Glossario entomologico

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Variazione delle caratteristiche morfologiche tipiche di una determinata specie o di una popolazione; questo fenomeno, solitamente poco frequente, può essere provocato da fattori genetici e/o ambientali.

Riferito alla pupa quando è del tutto immobile.

Organismo carnivoro.

Lo stesso argomento in dettaglio: Alula (zoologia).

Piccola espansione del margine posteriore alla base dell'ala dei Ditteri Brachiceri e di alcuni coleotteri; è separata dalla regione anale dall'incisione ascellare. Può identificarsi con la regione jugale, ma non è del tutto certa l'omologia.

vedi harpe

  1. Riferito all'ano propriamente detto.
  2. Nella morfologia delle ali fa riferimento alla regione posteriore dell'ala, generalmente poco innervata e percorsa da vene non ramificate dette anali, meno robuste di quelle della regione remigante.

Gruppo di scaglie (singolare: androconium) in grado di emettere feromoni nei maschi delle farfalle e delle falene. Le suddette scaglie possono essere disperse nelle ali, o localizzate nel corpo o sulle zampe (per esempio nei Callidulidae), ma spesso sono raggruppate a formare piccole macchie sulla superficie superiore delle ali anteriori (per esempio nelle Nymphalidae e nelle Pieridae), talvolta protette all'interno di invaginazioni, come in alcune Sphingidae. Possono anche avere la forma di sottili peli, che facilitano la dispersione delle sostanze chimiche atte al richiamo sessuale.

anello di Weismann

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Nei Ditteri è una struttura circolare che circonda l'aorta, formata dalla fusione dei corpi allati e dei corpi cardiaci.

  1. Negli imenotteri, breve segmento anulare, talvolta multiplo, posto distalmente rispetto al pedicello dell'antenna.
  2. Nei lepidotteri, guaina membranosa o parzialmente chitinizzata, avvolta attorno alla parte terminale dell'edeago; può articolarsi con la base dell'harpe a formare uno sclerite scutiforme di supporto all'edeago stesso (juxta).

Sinonimo: episterno dorsale, mesopleuron. Sclerite del secondo segmento toracico, disposto anteriormente all'inserzione dell'ala e facente parte del mesoepisterno.

Relativo alla anfigonia. Negli afidi sono detti anfigonici gli individui, nati per partenogenesi, che si riproducono per anfigonia. Negli afidi anfigonici si annoverano perciò entrambi i sessi.

Insetti provvisti di due sole paia di stigmi, uno addominale e uno toracico.

Angolo interno delle ali posteriori (per esempio nei Lepidotteri).

Riferito alla pupa scoperta e del tutto libera, oppure sospesa a capo in giù per mezzo di uncini posteriori (cremaster) e talora legata al supporto per mezzo di un solo filo di seta a cintura.

Lo stesso argomento in dettaglio: Aphidoidea § Ciclo.

Riferito al ciclo degli afidi, quando è costituito dalla successione indefinita di generazioni partenogenetiche senza alternanza con quella anfigonica.

Lo stesso argomento in dettaglio: Antenna degli insetti.

Appendice, pari e articolata, del capo. È costituita da segmenti detti antennomeri e dotata di recettori sensoriali (sensilli).

Ciascuno degli articoli di cui è composta l'antenna.

Detto di organismo fitofago che si nutre a spese di organi fiorali. Fra gli antofagi non sono compresi gli organismi glicifagi che si nutrono di nettare.

(o apex) nell'ala anteriore dei lepidotteri, rappresenta l'angolo compreso tra costa e termen.

Insetti privi di stigmi.

Riferito alla larva priva di zampe. Le larve apode si ritrovano in molti Ordini (per esempio Ditteri, Afanitteri, Imenotteri, Coleotteri, etc.).

Processo di una porzione laterale dell'esoscheletro che si dirige all'interno della cavità corporea contribuendo a formare l'endoscheletro.

Prolungamenti del margine anteriore o posteriore di alcuni segmenti addominali negli esemplari femminili di molte famiglie di Lepidotteri. Possono avere funzione di sostegno, protezione meccanica o essere punti di inserzione per la muscolatura immediatamente sottostante, ad esempio nel caso di ovopositori particolarmente sviluppati. Si distinguono in anteriori (nel tergite VIII) e posteriori (nel tergite IX o IX+X).

Il termine può assumere diversi significati a seconda del gruppo considerato:

  1. Nell'ala di alcuni Lepidoptera, la piccola cellula (di solito chiusa e triangolare) formata dalla biforcazione della media
  2. Nell'ala di alcuni Rhynchota, una delle due piccole cellule comprese tra costa, radio e cubito
  3. Nell'ala anteriore di alcuni Hymenoptera, la piccola cellula sita posteriormente rispetto alla cellula radiale (per esempio negli Ichneumonidae)

Struttura filiforme composta dai segmenti terminali dell'antenna dei Ditteri Brachiceri che si inserisce sul terzo antennomero (primo flagellomero). In genere è composta da 2-3 segmenti, di cui il terminale è molto più lungo dei due basali.

Appendice impari della zampa, a forma di lobo, associata al pretarso.

Mina fogliare a forma di chiazza dai contorni irregolari, con espansioni che si diramano a raggiera.

Lo stesso argomento in dettaglio: Meiotterismo.

Assenza delle ali. È condizione primitiva in tutti gli Artropodi, ad eccezione degli Insetti. Nell'ambito degli Insetti, è condizione primitiva nei Tisanuri, secondaria in tutti gli altri ordini.

Detto di organismo che si comporta come antagonista di insetti dannosi e la cui azione può essere sfruttata nella lotta biologica e nella lotta integrata.

Modificazione dell'ala anteriore o di quella posteriore, che si presenta ridotta ad un moncherino che svolge funzioni di regolazione dell'equilibrio.

Lo stesso argomento in dettaglio: Biocenosi.

Insieme delle popolazioni di organismi viventi che occupano l'ambiente fisico di un ecosistema. L'insieme degli insetti che compongono una biocenosi è detta entomofauna.

Laboratorio attrezzato per l'allevamento in massa su scala industriale di organismi ausiliari da impiegare nella lotta biologica e nella lotta integrata.

Formazione generalmente setacea che le larve di molti insetti tessono prima dell'impupamento onde proteggersi durante lo stadio ninfale. Ha forma assai spesso di un ellissoide di rotazione, ma può anche essere piriforme o subsferico. Il materiale con cui è costruito il bozzolo è secreto da speciali ghiandole sericere che sboccano nell'apparato boccale o anche dai tubi malpighiani, nel qual caso è espulso dal retto.

brachitterismo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Meiotterismo.

Condizione propria di alcuni animali nei quali viene osservata una riduzione involutiva delle ali, tale da pregiudicarne il volo. La scomparsa totale delle ali viene chiamata atterismo.

Creste simmetriche del margine inferiore del capo dei Rincoti Eterotteri fra le quali è alloggiata la base del rostro. La loro forma e il loro sviluppo sono importanti elementi di determinazione tassonomica nell'ambito dei Pentatomomorfi.

bursa copulatrix

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Nell'apparato genitale femminile dei lepidotteri, è una tasca sacciforme, con funzione di ricettacolo, in cui vengono raccolti gli spermatozoi giunti in seguito alla copula; in alcuni casi può articolarsi in un corpus bursae e in una appendix bursae; è connessa all'esterno tramite il ductus bursae.

Organo formato da due espansioni squamiformi del torace che formano un astuccio protettivo dei bilancieri. È presente nei ditteri delle superfamiglie Muscoidea, Oestroidea e Hippoboscoidea (Diptera: Calyptratae).

callo omerale

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Nei Ditteri è l'espansione laterale del postpronoto.

campodeiforme

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Lo stesso argomento in dettaglio: Larva campodeiforme.

Larva di forma più o meno allungata e appiattita, affusolata posteriormente, con corpo ben distinto nelle regioni cefalica, toracica e addominale e zampe robuste di tipo cursorio e apparato boccale masticatore. Il nome deriva da Campodea, genere dei Diplura, il cui aspetto è molto simile a queste larve.

carena facciale

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Nei Ditteri Schizofori è un rilievo longitudinale che separa le due depressioni in cui si alloggiano le antenne.

Detto di organismo fitofago che si nutre a spese dei frutti di piante.

catametabolia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Sviluppo postembrionale negli insetti § Catametabolia.

La catametabolia o metamorfosi involutiva, è un tipo particolare di metamorfosi con regressione di appendici via via che si procede verso lo stadio di adulto (per esempio femmine di Rincoti Coccidi o Cocciniglie, soprattutto nella famiglia dei Diaspididi).

cattura massale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Trappola entomologica § Trappole per cattura massale.

Sinonimo: mass trapping. Tecnica di lotta, applicata con l'uso delle trappole entomologiche, basata sulla cattura in massa di adulti di uno o di entrambi i sessi allo scopo di ridurre il potenziale riproduttivo di una specie dannosa.

Lo stesso argomento in dettaglio: Cellula.
  1. Elemento istologico fondamentale, la più piccola parte vivente in cui può scomporsi un tessuto.
  2. Ogni superficie alare compresa tra le nervature longitudinali ed i loro rami trasversali. Le cellule alari prendono vari nomi a seconda della loro posizione e a seconda degli autori.

cellula basale

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Genericamente si indicano con questo nome le cellule delimitate dai tratti basali della radio, della media e della cubito. Si distingue una prima basale, compresa fra la radio e la media e chiusa all'estremità distale da una nervatura radio-mediale, e una seconda basale, compresa fra la media e la cubito anteriore e chiusa all'estremità distale da una nervatura medio-cubitale.

