Enrico Baj

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Enrico Baj nel 1964

Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924Vergiate, 16 giugno 2003) è stato un pittore, scultore e saggista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Enrico Baj in una foto di Paolo Monti del 1955

Studiò al Liceo Ginnasio Giovanni Berchet, quindi iniziò gli studi di Medicina all'Università degli Studi di Milano, per abbandonarli dopo la seconda guerra mondiale a favore della Facoltà di Giurisprudenza (che completò diventando avvocato) e dell'Accademia di belle arti di Brera, che frequentò parallelamente[1].

Baj ha sempre avuto rapporti con poeti e letterati italiani e stranieri (André Breton, Marcel Duchamp, Raymond Queneau, Edoardo Sanguineti, Umberto Eco ed altri ancora) ed ha collaborato con le proprie illustrazioni alle edizioni di testi classici e moderni[1][2]. Enrico Baj dedica una sua opera a Carlo Ernesto Accetti nel 1958[3].

Nel 1951 tenne la prima personale alla Galleria San Fedele di Milano, dove espose opere informali; nello stesso anno fondò insieme a Sergio Dangelo il Movimento della Pittura Nucleare. Nel 1953, insieme ad Asger Jorn, fondò il Movimento internazionale per una Bauhaus immaginista, in polemica con la Scuola di Ulm di Max Bill; nel 1954 i due artisti diedero vita agli Incontri internazionali della ceramica ad Albissola Marina presso le Ceramiche Mazzotti, ai quali parteciparono Lucio Fontana, Emilio Scanavino, Karel Appel, Guillaume Corneille, Roberto Matta, Aligi Sassu, Édouard Jaguer e altri[1][2].

Negli anni cinquanta collaborò alle riviste d'avanguardia Il Gesto, Boa e Phases. Nel corso degli anni, la passione per la scrittura aumentò, portandolo alla pubblicazione di numerosi libri, tra i quali Patafisica (1982), Automitobiografia (1983), Impariamo la pittura, Fantasia e realtà con Guttuso, Ecologia dell'arte[2][4].

Nel 1957 firmò il manifesto Contro lo stile e tenne la prima personale all'estero, presso la Gallery One di Londra; Nel 1959 partecipa con altri 15 pittori e con Franco Palumbo, G. Novelli, A. Perilli, M. Rotella, alla Prima Rassegna Documento dell'Arte Attuale nel Sud (Galleria San Carlo). nel 1959 aderì al Manifeste de Naples. Nel 1962 partecipò a New York alla mostra The Art of Assemblage, in occasione della quale conobbe Duchamp. Tra il 1963 e il 1966 trascorse molte tempo a Parigi, dove entrò a far parte del Collège de 'Pataphysique. Nel 1964 ottenne una sala personale alla Biennale di Venezia e nello stesso anno espose alla Triennale di Milano.

Sempre attento agli aspetti sociali del proprio lavoro, consacrò nel 1972 una grande tela ai "Funerali dell'anarchico Pinelli", dove riprese le proprie figure ispirate a Guernica ed i propri personaggi grotteschi e da parodia. Dopo 40 anni[5], l'opera è stata esposta al Palazzo Reale di Milano nell'estate 2012[6].

Il manifesto ed il bando di gara ufficiali del torneo San Giorgio su Legnano scacchi riportano la scultura Gli scacchi dell'artista, da sempre logo della manifestazione. Baj aveva deciso, come gesto di amicizia nei confronti degli organizzatori del torneo, di permettere gratuitamente la riproduzione della sua opera per pubblicizzare la competizione.

Nel 2023 opere di Baj sono state esposte nella collettiva PataAsemica presso la Stecca 3 di Milano. La mostra, a cura di Duccio Scheggi, Marco Garofalo e Giuseppe Calandriello, sviluppava un dialogo estetico-concettuale tra la Patafisica e la Scrittura asemica. [7].

L'archivio dell'artista è conservato presso l'Archivio del '900 del Mart di Rovereto[8].

