Disturbo da deficit di attenzione/iperattività: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Atarubot (discussione | contributi)
m fix parametri in cita web e cita libro using AWB
+fisiopatologia
Riga 106: Riga 106:
*disturbi relativi all'[[ansia]]: si è riscontrato essere comune nelle ragazze con diagnosi di sottotipo caratterizzato da disattenzione di ADHD.<ref>Bauermeister, J., Shrout, P., Chávez, L., Rubio-Stipec, M., Ramírez, R., Padilla, L., et al. (2007, August). ADHD and gender: are risks and sequela of ADHD the same for boys and girls?. Journal of Child Psychology & Psychiatry, 48(8), 831-839.</ref>
*disturbi relativi all'[[ansia]]: si è riscontrato essere comune nelle ragazze con diagnosi di sottotipo caratterizzato da disattenzione di ADHD.<ref>Bauermeister, J., Shrout, P., Chávez, L., Rubio-Stipec, M., Ramírez, R., Padilla, L., et al. (2007, August). ADHD and gender: are risks and sequela of ADHD the same for boys and girls?. Journal of Child Psychology & Psychiatry, 48(8), 831-839.</ref>
* [[disturbo ossessivo-compulsivo]]: si ritiene ci sia una componente genetica comune tra tale disturbo e l'ADHD.<ref name="UTP2008" />
* [[disturbo ossessivo-compulsivo]]: si ritiene ci sia una componente genetica comune tra tale disturbo e l'ADHD.<ref name="UTP2008" />

== Fisiopatologia ==

=== Struttura del cervello ===

[[File:Illu cerebrum lobes.jpg|thumb|Diagramma di un [[cervello]] umano.]]

La [[fisiopatologia]] dell'ADHD non è chiara, essendoci allo stato attuale un certo numero di spiegazioni concorrenti.<ref name=UTP2008/> È stato osservato che nei bambini con ADHD vi è una generale riduzione di volume del cervello, con una diminuzione proporzionalmente maggiore nel lato sinistro della [[corteccia prefrontale]].<ref name=Krain2006>{{Cite journal |last1=Krain|first1=Amy |year=2006 |title=Brain development and ADHD |journal=Clinical Psychology Review |volume=26 |issue=4 |pages=433–444 |id= |url=|doi=10.1016/j.cpr.2006.01.005 |pmid=16480802 |last2=Castellanos |first2=AL |last3=Castellanos |first3=FX}}</ref> Sembrano che siano coinvolti nella condizione anche i percorsi cerebrali che collegano la corteccia prefrontale e il [[corpo striato]]. Questo suggerisce che la disattenzione, l'iperattività e l'impulsività possono riflettere una [[disfunzione del lobo frontale]] con ulteriori regioni, come il [[cervelletto]], che possono essere implicate.<ref name=Krain2006/> Altre strutture cerebrali legate all'attenzione sono state trovati differenti tra le persone con e senza ADHD.<ref name="pmid22169776">{{cite journal |author=Castellanos FX, Proal E |title=Large-scale brain systems in ADHD: beyond the prefrontal-striatal model |journal=Trends Cogn. Sci. (Regul. Ed.) |volume=16 |issue=1 |pages=17–26 |year=2012 |month=January |pmid=22169776|pmc=3272832 |doi=10.1016/j.tics.2011.11.007 |url=}}</ref><ref name="pmid22983386">{{cite journal |author=Cortese S, Kelly C, Chabernaud C, ''et al.'' |title=Toward systems neuroscience of ADHD: a meta-analysis of 55 fMRI studies |journal=Am J Psychiatry |volume=169 |issue=10 |pages=1038–55|year=2012 |month=October |pmid=22983386 |doi=10.1176/appi.ajp.2012.11101521 |url=}}</ref>

=== Neurotrasmettitori ===

In precedenza si pensava che l'elevato numero di [[trasportatori della dopamina]] in soggetti con ADHD facesse parte della sua fisiopatologia, ma sembra che i numeri elevati siano causati dall'adattamento all'esposizione a sostanze stimolanti.<ref name="pmid22294258">{{cite journal |author=Fusar-Poli P, Rubia K, Rossi G, Sartori G, Balottin U |title=Striatal dopamine transporter alterations in ADHD: pathophysiology or adaptation to psychostimulants? A meta-analysis |journal=Am J Psychiatry |volume=169 |issue=3 |pages=264–72 |year=2012 |month=March |pmid=22294258 |doi=10.1176/appi.ajp.2011.11060940 |url=}}</ref> Le persone con ADHD possono avere una bassa soglia di eccitazione e compensare questo con maggiori [[stimolo|stimoli]], condizione che a sua volta provoca la perdita di attenzione e aumenta il comportamento iperattivo. La ragione di questo è dovuta alle anomalie nel modo in cui il sistema della [[dopamina]] risponde alla stimolazione.<ref>{{Cite journal|author=Sikström S, Söderlund G |title=Stimulus-dependent dopamine release in attention-deficit/hyperactivity disorder |journal=Psychol Rev |volume=114 |issue=4 |pages=1047–75 |year=2007 |month=October |pmid=17907872 |doi=10.1037/0033-295X.114.4.1047 |url=http://content.apa.org/journals/rev/114/4/1047}}</ref> Vi possono essere inoltre anomalie nei percorsi adrenergici, serotoninergici e colinergici o nicotinergici.<ref name="Kooij-2010"/><ref name="Cortese-2012">{{Cite journal | last1 = Cortese | first1 = S. | title = The neurobiology and genetics of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (ADHD): what every clinician should know | journal = Eur J Paediatr Neurol | volume = 16 | issue = 5 | pages = 422–33 | month = Sep | year = 2012 | doi = 10.1016/j.ejpn.2012.01.009 | pmid = 22306277 }}</ref>