Vedi cup.

cellula discale

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Sinonimi: cellula disco, cellula discoidale, o anche semplicemente cellula. Nella nervatura alare è una cellula chiusa disposta in genere al centro della regione remigante e delimitata dai tratti basali della prima biforcazione della media. Dalla sua estremità distale partono i rami terminali della media.

cellula marginale

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Nella terminologia associata alle nervature dell'ala, è l'area della membrana delimitata anteriormente dal ramo anteriore della radio (R1). È indicata con R1 o r1. Di norma è una cellula aperta, a meno di una confluenza del settore radiale o di uno dei suoi rami su R1.

Vedi biocenosi.

Prolungamenti latero apicali dell'ultimo urite tipicamente presenti in ogni insetto; mancano però spesso allo stadio immaginale, meno frequentemente in quello larvale. Generalmente sono formati da un solo articolo, ma possono anche essere pluriarticolati. In qualche caso sono fortemente sclerotizzati (acrocerci) e formano, opponendosi l'uno all'altro come ganasce di una tenaglia, il forcipe (Dermaptera Japigidae).

(Sinonimi: cervello, ganglio sopraesofageo). È la porzione iniziale del sistema nervoso centrale formata dalla fusione delle prime tre coppie di gangli cefalici. Si localizza nella capsula cranica sopra l'esofago.

(sing.: chaetosema) organi sensoriali a funzione incerta, presenti nel capo di quasi tutti i lepidotteri, in prossimità della base delle antenne. Sono noti anche come organi di Jordan o di Eltringham. La struttura è quella di una plica nel tegumento, dalla quale spuntano corte setole oppure sottili scaglie, a seconda del taxon.

(plurale: chalazae) nel tegumento delle larve dei Lepidoptera, tipo di pinaculum conico che regge una setola ramificata, oppure 1-3 setole semplici.

Lo stesso argomento in dettaglio: Cheliceri.

Appendici del prosoma degli artropodi del subphylum dei Chelicerata, specializzate per la nutrizione.

Lo stesso argomento in dettaglio: Chetotassi dei Ditteri.

Disposizione delle setole sulla superficie dell'esoscheletro e delle sue appendici. È un carattere morfologico utile per la classificazione.

Pl.: chordae - nell'ala anteriore di diversi Lepidoptera, è la sezione comune di R4 ed R5; la sua presenza e conformazione possono avere valore tassonomico.

Parte dorsale della cavità boccale, da cui ha inizio il tratto iniziale del tubo digerente (faringe). È separata dal salivarium dall'ipofaringe.

Detto del capo quando gli occhi si estendono dorsalmente fino a fondersi in un'unica struttura.

cingolo parastomodeale

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(Sinonimo: cingolo periesofageo). È formato dalle due connessure nervose che connettono il cerebro (ganglio sopraesofageo) allo gnatocerebro (ganglio sotto esofageo). Queste strutture formano nel complesso un anello attraversato dall'esofago.

cingolo periesofageo

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Vedi cingolo parastomodeale.

cirtosomatica

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Larva a forma di arco (“C”)

Lo stesso argomento in dettaglio: Clipeo (entomologia).

Regione del capo posta subito davanti al margine anteriore della fronte con il quale è generalmente saldato, anche con obliterazione della sutura clipeo-frontale. In alcuni Insetti (per esempio Eterotteri) il clipeo è bipartito in una parte prossimale (postclipeo) ed in una distale (anteclipeo o clipeolo). Il clipeo si articola distalmente con il labrum.

In alcuni ordini come i Tricotteri rappresenta un'apertura unica in cui si aprono sia l'ano, sia l'ovidotto.

Sinonimi: contratta, compatta. Termini riferiti alla pupa.

Piccolo processo allungato disposto all'apice posteriore dell'addome, presente nella maggior parte degli Afidi. Utilizzato per allontanare la melata prodotta, è assente nei Fillosseridi e negli Adelgidi.

Anche solo coecum. Nei lepidotteri, parte distale dell'edeago, consistente in una estensione tubulare a fondo cieco.

È un processo sclerificato presente in una regione del corpo o in un'appendice che si articola in un alloggiamento della parte del corpo articolata.

confusione sessuale

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È una tecnica di lotta biotecnica che consiste nel disporre su grandi superfici un certo numero di erogatori di feromoni in grado di esercitare un'azione di attrazione, in tutto l'ambiente, sulla popolazione di maschi di un fitofago. La concentrazione ambientale di feromone diventa uniforme e tale da disorientare i maschi che non riescono, in tal modo, a orientarsi rintracciando le femmine.

  1. Sinonimo: commessura. Cordone nervoso che riunisce i due gangli dello stesso segmento; le commissure sono però generalmente poco evidenti perché, nella quasi generalità dei casi, i gangli di uno stesso segmento sono ravvicinati a formare un'unica massa nervosa.
  2. Articolazione della nervatura costale esistente nelle ali metatoraciche dei Coleotteri e che permette il ripiegamento a ventaglio dell'estremità alare.

coni frontali

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Detti anche coni geno-frontali, sono processi di forma conica presenti in genere nel capo delle psille.

Cordone nervoso che riunisce due gangli adiacenti dello stesso lato. Le connessure sono perciò doppie e simmetriche. Scompaiono con la fusione dei gangli in un'unica massa.

(sing.: corema) strutture sacciformi pari, site in posizione ventro-laterale in alcuni segmenti addominali dei maschi dei lepidotteri, contenenti peli ghiandolari in grado di rilasciare feromoni sessuali per il richiamo delle femmine.

Anche chorion, dal greco χόριον = pelle. Nelle uova degli artropodi, la membrana esterna, costituita da più strati sovrapposti, talvolta dotata di scanalature e processi più o meno pronunciati.

Sing.: cornutus; nei lepidotteri, spine fortemente chitinizzate, disposte lungo la vesica nell'edeago.

corpus bursae

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Nell'apparato genitale femminile dei lepidotteri, porzione sacciforme della bursa copulatrix, che si collega all'ostium bursae, laddove la bursa stessa risulti essere una struttura più complessa, costituita da corpus bursae e appendix bursae. Spesso può essere provvisto di piccole appendici sclerotizzate, dette signa.

Indicata con il simbolo C, è la prima nervatura longitudinale delle ali, che decorre lungo il margine anteriore (detto anche margine costale).

(Sinonimo: anca) Primo segmento morfologico dell'arto. Si articola distalmente con il trocantere. A seconda del segmento toracico cui è connessa, viene definita procoxa, mesocoxa o metacoxa.

Uncino o serie di uncini presenti nella parte terminale di una pupa, che solitamente servono ad assicurarla al supporto.

Termine riferito alla larva quando ha il capo fortemente incassato nel torace e quindi nascosto. Hanno larve criptocefale i Coleotteri Cerambicidi e Buprestidi.

Pupa obtecta della maggior parte dei Lepidotteri.

Borsa interna, presente in alcuni rincoti (Coccoidea, Adelgidae), in cui vengono ripiegati gli stiletti boccali in riposo.

Indicata con il simbolo Cu, è la quinta ed ultima nervatura longitudinale della regione remigante dell'ala, posizionata dopo la media. In genere si suddivide in due rami, uno anteriore e uno posteriore, spesso indicati rispettivamente come CuA e CuP, che possono ulteriormente suddividersi.

Porzione distale della valva, talvolta di forma articolata.

Nella terminologia associata alla nervatura alare dei Ditteri, è la cellula alare delimitata anteriormente dalla cubito e posteriormente dalla prima anale. Nei Ditteri Brachiceri è una cellula chiusa per la fusione distale della cubito e dell'anale prima del margine. La sua conformazione è un elemento di determinazione tassonomica.

Parte più esterna dell'esoscheletro di un insetto, tipicamente rigida e pluristratificata; è composta di tre strati: epicuticola, esocuticola ed endocuticola. Queste ultime due, quando non distinguibili, sono denominate insieme procuticola.

Tipo di lipoproteina in origine di consistenza molle, poi, durante la crescita dell'insetto, indurita per tannizzazione; è costituente dello strato cutinolitico, strato dell'epicuticola.

Termine riferito alla pupa quando è dotata di mandibole attive e di una certa capacità di movimento. La pupa dectica è sempre exarata.

Termine con cui si riferisce una fase in cui l'organismo è inattivo, non si alimenta e non si muove. La diapausa ha lo scopo di permettere all'insetto il superamento di condizioni ambientali avverse (diapausa invernale o, meno frequentemente, estiva) o lo svolgimento di processi fisiologici particolarmente impegnativi, come ad esempio la ninfosi.

Detto del capo, quando gli occhi sono nettamente distanziati e separati da una zona cervicale più o meno ampia.

Diversità di grandezza nei due sessi di una specie.

dimorfismo sessuale

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Diversità di forme e dimensioni nei due sessi di una specie.

Sostanze che conducono a morte il fitofago per inedia, sia perché determinano deviazioni del gusto, sia perché inibiscono l'appetito bloccando enzimi.

Vedi cellula discale.

diserotizzazione

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Fenomeno dovuto al freddo che inibisce il coito.

ductus bursae

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Nell'apparato genitale femminile dei lepidotteri, è il dotto tubulare che mette in connessione l'ostium bursae con la bursa copulatrix.

Razzia da parte di una specie a danno di individui di altra specie allo scopo di allevarli in schiavitù e ricavarne un utile diretto. Questo comportamento si riscontra in diverse specie di formiche.

Analoghi mimetici degli ecdisoni naturali, ma come questi sono sostanze idrosolubili (polari), incapaci di permeare la cuticola e possono agire solo per ingestione.

Detto di organismo, parassita o parassitoide, che si sviluppa all'esterno del corpo dell'ospite.

(lat. aedeagus) organo copulatore degli insetti. Essendo di forma molto variabile, talvolta l'analisi della sua struttura è di aiuto nella determinazione di una specie.

