Antonio Dal Fabbro

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Antonio Dal Fabbro
NascitaMilano, 10 luglio 1866
MorteBelluno, 8 febbraio 1929
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaGenio
CorpoServizio Aeronautico
GradoGenerale di divisione
GuerreGuerra di Abissinia
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Caporetto
Battaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Ordine Militare d'Italia 1911-1964[1]
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Antonio Dal Fabbro (Milano, 10 luglio 1866Belluno, 8 febbraio 1929) è stato un generale italiano, veterano della prima guerra mondiale dove fu autore, e realizzatore, su ordine del generale Luigi Cadorna, dei progetti di fortificazione del Massiccio del Monte Grappa e partecipò alla battaglia di Caporetto. Nel corso del primo conflitto mondiale fu comandante del genio della 15ª Divisione, del V e XVIII Corpo d'armata, della 6ª Armata e del Comando Truppe Altipiano (C.T.A.). Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Milano il 10 luglio 1866.[1] Arruolatosi nel Regio Esercito fu nominato sottotenente assegnato all'arma del genio, venendo promosso tenente nel 1888.[2] L'anno successivo fu assegnato in servizio presso il 4° Reggimenti genio pontieri, e trasferito nel 1893 alla direzione del genio di Verona.[2] Partecipò alla campagna d'Africa, e una volta rimpatriato alla fine del ciclo di operazioni venne assegnato alla direzione del genio di Messina[3] dove progettò e diresse la costruzione del Santuario di Antemare e della strada Peloritana.[2] Nel 1900 ritornò in servizio al 4º Reggimento genio pontieri, e nel 1901 fu promosso capitano a scelta per esami.[4] Nel 1903 è assegnato all'Ispettorato generale del genio e poi alla sottodirezione di Udine e quindi a quella di Belluno dove, dal 1905 fino allo scoppio della grande guerra, diresse la costruzione[N 1] dei forti di Cima Campo, Cima Lan e Lisser e delle difese campali nella val Brenta–Cismon.[5] Promosso maggiore a scelta per meriti eccezionali nel 1910, diviene tenente colonnello nel 1914. Allo scoppio delle ostilità con l'Impero austro-ungarico, il 24 maggio 1915, diviene comandante del genio della Fortezza Brenta–Cismon, e poi della 15ª Divisione del generale Luigi Lechantin.[2][5] Nel settembre dello stesso anno divenne comandante del genio del V Corpo d'armata (9 settembre 1915 al 22 aprile 1916) ed è promosso colonnello.[2] Nel marzo 1916 fu trasferito, in qualità di comandante del genio, al XVIII Corpo d'armata (22 aprile-7 giugno 1916), assume poi il comando del genio della 6ª Armata (1 dicembre 1916-15 aprile 1917).[2] Promosso colonnello brigadiere nel luglio 1917, è nominato comandante del genio del Comando Truppe Altipiano (C.T.A.) ricoprendo tale incarico tra il 20 settembre 1917 e il 28 febbraio 1918.[2] Insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia[1] nel marzo 1918 è trasferito presso il comando generale del genio in qualità di capo del 1° ufficio lavori, rimanendovi anche dopo la fine della guerra per assolvere il compito della ricostruzione dei territori bellunesi.[2] Promosso generale di brigata,[6] è messo a riposo dietro sua domanda il 1 marzo 1921, ed insignito del titolo di Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.[7] Promosso generale di divisione nella riserva nel 1927, si spense a Belluno l'8 febbraio 1929.[2] Una caserma di Giavera del Montello, provincia di Treviso, ha portato il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Con particolare perizia, con tenacia di propositi, superando molteplici difficoltà, diresse per 21 mesi il complesso dell'Altipiano di Asiago, compiendo opera grandiosa per la sua organizzazione difensiva concorrendo in tal modo efficacemente al buon risultato delle operazioni militari che colà si svolsero. Altopiano di Asiago, giugno 1916-marzo 1918.[1]»
— Regio Decreto 17 maggio 1919.[8]
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 30 maggio 1912.[9]
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 20 agosto 1923.
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Con l’ausilio dell'impresa Gorza Luigi di Feltre, con la quale si stipulavano delle scritture private per ogni singolo lavoro.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Dal Fabbro, Isabella Dal Fabbro e Leonardo Malatesta, L'Agordino dal 1915 al 1925 : tra guerra e ricostruzione, Feltre, Libreria Pilotto editrice, 2005.
  • Alessandro Fraschetti, Prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia dal 1884 al 1925, Roma, Stato Maggiore Aeronautica Ufficio Storico, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1936.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
Periodici
  • Leonardo Malatesta, Il generale Antonio Dal Fabbro e la ricostruzione militare nella provincia di Belluno, in Dolomiti, n. 6 Belluno, 2003.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]