=== Funzione esecutiva ===

Una teoria suggerisce che i sintomi derivino da un deficit nelle funzioni esecutive.<ref name="Brown-2008"/> Per funzioni esecutive ci si riferisce a una serie di processi mentali che sono necessari per regolamentare, controllare e gestire le attività della vita quotidiana.<ref name="Brown-2008"/> Alcuni di questi disturbi comprendono: problemi con le capacità organizzative, problemi nell'organizzazione del proprio tempo, eccessiva procrastinazione, problemi di concentrazione, nella velocità di elaborazione, nella regolazione delle emozioni, nell'uso della [[memoria di lavoro]] e deficit nella [[memoria a breve termine]].<ref name="Brown-2008"/> Gli individui con ADHD presentano comunque una discreta [[memoria a lungo termine]].<ref name="Brown-2008"/> I criteri per determinare un deficit funzionale sono soddisfatti nel 30-50% dei bambini e adolescenti con deficit di attenzione e iperattività.<ref>{{cite journal | pmid=20406332 | title=Validating neuropsychological subtypes of ADHD: how do children with and without an executive function deficit differ? | author=Lambek R, Tannock R, Dalsgaard S, Trillingsgaard A, Damm D, Thomsen PH |journal=Journal of Child Psychology and Psychiatry | year=2010 | volume=51 | issue=8 | pages=895–904 | doi=10.1111/j.1469-7610.2010.02248.x}}</ref> Uno studio ha dimostrato che l'80% dei soggetti con ADHD presentava almeno un deficit in una funzione esecutiva, rispetto al 50% delle persone che non mostravano la condizione.<ref name="Nigg-2005">{{Cite journal | last1 = Nigg | first1 = JT. | last2 = Willcutt | first2 = EG. | last3 = Doyle | first3 = AE. | last4 = Sonuga-Barke | first4 = EJ. | title = Causal heterogeneity in attention-deficit/hyperactivity disorder: do we need neuropsychologically impaired subtypes? | format = PDF |url =http://pingpong.ki.se/public/pp/public_courses/course07292/published/0/resourceId/0/content/Nigg_etal_2005%20%28Thorell%29.pdf| journal = Biol Psychiatry | volume = 57 | issue = 11 | pages = 1224–30 | month = Jun | year = 2005 | doi = 10.1016/j.biopsych.2004.08.025 | pmid = 15949992 }}</ref> Per via della maturazione del cervello e delle crescenti esigenze di controllo esecutivo, i deficit dell'ADHD possono non manifestarsi pienamente fino all'adolescenza o all'inizio dell'età adulta.<ref name="Brown-2008">{{Cite journal | last1 = Brown | first1 = TE. | title = ADD/ADHD and Impaired Executive Function in Clinical Practice | journal = Curr Psychiatry Rep | volume = 10 | issue = 5 | pages = 407–11 | month = Oct | year = 2008 | doi = 10.1007/s11920-008-0065-7| pmid = 18803914 }}</ref>


==Diagnosi==
==Diagnosi==
Riga 117: Riga 133:
#ADHD di tipo combinato
#ADHD di tipo combinato
#ADHD con predominanza di disattenzione/distrazione
#ADHD con predominanza di disattenzione/distrazione
#ADHD con predominanza di iperattività/impulsività<ref>[http://www.adhd.org.au/ Adults with ADHD, adults with ADD<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
#ADHD con predominanza di iperattività/impulsività


==Trattamento dell'ADHD==
==Trattamento dell'ADHD==

Versione delle 14:33, 12 ott 2013

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Sindrome da deficit di attenzione e iperattività
Un bambino con ADHD trova maggior difficoltà nel concentrarsi e nel completare i propri compiti scolastici.
Specialitàpsichiatria e neuropsichiatria infantile
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM314.00, 314.01
ICD-10F90
OMIM143465, 608903, 608904, 608905, 608906, 612311 e 612312
MeSHD001289
MedlinePluswillem
eMedicine289350 e 912633

ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), è la sigla della sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Il Disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con uno o più altri disturbi (fenomeno definito comorbilità). La coesistenza di più disturbi aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia. Quelli più frequentemente associati sono il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.), i disturbi d'ansia e, con minore frequenza, la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da tic, il disturbo bipolare.[1]

Per la normalizzazione del comportamento di alcuni pazienti iperattivi e con deficit d'attenzione si sono rivelati efficaci, unitamente a terapie comportamentali, a cambiamenti dello stile di vita e ad interventi psicoterapeutici anche trattamenti con farmaci contenenti metilfenidato o atomoxetina[2]. Ma critiche sono state mosse sull'uso di questi medicinali.

L'8 marzo 2007 l'Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato l'uso di tali presidi terapeutici anche in Italia [3]. I farmaci devono rientrare nell’ambito di un programma di terapia multimodale monitorato dal Registro nazionale tenuto dall'Istituto Superiore di Sanità.[2].

In Italia gli adolescenti e i bambini in cura, all'aprile 2010, sono circa 1600 (dato cumulativo) [2].

Cenni storici

Rappresentazione grafica di una molecola di metilfenidato, un farmaco introdotto negli anni 1950 per trattare la condizione.