Mina fogliare di forma lineare che si sviluppa a spirale.

Ala anteriore fortemente sclerificata, adattata a svolgere una funzione protettiva, tipica dei Coleotteri. Permette un volo scomposto e rumoroso in alcune specie.

Lo stesso argomento in dettaglio: Ematofagia.

Si dice ematofago un artropode che si nutre del sangue dell'ospite, come per esempio la zecca.

Ala anteriore dei Rincoti Eterotteri, composta da una porzione prossimale sclerificata e un'area distale membranosa.

Appendice impari della zampa, a forma di spina o stiletto, associata al pretarso.

Strato più interno e più spesso della cuticola di un insetto, incolore e molle; è destinato al trasporto dei materiali di accrescimento e di rivestimento più usurati degli strati più esterni.

Detto di organismo, parassita o parassitoide, che si sviluppa all'interno del corpo dell'ospite.

Si riferisce all'apparato boccale quando i pezzi sono racchiusi nella cavità orale. È tipico dei Collembola, dei Protura e dei Diplura. Negli Insecta le appendici boccali sono visibili dall'esterno, perciò si parla di apparato boccale ectognato.

Nel maschio dei Ditteri, modificazione morfologica del tergite del nono urite, spesso conformato a lobi.

(lat. epicranium), è la parte anatomica dorsale, spesso depressa, del capo degli insetti, compresa tra i punti di inserzione degli occhi. Può essere diviso in tre regioni: una superiore (vertice), una intermedia (fronte), ed una inferiore (clipeo o epistoma), che però da alcuni autori viene esclusa dall'epicranio e considerata separatamente.

Così è denominata la parte più esterna della cuticola, dallo spessore molto sottile (da 0,03 a 5 micron), che assicura quasi da sola la resistenza dell'animale al secco. È composta a sua volta da vari strati.

Costituisce la volta dorsale della cavità orale e corrisponde alla faccia interna del labbro superiore o del complesso labbro-clipeale. Nei Ditteri concorre in genere a formare il canale alimentare, contrapponendosi agli stiletti boccali, e talvolta a formare l'organo perforante in alcune forme predatrici.

Appendice laterale presente nella tibia del primo paio di zampe di molte famiglie di Lepidotteri. Viene utilizzata solitamente per la pulizia delle antenne e della spirotromba. In alcune famiglie più evolute può essere assente.

Detto del capo quando l'asse maggiore del cranio è diretto obliquamente, in avanti e verso l'alto, rispetto all'asse del corpo. Le appendici boccali sono pertanto rivolte verso l'alto.

Sclerite toracico posto caudalmente e separato dall'episterno dalla sutura pleurale. Con l'episterno concorre a formare la pleura.

Si dice di insetti apterigoti per indicare che lo sviluppo che è di tipo eterometabolo, ma, per l'atterismo degli adulti, si ha una più stretta rassomiglianza fra questi e le forme giovanili.

Parte dorsale posteriore degli Imenotteri Formicidi, formato dall'unione del metanoto e del propodeo.

Sclerite toracico posto cranialmente fra epimero e sterno. Con l'epimero concorre a formare la pleura, da cui è in genere separato dalla sutura pleurale. A volte è differenziato in due parti, il sopraepisterno o episterno dorsale e l'infraepisterno o episterno ventrale, oppure è saldato all'epimero. Secondo la posizione è denominato anche proepisterno (raro), mesoepisterno, metaepisterno.

Strato di mezzo della cuticola di un insetto più densamente colorato e responsabile della durezza dell'esoscheletro, posto fra l'epicuticola e l'endocuticola.

Vedi virginogenie.

Cuticola larvale o ninfale che viene abbandonata dopo ogni muta.

Lo stesso argomento in dettaglio: Exuvia.

Organismo che durante la sua vita attraversa due o più biocenosi.

Riferito al ciclo degli Aphidoidea quando si completa su due differenti ospiti, uno primario e uno secondario.

eterometaboli

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Sono insetti in cui gli stadi giovanili non differiscono radicalmente dall'adulto; la loro metamorfosi è graduale (per esempio: gli Ortotteri).

Lo stesso argomento in dettaglio: Sviluppo postembrionale negli insetti.

Con il sistema delle nervature dell'ala posteriore ridotto e nettamente diverso da quello dell'ala anteriore.

Riferito al ciclo degli afidi quando si completa su differenti organi (per esempio chioma e radici) di piante appartenenti allo stesso ospite o ad ospiti differenti.

Detto di larva con capo evidente. Sono ad esempio larve eucefale quelle dei Coleotteri Curculionidi.

Organismo biologicamente versatile, adattabile a condizioni ambientali e nutrizionali differenti tali da permettere la colonizzazione di habitat diversi (contrario: stenobionte).

Detto di pupa racchiusa in un bozzolo, costruito dalla larva matura con i secreti sericei, oppure in un pupario formato dall'exuvia della larva matura.

Detto di pupa munita di appendici libere e distaccabili (pupe exarate si ritrovano nei Coleotteri, negli Imenotteri) ed in alcuni Lepidotteri primitivi.

Regione morfologica del capo, più o meno differenziata, recante l'inserzione delle antenne. Nei Ditteri Schizofori è nettamente delimitata dalla sutura frontale.

Parte prossimale dell'organo copulatore maschile, alla quale è associata la parte distale, detta pene.

È l'intervallo di tempo, talvolta piuttosto lungo, compreso fra il distacco della cuticola e la fuoriuscita dell'adulto. In questo intervallo di tempo l'insetto è già allo stadio di immagine ma è ancora rivestito dalla cuticola della pupa.

Terzo segmento dell'arto, generalmente sviluppato in lunghezza. Si articola alla base con il trocantere e distalmente con la tibia. Nelle tre paia di zampe, in senso cefalo-caudale, prende il nome di profemore, mesofemore e metafemore.

Coppia di aperture membranose presenti sul secondo sternite addominale dei Lepidotteri Micropterigidae.

Vedi ferormone

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferormone.

Sinonimo: feromone. Sostanza di origine naturale o di sintesi che ha un effetto sul comportamento e/o la fisiologia di individui di una determinata specie, in grado di captarla con i recettori olfattivi.

Negli insetti, con tale termine ci si riferisce fondamentalmente a due tipi di struttura 1) un apparato larvale dispari attraverso cui il filamento di seta nascente, prodotto da apposite ghiandole, viene estruso (ad esempio a livello del prementum nei Lepidoptera Glossata); 2) più in generale, qualsiasi struttura nell'adulto o nella larva, che svolga una funzione analoga a quella descritta nel punto precedente.

Detto di organismo fitofago la cui dieta è rappresentata dalle foglie dei vegetali.

fillominatore

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Lo stesso argomento in dettaglio: Mine (foglia).

Detto di organismo che vive scavando una galleria (mina) all'interno di una foglia. Esempi di fillominatori allo stadio larvale si riscontrano soprattutto nei Lepidotteri e nei Ditteri Agromizidi.

Termine con il quale si indica l'ipotetico succedersi delle modificazioni subite da una specie dalla sua origine a oggi.

Provvisto di una frangia di setole di lunghezza non uniforme.

Sviluppo abnorme dell'addome dovuto al notevole sviluppo dell'apparato genitale o di organi dell'apparato digerente.

Sostanze simili o identiche agli ecdisoni degli insetti, comuni nelle Pteridofite (Polipodiaceae), nelle Gimnosperme (Podcarpaceae) e anche in alcuni gruppi di Angiosperme (per esempio Amarantaceae e Convolvulaceae). Alcuni sono proprio l'alfa ed il beta ecdisone, altri sono di tipo particolare (ponasterone, muristerone). Ecdisoidi sono anche contenuti nell'Azidarachta indica, insieme ad altri principi attivi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Fitofago.

Detto di organismo che si nutre a spese di vegetali.

Detto di organismo che si nutre della linfa di piante succhiandola direttamente dai vasi cribrosi.

Insieme di tutti gli articoli delle antenne esclusi scapo e pedicello.

Primo segmento del flagello, ossia terzo segmento dell'antenna.

Nel ciclo degli afidi è la femmina nata da un uovo durevole (prodotto dalla riproduzione sessuale) e che si riproduce solo per partenogenesi.

fondatrigenie

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Nel ciclo degli afidi è una femmina nata per partenogenesi sullo stesso sito della fondatrice. Si riproduce solo per partenogenesi. Le fondatrigenie sono dette migranti se si spostano su un ospite secondario oppure su un altro organo della stessa pianta.

Processo di una porzione dorsale dell'esoscheletro che si dirige all'interno della cavità corporea contribuendo a formare l'endoscheletro degli artropodi.

Meccanismo di accoppiamento tra ala anteriore e posteriore, riscontrabile in molte farfalle e in alcuni altri taxa di Insetti; è costituito da una setola resistente (maschio), o un gruppo di setole (femmina), poste sulla "spalla" delle ali metatoraciche, che va ad agganciarsi alla pagina inferiore dell'ala anteriore, in corrispondenza di un piccolo uncino, un gruppo di scaglie, o di peli rigidi, chiamato retinaculum.

(anche lat. frons) Regione del capo, grosso modo triangolare, derivata da una parte del terzo somite cefalico; posta superiormente al clipeo, è separata rispetto a quest'ultimo dal solco clipeo-frontale, mentre ai lati decorrono altre due linee di sutura, che vanno a congiungersi in posizione caudale. In taluni taxa può ospitare un singolo ocello e talvolta i punti di inserzione delle antenne. Confina ai lati con le gene e posteriormente con il vertice.

Se gli ultimi articoli dell'antenna sono ingrossati a formare una specie di clava, tutti gli articoli del flagello che precedono questa costituiscono il funicolo.

