiani [35](Damianich, Domnanovich, ma anche e originariamente Tihcinovich, Tisinovich, Thicievich, Ticinovi [36],[37] ovvero ancora Kumbrijanovic [38]) di Vergada (De Vergada o Vergada [39] [40]) Gliubavaz (Liubavaz, Ljubavac, Ljubovac, Ljubowac) Frangipani (Flangipane, Fragiapanus, Fragipani, Frangapani, Franzapani, Frangepan, Frangipan, Flangipan, Fragiapanus, Fragepandi, ma anche Francopanovic, Francopanovich, Frankopanovic, Frankopanovich, Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits) de Detrico [41] (Detrica, Detricho, Detricum, Detrich, Dietrich, Tetrico, Thedrici, Thetricum, Thetrigi) dei relativi titoli [42] nonché degli stemmi araldici in tutte le loro fogge tanto nelle versioni originarie e risalenti quanto in quelle successive e più recenti[43]

Famiglie legittime discendenti da un ramo supersite dei Conti Frangipani (Flangipane, Fragiapanus, Frangepan, Fragipani, Frangipan, Flangipan, Fragepandi, Fragiapanus ma anche Francopanovic, Francopanovich, Frankopanovic, Frankopanovich, Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits) di Dalmazia (Regno d'Illiria) il cui stemma con diploma 2 giugno 1804 in Zara (durante il periodo della dominazione austriaca) e con diploma 19 ottobre 1821 in Vienna (periodo della dominazione austriaca) è inserito in quello dei conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico. Stemma: Inquartato ovvero diviso in quattro quarti: Nel primo, diviso a metà in senso orizzontale, nella parte alta su fondo rosso una stella d'oro a sei (otto, cinque, quattro) punte, nella parte bassa una fascia d'oro ma anche di colore blu (Detrico); nel secondo, su fondo rosso due leoni d'oro affrontati e controrampanti tenenti un pane d'oro (Frangipani Dalmazia); nel terzo su fondo argento il palmo di una mano aperta di colore naturale posta in orizzontale (Gliubavaz); nel quarto su fondo argento una colomba (ma anche un'upupa) di colore bianco, posta su di un monte tenente nel becco un ramoscello di ulivo (Damiani di Vergada), ed attualmente da questi utilizzato nelle versioni più antiche e originarie quanto in quelle più recenti.[44]

Famiglie imparentate con diverse casate dalmate tra cui i Balogh de Galantha (Genus Balogh), i Palcich nob. di Pag, i cui discendenti ex foemina sono i conti Rosati di Monteprandone marchesi De Filippis Dèlfico, ma anche, si affermerebbe senza alcuna prova e sulla base di meri indizi araldici, con i Frangipani del Friuli, Patr. Romano, March., Cont., signori di Tarcento e Castelporpetto, posto che il relativo stemma reca (inquartato nel 1º e 4º di rosso a due leoni affrontati, accompagnato da tre pani rotondi, ordinati in palo, due tra le branche dei leoni ed uno in capo, il tutto d'oro) quello dei Frangipani di Roma per essere a questi legittimamente succeduti in quanto designati eredi da Muzio Frangipane ultimo di questo casato che riteneva essere ad essi legato da stretti vincoli di parentela oltre che da una leggenda risalente nel tempo.[45]

Null'altro di adeguatamente motivato, documentalmente provato e risalente nei secoli può essere aggiunto in ordine alla legittima discendenza dei Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico dai Conti Frangipani di Croazia-Dalmazia.[46]

Note

  1. ^ Teodoro Amayden, La storia delle famiglie romane, Roma, Collegio Aralddico, pp.403-409, ristampa anastatica Forni Editore, Bologna, 1967
  2. ^ Bettina Arnold, Die Grossen Familien Italiens, Stuttgart, Alfred Kroner Verlag, 1992, pp.277-286
  3. ^ Emma Amadei, Roma Turrita, Roma, Fratelli Palombi Editore, 1943 - XXI, pp.129-137
  4. ^ Teodoro Amayden, La storia delle famiglie romane, Roma, Collegio Aralddico, pp.403-409, ristampa anastatica Forni Editore, Bologna, 1967
  5. ^ [Dizionario Biografico degli Italiani, v. alla voce]
  6. ^ F. Gregorovius, Storia di Roma nel medioevo, titolo originale Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter , nella versione tradotta in italiano a cura di Vittoria Calvani e Pia Micchia, New Compton Editori, Roma 1988, Vol.terzo, pp.402-404
  7. ^ Giovanni Boccaccio, Trattatello in laude di Dante ediz. a c. di P.G. Ricci, Milano-Napoli 1965, pp. 570-571
  8. ^ Ameto, ediz. Quaglio, Firenze 1963
  9. ^ Francesco Zazzera, Della famiglia Frangipani tratta della seconda parte della nobiltà dell'Italia del signor don Francesco Zazzera d'Aragonia napoletano. All'illustriss. et reuerendiss. signor abbate Roberto Frangipane, Pestini, appresso Costantino Vitale, Napoli 1617
  10. ^ Gabriele Reina, Un ricostruito blasonario frangipanesco, Società italiana studi araldici S.I.S.A, Atti del 17° Convivio 2000, pp.411-434.
