Enrico Cerale

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Enrico Cerale
NascitaDieppe, 17 settembre 1804
MorteUrago d'Oglio, 6 ottobre 1873
Dati militari
Paese servito Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataArmata Sarda
Regio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1832 - 1866
GradoTenente generale
ComandantiAlfonso La Marmora
GuerrePrima guerra d'indipendenza
Seconda guerra d'indipendenza
Terza guerra d'indipendenza
BattaglieBattaglia di Pastrengo
Battaglia di Novara
Battaglia di San Martino
Battaglia di Custoza
Comandante diDivisione
Decorazionivedi qui
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Enrico Cerale (Dieppe, 17 settembre 1804Urago d'Oglio, 6 ottobre 1873) è stato un generale italiano, che combatté durante la prima guerra d'indipendenza, seconda e terza guerra d'indipendenza. Si distinse particolarmente nella prima, durante la quale fu decorato con una medaglia d'oro e una d’argento al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Dieppe[1] (Francia) il 17 settembre 1804 figlio di Giuseppe e di Paola Mantelli, ed appartenente a famiglia originaria del Piemonte, all’età di quattordici anni venne ammesso, come soldato volontario, nella Brigata "Saluzzo". Nel 1824 fu promosso sottotenente assegnato al 2º Battaglione provvisorio di linea della neocostituita Brigata "Pinerolo".[2] Divenne tenente nel gennaio 1832 inl forza al 1º Reggimento della brigata e capitano[3] nel febbraio 1839, passando in servizio nel 2º Reggimento,[N 1] al comando del colonnello Michele Bes.[4] Allo scoppio della guerra con l’Austria nel 1848 assunse il comando della 2ª Compagnia del 14º Reggimento,[3] e si distinse nel combattimento del 30 aprile, sulla strada da Desenzano a Pastrengo, venendo decorato con una Medaglia d’argento al valor militare per aver respinto l’attacco portato da una colonna austriaca che con una sortita da Peschiera aveva cercato di accerchiare le fanterie piemontesi. Si segnalò anche nei successivi combattimenti, specialmente il 22 luglio quando partecipò alla disperata difesa tentata dal reggimento a Monte Baldo e sul pianoro di Rivoli, contro un nemico molto superiore di numero. Si distinse particolarmente nell’attacco a Volta Mantovana e nei successivi combattimenti succedutisi dal 23 al 25 luglio, trattenendo l’attacco nemico e dando il tempo al II Corpo d'armata di ripiegare ordinatamente. Per queste azioni fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare e promosso maggiore nell’ottobre 1848, entrando in servizio nel 3º Reggimento fanteria. Durante la successiva ripresa delle ostilità, avvenuta nel 1849, si distinse come comandante di battaglione durante la battaglia di Novara venendo insignito del titolo della Croce di Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.[5]

Promosso colonnello nel 1856, divenne maggior generale nel 1859, assumendo il comando della Brigata "Aosta". Durante la seconda guerra d’indipendenza ottenne una Menzione onorevole[N 2] il 30 maggio, e poi prese parte alla battaglia di San Martino dove rimase gravemente ferito il 24 giugno. Con Regio Decreto del 30 gennaio 1860 fu insignito della Croce di Grande Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia. Allo scoppio della terza guerra d’indipendenza assunse il comando della comandò la 1ª Divisione, assegnata al I Corpo d’armata[6] del generale Giovanni Durando.[1] Durante il corso della battaglia di Custoza rimase nuovamente ferito[5] in maniera grave a Oliosi,[6] vicino a Valeggio tanto da dover lasciare definitivamente il servizio attivo. Si spense a Urago d'Oglio, provincia di Brescia, il 6 ottobre 1873.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«per essersi distinto nei fatti d'armi combattuti dalle truppe del II Corpo d'armata sulle alture di Rivoli, S. Giustina, Sona e Volta.»
— Regio Decreto 15 agosto 1848
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In seguito ridenominato 14º Reggimento e di stanza a Fossano.
  2. ^ Successivamente tramutata in Medaglia di bronzo al valor militare.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Wawro 1997, p. 99.
  2. ^ Calendario generale pe' regii stati, 1838, p. 323.
  3. ^ a b Calendario generale pe' regii stati, 1844, p. 346.
  4. ^ Calendario generale pe' regii stati, 1838, p. 324.
  5. ^ a b ’’Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia’’, Supplemento al n.187 dell’8 luglio 1866.
  6. ^ a b Wawro 1997, p. 108.
  7. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Corpo di Stato Maggiore, La campagna del 1866 in Italia. Tomo I, Roma, Carlo Voghera Tipografo, 1875.
  • Regia Segretaria per gli Affari Interni, Calendario generale pe' regii stati, Torino, Tipografia Giuseppe Pombà & C., 1838, ISBN non esistente.
  • Regia Segretaria per gli Affari Interni, Calendario generale pe' regii stati, Torino, Stamperia Sociale degli Artisti Tipografi, 1844, ISBN non esistente.
  • Società dei Reduci della Crimea, Ricordo della spedizione sarda in Oriente 1855-1856, Torino, Vincenzo Bona, 1884, ISBN 8-89173-898-0.
  • (EN) Geoffrey Wawro, The Austro-Prussian War: Austria's War with Prussia and Italy in 1866, Cambridge, Cambridge University Press, 1997, ISBN 0-52162-951-9.
Periodici
  • H. Nelson Gay, Difficoltà, glorie ed errori della campagna del 1848, in Nuova Antologia di Lettere, Scienze e Arti, CLXXIX, Roma, Direzione della Nuova Antologia, settembre-ottobre 1915.