Processo di una porzione ventrale dell'esoscheletro che si dirige all'interno della cavità corporea contribuendo a formare l'endoscheletro degli artropodi.

Uno dei due lobi, quello esterno, della mascella. La sua conformazione varia secondo la funzione svolta dall'apparato boccale. Nei Lepidotteri, le due galee sono molto allungate e ripiegate a doccia e si uniscono longitudinalmente per formare il canale alimentare della spirotromba.

Sinonimo cecidio. Rigonfiamento determinato in vari organi di una pianta (radici, rami, foglie, etc.) per effetto della puntura di vari insetti. La reazione dei tessuti vegetali all'azione della saliva inoculatavi dà luogo ad una neoplasia. Nella galla vengono deposte le uova e si sviluppano le larve, oppure temporaneamente vi si insedia l'insetto galligeno. Le galle variano moltissimo per forma e colore. Una galla di quercia, ad esempio, può ospitare una comunità composta da oltre 70 specie, e 10 o 12 popolazioni varie che si susseguono nell'utilizzarla.

Organismo agente di formazione di galle.

Sinonimo: guancia. Sclerite che determina lateralmente, da una parte e dall'altra, la capsula cefalica e che porta l'occhio composto.

o anche genicolata - dicesi di antenna con scapo molto lungo sul quale il pedicello con il funicolo hanno ampia possibilità di movimento e sono piegati a gomito.

Vedi sessupara.

Detto di insetti fitomizi, la cui dieta è prevalentemente glucidica; questi insetti succhiano la linfa per mezzo di un apparato boccale pungente-succhiatore (per esempio Rincoti Omotteri). Altri glicifagi sono organismi che si nutrono di liquidi zuccherini esterni come il nettare o la melata che prelevano tramite un apparato boccale succhiatore o lambente-succhiatore (per esempio Lepidotteri e Ditteri in genere). In molti casi la dieta prevalentemente glucidica ha determinato particolari adattamenti fisiologici per il bilanciamento degli apporti azotati.

Porzione della cuticola ninfale che, nelle crisalidi dei Lepidotteri, ricopre la spirotromba.

Sclerotizzazione della membrana infranale (presente dunque tra ano o gonotrema) riscontrabile nei Lepidotteri. Sclerotizzazioni in posizione corrispondente possono essere dovute però anche ad ispessimenti dell'introflessione del perifallo o a produzioni laterali delle valve (transtilla) o anche a produzioni laterali del IX urite.

Termine generico con il quale sono indicate le appendici ventrali dei somiti cefalici il cui insieme forma l'apparato boccale.

Detto anche ganglio sottoesofageo o ipocerebrale, è una massa nervosa gangliolare collegata con il cerebro per mezzo di due connettivi parastomodeali; cerebro connettivi e gnatocerebro formano così un anello, o cingolo, attraverso il quale passa lo stomodeo. Dallo gnatocerebro partono nervi misti che innervano gnatiti e prefaringe.

Dette anche valve o valvole: appendici pari che in entrambi i sessi sono in stretto rapporto con il gonoporo. Tipicamente sono in numero di tre paia; uno anteriore le cui valve da ogni lato con uno sclerite basale proprio (valviferi del primo paio); un paio medio ed uno posteriore le cui valve si articolano da ogni lato su uno sclerite basale comune (valviferi del secondo paio). Le gonapofisi possono fondersi fra loro o con quelle delle paia più vicine e si ha tutta una serie di modificazioni. L'insieme delle gonapofisi forma nelle femmine di molti insetti l'ovopositore o la terebra o il pungiglione; nei maschi il perifallo.

Detto anche anfigonismo, indica la presenza di sessi distinti; dicesi maschio ogni individuo le cui gonadi producono spermi, femmina ogni individuo le cui gonadi producano uova. La distinzione dei due sessi è spesso accompagnata da caratteri sessuali secondari. In Biologia è detto diocismo.

Appendici dell'ottavo e nono urite; quando è completo il gonopodio è biarticolato e formato da una base (detta valvifero), portante una gonapofisi prossimale (valva, basistilo, gonocoxite) ed uno stilo distale (gonostilo).

Sbocco del dotto genitale, sia maschile che femminile, a volte libero, spesso nascosto in una invaginazione secondaria dell'integumento quale la camera genitale, la vulva o l'endofallo.

Stili del nono urosternite dei maschi di vari insetti, probabilmente omologhi (yes) agli arpagoni degli Efemerotteri.

Sbocco esterno della camera genitale in entrambi i sessi; nella femmina è detto anche vulva.

Detta anche gola: regione del submento che nelle teste di tipo prognato è a volte ampiamente sviluppata; contribuisce a formare la base della capsula cefalica.

(dal greco ᾶρπη = falcetto, per la particolare forma che assume, talvolta anche italianizzato in arpe) Processo laterale presente sulla superficie interna della valva del maschio, in molte specie di Lepidoptera. Ha la funzione di migliorare l'aderenza con l'apparato riproduttore femminile, durante le fasi di accoppiamento. La sua struttura è spesso utile nella determinazione della specie a partire dal genitale. In taluni casi viene utilizzato anche il sinonimo ampula.

Nella terminologia associata agli Afidi è una virginopara che sverna allo stadio di neanide sull'ospite secondario. Le iemali sono presenti nelle specie in cui compare un paraciclo o un anolociclo.

Habitat tipico di alcuni insetti acquatici o acquaioli, costituito dal sottile velo liquido che ricopre rocce, sassi, piante generalmente emergenti da un fiume o da uno specchio d'acqua.

È l'insetto adulto che sfarfalla al termine dello sviluppo postembrionale dall'ultima muta.

Diverticolo dello stomodeo la cui funzione primaria è di deposito temporaneo del cibo. Raggiunge dimensioni cospicue in alcune forme di Insetti sociali. In altri insetti svolge come adattamento secondario altre funzioni.

Placca sottogenitale maschile; generalmente lo sternite del IX urite.

Detta anche larva coartata, si riferisce ad uno stadio larvale riscontrabile negli insetti ipermetamorfici (per esempio Coleotteri Meloidi), caratterizzato da una forma afaga (con apertura boccale morfologicamente chiusa), quiescente ed incistata, destinata a passare uno o più inverni sotto la superficie del terreno.

Vedi prefaringe.

Detto del capo quando l'asse maggiore del cranio è diretto perpendicolarmente e verso il basso, rispetto all'asse del corpo. Le appendici boccali sono pertanto rivolte in basso. Il capo ipognato si riscontra nella maggior parte degli Insetti. Un esempio classico di capo ipognato è quello delle Cavallette.

Processo ventrale della fallobase

Complesso del IX e X urite, che nei maschi di molti Ditteri è ruotato di 180° a seguito di una torsione assiale.

Nei lepidotteri, è uno dei tre possibili meccanismi di accoppiamento alare, presente in alcune falene, nonché nei taxa più primitivi; è rappresentato da un diverticolo del margine posteriore delle ali anteriori, che trattiene il margine anteriore delle ali posteriori durante il volo.

Jullien (organo di)

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Organo laterale all'ottavo urite, descritto in alcuni Lepidotteri della sottofamiglia Satyrinae, cingente l'armatura genitale maschile fino oltre l'estremo addominale.

Analoghi mimetici della neotenina, sono sostanze apolari ed in grado di penetrare nella cuticola e nel corion delle uova; sono adoperabili come insetticidi da contatto oltre che di ingestione. Juvenoidi naturali (per esempio farnesolo e derivati, fitolo, nerolidolo, etc.) sono estratti da piante (per esempio juvabione ad Abies balsamea) o da animali (Anellidi, Cnidari, Ctenofori, Molluschi, Crostacei, etc.). Presentano attività neotenino-mimetica che però è irregolare.

Nell'apparato genitale maschile di molti lepidotteri, rappresenta una sorta di piastra sclerificata, spesso a forma di scudo, situata tra le valvae e al di sotto dell'edeago, solitamente con funzione di sostegno e protezione per quest'ultimo.

Sinonimo: episterno ventrale. Nei Ditteri, sclerite toracico facente parte del mesoepisterno.

Sinonimi: laterotergite, mesopleuro-tergite. Nei Ditteri, sclerite toracico posizionato fra l'ala e il bilanciere.

Termine tecnico utilizzato per indicare genericamente un trattamento di lotta biologica mediante il rilascio di un organismo ausiliario. L'entità dei lanci è in genere fissata in termini di densità di popolazione (per esempio due individui per metro quadro) e, secondo i casi, anche in termini di frequenza (per esempio un lancio al mese).

laterotergite

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Vedi katatergite.

Appendice boccale tipica dell'apparato boccale di alcuni Imenotteri Aculeati, derivata dalla fusione dei due lobi interni del labbro inferiore (glosse).

lobo pilifero

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Vedi pilifer.

lotta a calendario

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Tecnica di difesa dei vegetali che contempla il trattamento chimico preventivo in funzione della fase fenologica della pianta, indipendentemente dalla presenza del fitofago o del parassita.

lotta biologica

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Tecnica di difesa dei vegetali che contempla l'impiego esclusivo di organismi ausiliari o di trattamenti a base di prodotti chimici di origine non sintetica (oli essenziali o altri estratti vegetali, tossine di origine naturale, ecc.). La lotta biologica si esegue con interventi specifici oppure semplicemente sfruttando i fattori naturali di controllo delle avversità.