  11. ^ Francesco Zazzera, Della famiglia Frangipani tratta della seconda parte della nobiltà dell'Italia del signor don Francesco Zazzera d'Aragonia napoletano. All'illustriss. et reuerendiss. signor abbate Roberto Frangipane, Pestini, appresso Costantino Vitale, Napoli 1617, pp.
  12. ^ Karl Wagner, Collectanea Genealogico-Historica Illustrium Hungariae Familiarum Que Jam Interciderunt, Joan. Michaelis Landerer, de Fuskut, Posoni, Pestini et Lipsiae 1802, Vol II p.47
  13. ^ Nagy Ivan, Magyarorszag Csaladai Czimerekkel es Nemzekrendi Tablakkal, Harmadik Kotet, Nyomatott Beimel J. Es Kosma Vazulnal, Pest 1858, pp.235-250
  14. ^ Camillo Trasmundo Frangipani, De Frangipanibus illyricis eorumque consanguineis commentarium / auctore dynasta Camillo Trasmundo-Frangipane ex ducibus Mirabelli, typis Civilitatis catholicae, Romae 1870, pp. 27ss
  15. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30
  16. ^ a b Dr. Ivan von Bojnicic, Wappenbuch der Adel von Kroatien und Slavonien, Nürnberg, 1899, pp.48 e tavola illustrativa delle armi n.35
  17. ^ Giuseppe Vassilich, Sull'origine dei Conti di Veglia, Tipografia Cobol e Priora, 1904, Capodistria, p.47 vedi nota n.2
  18. ^ Thallóczi Lajoś, Barabás Samu,A Frangepán család oklevéltára. A Magyar Tudományos Akadémia megbízásából kiadják, Magyar Tudományos Akadémia, Budapest 1910, p. V
  19. ^ Teodoro Amayden, La storia delle famiglie romane, Roma, Collegio Aralddico, p.405, ristampa anastatica Forni Editore, Bologna, 1967
  20. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45, e tavola illustrativa delle armi n.30
  21. ^ Vincenzo Maria Coronelli, Blasone Veneto, Venezia, 1693, p.45, ma anche Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979, Tav. CXXII
  22. ^ Civic Lybrary of Trieste A. Hortis, Manuscript Alfa BB15 of unknown author of the XVII° century inside the diplomatic archiv, p.81b
  23. ^ Per quanto concerne la casata Detrico si veda la riproduzione di un volume manoscritto di anonimo risalente al 1556 circa, ovvero il volume di Niccolo Orsini de Marzo, Stemmario veneziano Orsini De Marzo, Casa editrice Orsini de Marzo, Milano, 2007, p.89 nel quale si riferisce che i Detricho/Dietrich discendenti da una casata reale, giunti dalla Dalmatia, partigiani e amici dei partigiani della Serenissima, mancavano da Venezia dal 1011 con Rinaldo Detricho Miles e Magister (maestro di armi) in Rialto, ma anche Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979, Tav. CXXII; lo stemma Detricho può essere descritto come segue: diviso in senso orizzontale in fasce orizzontali, dall'alto verso il basso, nella prima fascia di colore oro una stella a otto punte di colore rosso; nella seconda fascia di colore argento una stella a otto punte di colore rosso, nella terza fascia di colore verde una stella rossa a otto punte
  24. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.22-23, 38-39, 44-45, 48, 87, e tavola illustrativa delle armi n.30; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, Vol.II, pp.703-704; F.A. Galvani, Re D'armi di Sebenico, Dr. V. P. Naratovich, Venezia 1884, Vol.I, pp.79-82,tavola VI stemmi 1, 2, 3 e tavola XXVI per lo stemma Detrico; Duisin, V.A. Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji. Zagreb, 1938 p. 156; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979, Tav. CLIII; Corpo della Nobiltà italiana, Frangipane Giorgio Aldrighetti, Marino Zorzi, Leopoldo Mazzarolli, Italo Quadrio (a cura di), Famiglie Nobili delle Venezie, Gaspari Editore, Udine 2001 (volume nel quale erroneamente si indica la famiglia damiani di vergada come estinta);Renzo de Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, p. 100
  25. ^ Camillo Trasmundo Frangipane, De Frangipanibus illyricis eorumque consanguineis commentarium / auctore dynasta Camillo Trasmundo-Frangipane ex ducibus Mirabelli, typis Civilitatis catholicae, Romae 1870