L'iperattività è stata a lungo parte della condizione umana. Sir Alexander Crichton parlava di "irrequietezza mentale" nel suo libro An inquiry into the nature and origin of mental derangement scritto nel 1798.[4][5] La sindrome da deficit di attenzione e iperattività è stata descritta chiaramente da George Still nel 1902.[6] La terminologia utilizzata per descrivere la condizione è cambiata nel tempo: nella prima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali - DSM-I (1952) veniva conosciuta come "disfunzione cerebrale minima" , nel DSM -II (1968) prese il nome di "reazione ipercinetica dell'infanzia", il DSM-III (1980) la definiva "disturbo da deficit dell'attenzione (ADD ), con o senza iperattività".[6] Questa terminologia è stata cambiata nel 1987 con il DSM-III che gli ha dato il nome attuale, mentre il DSM-IV nel 1994 ha diviso la diagnosi in tre sottotipi: tipo disattento, tipo iperattivo-impulsivo e di tipo combinato.[7]

L'uso di stimolanti per curare la condizione è stato descritto nel 1937.[8] Nel 1930, la miscela di benzedrina e anfetamine è stato il primo farmaco approvato per l'uso negli Stati Uniti. Il metilfenidato è stato introdotto nel 1950, e la destroanfetamina nel 1970.[6]

Epidemiologia

Si ritiene che la sindrome da deficit di attenzione e iperattività interessi circa il 6-7% dei giovani al di sotto dei 18 anni di età, quando la diagnosi viene fatta attraverso i criteri del DSM-IV.[9] Quando viene diagnosticata attraverso i criteri formulati dall'ICD-10, la stima è tra l'1% e il 2%.[10] I bambini del Nord America sembrano presentare un tasso della condizione più alto rispetto ai loro coetanei dell'Africa e del Medio Oriente, tuttavia, si ritiene che queste differenze siano attribuibili ai diversi metodi diagnostici utilizzati nelle diverse aree del mondo, piuttosto che una differenza reale.[11] Infatti, alcuni studi hanno evidenziato che se si usassero gli stessi metodi diagnostici, i tassi sarebbero più o meno equiparabili tra i diversi paesi.[12] La condizione viene diagnosticata circa tre volte più spesso nei maschi rispetto che nelle femmine.[13][14] La differenza tra i sessi può riflettere sia una differenza nella suscettibilità o che le femmine con la sindrome abbiano una probabilità minore di avere una diagnosi rispetto ai maschi.[15]

Il numero di diagnosi e di trattamenti è in costante aumento dal 1970, sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti. Ciò probabilmente si spiega principalmente a causa dei cambiamenti nel modo in cui viene diagnosticata la condizione[16] e come sia più frequente il ricorso alla cura farmacologica, piuttosto che ad un cambiamento nella frequenza di presentazione della condizione.[10] Si ritiene che le modifiche ai criteri diagnostici introdotti nel 2013 con l'uscita del DSM V aumenterà la percentuale di persone con deficit di attenzione e iperattività, soprattutto nella popolazione adulta.[17]

Le cause del disturbo

Una specifica causa dell'ADHD non è ancora nota.[18] Ci sono tuttavia una serie di fattori che possono contribuire a far nascere o fare esacerbare l'ADHD. Tra questi ci sono fattori genetici e le condizioni sociali e fisiche del soggetto.

Secondo la maggior parte dei ricercatori e sulla base degli studi degli ultimi quarant'anni il disturbo si ritiene abbia una causa genetica. Studi su gemelli hanno evidenziato che l'ADHD ha un alto fattore ereditario (circa il 75% dei casi)[19][20]. Altri fattori sono legati alla morfologia cerebrale, o anche possono essere legati a fattori prenatali e perinatali o a fattori traumatici.[21]

L'ADHD si presenta tipicamente nei bambini[22] (si stima che, nel mondo, colpisca tra il 3% e il 5% dei bambini[23][24]) con un percentuale variabile tra il 30 e il 50% di soggetti che continuano ad avere sintomi in età adulta[25][26] Si stima che il 4,7% di statunitensi adulti conviva con l'ADHD[27].

Studi sui gemelli hanno mostrato che tra il 9% e il 20% dei casi di malattia può essere attribuito a fattori ambientali.[28] I fattori ambientali includono l'esposizione ad alcol e fumo durante la gravidanza e i primissimi anni di vita.[29] La relazione tra tabacco e ADHD può essere trovata nel fatto che la nicotina causa ipossia nel feto.[30] Complicanze durante la gravidanza e il parto possono inoltre giocare un ruolo nell'ADHD.[31] Le infezioni (ad esempio la varicella) prese durante la gravidanza, alla nascita o nei primi anni di vita sono un fattore di rischio per l'ADHD.[32][33]

La World Health Organization afferma che la diagnosi di ADHD può fare emergere disfunzioni all'interno della famiglia o nel sistema educativo o anche patologie psicologiche in singoli individui.[34] Altri ricercatori ritengono che i rapporti con chi si prende cura dei bambini ha un effetto profondo sulle capacità di autoregolamentazione e di attenzione. Uno studio su bambini in affido ha riscontrato che un numero elevato di loro mostrava sintomi molto simili all'ADHD.[35] I ricercatori hanno inoltre riscontrato elementi tipici dell'ADHD nei bambini che hanno sofferto violenze e abusi.[19]

Sintomatologia

Disattenzione, iperattività e impulsività sono gli elementi chiave nel comportamento di soggetti colpiti da ADHD. I sintomi dell'ADHD sono difficili da definire poiché è difficoltoso tracciare una linea che demarchi i normali livelli di disattenzione, iperattività e impulsività da quelli che normali non sono e per i quali si richiede un intervento medico.[36] Affinché possa essere diagnosticato l'ADHD occorre una osservazione dei sintomi in due situazioni diverse per almeno sei mesi al fine di valutare se determinati tratti comportamentali siano diversi da quelli degli altri bambini della stessa età[37].