Lo stesso argomento in dettaglio: Lotta biologica.

lotta biotecnica

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In Fitoiatria consiste nella difesa dei vegetali attuata con l'impiego prevalente o sussidiario di biotecnologie. Pur avendo ambiti d'applicazione anche nella lotta biologica e nella lotta integrata, a rigore non va identificata con queste forme di difesa.

lotta guidata

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In Fitoiatria consiste nella pianificazione dei trattamenti, a scopo preventivo o curativo, al raggiungimento della soglia d'intervento. Rappresenta un'evoluzione della lotta a calendario.

lotta integrata

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In Fitoiatria consiste nella difesa dei vegetali con impiego di mezzi biotecnici, chimici, meccanici che integrano, senza ostacolarla, la difesa biologica. La lotta integrata non esclude i trattamenti con prodotti chimici di sintesi, ma esige l'impiego di sostanze a basso impatto ambientale e secondo i principi che sono alla base della lotta guidata. La lotta integrata è spesso indicata anche con la locuzione lotta biologica ed integrata, ma non va confusa con la lotta biologica.

Nei Ditteri Brachiceri è una placca frontale, a volte prominente, su cui si inseriscono le antenne. Negli Schizofori è delimitata superiormente dallo ptilinum.

Organismo che si nutre di molluschi, con rapporto trofico di parassitismo o predazione. La malacofagia si riscontra in alcuni gruppi di ditteri.

Piastra emicircolare coperta di scaglie che ricopre l'VIII tergite di alcuni Lepidotteri.

maschio sterile

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Tecnica di lotta biotecnica che consiste nella liberazione di un numero elevato di maschi allevati in cattività e resi sterili mediante radiazioni gamma o mediante sterilizzazione chimica. I maschi sterili sono attivi sessualmente perciò entrano in competizione con la popolazione indigena di maschi fertili portando ad un abbattimento degli accoppiamenti fertili e ad una riduzione delle ovideposizioni o anche alla deposizione di uova inerti.

mass trapping

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Sinonimo: cattura massale. Tecnica di lotta biotecnica, compatibile con la lotta biologica, che consiste nell'abbattimento della popolazione degli adulti o dei soli maschi di un determinato fitofago per mezzo di trappole. Il mass trapping richiede in genere un'elevata densità di trappole per unità di superficie.

Indicata con il simbolo M, la quarta nervatura longitudinale dell'ala, in genere la più robusta, posizionata fra la radio e la cubito. Suddivisa in due rami, negli insetti attualmente viventi è rimasto solo il ramo posteriore, che in genere si suddivide in quattro ramificazioni.

Il meiotterismo è la riduzione più o meno marcata dello sviluppo dell'ala degli insetti, occorsa come adattamento secondario di insetti alati.

Lo stesso argomento in dettaglio: Meiotterismo.

Uno dei due scleriti in cui può differenziarsi la coxa e, precisamente, quello che si articola con l'epimero.

Termine con cui si indica la regione intermedia del corpo degli Artropodi. Negli Insetti si identifica con il torace.

Tergite del secondo segmento toracico. È spesso suddiviso, negli insetti alati, in più scleriti.

Secondo segmento toracico.

Detto del capo quando l'asse maggiore del cranio è diretto obliquamente, all'indietro e verso il basso, rispetto all'asse del corpo. Le appendici boccali sono pertanto rivolte all'indietro e posizionate sotto il torace. Il capo metagnato si riscontra spesso nei Rincoti.

Tergite del terzo segmento toracico, spesso suddiviso, negli insetti alati, in più scleriti.

Insetti provvisti di un solo paio di stigmi ubicato nell'addome.

Parte posteriore del corpo. Negli Insetti si identifica con l'addome.

Terzo segmento toracico.

Detto di organismo che si nutre di funghi.

Strutture anatomiche voluminose presenti nell'addome di molti Rincoti al cui interno sono presenti microrganismi simbionti che intervengono nella complessa compensazione dello sbilancio nutrizionale derivato dalla suzione della sola linfa vegetale.

Detto di larva con capo ridottissimo (per esempio Ditteri Tefritidi e Muscidi).

Uovo molto piccolo se confrontato con la dimensione della femmina. Ad esempio, l'uovo di Zenilia pullata (Tachinidae) è di 0,027 mm.

(Sing.: microtrichium, it.: microtrichi) Minuscoli processi cuticolari, sclerificati e non innervati, presenti sulle ali e sul corpo di alcuni insetti.

Nella terminologia associata agli afidi è una fondatrigenie, generalmente alata, che si sposta dall'ospite primario ad un ospite secondario oppure ad un altro apparato dell'ospite primario per dare luogo ad una discendenza partenogenetica di virginogenie.

Detto di organismo che ha un rapporto di simbiosi o di commensalismo con una comunità di formiche.

Lo stesso argomento in dettaglio: Mirmecofilia.

Riferito al ciclo degli Afidi quando si completa su un solo ospite.

Condizione dello stadio adulto in cui permangono caratteri morfologici e fisiologici propri dello stadio giovanile.

Sinonimi: vena, venatura. Tubulo sclerificato che attraversa l'ala conferendole rigidità. È percorso da tracheole, nervi ed emolinfa. Le nervature si distinguono in longitudinali e trasversali. La morfologia della rete di nervature delle ali è un carattere utile ai fini sistematici.

Lo stesso argomento in dettaglio: Ala degli insetti.

Sinonimo: solchi parapsidali. Sculture del mesotorace in forma di due solchi longitudinali che dividono il mesoscuto in due regioni, una mediana e due laterali, queste ultime comprendenti le axille e le tegule.

Nei Ditteri è uno sclerite pari del secondo segmento toracico, posizionato anteriormente all'inserzione delle ali, fra il mesoprescuto e il mesoscuto dal lato dorsale, il mesoepisterno dorsale dal lato ventrale e il callo omerale dal lato craniale.

Detto di pupa con appendici incollate al corpo e ricoperte da un'unica cuticola.

Regione posteriore del capo, posizionata dietro gli occhi composti e il vertice.

Gli ocelli sono formati da una cornea esterna, semplice differenziazione della cuticola, giacente sullo strato ipodermale le cui cellule sono però trasparenti; sotto si trovano cellule retiniche disposte o tutte nella stessa direzione oppure inordinatamente. Gli ocelli percepiscono esclusivamente la luce polarizzata. Possono essere frontali, e allora sono propri degli stadi immaginali di molti insetti, in numero di tre e disposti ai vertici di un triangolo, oppure meno. Gli ocelli laterali (vedi stemmata) sono propri degli stadi larvali di insetti olometaboli e di alcune forme di Paraentoma; in questi casi, però, la loro innervazione parte dal protocerebro, come quella degli occhi composti.

Mina fogliare di forma lineare o serpentiniforme.

ofiostigmatonomio

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Mina fogliare composta da un ofionomio confluente in uno stigmatonomio.

Detto di insetto che allo stadio adulto o giovanile si alimenta a spese di poche specie.

Detto di insetto che allo stadio adulto o giovanile si alimenta a spese di poche specie.

Detto di larva munita di zampe toraciche. Le larve oligopode possono essere lunghe, veloci e munite di antenne bene sviluppate e sono definite anche campodeiformi (per esempio Coleotteri predatori) in quanto ricordano i Dipluri del genere Campodea. Possono essere appiattite (platiformi) o dritte, rigide, lunghe e lucide (elateriformi dei Coleotteri Elateridi e simili). Un tipo ricurvo e tozzo, poco mobile è la larva melolontoide o scarabeiforme dei Coleotteri Scarabeidi.

Riferito al ciclo degli Afidi, quando ogni anno alterna generazioni partenogenetiche ad una generazione anfigonica.

Si definiscono olometaboli gli Insetti in cui la larva che schiude dall'uovo è molto diversa dall'adulto e strutturalmente molto più semplice (per esempio i Lepidotteri).

Lo stesso argomento in dettaglio: Sviluppo postembrionale negli insetti.

Insetti provvisti di dieci paia di stigmi, due toracici (I e III segmento) e otto addominali.

Detto del capo quando gli occhi si estendono dorsalmente o frontalmente fino a toccarsi.

Nervatura omerale (simbolo: h): piccola nervatura trasversale (presente ad esempio in alcuni lepidotteri) che mette in connessione costa e subcosta, di regola in prossimità della base.

Sinonimo: ommatidio. Unità fotosensibile completa che concorre a costituire gli occhi composti degli Artropodi.

Vedi ommatide.

Con il sistema delle nervature dell'ala anteriore quasi uguale a quello dell'ala posteriore.

Riferito al ciclo degli Afidi quando si completa su un'unica tipologia di organo vegetale (per esempio solo chioma o solo radici).

Larva oligopoda simile, nell'aspetto, ai Crostacei Isopodi del genere Onyscus, comunemente chiamati "porcellini di terra".

Particolare tipo di predatore o, più raramente, parassitoide che si nutre di uova.

Custodia costruita con il secreto di ghiandole specifiche o con altri materiali utilizzata per proteggere le uova.

Parte posteriore del corpo degli Aracnidi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Opistosoma.

organi timpanici

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Organi presenti in diverse famiglie di lepidotteri, che sono in grado di percepire gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli.

organo di vom Rath

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Apparato sensoriale a funzione chemiotattica, presente nel segmento distale dei palpi labiali di alcune famiglie di Lepidotteri, principalmente primitivi come i Micropterigidi, ma saltuariamente riscontrabile anche in altre famiglie più evolute. Può avere la forma di un'invaginazione chiusa "a fiasco", oppure anche quella di una di semplice fossetta.

Vedi prognato.

ostium bursae

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(anche semplicemente ostium o apertura ostiale) nell'apparato genitale femminile dei lepidotteri Ditrysia, rappresenta l'apertura che riceve l'edeago durante l'accoppiamento, ed è connessa al ductus bursae.

Emissione cerosa a placche longitudinali parallele che si prolunga posteriormente nelle femmine delle cocciniglie primitive (Ortheziidae e Margarodidae), sotto la quale vengono conservate per un certo periodo le uova e le neanidi neonate.

Lo stesso argomento in dettaglio: Ovopositore.

