Epsomite

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Epsomite
Classificazione Strunz7.CB.40
Formula chimicaMgSO4·7(H2O)
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinoortorombico
Classe di simmetriadisfenoidale
Parametri di cellaa = 11.86, b = 11.99, c = 6.858
Gruppo puntuale2 2 2
Gruppo spazialeP 212121
Proprietà fisiche
Densità1,78 g/cm³
Durezza (Mohs)2-2,5
Sfaldaturaperfetta secondo {010}, distinta secondo {101}
Colorebianco, giallastro, verdastro, rosa e rossastro
Lucentezzavitrea, sericea
Opacitàda trasparente a traslucida
Strisciobianco
Diffusionefrequente
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La epsomite, o sale di Epsom, è un minerale appartenente al gruppo dell'epsomite, chimicamente è magnesio solfato eptaidrato; reperibile in natura e prodotto artificialmente. È anche noto come sale inglese o sale amaro.

Il nome deriva dalla località di origine, la città di Epsom, in Gran Bretagna.

Descritto per la prima volta da François Sulpice Beudant (Parigi 1787 - 1850), geologo e mineralogista francese, nel 1824.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Cristalli prismatici di forma aciculare.

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Il minerale proviene da depositi di salgemma o da efflorescenze capillari nelle regioni calcaree o dolomitiche; oppure dalla deposizione in sorgente termale o, infine, dalle zone di ossidazione dei giacimenti di pirite. La paragenesi di questo minerale si ha con alotrichite, melanterite, kieserite, mirabilite e alunogeno.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in aggregati fibrosi, efflorescenze, in croste a struttura fibrosa finissima; anche in masse stalattitiche, in masse polverulente e in cristalli aciculari. A volte è presente anche in masse di forma botroidale, a grappolo d'uva.

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

Il sapore è amaro e salato. A seconda che contenga nichel o cobalto il colore diventa rispettivamente verdastro o rosa. All'aria si disidrata e diventa opaca, va conservata quindi in contenitori stagni o sotto plastica.

È solubile in acqua e in acido cloridrico.

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Cristalli lunghi fino a 2 metri sono stati trovati nei laghi salati dei monti Kruger, nello Stato di Washington e nella Valle della Morte in California. Si trova anche a Epsom, in Gran Bretagna; nei laghi magnesiferi di Djaman-Klych, in Unione Sovietica; a Hodrusa, presso Banská Stiavnica, in Slovacchia; a Sedlitz, in Boemia.

In Italia si trova lungo la strada da Châtillon a Ussel, in Valle d'Aosta; in località Giorgetti e verso le Valli del Pasubio, nel comune di Recoaro Terme, in provincia di Vicenza; in località Ponte Stelvio, nel comune di Stelvio e Rio delle Laste, nel comune di Sarentino, in Trentino-Alto Adige. Sotto forma di croste verdognole nella miniera di monte Ramazzo, in provincia di Genova e nella miniera di pirite di Libiola, nel comune di Sestri Levante. È stata segnalata anche nelle fumarole del Vesuvio.

Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]

Viene comunemente usato quale integratore di magnesio per le piante per favorire la sintesi clorofilliana, uso necessario in quanto i comuni fertilizzanti ne sono poveri e la sua solubilità è molto alta. Questa carenza di magnesio nelle piante coltivate si è parzialmente riflessa sull'uomo ed oggi sono in molti ad essere carenti di magnesio, con crampi, convulsioni, nervosismi ecc. Tuttavia la sua integrazione nell'ambito umano si realizza spesso con il cloruro di magnesio.

Viene comunemente usato come lassativo, grazie all'effetto osmotico che ha nell'intestino. I sali di Epsom vengono usati anche per bagni atti a ridurre edemi del corpo. Industrialmente il sale inglese viene usato anche in tintoria quale mordente. In alcune zone del Nord Italia è noto come “Sal de Canal” o “Sal da Canal” e viene ancora utilizzato da alcune piccole aziende per la produzione di ricotta.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mineralogia - Cornelis Klein - Zanichelli (2004)
  • Le rocce e i loro costituenti - Morbidelli - Ed. Bardi (2005)
  • Minerali e Rocce - De Agostini Novara (1962)
  • Guida al riconoscimento dei minerali - Borelli e Cipriani - Mondadori (1987)
  • I minerali d'Italia - SAGDOS - 1978
  • Minerali e Rocce - Corsini e Turi - Enciclopedie Pratiche Sansoni (1965)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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