I sintomi consentono una classificazione in base alla prevalenza di elementi di iperattività-impulsività o di disattenzione o di elementi combinati dell'uno e dell'altro (cosiddetto sottotipo combinato)[36].

La predominanza di sintomi di distrazione/disattenzione può includere:[38]

  • l'essere facilmente distratti, perdere i dettagli, dimenticare le cose, e spesso passare da un'attività all'altra
  • l'avere difficoltà a concentrarsi su una cosa
  • l'essere annoiato con un compito, dopo pochi minuti, a meno che si stia facendo qualcosa di divertente
  • l'avere difficoltà a focalizzare l'attenzione sull'organizzazione e completamento di un compito o nell'imparare qualcosa di nuovo
  • l'avere difficoltà a completare o svolgere compiti a casa, spesso perdendo le cose (per esempio, matite, giocattoli, compiti) necessarie per completare le attività
  • non sembra ascoltare quando gli si parla
  • sognare ad occhi aperti, facilmente andare in confusione e muoversi lentamente
  • l'avere difficoltà di elaborazione delle informazioni con la stessa rapidità e precisione degli altri
  • difficoltà a seguire le istruzioni.

La predominanza di iperattività-impulsività può includere:[38]

  • dimenarsi e contorcersi da seduti
  • parlare senza sosta
  • toccare o giocare con qualsiasi cosa sia a portata di mano
  • avere difficoltà a star seduti durante la cena, la scuola ecc..
  • essere costantemente in movimento
  • avere difficoltà a svolgere compiti o attività tranquille.

A queste si possono aggiungere ulteriori manifestazioni di impulsività:[38]

  • essere molto impaziente
  • proferire commenti inappropriati, mostrando le proprie emozioni senza inibizioni, e agire senza tener conto delle conseguenze
  • avere difficoltà nell'attendere cose che si vogliono o attendere il proprio turno di gioco
  • ridere spesso, con o senza un motivo reale

La maggior parte delle persone mostra alcuni di questi comportamenti, ma non nella misura in cui tali comportamenti interferiscono significativamente con il lavoro di una persona, le relazioni, o lo studio. I disturbi principali sono coerenti anche in diversi contesti culturali.[39]

I sintomi possono permanere anche in età adulta per circa la metà dei bambini ai quali è stato diagnosticato l'ADHD anche se tale stima è difficoltosa stante la mancanza di criteri diagnostici ufficiali per gli adulti.[36] I sintomi di ADHD negli adolescenti possono differire da quelli dei bambini stante i processi di adattamento appresi durante il processo di socializzazione.[40]

Nel 2009 uno studio ha rilevato che i bambini con ADHD si agitano molto, perché questo li aiuta a stare sufficientemente focalizzati per completare compiti impegnativi.[41][42]

Problemi relazionali

Per quanto riguarda i problemi relazionali, i genitori, gli insegnanti e gli stessi coetanei concordano che i bambini con ADHD hanno anche problemi nelle relazioni interpersonali (Pelham e Millich 1984). Vari studi di tipo sociometrico hanno confermato che bambini affetti da deficit di attenzione con o senza iperattività:

  • ricevono minori apprezzamenti e maggiori rifiuti dai loro compagni di scuola o di gioco (Carlson et al, 1987);
  • pronunciano un numero di frasi negative nei confronti dei loro compagni dieci volte superiori rispetto agli altri;
  • presentano un comportamento aggressivo tre volte superiore (Pelham e Bender, 1982);
  • non rispettano o non riescono a rispettare le regole di comportamento in gruppo e nel gioco;
  • laddove il bambino con ADHD assume un ruolo attivo riesce ad essere collaborante, cooperativo e volto al mantenimento delle relazioni di amicizia;
  • laddove, invece, il loro ruolo diventa passivo e non ben definito, essi diventano più contestatori e incapaci di comunicare proficuamente con i coetanei.

Altri disturbi

All'ADHD possono accompagnarsi altri disturbi come l'ansia o la depressione. Tali elementi possono complicare notevolmente la diagnosi e il trattamento. Studi accademici e ricerca in ambito pratico suggeriscono che la depressione nell'ADHD sembra incrementarsi nei bambini parallelamente alla loro crescita, con un più alto tasso di crescita nelle ragazze che nei ragazzi. Quando un disturbo dell'umore complica l'ADHD sarebbe più auspicabile trattare prima il disturbo dell'umore anche se i genitori dei bambini che hanno ADHD spesso desiderano che sia trattato prima l'ADHD, dato che la risposta al trattamento è più veloce.[43]

Disattenzione e comportamento iperattivo non sono gli unici problemi nei bambini con ADHD. ADHD esiste da solo, senza altra patologia, in circa un terzo dei bambini diagnosticati. Molte condizioni co-esistenti, richiedono altri tipi di trattamento e dovrebbero essere diagnosticate separatamente invece di essere raggruppati nella diagnosi di ADHD.