  26. ^ Vincenzo Maria Coronelli, Blasone Veneto, Venezia, 1693, p.45; T. A., Dizionario storico portatile di tutte le venete patrizie famiglie, presso Giuseppe Bettinelli, Venezia 1780, p. 76; Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, Vol.II, pp.703-704; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979; Gabriele Reina, Un ricostruito blasonario frangipanesco, Atti del 17° Convivio, Società italiana studi araldici S.I.S.A, Milano,2000, pp.411-434.
  27. ^ Vincenzo Maria Coronelli, Blasone Veneto, Venezia, 1693, p.45; Dizionario storico portatile di tutte le venete patrizie famiglie, presso Giuseppe Bettinelli, Venezia 1780, p. 76; Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30; Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979, Tav. CLIII; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, Vol.II, pp.703-704; F.A. Galvani, Re D'armi di Sebenico, Dr. V. P. Naratovich, Venezia 1884, pp-79-82, tavole VI stemmi 1, 2, 3 e tavola XXVI per lo stemma Detrico; Duisin V.A., Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji. Zagreb, 1938 p. 156; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Renzo de Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, p. 100
  28. ^ Per l'affezione dimostrata alla Repubblica Veneta, per le gesta militari degli appartenenti a questa casata presente a Zara sin dagli inizi del XIII secolo tra i cui più illustri esponenti vi furono Simone Detrico, Conte Veneto di Traù nel 1403 e nel 1420 si veda Giovanni Lucio, De Regno Dalmatiae et Croatiae, presso Stefano Curti, Amsterdam, 1668, nella versione tradotta dal latino all'italiano di Luigi Cesare Pavissich dal Titolo Storia del Regno di Dalmazia e Croazia di Giovanni Lucio Traguriense, Tipografia E. Sambo, 1896 Trieste, p. 620; Giovanni Lucio, Historia di Dalmazia ed in Particolare delle Città di Traù, Spalato e Sebenico, presso Stefano Curti, Venezia, 1674, ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore, nella prefazione alle date 1403 e 1420, pp.359, 428, 430, 431, 436, 439, 440, 443, 444, 446, 447, 451, 453, 468, appendice 50 e 51; Angelo de Benvenuti, Storia di Zara dal 1409 al 1797, Fratelli Bocca Editori Milano, 1944, pp. 24,28,36-37, 46-47,58, 65, 74, 75, 76-77, 78, 84-85, 90, 108, 116, 119, 132, 155, 156, 202, 205, 217, 218, 242, 294, 300, 318, 334, 336, 352; ma anche relativamente ad alcuni importanti personaggi della Famiglia Detrico vedasi Lorenzo Fondra Istoria della insigne Reliquia di San Simeone, Fratelli Battara Zara, 1855, pp.72, 152-154, 160-163, 197, 204, 218-219, 221, 271, 297, 363; per il riferimento a Giovanni Detrico quale Podestà di Ancona si veda Angelo Nani, Notizie storiche della città di Zara, Tipografia G. Woditzka, Zara, 1883, p.114; G. Sabalich, Guida Archeologica di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1897, p.109; Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, pp. 100, 150
  29. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, Vol.II, pp.703-704
  30. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30 ; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, Vol. II, pp.786; F.A. Galvani, Re D'armi di Sebenico, Dr. V. P. Naratovich, Venezia 1884, pp.79-82; Duisin, V.A. Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji. Zagreb, 1938 p. 156; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967, Volume III, p.115; Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005, pp.58, 60, 88, 89, 97; Renzo de Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, p. 100
  31. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp. 22-23, 87, tavola 30; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, p.786; Duisin, V.A. Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji. Zagreb, 1938 p. 156; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967, p.115; Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005, pp.58, 60, 88, 89, 97
