Carlo Castelli (arcivescovo)

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Carlo Castelli, O.SS.C.A.
arcivescovo della Chiesa cattolica
Turris fortissima nomen Domini
 
Incarichi ricoperti
 
Nato20 marzo 1863 a Prospiano di Gorla Minore
Ordinato presbitero19 settembre 1885
Nominato vescovo14 novembre 1904 da papa Pio X
Consacrato vescovo7 dicembre 1904 dal cardinale Andrea Carlo Ferrari
Elevato arcivescovo14 luglio 1906 da papa Pio X
Deceduto8 febbraio 1933 (69 anni) a Fermo
 

Carlo Castelli (Gorla Minore, 20 marzo 1863Fermo, 8 febbraio 1933) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Prospiano, frazione di Gorla Minore, oggi in provincia di Varese e arcidiocesi di Milano, il 20 marzo 1863 da Dionigi e Angela Mari.[1]

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Nell'anno scolastico 1868-1869 si iscrisse presso le scuole elementari del Collegio "Rotondi" a Gorla Minore. Il 4 novembre 1875 vestì l'abito clericale ed entrò nel seminario minore di San Pietro martire a Seveso, dove completò il ginnasio. Frequentò i corsi filosofici a Monza e quelli teologici a Milano.[1]

Il 22 settembre 1885 fu ordinato presbitero e il giorno seguente celebrò la prima messa nella chiesa di Prospiano.

Dopo l'ordinazione fu nominato direttore spirituale del Collegio "De Filippi" di Arona. Dal 1894 ricoprì lo stesso ruolo presso il seminario minore a Seveso. A partire dall'anno scolastico 1895-1896 fu direttore del neonato collegio "Sant'Ambrogio" di Porlezza.

Nel 1901 fu nominato prevosto della basilica di San Giovanni Battista a Busto Arsizio e vicario foraneo dell'omonima pieve.[1]

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Vescovo di Bobbio[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 novembre 1904 papa Pio X lo nominò vescovo di Bobbio; succedette a Pasquale Morganti, nominato arcivescovo metropolita di Ravenna. Il 7 dicembre successivo ricevette l'ordinazione episcopale, con il vescovo Giovanni Mauri, nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano, dal cardinale Andrea Carlo Ferrari, coconsacranti l'arcivescovo Pasquale Morganti e il vescovo Francesco Ciceri.

A causa del mancato regio exequatur prese possesso della diocesi bobbiese soltanto l'8 dicembre 1905, a un anno dall'ordinazione.[1]

Nel 1906 diede avvio alla visita pastorale.

Arcivescovo di Fermo[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 luglio 1906 lo stesso papa lo nominò arcivescovo metropolita di Fermo; succedette a Roberto Papiri, deceduto il 31 marzo precedente. L'8 dicembre seguente prese possesso dell'arcidiocesi.

Tra le tante opere, il suo nome resta legato alla fondazione del ricreatorio "San Carlo" di Fermo, così chiamato sia in onore suo, che ne volle la nascita, sia di San Carlo Borromeo.[2]

Tra il 1929 e il 1931 ricoprì il ruolo di amministratore apostolico di Ancona e Numana.

Morì l'8 febbraio 1933 a Fermo; dopo le esequie venne sepolto nella cripta della cattedrale di Fermo.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Luigi Tovagliari, Frammenti di storia gorlese - I gorlesi illustri (PDF), su archiviostorico.comune.gorlamaggiore.va.it, giugno 1980, p. 6-10. URL consultato il 5 giugno 2019.
  2. ^ La storia del San Carlo, su farsiprossimo.org. URL consultato il 15 novembre 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Bobbio Successore
Pasquale Morganti, O.SS.C.A. 14 novembre 1904 – 14 luglio 1906 Luigi Maria Marelli, O.SS.C.A.
Predecessore Arcivescovo metropolita di Fermo Successore
Roberto Papiri 14 luglio 1906 – 8 febbraio 1933 Ercole Attuoni
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