Alcune delle condizioni associate sono:

  • Disturbo oppositivo provocatorio (Oppositional defiant disorder - ODD) (35%) e disturbo del comportamento (26%) che sono caratterizzati da comportamenti antisociali come ostinazione, aggressività, frequenti attacchi di collera, inganno, la menzogna, o il rubare,[44] e che sono collegati con il disturbo antisociale della personalità (ASPD).
  • Disturbo borderline di personalità che secondo uno studio su 120 pazienti di sesso femminile è risultato associato all'ADHD nel 70% dei casi[45]
  • disturbo primario della vigilanza (intesa come attenzione), caratterizzata da scarsa attenzione e concentrazione, così come la difficoltà rimanere svegli. Questi bambini tendono ad agitarsi, sbadigliare e sembrano essere iperattivi al fine di rimanere vigili e attivi[44]
  • disturbi dell'umore: i ragazzi con diagnosi di sottotipo combinato hanno dimostrato di soffrire di questo tipo di disturbo.[46]
  • disturbi bipolari: il 25% dei bambini con ADHD soffrono di disturbo bipolare. I bambini con questa combinazione possono palesare più aggressività e problemi comportamentali rispetto a quelli affetti solo da ADHD.[44]
  • disturbi relativi all'ansia: si è riscontrato essere comune nelle ragazze con diagnosi di sottotipo caratterizzato da disattenzione di ADHD.[47]
  • disturbo ossessivo-compulsivo: si ritiene ci sia una componente genetica comune tra tale disturbo e l'ADHD.[44]

Fisiopatologia

Struttura del cervello

Diagramma di un cervello umano.

La fisiopatologia dell'ADHD non è chiara, essendoci allo stato attuale un certo numero di spiegazioni concorrenti.[44] È stato osservato che nei bambini con ADHD vi è una generale riduzione di volume del cervello, con una diminuzione proporzionalmente maggiore nel lato sinistro della corteccia prefrontale.[48] Sembrano che siano coinvolti nella condizione anche i percorsi cerebrali che collegano la corteccia prefrontale e il corpo striato. Questo suggerisce che la disattenzione, l'iperattività e l'impulsività possono riflettere una disfunzione del lobo frontale con ulteriori regioni, come il cervelletto, che possono essere implicate.[48] Altre strutture cerebrali legate all'attenzione sono state trovati differenti tra le persone con e senza ADHD.[49][50]

Neurotrasmettitori

In precedenza si pensava che l'elevato numero di trasportatori della dopamina in soggetti con ADHD facesse parte della sua fisiopatologia, ma sembra che i numeri elevati siano causati dall'adattamento all'esposizione a sostanze stimolanti.[51] Le persone con ADHD possono avere una bassa soglia di eccitazione e compensare questo con maggiori stimoli, condizione che a sua volta provoca la perdita di attenzione e aumenta il comportamento iperattivo. La ragione di questo è dovuta alle anomalie nel modo in cui il sistema della dopamina risponde alla stimolazione.[52] Vi possono essere inoltre anomalie nei percorsi adrenergici, serotoninergici e colinergici o nicotinergici.[53][54]

Funzione esecutiva

Una teoria suggerisce che i sintomi derivino da un deficit nelle funzioni esecutive.[55] Per funzioni esecutive ci si riferisce a una serie di processi mentali che sono necessari per regolamentare, controllare e gestire le attività della vita quotidiana.[55] Alcuni di questi disturbi comprendono: problemi con le capacità organizzative, problemi nell'organizzazione del proprio tempo, eccessiva procrastinazione, problemi di concentrazione, nella velocità di elaborazione, nella regolazione delle emozioni, nell'uso della memoria di lavoro e deficit nella memoria a breve termine.[55] Gli individui con ADHD presentano comunque una discreta memoria a lungo termine.[55] I criteri per determinare un deficit funzionale sono soddisfatti nel 30-50% dei bambini e adolescenti con deficit di attenzione e iperattività.[56] Uno studio ha dimostrato che l'80% dei soggetti con ADHD presentava almeno un deficit in una funzione esecutiva, rispetto al 50% delle persone che non mostravano la condizione.[57] Per via della maturazione del cervello e delle crescenti esigenze di controllo esecutivo, i deficit dell'ADHD possono non manifestarsi pienamente fino all'adolescenza o all'inizio dell'età adulta.[55]

Diagnosi

L'ADHD è diagnosticato attraverso un assessment psichiatrico; al fine di escludere altre potenziali cause possono essere svolti esami fisici, radiologici e test di laboratorio.[58]

In nord America, il DSM-IV è spesso usato come base per la diagnostica mentre in Europa viene più utilizzato l'ICD-10. Utilizzando i criteri del DSM-IV una diagnosi di ADHD è più probabile rispetto all'utilizzo del ICD-10.[14] Tuttavia, nella pratica clinica, la diagnosi si basa anche su diversi altri elementi che quelli contenuti nei manuali. Sono infatti tenuti in considerazione l'ambiente in cui si muove il bambino, la scuola e altri fattori sociali.[59]

Molti dei sintomi di ADHD si verificano di volta in volta in tutti ma in pazienti affetti da ADHD, la frequenza di questi sintomi è più grande e la qualità della vita dei pazienti è drasticamente ridotta. L'analisi deve avere riguardo a molteplici ambienti e situazioni per addivenire a una diagnosi di ADHD.[37]

Come per molti disturbi psichiatrici e medici, la diagnosi convenzionale è fatta da un professionista qualificato nel settore sulla base di un determinato numero di criteri. Negli Stati Uniti questi criteri sono stabiliti dalla American Psychiatric Association nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV), 4 ª edizione. Sulla base dei criteri del DSM-IV elencati qui di seguito, sono classificati tre tipi di ADHD :