  32. ^ Si vedano al riguardo per l'utilizzo durante la seconda metà del XVIII secolo del patronimico Frangipani insieme a quello Detrico, il volume di Gianantonio Bomman, Storia Civile ed Ecclesiastica Della Dalmazia: Croazia e Bosna, Venezia 1775, alla p. 402, in cui si riporta il nominativo del Nobile Co: Alvise Detrico Frangipani; mentre per l'utilizzo dello stemma Detrico insieme a quelli dei Frangipan o Flangipan di Venezia in epoche risalenti gli stemmi: a) spaccato, nel primo di oro pieno, nel secondo di argento ai due leoni affrontati, alla fascia di rosso sul tutto caricata di una stella d'oro; lo stemma b) spaccato, di azzurro a due leoni d'oro con i tre pani (1,2) di oro, di oro pieno alla fascia di rosso con una stella d'oro (Detrico); e ancora stemma c) inquartato, nel primo e nel quarto come nello stemma b), nel secondo e nel terzo lo stemma Detrico; stemmi tutti come meglio descritti nel volume di Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45; ma anche nel volume di J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, pp.530, 703-704; F.A. Galvani, Re D'armi di Sebenico, Dr. V. P. Naratovich, Venezia 1884; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; e ancora nel volume di Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979; Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, p. 100
  33. ^ Famiglia possidente in Dalmazia stanziatasi a Venezia, si veda al riguardo G. Tassini, "Notizie storiche e genealogiche sui Cittadini veneziani", manoscritto autografo, Venezia, 1888,vedasi Damiani vol. 2 p. 141 e 259
  34. ^ Archivio di Stato di Venezia, Vienna e Zara, vedasi l'elenco delle famiglie nobili e titolate, le conferme di nobiltà con annessi atti di matrimonio e di nascita; ma anche Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.22-23, 44-45, 87; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, vol.II, pp.86 e 507; F.A. Galvani, Re D'armi di Sebenico, Dr. V. P. Naratovich, Venezia 1884, pp.79-82 Tav.VI stemmi 1, 2, 3; G. Sabalich, Guida Archeologica di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1897, pp.42, 433; G. Sabalich, Antichità Zaratine, Tipografia R. Prefettura, 1925 Zara; Angelo Nani, Notizie storiche di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1905; Duisin, V.A. Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji. Zagreb, 1938 p. 156; V.& H.V., Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Corpo della Nobiltà italiana, Frangipane Giorgio Aldrighetti, Marino Zorzi, Leopoldo Mazzarolli, Italo Quadrio (a cura di), Famiglie Nobili delle Venezie, Gaspari Editore, Udine 2001 (volume nel quale erroneamente si indica la famiglia Damiani di vergada come estinta); Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005, pp.58, 60, 88, 89, 97; Renzo de Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, p. 100
  35. ^ Per la raffigurazione dello stemma originario dei Conti Damiani in Venezia si veda Dolcetti Giovanni, Il libro d'argento, storia delle famiglie nobii e cittadine, Venezia, 1928, Vol.V, p. 131
  36. ^ Antica famiglia Bosniaca il cui stemma può essere descritto su fondo color argento, una banda di color nero con all'interno una controdoppiomerlatura d'oro, che taglia obliquamente lo scudo da sinistra in alto verso destra in basso, con all'interno degli spazi vuoti dello scudo sei branche di leone di colore rosso, tre nella parte bassa a sinistra e tre in quella alta a destra, Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, p.84, 133 Tavola 51
  37. ^ Dr. Ivan von Bojnicic, Wappenbuch der Adel von Kroatien und Slavonien, Nürnberg, 1899, p. 191, tavola 139
  38. ^ Duisin, V.A. Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji, Zagreb, 1938 p. 155
  39. ^ T. Erber, Storia della Dalmazia dal 1797 al 1814 VI Voll. dal 1797 al 1814, Tipografia Edit. di G. Woditzka, Zara, 1912, Vol III, pp.89, 93
  40. ^ G. Sabalich, Ricerche di storia zaratina a spese dell'autore, Tipografia Artale, Zara, 1912, pp.43, 81, 208, 211, 220, 235
  41. ^ Per l'utilizzo del cognome Detrico Vergada si veda G. Sabalich, Antichità zaratine, Tipografia R. Prefettura, Zara, 1925, p. 102
