Virus della encefalite trasmessa da zecche: differenze tra le versioni

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Il '''Flavivirus Tick-borne encephalitis virus''' ('''Flavirus dell'encefalite trasmessi da zecche''') è un gruppo di [[arbovirus]] della [[famiglia]] dei [[Flaviviridae]], [[Genere (tassonomia)|genere]] [[Flavivirus]], appartiene al IV gruppo dei [[virus (biologia)|virus]] a ((+) ss[[RNA]]).
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Esso è associato alla encefalite virale trasmessa dalle zecche.
Esso è associato alla encefalite virale trasmessa dalle zecche.


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== Vettori ==
== Vettori ==
Le zecche vettore sono:
Le zecche vettore appartengono tipicamente a generi della famiglia [[Ixodidae]] (zecche dure):
* [[Ixodidae]] (zecche dure)
:* [[Ixodes]] spp,
:* [[Dermacentor]] spp e
:* [[Haemaphysalis]] spp.
Le zecche sono oltre che vettori sono anche serbatoi per il virus perché sopravvivono anni. L'uomo è il principale ospite terminale insieme a piccoli animali selvatici, per lo più roditori che sono ospiti comuni.<ref name="pmid11531316">{{Cita pubblicazione|autore= Solomon T, Mallewa M |titolo= Dengue and other emerging flaviviruses |rivista= J. Infect. |volume= 42 |numero= 2 |pp= 104–15 |anno= 2001 |pmid= 11531316 | doi = 10.1053/jinf.2001.0802 }}</ref>


* [[Ixodes]] spp,
I piccoli mammiferi come i roditori sono ospiti e danno una virus amplificazione per il loro alto tasso riproduttivo. Gli esseri umani sono infetti sporadicamente, sia da una puntura di zecca o per l'ingestione di latte o prodotti lattiero-caseari infetti. Altri mammiferi (ad esempio ruminanti) possono anche essere infettati, ma il più delle volte non mostrano segni clinici.<ref name="pmid26601448">{{Cita pubblicazione|autore= Valarcher JF, Hägglund S, Juremalm M, Blomqvist G, Renström L, Zohari S, Leijon M, Chirico J |titolo= Tick-borne encephalitis |rivista= Rev. - Off. Int. Epizoot. |volume= 34 |numero= 2 |pp= 453–66 |anno= 2015 |pmid= 26601448 }}</ref>
* Dermacentor spp
* Haemaphysalis spp.

Le zecche oltre che vettori sono anche serbatoi di riserva del virus in grado di garantirne la persistenza nell’ambiente oltre il periodo di attività della zecca tramite la trasmissione transovarica (l'infezione si trasmette attraverso le uova dalla madre alla prole), transtadiale (da larva a ninfe e / o da ninfe ad adulto), per ''co-feeding'' (zecca che effettua il pasto di sangue accanto ad un’altra infetta)i . L'uomo è il principale ospite terminale insieme a piccoli animali selvatici, per lo più roditori, che sono ospiti comuni.<ref name="pmid11531316">{{Cita pubblicazione|autore= Solomon T, Mallewa M |titolo= Dengue and other emerging flaviviruses |rivista= J. Infect. |volume= 42 |numero= 2 |pp= 104–15 |anno= 2001 |pmid= 11531316 | doi = 10.1053/jinf.2001.0802 }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cdc.gov/vhf/tbe/transmission/index.html|titolo=Transmission {{!}} Tick-borne Encephalitis (TBE) {{!}} CDC|sito=www.cdc.gov|lingua=en-us|accesso=2018-07-14}}</ref>

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== Virologia ==
== Virologia ==
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# '''Sottotipo dell'Estremo Oriente''': Presente principalmente in Russia ad est degli Urali e in alcune parti della Cina, Giappone e Corea, portatori di questo sottotipo è [[Ixodes persulcatus]], la letalità di questo sottotipo arriva fino al 20%.
# '''Sottotipo dell'Estremo Oriente''': Presente principalmente in Russia ad est degli Urali e in alcune parti della Cina, Giappone e Corea, portatori di questo sottotipo è [[Ixodes persulcatus]], la letalità di questo sottotipo arriva fino al 20%.
# '''Sottotipo occidentale''': Presente in Europa centrale, orientale e Nord Europa, vettore è [[Ixodes ricinus]], la letalità arriva fino al 2%
# '''Sottotipo occidentale''': Presente in Europa centrale, orientale e Nord Europa, vettore è [[Ixodes ricinus]], la letalità arriva fino al 2%

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I Flavivirus della encefalite trasmessa da zecche sono un gruppo di arbovirus della famiglia dei Flaviviridae, genere Flavivirus, appartiene al IV gruppo dei virus a ((+) ssRNA). Esso è associato alla encefalite virale trasmessa dalle zecche.

Il virus fa parte dei flavivirus patogeni per l'uomo.[1]

Vettori

Le zecche vettore appartengono tipicamente a generi della famiglia Ixodidae (zecche dure):

  • Ixodes spp,
  • Dermacentor spp
  • Haemaphysalis spp.