  1. ADHD di tipo combinato
  2. ADHD con predominanza di disattenzione/distrazione
  3. ADHD con predominanza di iperattività/impulsività

Trattamento dell'ADHD

I metodi per trattare l'ADHD spesso coinvolgono una combinazione di fattori: terapie comportamentali, cambiamenti dello stile di vita, interventi clinico-psicologici e farmaci. Uno studio del 2005 rileva che il trattamento farmacologico unito al focus sui comportamenti è il metodo più efficace per la cura dell'ADHD[60]

Interventi sul comportamento

Uno studio del 2009 conclude che ci sono forti prove circa l'efficacia di terapie centrate sul comportamento nell'ADHD[61]

Le terapie psicologiche usate per curare l'ADHD includono interventi psico-educativi, terapie comportamentali, terapie cognitive, psicoterapia interpersonale, terapia familiare e altre[19].

Gli interventi di training sul tema svolti con i genitori hanno mostrato di avere benefici nel breve periodo[62]. Anche la terapia familiare ha mostrato di potere essere utilmente usata nella cura del'ADHD,[63] sebbene tale approccio possa essere difficile in realtà familiari con genitori divorziati.[64]

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica si è dimostrata quella migliore in termini di costi-benefici unita alle terapie comportamentali negli studi (con follow-up di 14 mesi) che hanno riguardato la cura dell'ADHD.[60]. Nella cura dell'Adhd possono essere utilizzati farmaci stimolanti o "non stimolanti".

L'uso di farmaci non è tuttavia raccomandato per bambini in età pre-scolare poiché non si conoscono gli effetti di lungo periodo di questi farmaci[19][65]

I farmaci stimolanti usati sono: Metilfenidato (Ritalin, Metadate, Concerta), dextroamphetamine (Dexedrine), anfetamine (Adderall),[66][67] dextromethamphetamine (Desoxyn)[68] e lisdexamfetamine (Vyvanse).[69] In ogni caso è richiesta molta cautela nella prescrizione di questo tipo di farmaci che incrementano il livello di dopamina stante la possibilità che creino dipendenza.

Atomoxetina (Strattera) e Guanfacine (Intuniv) sono i soli farmaci non stimolanti approvati per la cura dell'ADHD.

Controversie generali circa la diagnosi e l'esistenza del disturbo

Attorno alla ADHD si è sviluppato un ampio dibattito[70][71] in particolare, critiche sono state espresse da parte di associazioni e comitati, taluni dei quali si rifanno al pensiero Antipsichiatriaco.

Campagne come perché non accada sostengono che l'ADHD sarebbe una delle varie sindromi scoperte e introdotte nel prontuario negli ultimi 50 anni con modalità arbitrarie, vale a dire in base non a rigidi criteri neurologici, ma in base a criteri comportamentali, ossia, in sostanza, criteri 'morali'. Secondo questa impostazione, che si rifà alle teorie di Thomas Szasz, l'ADHD sarebbe un disturbo non solo senza vere e proprie basi fisiologiche, ma anche senza una sintomatologia chiara e univoca. I critici più estremisti insinuano che questo sarebbe un caso di disease-mongering poiché il concetto di ADHD, teorizzato agli inizi del secolo scorso, sarebbe stato ripreso negli anni '80 per creare un nuovo mercato di farmaci.

A questi critici è stato fatto notare come il DSM stesso contenga criteri diagnostici precisi relativamente all'ADHD, e che ormai nella classe psichiatrica si è sviluppata una sensibilità alla questione tale da portare a porre tali diagnosi con molta attenzione, solo davanti a riscontri evidenti. Al tempo stesso è stato fatto notare che la differenza tra "uso" ed "abuso" degli psicofarmaci, soprattutto in età evolutiva, è nota ai neuropsichiatri infantili, che sulla questione pongono ormai particolare attenzione.

Le controversie generali circa l'ADHD hanno coinvolto medici, insegnanti, politici, genitori e i media, con opinioni riguardo all'ADHD che spaziano da coloro che la ritengono una malattia, con basi genetiche e fisiologiche a coloro che non credono alla sua effettiva esistenza come malattia e fanno rientrare la relativa classe di comportamenti anomali nell'ambito, per esempio, di un problema educativo o affettivo di un bambino semplicemente troppo vivace, sebbene si sottolinei che "la troppa vivacità" non è sintomo di ADHD ma si parla invece di iperattività ovvero di un bambino estremamente ingestibile, impulsivo e con un controllo inadeguato dell’attività motoria[72].

Queste critiche hanno portato in Italia alla nascita di due campagne, una con funzioni di farmacovigilanza e sensibilizzazione denominata "Giù le mani dai bambini", di taglio laico e non antipsichiatrico, la seconda con funzioni di denuncia sul rischio farmaci, denominata "Perché non accada" (tra i promotori di quest'ultima c'è il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani organizzazione legata a Scientology).

In Italia è presente anche l'Associazione Italiana Famiglie ADHD (AIFA ONLUS), associazione di genitori che ha creato una rete di mutuo aiuto tra genitori di ragazzi affetti d'ADHD.

Trattamento sintomatico e controversie circa le cure farmacologiche

Il trattamento sintomatico più impiegato per il trattamento dell'ADHD è il metilfenidato, un'anfetamina. In effetti, le linee-guida tendono a riconoscere l'utilità di integrare interventi educativi, psicologici, di supporto famigliare e - solo laddove realmente necessario - anche farmacologico.