  42. ^ Conti di Vergada e Nobili di Vergada, iscritti al Consiglio dei Nobili di Zara, Scardona e Sebenico, Nobili dei Conti Gliubavaz (iscritti alla nobiltà di Zara e di Nona), nobili dei Conti Frangipani (Conti) di Dalmazia Regno di Illiria, nobili dei Conti Detrico (iscritti alla nobiltà di Zara, Cattaro, Spalato, Traù e probabilmente Ancona non documentato), iscritti alla nobiltà austriaca col titolo di Nobili, Conti e Nobili di Vergada, iscritti alla nobiltà italiana con il titolo di Conti e Nobili di Vergada, iscritti alla cittadinanaza e nobiltà veneta, fors'anche con il titolo di patrizi veneti, titolo non documentato e presumibilmente ascrivibile unicamente alla sola famiglia Detrico Frangipani, come risulterebbe da uno stemmario del patriziato veneto del secolo XVI riprodotto a cura di Nicolò Orsini de Marzo, Casa Ed. Sankt Moritz Press, Saint Moritz, 2009)
  43. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.22-23, 44-45, 48, 87; F.A. Galvani, Re D'armi di Sebenico, Dr. V. P. Naratovich, Venezia 1884, pp.79-82 per gli stemmi Tav. VI e Tav. XXV; Duisin, V.A. Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji. Zagreb, 1938 pp. 155-156; Aa.vv, Elenco storico della nobiltà italiana compilato in conformità dei decreti e delle lettere patenti originali e sugli atti ufficiali di archivio della Consulta araldica dello Stato italiano, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1960, p.169; Elenco Generale della Nobiltà italiana, Casa Editrice l'Araldica, Roma 1966, p.88;V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Libro d'oro della nobiltà italiana, a cura del Collegio Araldico di Roma, Vol. XXI e XXII, Anni 1990-1994, Roma; Corpo della Nobiltà italiana, Frangipane Giorgio Aldrighetti, Marino Zorzi, Leopoldo Mazzarolli, Italo Quadrio (a cura di), Famiglie Nobili delle Venezie, Gaspari Editore, Udine 2001 (volume nel quale erroneamente si indica la famiglia damiani di vergada come estinta); Renzo de Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, pp. 100 e 181; Andrea Borella (a cura di), Annuario della Nobiltà italiana, Volume I famiglie Titolate, S.A.G.I. Casa Editrice, Teglio 2010
  44. ^ Così come descritto e rappresentato non solo nei documenti conservati presso l'archivio di Stato di Venezia, Vienna e Zara, ma anche da F. Heyer von Rosenfield nel volume Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp. 22-23, 38-39, 44-45, 48, da G. Sabalich nel volume Guida Archeologica di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1897, pp.42, 432-433, nonché da J.B. Riestap, nell'Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891, in Duisin, V.A. Zbornik Plemstva u Hrvatskoj, Slavoniji, Dalmaciji. Zagreb, 1938 p. 155, e ancora da V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today. London, 1967; Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Corpo della Nobiltà italiana, Frangipane Giorgio Aldrighetti, Marino Zorzi, Leopoldo Mazzarolli, Italo Quadrio (a cura di), Famiglie Nobili delle Venezie, Gaspari Editore, Udine 2001 (volume nel quale erroneamente si indica la famiglia damiani di vergada come estinta); Renzo de Vidovich, Albo d'Oro delle famiglie nobili patrizie e illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Rustia Traine, 2004, Trieste, p. 100; Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005
  45. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871
  46. ^ Se non che in relazione a questo specifico aspetto i Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico, formalmente interpellati al riguardo diffidando chiunque intenda fare uso dei propri antichi patronimici, stemmi araldici e relative tradizioni famigliari, con espressa riserva di adire l'autorità giudiziaria per vedere tutelati i propri diritti, ragioni e interessi, intendono essere considerati e tenuti nettamente distinti e separati da qualsivoglia altro eventuale, occasionale, recente, sopraggiunto e successivo presunto ramo famigliare che essi non solo non riconoscono, ma con il quale non hanno alcuna relazione.