Formazione tubolare avente la funzione di deporre le uova all'interno di tessuti vegetali o animali o nel terreno. Alla sua costituzione può partecipare direttamente l'addome con i suoi ultimi uriti e membrane intersegmentali protrusibili a cannocchiale (ovopositore di sostituzione), oppure può essere formato da gonapofisi variamente modificate a seconda dei casi (per esempio terebra, oviscapto). Il tipico ovopositore primitivo consta di 6 pezzi allineati (3 per lato, valve o valvule) appartenenti agli sterniti VIII (1 pezzo per lato) e IX (2 per lato). Il collegamento tra sternite e valvule è assicurato da pezzi slargati detti valviferi. Nella terebra degli Imenotteri si ha la fusione delle valvule mediane in un pezzo concavo ventralmente (doccia o guaina) in modo da costituire il canale per l'ovideposizione o per il veleno.

Imitazione tropica fra individui di una comunità cospecifica di un'azione iniziata da uno o pochi di essi.

Appendice addominale che, insieme ai cerci, può essere presente nell'ultimo segmento dell'addome di alcuni gruppi di insetti. È un prolungamento filiforme situato tra i due cerci laterali. Alcuni ordini che presentano un paracerco allo stadio immaginale sono i tisanuri e gli efemenotteri.

Riferito al ciclo degli Afidi, quando è costituito dalla successione indefinita di generazioni partenogenetiche che si accompagna ad un'alternanza occasionale con una generazione anfigonica.

Nei Ditteri Schizofori, sono due strette regioni simmetriche del capo, comprese fra i margini anteriori degli occhi e la sutura frontale, ai lati della faccia.

Nei Lepidotteri Micropterigidi rappresentano una tipica coppia di lobi prementali del labium.

Appendici del nono urite del maschio, che concorrono a formare la parte basale dell'edeago, l'organo copulatore maschile.

Lo stesso argomento in dettaglio: Parassita.

Organismo che instaura un rapporto di simbiosi, generalmente di natura trofica, con un altro organismo ospite da cui trae un vantaggio biologico creando un danno più o meno grave. A differenza del predatore, il parassita ha una complessità morfologica, anatomica e funzionale di grado inferiore a quella dell'ospite, è in genere privo di vita autonoma, si alimenta in genere a spese di un solo ospite nel corso della sua vita. Il parassita propriamente detto non provoca la morte dell'ospite.

Lo stesso argomento in dettaglio: Parassitoide.

Detto di organismo parassita che al termine del suo sviluppo causa la morte dell'ospite.

(plurale: paronychia) nel pretarso di alcuni insetti, appendice laterale delle unghie (di regola pari) a forma di setola.

Polimorfismo, nell'ambito di una specie, che riguarda le femmine. Si riscontra, ad esempio, negli Imenotteri sociali e negli afidi.

pl. pectines - In generale qualsiasi organo o struttura a forma di pettine; in alcune famiglie di lepidotteri si osserva un pecten sullo scapo dell'antenna, costituito da una fila di rigide setole affiancate.

Secondo segmento dell'antenna.

Modalità di riproduzione detta anche generazione larvale, da non confondersi con la neotenia. Consiste nel fatto che nel corpo delle larve o delle ninfe di alcuni insetti si trovano cellule germinative che si sviluppano per dare embrioni (per esempio Ditteri Miastor, Cecidomya, ecc.); dagli embrioni si sviluppano larve normali che, lacerando il corpo materno, escono a vita libera per continuare il loro sviluppo. Differisce dalla neotenia perché in questo caso non si hanno gnadi mature morfologicamente uguali a quelle dell'adulto.

Ciuffi di setole siti su propaggini laterali del tegumen.

Margine del cranio che delimita l'apertura boccale e sul quale si articolano gli gnatiti.

Sclerite anulare della parete del corpo che delimita ogni apertura stigmatica.

Negli Imenotteri Apocriti è la parte anteriore dell'addome, in forma di un sottile peduncolo, che unisce il resto dell'addome (gastro) al torace. È formato dal secondo urite o dal secondo e terzo urite.

Regione morfologica dell'addome formata dalla fusione degli ultimi 4-5 uriti nei Rincoti Diaspini.

Appendice impari presente sull'estremità posteriore del decimo urite. Differenziato dalle larve oligopode. Funziona da organo: Propulsore nel movimento; di ancoraggio; di pulizia.

Anche detto lobo pilifero: nei lepidotteri, ciascuno dei due tozzi e irsuti lobi laterali in cui si riduce il labrum; in particolare nelle Sphingidae può avere funzione uditiva.

(plurale: pinacula), piccola protuberanza sclerificata di forma pseudo-conica, che di solito regge una o più setole nei segmenti addominali delle larve dei Lepidoptera.

Larva di 1ª età di alcuni ditteri parassitoidi (Tachinidae, Acroceridae). La presenza di pseudopodi le consente di muoversi alla ricerca dell'ospite da parassitizzare.

Organismo onnivoro.

(anche pleuron) Tergite laterale, pari e simmetrico, originato dalla porzione prossimale della zampa, detta subcoxa. In genere è suddivisa da un solco pleurale in due regioni dette rispettivamente episterno (anteriore) ed epimero (posteriore).

Detto di insetto la cui dieta alimentare comprende un numero elevato di specie.

Detto di insetto la cui dieta alimentare comprende un numero elevato di specie.

Dotati di 1-2 paia di stigmi toracici e 4-8 paia addominali.

Detto di larva, denominata anche eruciforme o bruco, caratterizzata dalla presenza di zampe toraciche e di un numero vario di false zampe (pseudozampe o pseudopodi) addominali, semplici mammelloni non articolati. Sono tipiche dei Lepidotteri (pseudozampe tipicamente dal terzo al sesto ed al decimo urite) e degli Imenotteri Tentredinidi (pseudopodi di norma dal secondo al settimo urite ed al decimo urite).

Riferito al ciclo vitale, quando si compone di due o più generazioni l'anno. Ricorrono anche i termini bivoltino, trivoltino, ecc. quando si fa riferimento a cicli composti di un numero limitato di generazioni l'anno.

Insetto che basa una componente della dieta sull'assunzione di polline finalizzata al soddisfacimento del fabbisogno proteico. La pollinofagia si accompagna generalmente alla glicifagia.

Regione cefalica pari, più o meno sviluppata, posizionata posteriormente rispetto alla gena e inferiormente rispetto all'occipite.

Armature pari degli uriti terminali del maschio dei Ditteri muscoidi. Alcuni Autori ritengono che si tratti di strutture omologhe ai parameri, altri ai gonostili.

Quarto sclerite in cui si suddivide in senso longitudinale il noto e in genere fa parte, morfologicamente, del segmento toracico successivo. Prende il nome di postpronoto e postscutello, secondo il segmento toracico da cui deriva.

Ultimo sclerite del primo segmento toracico, morfologicamente appartenente al mesonoto e posizionato anteriormente al mesoprescuto, fra i due calli omerali.

Sinonimo: postmesonoto. Quarto sclerite in cui può dividersi, negli insetti alati, il tergite del secondo segmento toracico. In genere non è visibile perché sormontato dallo scutello oppure può entrare a far parte, morfologicamente, del tergite del segmento successivo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Predatore.

Detto di organismo che si alimenta a spese di altri organismi viventi provocandone la morte. Il predatore ha in genere una complessità morfologica, anatomica e funzionale di grado superiore a quella delle sue vittime, si nutre a spese di un numero indeterminato di vittime nel corso della sua vita, conduce una vita autonoma.

(Sinonimo: ipofaringe) Appendice situata nella cavità boccale e generalmente nascosta dalle altre appendici. Divide la cavità boccale in due comparti, uno craniale, detto cibarium, e uno caudale, detto salivarium.

Primo sclerite, impari, in cui può dividersi, negli insetti alati, il tergite del secondo o del terzo segmento toracico. Secondo la posizione, è denominato mesoprescuto o metaprescuto.

Ultimo segmento delle zampe, di norma nascosto nell'ultimo articolo del tarso. Ad esso si associano altre appendici quali l'empodio, l'arolio, le unghie.

A volte vengono così designati insieme due strati dell'esoscheletro, l'endocuticola e esocuticola.

Detto del capo quando l'asse maggiore del cranio è il prolungamento dell'asse del corpo. Le appendici boccali sono pertanto rivolte in avanti. Il capo prognato si riscontra ad esempio nelle Formiche e in molti Coleotteri.

Tergite dorsale del primo segmento toracico (protorace).

Sclerite laterale del primo segmento toracico.

Negli Imenotteri Apocriti è il quarto segmento apparente del torace, derivato dall'associazione del primo urite al torace e dalla marcata distinzione dal resto dell'addome per la presenza del peziolo.

Termine con cui si indica in diversi artropodi (per esempio Crostacei e Chelicerati) la regione anteriore formata dalla fusione del capo e del torace.

Sternite del primo segmento toracico (protorace).

È la parte anteriore del cerebro o ganglio sopraesofageo. Ad esso compete l'innervazione degli ocelli e degli occhi composti, è centro di funzioni psichiche e di regolazione neurormonale.

Detto di larva, denominata anche ciclopiforme, con capo grosso, torace più piccolo e addome talora assente. Le larve protopode possono vivere solo come parassite endofaghe di altri Insetti, immerse nei loro umori (è il caso delle larve endofaghe di alcuni Imenotteri). Sono considerate "embrioni" usciti precocemente dall'uovo (poco oltre la stria germinativa secondo alcuni Autori).

Primo segmento toracico.

Ingrossamento della nervatura costale sito lungo il margine anteriore delle ali di molti insetti; svolge un ruolo importante nella distribuzione delle forze durante il volo.