Le zecche oltre che vettori sono anche serbatoi di riserva del virus in grado di garantirne la persistenza nell’ambiente oltre il periodo di attività della zecca tramite la trasmissione transovarica (l'infezione si trasmette attraverso le uova dalla madre alla prole), transtadiale (da larva a ninfe e / o da ninfe ad adulto), per co-feeding (zecca che effettua il pasto di sangue accanto ad un’altra infetta)i . L'uomo è il principale ospite terminale insieme a piccoli animali selvatici, per lo più roditori, che sono ospiti comuni.[2][3]

I piccoli mammiferi come i roditori sono ospiti e danno una virus amplificazione per il loro alto tasso riproduttivo. Gli esseri umani sono infettati sporadicamente, sia da una puntura di zecca o per l'ingestione di latte non pastorizzato o suoi prodotti lattiero-caseari.[4][5][6] Altri mammiferi (ad esempio ruminanti) possono anche essere infettati, ma il più delle volte non mostrano segni clinici.[7]

Virologia

Questo virus ha un genoma d tipo a singolo filamento di RNA positivo ((ss) (+) RNA], esso può essere distinto dai tre sottotipi:[8]

  1. Sottotipo dell'Estremo Oriente: Presente principalmente in Russia ad est degli Urali e in alcune parti della Cina, Giappone e Corea, portatori di questo sottotipo è Ixodes persulcatus, la letalità di questo sottotipo arriva fino al 20%.
  2. Sottotipo occidentale: Presente in Europa centrale, orientale e Nord Europa, vettore è Ixodes ricinus, la letalità arriva fino al 2%
  3. Sottotipo Siberiano Presente in siberia, vettore è Ixodes persulcatus;

Il capside virale è composto di tre proteine strutturali :

  • proteine di rivestimento E
  • proteina del core C
  • proteina di membrana

La glicoproteina E svolge un ruolo centrale nella biologia delle infezioni ed è responsabile del legame e della penetrazione nella cellula bersaglio.

Altri virus assimilabili trasmessi da zecche sono:

Clinica

I virus provocano encefaliti, con una fase iniziale con febbre, mal di testa e mialgia. Nei casi più gravi segue dopo circa una settimana dalla apparente guarigione clinica una seconda fase della malattia con meningoencefalite o mielite. Questa ultima tende a causare paralisi flaccida dell'arto superiore e della spalla dei muscoli respiratori. Il coinvolgimento bulbare (tronco cerebrale) porta ad insufficienza respiratoria e quindi la morte.[2] Si ritrova nel liquido cerebrospinale la presenza di neutrofili, con una leucocitosi periferica indicativo di meningite.[2]

Note

  1. ^ Gould EA, Solomon T, Pathogenic flaviviruses, in Lancet, vol. 371, n. 9611, 2008, pp. 500–9, DOI:10.1016/S0140-6736(08)60238-X, PMID 18262042.
  2. ^ a b c Solomon T, Mallewa M, Dengue and other emerging flaviviruses, in J. Infect., vol. 42, n. 2, 2001, pp. 104–15, DOI:10.1053/jinf.2001.0802, PMID 11531316.
  3. ^ (EN) Transmission | Tick-borne Encephalitis (TBE) | CDC, su www.cdc.gov. URL consultato il 14 luglio 2018.
  4. ^ (EN) Neda Hudopisk, Miša Korva e Evgen Janet, Tick-borne Encephalitis Associated with Consumption of Raw Goat Milk, Slovenia, 2012, in Emerging Infectious Diseases, vol. 19, n. 5, 2013-05, DOI:10.3201/eid1905.121442. URL consultato il 14 luglio 2018.
  5. ^ Heidemarie Holzmann, Stephan W. Aberle e Karin Stiasny, Tick-borne encephalitis from eating goat cheese in a mountain region of Austria, in Emerging Infectious Diseases, vol. 15, n. 10, 2009-10, pp. 1671–1673, DOI:10.3201/eid1510.090743. URL consultato il 14 luglio 2018.
  6. ^ Danielle K. Offerdahl, Niall G. Clancy e Marshall E. Bloom, Stability of a Tick-Borne Flavivirus in Milk, in Frontiers in Bioengineering and Biotechnology, vol. 4, 11 maggio 2016, DOI:10.3389/fbioe.2016.00040. URL consultato il 14 luglio 2018.
  7. ^ Valarcher JF, Hägglund S, Juremalm M, Blomqvist G, Renström L, Zohari S, Leijon M, Chirico J, Tick-borne encephalitis, in Rev. - Off. Int. Epizoot., vol. 34, n. 2, 2015, pp. 453–66, PMID 26601448.
  8. ^ Lindquist L, Vapalahti O, Tick-borne encephalitis, in Lancet, vol. 371, n. 9627, 2008, pp. 1861–71, DOI:10.1016/S0140-6736(08)60800-4, PMID 18514730.

Bibliografia

Testi

Riviste

Voci correlate

Collegamenti esterni

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