Bibliografia Frangipani Romani

  • Francesco Zazzera, Della famiglia Frangipani tratta della seconda parte della nobiltà dell'Italia del signor don Francesco Zazzera d'Aragonia napoletano. All'illustriss. et reuerendiss. signor abbate Roberto Frangipane, Pestini, appresso Costantino Vitale, Napoli 1617;
  • Emma Amadei, Roma Turrita, Roma, Fratelli Palombi Editore, 1943 - XXI;
  • Teodoro Amayden, La storia delle famiglie romane, Roma, Collegio Aralddico, ristampa anatsatica Bologna, Forni Editore, 1967;
  • F. Gregorovius, Storia di Roma nel medioevo, titolo originale Geschichte der Stadt Rom im Mittelalter , nella versione tradotta in italiano a cura di Vittoria Calvani e Pia Micchia, New Compton Editori, Roma 1988, Voll. secondo, terzo e quarto;
  • Bettina Arnold, Die Grossen Familien Italiens, Alfred Kroner Verlag, Stuttgart 1992;
  • Gabriele Reina, Un ricostruito blasonario Frangipani, Atti del 17° Convivio, Società italiana studi araldici S.I.S.A, Milano,2000.


Bibliografia Frangipani D'Ungheria, di Dalmazia Croazia e del Friuli

  • Archivio di Stato di Venezia;
  • Biblioteca Museo Correr di Venezia
  • Archivio di Stato di Vienna;
  • Archivio di Stato di Zara;
  • Civic Lybrary of Trieste A. Hortis, Manuscript Alfa BB15 of unknown author of the XVII° century inside the diplomatic archiv;
  • Manoscritto di anonimo autore, Stemmario veneziano, Venezia 1556, pubblicato da Niccolo Orsini de Marzo, Casa editrice Orsini de Marzo, Milano, 2007, p.89;
  • Francesco Zazzera, Della famiglia Frangipani tratta della seconda parte della nobiltà dell'Italia del signor don Francesco Zazzera d'Aragonia napoletano. All'illustriss. et reuerendiss. signor abbate Roberto Frangipane, Pestini, appresso Costantino Vitale, Napoli 1617;
  • Giovanni Lucio, De Regno Dalmatiae et Croatiae, presso Stefano Curti, Amsterdam, 1668, nella versione tradotta dal latino all'italiano di Luigi Cesare Pavissich dal Titolo Storia del Regno di Dalmazia e Croazia di Giovanni Lucio Traguriense, Tipografia E. Sambo, Trieste, 1896;
  • Giovanni Lucio, Historia di Dalmazia et in particolare delle città Traù Spalato e Sebenico 1674, ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore;
  • Civic Lybrary of Trieste A. Hortis, Manuscript Alfa BB15 of unknown author of the XVII° century inside the diplomatic archive;
  • Vincenzo Maria Coronelli, Blasone Veneto, Venezia, 1693;
  • Gianantonio Bomman, Storia Civile ed Ecclesiastica Della Dalmazia: Croazia e Bosna, Volume primo, Venezia 1775;
  • T. A. Dizionario storico portatile di tutte le venete patrizie famiglie, presso Giuseppe Bettinelli, Venezia 1780;
  • Karl Wagner, Collectanea Genealogico-Historica Illustrium Hungariae Familiarum Que Jam Interciderunt, Joan. Michaelis Landerer, de Fuskut, Posoni, Pestini et Lipsiae 1802;
  • J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1828-1891;
  • Lorenzo Fondra Istoria della insigne Reliquia di San Simeone, Fratelli Battara Zara, 1855;
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  • Andrea Borella (a cura di), Annuario della Nobiltà italiana, S.A.G.I. Casa Editrice, Teglio 2010.
  • Dizionario Biografico degli Italiani, v. Frangipane singole voci;
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