Piccoli lobi pari di cui è provvisto il pretarso, in mezzo ai quali emerge generalmente un processo impari in forma di arolio o di empodio.

Indicata con il simbolo R, è la terza nervatura longitudinale dell'ala, posizionata fra la subcosta e la media. In genere si suddivide in due rami: quello anteriore è detto ramo del radio (R1), quello posteriore settore radiale o settore del radio (Rs). Il settore radiale può a sua volta suddividersi una o due volte.

vedi frenulum

Peli cavi presenti disposti nei pretarsi, secernenti sostanze adesive che permettono ai pulvilli e all'arolio di funzionare come organi adesivi.

Sensilli placoidei, in genere di forma circolare, portati dalle antenne degli Afidi e, spesso, anche sul penultimo. Il più vistoso è il rhinario primario presente sul tratto basale dell'ultimo antennomero, di forma circolare. Altri rhinari possono essere presenti sul penultimo e sul terzultimo antennomero.

ricettacolo ventrale

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Nei Ditteri Acaliptrati è una vescicola seminale ubicata nella vagina delle femmine, atta a ricevere lo sperma nel corso dell'accoppiamento.

Detto di organismo fitofago che si nutre di radici e altri organi sotterranei delle piante.

Nell'apparato boccale dei Rincoti è il labbro inferiore modificato a forma di doccia allungata allo scopo di accogliere gli stiletti boccali in fase di riposo.
Nei Curculionoidei è un prolungamento del capo, simile ad una proboscide o ad un becco, al termine del quale si articolano le appendici dell'apparato boccale.

Nel genitale maschile dei Lepidoptera, un'appendice laterale a forma di tasca, sita alla base della valva.

Anche saccus cingulae - Nel genitale maschile dei Lepidoptera, struttura sacciforme più o meno sviluppata, situata nel punto di incontro dei due rami del vinculum.

Parte ventrale della cavità boccale, in cui sboccano i dotti escretori delle ghiandole salivari. È separata dal cibarium dall'ipofaringe.

Organismo che si alimenta di materiali organici in via più o meno avanzata di decomposizione.

Primo segmento dell'antenna, di solito il più sviluppato, che si articola con il capo in una fossetta detta torulo.

vedi Sclerite (biologia)
Porzione dell'esoscheletro che si presenta fortemente sclerotizzata, quindi indurita.

(plurale: scoli) nelle larve dei Lepidoptera, tipo particolare di chalaza ingrandita che può reggere setole oppure spine ramificate.

Solchi laterali del rostro dei Coleotteri Curculionoidei nei quali sono accolti gli scapi antennali.

Terzo sclerite in cui può dividersi, negli insetti alati, il tergite. È in genere più stretto dello scuto e ha spesso una forma subtriangolare. Secondo la posizione può denominarsi anche mesoscutello o metascutello.

Secondo sclerite in cui può dividersi, negli insetti alati, il tergite del secondo o del terzo segmento toracico e di cui costituisce la parte più ampia. In funzione della posizione può denominarsi mesoscuto o metascuto.

seismotropismo

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Capacità di percepire e reagire alle vibrazioni (per esempio Termiti).

Nel ciclo degli Afidi è una femmina che nasce per partenogenesi e che per partenogenesi genera gli individui che si riprodurranno per via sessuale(anfigonia). La sessupara andropara genera solo maschi, la ginopara genera solo femmine, l'anfipara genera individui di entrambi i sessi.

settore del radio

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Vedi settore radiale.

settore radiale

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Sinonimo: settore del radio (Rs). È il tratto basale del ramo posteriore in cui si divide in genere la radio. Nei tipi primitivi, il settore radiale subisce due ordini di suddivisioni generando quattro rami terminali (R2, R3, R4 e R5) che tendono invece a fondersi nei tipi più evoluti.

sfarfallamento

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Fase in cui l'immagine si libera dall'exuvia ninfale.

  1. Sinonimo: cornicoli. Sono due processi più o meno allungati disposti simmetricamente nella parte latero-dorsale dell'addome degli Afidi, fra il V e il VI urite. Secernono una cera fluida che rapprende rapidamente all'aria invischiando le appendici dell'apparato boccale o le zampe di un eventuale predatore. Secernono anche un feromone di allarme. In alcuni afidi i sifoni sono ridotti a semplici fori oppure sono del tutto assenti.
  2. In diversi insetti acquatici o acquaioli (per esempio Nepidi e alcune larve di sirfidi) sono processi dell'addome, più o meno sviluppati in lunghezza, utilizzati per prelevare l'aria dalla superficie restando immersi.

Pl.: signa, nell'apparato genitale femminile dei lepidotteri, piccolo processo sclerotizzato, di solito a forma di uncino, situato sul corpus bursae.

Commensali (mirmecofili o termitofili) che si nutrono di avanzi di cibo o dei cadaveri dei loro ospitatori, senza arrecare loro né danni né vantaggi.

Commensali che vivono nei nidi di insetti sociali predando le loro riserve alimentari ed a volte uccidendone le larve. Il più delle volte essi vengono uccisi dai loro ospitatori.

Commensali dei nidi di insetti sociali, che li ospitano e li curano perché trasudano (da ghiandole particolari dette adenotrichi) sostanze di cui gli ospiti sono ghiotti.

Sinonimo: piatto ipofaringeo. Nell'apparato boccale di alcune famiglie arcaiche di Lepidoptera e Hymenoptera, è uno sclerite fortemente appiattito e sclerificato, posizionato nel tratto prossimale della parete ipofaringea; esso si trova connesso distalmente con la porzione funzionale della cavità orale, e prossimalmente al confine prossimale del cibarium. Può anche essere provvisto di sensilli gustativi. Il muscolo tentorio-ipofaringeo va ad inserirsi nel bordo prossimale del sitoforo stesso.

(Sing. socius) Nei lepidotteri, coppia di processi laterali del vinculum, di natura membranosa, talvolta muniti di setole, e di regola posti ventralmente rispetto all'ano.

soglia d'intervento

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Sinonimo: soglia di danno. Parametro applicato nella lotta guidata che valuta la necessità d'intervenire con un trattamento fitoiatrico quando il danno previsto supera il costo economico e ambientale del trattamento. A rigore la soglia d'intervento è impostata oltre che su criteri economici anche su criteri ecologici, tuttavia, essendo di difficile determinazione s'identifica spesso con la soglia economica d'intervento. In sede operativa la soglia d'intervento si valuta secondo i contesti rilevando direttamente il danno con metodologie di campionamento standard oppure monitorando la popolazione del fitofago. Il concetto è applicato per estensione anche nella lotta biologica e, soprattutto, nella lotta integrata.

Termine con cui si indica genericamente un qualsiasi metamero del corpo degli Artropodi.

Nei Lepidoptera, meccanismo che consente di assicurare più fermamente le ali contro il torace durante la posizione di riposo. Consiste in un'area ricca di piccoli aculei (microtrichia), posta alla base dell'ala anteriore, ventralmente sul margine interno; essa trova aggancio in una corrispondente area situata sul metascuto. Si riscontra soprattutto nei Lepidotteri basali e nei Noctuoidea.

Più correttamente spiracolo tracheale. Sinonimo di stigma.

  1. Espansione prossimale posteriore dell'ala (detta anche postala), ben sviluppata in molti Ditteri e Coleotteri.
  2. Ognuno dei due lobi latero-dorsali della fallobase dell'apparato copulatore maschile degli Imenotteri analogo ai parameri degli altri Insetti; può essere distinto in una porzione prossimale, la squamula, ed una distale, lo stipite.

Vedi squama.

Abbreviazione di sottospecie.

Periodo intercorrente tra due metamorfosi. Dicesi stadio larvale quello compreso tra la schiusa dell'uovo e l'incrisalidamento o la formazione della ninfa; stadio ninfale quello che decorre dalla formazione della ninfa o dall'incrisalidamento allo sfarfallamento dell'immagine; stadio immaginale quello proprio dell'adulto o insetto perfetto.

Lo stesso argomento in dettaglio: Sviluppo postembrionale negli insetti.

Occhi semplici laterali, detti anche ocelli laterali o larvali. Sono propri degli stadi larvali ed anche di alcune forme immaginali (Collembola). Si innervano ai lobi ottici del protocerebro (come gli occhi composti). Hanno struttura simile a quella degli ommatidi, formati da una cornea esterna (differenziazione della cuticola) al di sotto della quale si trova una formazione cristallino-simile (che manca sempre negli ocelli veri) rivestita di un mantello cellulare pigmentato. Basalmente giacciono le cellule retiniche più o meno numerose e con o senza rabdomeri.

Organismo particolarmente influenzato da rigide condizioni ambientali e nutrizionali, al punto di essere obbligatoriamente associato ad habitat specifici (contrario: euribionte).

Organismo che passa tutta la sua vita in un'unica biosinecia; può essere omoceno, se vive sempre nella stessa biocenosi, o eteroceno se durante la sua vita attraversa due o più biocenosi.

Individuo che presenta ali più strette della forma macrottera della stessa specie.

stereotropismo

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Reazione ad uno stimolo di contatto.

Nell'apparato genitale femminile dei Lepidotteri, è una struttura, spesso sclerificata che circonda l'ostium bursae.

Lamina ventrale sclerificata che costituisce, per così dire, il pavimento di ogni anello, sia toracico che addominale. Per quanto riguarda il torace, lo sternite prende il nome di sterno, e si avrà quindi un pro-, un meso- ed un metasterno. Lo sterno di ogni segmento toracico può essere formato da un unico sclerite, ma assai spesso è differenziabile in varie parti (4 al massimo) che son chiamate, procedendo in senso cefalo-caudale, presterno, basisterno (o semplicemente sterno), sternello (detto anche furcasterno) e poststernello (detto anche spinasternite).