Paolo Crepet in questo senso ha affermato: il ricorso agli psicofarmaci deve «rappresentare l'extrema ratio e comunque una strada assolutamente da evitare in età giovanile. Molto meglio può fare l'attenzione della famiglia».[73].

La discussione nell'ambito della comunità scientifica è tuttavia accesa, tanto che l'Istituto Superiore di Sanità[74] ha costituito, per garantire una corretta informazione sanitaria ai genitori ed agli insegnanti dei bambini affetti da ADHD, un ricco sito informativo, con sezioni di approfondimento su tutti i temi relativi.

Anche le Associazioni dei genitori di bambini con ADHD hanno messo online materiale informativo di merito, spesso in reazione alle informazioni, ritenute imprecise, fatte circolare dai gruppi antipsichiatrici:

  • L'Associazione Italiana Famiglie ADHD,[75], un'organizzazione onlus che si occupa di dare supporto alle famiglie con figli affetti da ADHD.
  • AIDAI, Associazione Italiana Disturbi dell'Attenzione ed Iperattività.[76]

La terapia dei bambini affetti da ADHD è quasi sempre esito di un percorso interdisciplinare, che unisce le figure del Neuropsichiatra Infantile, del Pediatra e dello Psicologo dello Sviluppo da un punto di vista clinico, e di pedagogisti, educatori ed insegnanti da un punto di vista formativo. Fondamentale è sempre il coinvolgimento attivo della famiglia.