Pensiero artistico[modifica | modifica wikitesto]

Baj ha aderito, nel corso della sua vita, a vari movimenti artistici che hanno fatto la storia del XX secolo: il Nouveau Réalisme, il Surrealismo, la Patafisica, il Movimento Nucleare

«Le forme si disintegrano: le nuove forme dell'uomo sono quelle dell'universo atomico. Le forze sono le cariche elettriche. La bellezza ideale non appartiene più ad una casta di stupidi eroi, né ai robot. Ma coincide con la rappresentazione dell'uomo nucleare e del suo spazio.[...] La verità non vi appartiene: è dentro l'atomo. La pittura nucleare documenta la ricerca di questa verità[9]»

Da tali scelte traspare immediatamente l'animo di questo artista e la sua capacità di eviscerare la realtà fino alle dimensioni atomiche, elaborandone un'interpretazione del tutto personale. Con l'utilizzo dei più disparati materiali, quali il legno, le stoffe, il meccano, i tubi idraulici, Baj ci ha consegnato una visione mostruosa del mondo, attraverso la moda come forma degradata dell'arte e attraverso l'incontrollabile progresso della tecnologia: ormai regina del genere umano, responsabile della sua robotizzazione e del moderno prevalere della forma sulla sostanza.

Attività artistica[modifica | modifica wikitesto]

Baj ha utilizzato tecniche diverse, dal dripping al collage, talvolta contemporaneamente insieme a intarsio e impiallacciatura, come nelle Modificazioni (1959-1960). Nelle Cravatte del 1967-1968 ha utilizzato materiali plastici. L'Apocalisse del 1978 è un puzzle tridimensionale che lo ha portato nuovamente ad avvicinarsi al teatro dopo le esperienze degli anni sessanta.

Il Surrealismo e il Dadaismo marcarono profondamente la sua opera; i collage fatti di materiali diversi (medaglie, bottoni, passamanerie, mescolati alla pittura) sono vicini da una parte all'opera di Kurt Schwitters e Francis Picabia, dall'altra risentono dello spirito di Alfred Jarry con il suo Ubu Roi[4].

Opere nei musei[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Martina Corgnati, Enrico Baj: opere 1951-2003: catalogo della mostra, Milano, Skira, 2003
  2. ^ a b c Pietro Bellasi, Enrico Baj, Milano, Electa, 1993
  3. ^ artnet, [1]
  4. ^ a b Enrico Baj, Patafisica: la scienza delle soluzioni immaginarie, Milano, Bompiani, 1982
  5. ^ Secondo Enrico Deaglio, G. Picone, Così quella bomba ha cambiato l'Italia, Il Mattino, 12 ottobre 2019, p. 16, "si sarebbe dovuto esporla il 17 maggio 1972, ma quel giorno ci fu l'assassinio di Calabresi".
  6. ^ Copia archiviata, su milano.mentelocale.it. URL consultato l'11 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2016).
  7. ^ settembre: patafisica & asemic writing a milano, su slowforward.net. URL consultato l'8 Settembre 2023.
  8. ^ Fondo Enrico Baj, su mart.tn.it. URL consultato il 5 luglio 2022.
  9. ^ Manifesto della Pittura nucleare, Bruxelles 1952

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Baj Enrico, Impariamo la pittura, Tutto ciò che serve per diventare un grande artista, o un allegro falsario, o un pittore che fa sul serio e vuole divertirsi, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1987, ISBN 88-17-13688-3
  • Baj Enrico, Cose, fatti, persone, Elèuthera, 1988, EAN 9788885861060
  • Baj Enrico, Cose dell'altro mondo, Elèuthera, 1990, EAN 9788885861138
  • Carlo Pirovano (a cura di), Baj, Enrico, in La pittura in Italia : Il Novecento/2 : 1945-1990, vol. 2, Milano, Electa, 1993, ISBN 88-435-3982-5.
  • Baj Enrico, Bajidromeccamologia, Enrico Crispolti (a cura di), testi di Gillo Dorfles, Marcello Faletra, Firenze, Morgana Edizioni, 2004, ISBN 88-89033-03-7
  • GiocaBaj, Enrico Crispolti (a cura di), testi di Enrico Baj, cofanetto con libro e puzzle, Firenze, Morgana Edizioni, 2005, ISBN 88-89033-04-5
  • Baj Enrico, Virilio Paul, discorso sull'orrore dell'arte, Milano, Elèuthera, 2002, ISBN 88-85060-60-9
  • Luciano Campanile e Roberta Cerini, Baj: dalla materia alla figura, Skira, 2010.
  • Giorgio Mascherpa (a cura di), Pinacoteca di pittura e scultura italiana moderna in Palazzo Ricci, Macerata, Carima - Cassa di risparmio della Provincia di Macerata, 1984.

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