Vedi sternite.

sternopleurite

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Il ventrale dei tre scleriti in cui si può differenziare la subcoxa (pleura toracica) e sul quale si articola la coxa.

Sinonimo: spiracolo tracheale. Apertura ubicata in genere ai lati di un segmento toracico o addominale e comunicante con il sistema tracheale interno, attraverso la quale avvengono gli scambi gassosi con l'esterno.
In merito alla morfologia alare, vedi pterostigma.

stigmatonomio

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Mina fogliare a forma di chiazza espansa, dai contorni più o meno regolari. Sinonimo: fisonomio.

Articolo delle mascelle che si collega basalmente con il cardine, distalmente con il palpifero, con la galea e la lacinia (vedi squama).

Parte anteriore del canale digerente. Comprende la cavità boccale, la faringe, l'esofago e il ventriglio.

Sclerite dell'epimero; concorre a formare il complesso delle articolazioni su cui si innesta l'ala.

Indicata con il simbolo Sc, è la seconda nervatura longitudinale dell'ala che decorre, quando è presente, fra la costa e la radio.

Nei maschi dei Ditteri, appendici pari e simmetriche dell'epandrio.

Linea di minore resistenza del tegumento che separa due scleriti.

sutura frontale

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Nei Ditteri Schizofori è la sutura originata dal riassorbimento dello ptilinum, che assume una forma a U o a V rovesciata e che separa la faccia dal resto della regione frontale.

sutura pleurale

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Sutura trasversale che decorre obliquamente sulla pleura dividendola in due scleriti, uno anteriore, detto episterno, ed uno posteriore, detto epimero.

sutura trasversa

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Sutura trasversale del tergite del secondo e terzo segmento toracico, più o meno completa, che separa il prescuto dallo scuto.

Irrigidimento totale del corpo e delle appendici in seguito a una situazione di pericolo o come semplice reazione stereotropica. Si riscontra frequentemente in molti Coleotteri.

tannizzazione

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Processo base di colorazione e indurimento della cuticola degli insetti. In pratica è la formazione di catene di proteine più o meno elastiche con contemporanea formazione di chinoni.

Quinta e ultima parte della zampa degli insetti, composta da uno o più segmenti detti tarsomeri, il più prossimale dei quali può essere definito basitarso e il più distale distitarso. A seconda del paio di zampe cui appartiene, si parla di protarso, mesotarso o metatarso.

Termine con cui si indicano le ali anteriori quando sono debolmente sclerificate, svolgendo una funzione prevalentemente protettiva. Ali differenziate in tegmine sono presenti negli Ortotteri, nei Rincoti Omotteri, nei Mantodei e nei Blattoidei.

Piccolo sclerite, a forma di laminetta, disposto anteriormente all'inserzione dell'ala anteriore ricoprendola e proteggendola.

Modificazione evolutiva di una parte del nono tergite addominale, che si trova associata all'uncus in alcuni Lepidotteri.

È il più importante degli apodemi craniali. Ha forma generalmente a Y il cui ramo impari è saldato al di sotto del foro occipitale, e i due rami pari si saldano anteriormente in prossimità delle antenne; il tentorio attraversa tutto il cranio e ne costituisce il rafforzamento scheletrico sul quale si inseriscono vari muscoli (antennali, faringei, mascellari, ecc.); fra le due branche anteriori del tentorio passa la faringe.

Ovopositore degli Imenotteri Terebranti, talvolta particolarmente lungo, dotato di capacità di penetrazione e di emissione di veleni ad azione paralizzante.

Lamina dorsale sclerificata che costituisce, per così dire, la volta di ogni anello, sia toracico sia addominale. Nel torace il tergite prende il nome di noto, e si avrà perciò un pro-, un meso- e un metanoto. Il noto di ogni segmento toracico può essere formato da un unico sclerite (per esempio nei Tisanuri), ma spesso è differenziabile in varie parti (massimo 4) che sono chiamate, procedendo in senso antero-posteriore, prescuto, scuto, scutello, postscutello, quest'ultimo detto anche postnoto. Tra prescuto e scuto si trova la sutura prescutale; fra scuto e scutello la sutura scutoscutellare.

Margine esterno dell'ala.

Organismo che ha un rapporto di simbiosi o commensalismo con una comunità di Termiti.

test trapping

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Tecnica sussidiaria impiegata in varie forme di lotta per monitorare l'andamento della popolazione di una o più specie a scopo scientifico o applicativo, in quest'ultimo caso per rilevare la soglia di intervento. Il test trapping si effettua disponendo una o più trappole, con densità variabile secondo il tipo di trappola e di attrattivo impiegati, e contando gli individui catturati a intervalli regolari.

Quarto segmento dell'arto, generalmente sviluppato in lunghezza. Si articola alla base con il femore e distalmente con il primo articolo del tarso. Nelle tre paia di zampe, in senso cefalo-caudale, prende il nome di protibia, mesotibia e metatibia.

tigmotropismo

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Reazione motoria provocata in un organismo da una eccitazione tattile (vedi stereotropismo).

Organismo che vive tra le dune.

Esemplare di una specie raccolto nello stesso luogo dove fu raccolto l'olotipo, anche se non contemporaneamente.

Si definisce in generale come angolo posteriore delle ali; viene anche chiamato angolo anale, più propriamente nel caso di ali posteriori (p.e. nei Lepidotteri).

Vedi scapo.

Dispositivo impiegato per catturare gli adulti a scopo di monitoraggio o di cattura massale. Esistono tipologie differenti di trappole secondo la biologia dell'insetto, l'attrattivo usato, il metodo per trattenere le catture. In genere si utilizzano come attrattivi il colore (trappole cromotropiche, in genere di colore giallo o verde), per catture non selettive, oppure i ferormoni (trappole a ferormoni), per catture selettive. Vedi anche mass trapping e test trapping.

Recettori tricoidei, costituiti da una lunga setola alloggiata in una fossetta del tegumento (botridio). Percepiscono le variazioni di pressione e le vibrazioni. Sono presenti nei Chelicerati e in alcuni Insetti (ad esempio, nel capo di alcuni Gerromorfi e, in generale, nell'addome dei Pentatomomorfi).

Lo stesso argomento in dettaglio: Larva campodeiforme.

Sinonimo di Larva campodeiforme. Stadio giovanile di insetti olometaboli la cui morfologia è caratterizzata da un corpo più o meno allungato, ben differenziato in capo, torace e addome, provvista di zampe ambulatorie o cursorie e dotata di vita autonoma. Rappresenta la forma più rappresentativa di larva oligopode.

Secondo segmento dell'arto generalmente breve. Si articola alla base con la coxa e distalmente con il femore.

Nei Lepidotteri, principale modificazione del decimo tergite addominale, con funzione copulatoria. Spesso è rappresentato da uno sclerite adunco ed a sezione triangolare; talvolta può essere bipartito in due processi distinti, o completamente assente.

Appendici terminali pari delle zampe, articolate al pretarso.

(Sin.: monovoltino) Riferito al ciclo vitale, quando si compone di una sola generazione l'anno

Anello addominale formato tipicamente da un tergite (dorsale) e da uno sternite (ventrale), riuniti lateralmente da due regioni pleurali, in ognuna delle quali si apre, tipicamente, uno stigma, ed in cui possono differenziarsi scleriti distinti.

È lo sclerite ventrale di ogni urite addominale. Talvolta presenta due espansioni laterali che simulano le pleure addominali, dette laterosterniti.

È lo sclerite dorsale di ogni urite addominale. Talvolta presenta due espansioni laterali che simulano le pleure addominali, dette laterotergiti.

Le due appendici cercosimili che molte larve, e segnatamente quelle dei Coleotteri, presentano all'estremità dell'addome (da non confondere con i cerci). Sono detti anche cornuculi o pseudocerci, e spesso chiamati erroneamente cerci da vari Autori.

vedi gonapofisi

Regione anale dell'ala, posteriore alla nervatura postcubitale, detta anche interala.

(lat. vertex) parte impari della regione parietale del capo, corrispondente alla sommità dello stesso; è situato tra gli occhi composti, la fronte e la regione occipitale.

Corona di setole o peli inseriti intorno ad un articolo (in genere antennale) lungo una linea circolare comune.

Nell'apparato riproduttore maschile dei lepidotteri, piccola tasca tubulare, talvolta di struttura complessa, contenuta all'interno dell'edeago, in grado di liberare il proprio contenuto all'atto della copula.

Nei Ditteri, paio di robuste setole contrapposte, inserite presso il margine orale e dirette anteriormente, incrociandosi sotto il clipeo davanti al labbro superiore.

Modificazione evolutiva di una parte del nono sternite addominale, di solito connessa, tramite bracci laterali, al tegumen in alcuni Lepidotteri.

(Sinonimo: esule). Nella terminologia associata agli Afidi, è una virginopara nata sull'ospite secondario. Si riproduce per partenogenesi.

Nella terminologia associata agli Afidi, è una femmina che, riproducendosi per partenogenesi telitoca e apomittica, genera esclusivamente individui di sesso femminile che si riproducono, a loro volta, solo per partenogenesi. Le virginopare si contraddistinguono, perciò, sia dagli anfigonici sia dalle sessupare.

vitta frontale

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Nei Ditteri Schizofori, area della fronte compresa fra il triangolo ocellare e la lunula.

Il piano mediano delle appendici genitali dei Formicidae.

Detto di organismo fitofago che si nutre di legno. Sono tipici xilofagi le Termiti e i Coleotteri Cerambicidi, Buprestidi e Scolitidi.

Detto di organismo che si nutre di altri organismi animali, attraverso la predazione, il parassitoidismo, il parassitismo.

Modificazioni prodotte nelle piante dall'azione diretta di animali.

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