Enrico La Loggia (1947)

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Enrico La Loggia

Ministro per gli affari regionali
Durata mandato11 giugno 2001 –
17 maggio 2006
Capo del governoSilvio Berlusconi
PredecessoreAgazio Loiero
SuccessoreLinda Lanzillotta

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato28 aprile 2006 –
14 marzo 2013
LegislaturaXV, XVI
Gruppo
parlamentare
XV: Forza Italia
XVI: Popolo della Libertà
CoalizioneCasa delle Libertà (XV)
Centro-destra 2008 (XVI)
CircoscrizioneXV: Molise
XVI: Sicilia 1
Incarichi parlamentari
  • Presidente della Commissione Parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale [1] dal 27 gennaio 2010
  • Membro della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni (dal 21/05/2008)
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato15 aprile 1994 –
27 aprile 2006
LegislaturaXII, XIII, XIV
Gruppo
parlamentare
Forza Italia
CoalizionePolo delle Libertà (XII)
Polo per le Libertà (XIII)
Casa delle Libertà (XIV)
CircoscrizioneSicilia
CollegioCapaci
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC (1985-1994)
FI (1994-2009)
PdL (2009-2013)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità commerciale Luigi Bocconi e Istituto Gonzaga
ProfessioneAvvocato civilista e amministrativista, Docente universitario

Enrico La Loggia (Agrigento, 25 febbraio 1947) è un avvocato e politico italiano, Ministro per gli affari regionali dall'11 giugno 2001 al 17 maggio 2006 nel secondo e terzo governo Berlusconi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Enrico La Loggia nasce il 25 febbraio 1947 ad Agrigento, figlio del politico democristiano Giuseppe, presidente della Regione Siciliana dal 1956 al 1958 e deputato dal 1968 al 1983 per 4 legislature, chiamato così come il suo omonimo nonno, massone ed anch'egli politico, deputato del Regno d'Italia dal 1919 al 1925 e autore dell'articolo 38, meglio noto come "Fondo di solidarietà nazionale" dello Statuto Siciliano.

Attività professionale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver conseguito il diploma di Maturità classica presso l'Istituto Gonzaga, dove fu compagno dei futuri politici Leoluca Orlando, Francesco Musotto e Giuseppe Provenzano, nel 1969 si è laureato in giurisprudenza con lode presso l’Università degli studi di Palermo.[1] Abilitatosi alla professione di avvocato, è stato Professore Associato di Contabilità di Stato presso l’Università degli Studi di Palermo fino al 2011. Precedentemente era stato Professore Incaricato di Diritto Costituzionale e di Diritto Amministrativo presso la facoltà di Economia e Commercio dell’ateneo palermitano.

Attività politica[modifica | modifica wikitesto]

La sua attività politica inizia nel 1985, quando alle elezioni amministrative di quell'anno si candida al consiglio comunale di Palermo, dove viene eletto tra le liste della Democrazia Cristiana (DC) e diventa il vice-capogruppo della DC. Successivamente viene chiamato a ricoprire il ruolo di presidente della Commissione per la riforma del regolamento consiliare.

Nel 1987 viene nominato assessore alla Cultura, carica che ricopre fino al 1989. Dal 1989 al 1990 ricopre la carica di assessore al Patrimonio. Nello stesso 1990, con le nuove consultazioni elettorali, viene rieletto Consigliere Comunale e ricopre dapprima la carica di Presidente della Commissione Bilancio. Dal 1991 al giugno del 1992, invece, ricopre la carica di Assessore alla Polizia Urbana e Annona. È anche Presidente della Commissione per la stesura dello Statuto del Comune di Palermo dal 1992 al 1993.

Con la discesa in campo nella politica di Silvio Berlusconi, è stato sin dal momento della sua fondazione esponente di Forza Italia, con cui alle elezioni politiche del 1994 viene eletto senatore nel collegio di Capaci per tre mandati consecutivi, nominato per due legislature capogruppo di Forza Italia al Senato. Nel 1994 per breve periodo è vice-capogruppo di Forza Italia al Senato.

È stato membro del Consiglio d'Europa - UEO, dell'Unione Interparlamentare, è presidente del Comitato Atlantico Italiano.

È stato Ministro per gli affari regionali nei governi Berlusconi II e III. In tal veste ha presieduto le Conferenze Stato-Regioni ed Unificata, sedi istituzionali di confronto fra il Governo centrale e le Autonomie regionali e locali.

In seguito alle elezioni politiche del 2006 è stato eletto deputato per la lista di Forza Italia in Molise e Trentino-Alto Adige. È componente della I Commissione, Affari Costituzionali, della Camera dei deputati e vice presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera.

Alle elezioni politiche del 2008 è stato ricandidato alla Camera, tra le liste del Popolo della Libertà nella circoscrizione Sicilia 1, e rieletto deputato.

Il 27 gennaio 2010 viene nominato dai Presidenti delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, Presidente della Commissione Parlamentare per l'attuazione del Federalismo Fiscale.[2]

Non viene più ricandidato alle elezioni politiche del 2013, cessando ogni attività parlamentare.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È sposato e ha tre figli: Giuseppe, Tina e Francesco, ed è anche cognato Attilio Ruffini, anch'egli politico democristiano, più volte deputato e ministro, e di conseguenza zio del giornalista Paolo Ruffini e dell’avvocato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle entrate.[3]

Aspetti controversi[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine degli anni settanta è stato socio della società di brokeraggio assicurativo "Sicula Brokers", società sciolta di lì a poco. Tra i soci di questa società, vi erano Renato Schifani, Benny D'Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà.[4][5][6][7] Quasi vent'anni dopo, Benny D'Agostino nel 1997 fu arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente condannato; Mandalà fu arrestato nel 1998 e successivamente condannato a 8 anni per associazione mafiosa.[8] In ogni modo a La Loggia non è stata mai mossa alcuna accusa di collusione con la mafia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/12/19/il-gonzaga-nella-culla-della-borghesia-si.html
  2. ^ Federalismo fiscale: nominata Commissione parlamentare bicamerale | Radiocor, mercoledi' 27 gennaio 2010 (articolo 777786)
  3. ^ Parentela riportata dal Corriere della Sera in un articolo pubblicato il 30 aprile 2005 e in un altro pubblicato il 12 marzo 2006.
  4. ^ Francesco Rigatelli, Berlusconi, Schifani ed il cattivo esempio, su francescorigatelli.nova100.ilsole24ore.com, Novà100 - Il Sole 24 Ore, 30 aprile 2008. URL consultato l'11 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2008).
  5. ^ I Complici, Peter Gomez e Lirio Abbate, Fazi, 2007
  6. ^ Uliwood Party, Marco Travaglio, Articolo su L'Unità, 23 aprile 2008
  7. ^ (ES) Schifani, colaborador de Berlusconi, nuevo presidente del Senado italiano, su elpais.com, El País, 29 aprile 2008. URL consultato l'11 maggio 2008.
  8. ^ Narcomafie, cronologia giugno 2001, Narcomafie, cronologia giugno 2001 - vedi 14 giugno, su narcomafie.it. URL consultato il 13 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2007).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro per gli affari regionali della Repubblica Italiana Successore
Agazio Loiero 11 giugno 2001 - 17 maggio 2006 Linda Lanzillotta
Predecessore Capogruppo di Forza Italia al Senato della Repubblica Successore
Cesare Previti 14 giugno 1994 - 29 maggio 2001 Renato Schifani
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