Note

  1. ^ I "miti" sull'ADHD, a cura dell'Associazione Italiana Famiglie ADHD, su aifa.it. URL consultato il 1º agosto 2008.
  2. ^ a b c Sito ISS
  3. ^ prontoconsumatore.it, Il Tar respinge il ricorso di “Giù le mani dai bambini”: Ritalin in commercio, su prontoconsumatore.it. URL consultato il 1º agosto 2008.
  4. ^ An early description of ADHD (inattentive subtype): Dr Alexander Crichton and 'Mental restlessness' (1798), in Child and Adolescent Mental Health, vol. 6, n. 2, May 2001, pp. 66–73, DOI:10.1111/1475-3588.00324.
  5. ^ Andrew Crichton, An inquiry into the nature and origin of mental derangement: comprehending a concise system of the physiology and pathology of the human mind and a history of the passions and their effects, United Kingdom, AMS Press, 1798, p. 271.
  6. ^ a b c ADHD Throughout the Years (PDF), su cdc.gov, Center For Disease Control and Prevention. URL consultato il 2 agosto 2013.
  7. ^ J. Gordon Millichap, 1. Definition and History of ADHD, in Attention Deficit Hyperactivity Disorder Handbook, Springer Verlag Gmbh, aprile 2010, pp. 2–3, ISBN 978-1-4419-1409-5.
  8. ^ Patrick KS, Straughn AB, Perkins JS, González MA, Evolution of stimulants to treat ADHD: transdermal methylphenidate, in Human Psychopharmacology, vol. 24, n. 1, January 2009, pp. 1–17, DOI:10.1002/hup.992.
  9. ^ Willcutt EG, The prevalence of DSM-IV attention-deficit/hyperactivity disorder: a meta-analytic review, in Neurotherapeutics, vol. 9, n. 3, July 2012, pp. 490–9, DOI:10.1007/s13311-012-0135-8.
  10. ^ a b Philip Cowen, Shorter Oxford Textbook of Psychiatry, 6th, Oxford University Press, 2012, p. 546, ISBN 978-0-19-162675-3.
  11. ^ Polanczyk G, de Lima MS, Horta BL, Biederman J, Rohde LA, The worldwide prevalence of ADHD: a systematic review and metaregression analysis, in The American Journal of Psychiatry, vol. 164, n. 6, June 2007, pp. 942–8, DOI:10.1176/appi.ajp.164.6.942.
  12. ^ edited by Ming Tsuang, Mauricio Tohen, Peter B. Jones, Textbook of psychiatric epidemiology, 3rd ed., Chichester, West Sussex, Wiley-Blackwell, p. 450, ISBN 978-0-470-97740-8.
  13. ^ (FR) Elmond V, Joyal C, Poissant H, Structural and functional neuroanatomy of attention-deficit hyperactivity disorder (ADHD), in Encephale, vol. 35, n. 2, 2009, pp. 107-114, DOI:10.1016/j.encep.2008.01.005, PMID: 19393378.
  14. ^ a b Singh I, Beyond polemics: science and ethics of ADHD, in Nature Reviews. Neuroscience, vol. 9, n. 12, dicembre 2008, pp. 957–64, DOI:10.1038/nrn2514, PMID 19020513.
  15. ^ Staller J, Faraone SV, Attention-deficit hyperactivity disorder in girls: epidemiology and management, in CNS Drugs, vol. 20, n. 2, 2006, pp. 107–23, DOI:10.2165/00023210-200620020-00003.
  16. ^ PJ. Cowen, Classification of depressive disorders., in Curr Top Behav Neurosci, vol. 14, 2013, pp. 3-13, DOI:10.1007/7854_2012_218, PMID 22923074.
  17. ^ S Dalsgaard, Attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD)., in European child & adolescent psychiatry, 22 Suppl 1, 2013 Feb, pp. S43-8.
  18. ^ Lionel Bailly, Stimulant medication for the treatment of attention-deficit hyperactivity disorder: evidence-b(i)ased practice?, in Psychiatric Bulletin, vol. 29, n. 8, 2005, pp. 284–287, DOI:10.1192/pb.29.8.284.
  19. ^ a b c d CG72 Attention deficit hyperactivity disorder (ADHD): full guideline (PDF), su nice.org.uk, NHS, 24 settembre 2008. URL consultato l'8 ottobre 2008.
  20. ^ Russel A. Barkley, Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder: Nature, Course, Outcomes, and Comorbidity, su continuingedcourses.net. URL consultato il 26 giugno 2006.
  21. ^ (EN) Barkley, Russell A., Treating Children and Adolescents with ADHD: An Overview of Empirically Based Treatments, su continuingedcourses.net. URL consultato il 1º agosto 2008.
  22. ^ Van Cleave J, Leslie LK, Approaching ADHD as a chronic condition: implications for long-term adherence, in Journal of psychosocial nursing and mental health services, vol. 46, n. 8, agosto 2008, pp. 28–37, PMID 18777966.
  23. ^ NIMH • ADHD • Complete Publication, su nimh.nih.gov (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2007).
  24. ^ Nair J, Ehimare U, Beitman BD, Nair SS, Lavin A, Clinical review: evidence-based diagnosis and treatment of ADHD in children, in Mo Med, vol. 103, n. 6, 2006, pp. 617–21, PMID 17256270.
  25. ^ Elia J, Ambrosini PJ, Rapoport JL, Treatment of attention-deficit-hyperactivity disorder, in N. Engl. J. Med., vol. 340, n. 10, marzo 1999, pp. 780–8, DOI:10.1056/NEJM199903113401007, PMID 10072414.
  26. ^ Stern HP, Stern TP, When children with attention-deficit/hyperactivity disorder become adults, in South. Med. J., vol. 95, n. 9, settembre 2002, pp. 985–91, PMID 12356139.
  27. ^ Russell A. Barkley, ADHD in Adults: History, Diagnosis, and Impairments, su continuingedcourses.net, 2007. URL consultato il 27 luglio 2009.
  28. ^ Sherman DK, Iacono WG, McGue MK, Attention-deficit hyperactivity disorder dimensions: a twin study of inattention and impulsivity-hyperactivity, in Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, vol. 36, n. 6, giugno 1997, pp. 745–53, DOI:10.1097/00004583-199706000-00010, PMID 9183128.
  29. ^ Braun JM, Kahn RS, Froehlich T, Auinger P, Lanphear BP, Exposures to environmental toxicants and attention deficit hyperactivity disorder in U.S. children, in Environ. Health Perspect., vol. 114, n. 12, 2006, pp. 1904–9, DOI:10.1289/ehp.10274, PMC 1764142, PMID 17185283.
  30. ^ Bad behaviour 'linked to smoking', BBC, 31 luglio 2005. URL consultato il 30 dicembre 2008.
  31. ^ ADHD 'linked to premature birth', BBC, 4 giugno 2006. URL consultato il 30 dicembre 2008.
  32. ^ Millichap JG, Etiologic classification of attention-deficit/hyperactivity disorder, in Pediatrics, vol. 121, n. 2, febbraio 2008, pp. e358–65, DOI:10.1542/peds.2007-1332, PMID 18245408.
  33. ^ Millichap JG. Attention Deficit Hyperactivity Disorder Handbook: A Physician’s Guide to ADHD. New York: Springer-Verlag, 2010
  34. ^ www.euro.who.int (PDF), su euro.who.int.
  35. ^ What Keeps Children in Foster Care from Succeeding in School. (661 KB)
  36. ^ a b c Ramsay, J. Russell. Cognitive Behavioral Therapy for Adult ADHD. Routledge, 2007. ISBN 0-415-95501-7
  37. ^ a b https://health.google.com/health/ref/Attention+deficit+hyperactivity+disorder+(ADHD)
  38. ^ a b c "Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD)." Health & Outreach. Publications. http://www.nimh.nih.gov/health/publications/attention-deficit-hyperactivity-disorder/complete-index.shtml July 15, 2009
  39. ^ Alexandra Brewis, ADHD-Type Behavior and Harmful Dysfunction in Childhood: A Cross-Cultural Model, in American Anthropologist, vol. 102, n. 4, 2000-12, DOI:10.1525/aa.2000.102.4.823. URL consultato il 19 aprile 2008.
  40. ^ http://www.herbalfreak.com/medical-condition/ailments/attention-deficit-hyperactivity-disorder/2009/12/
  41. ^ UCF study: Hyperactivity enables children with ADHD to stay alert, su eurekalert.org.
  42. ^ Rapport MD, Bolden J, Kofler MJ, Sarver DE, Raiker JS, Alderson RM, Hyperactivity in boys with attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD): a ubiquitous core symptom or manifestation of working memory deficits?, in J Abnorm Child Psychol, vol. 37, n. 4, maggio 2009, pp. 521–34, DOI:10.1007/s10802-008-9287-8, PMID 19083090.
  43. ^ Brunsvold GL, Oepen G, Comorbid Depression in ADHD: Children and Adolescents, in Psychiatric Times, vol. 25, n. 10, 2008.
  44. ^ a b c d e Krull, K.R., Evaluation and diagnosis of attention deficit hyperactivity disorder in children (Subscription required), su uptodate.com, Uptodate, 5 dicembre 2007. URL consultato il 12 settembre 2008. Formato sconosciuto: Subscription required (aiuto)
  45. ^ Philipsen A, Differential diagnosis and comorbidity of attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD) and borderline personality disorder (BPD) in adults, in European Archives of Psychiatry and Clinical Neuroscience, 256 Suppl 1, settembre 2006, pp. i42–6, DOI:10.1007/s00406-006-1006-2, PMID 16977551.
  46. ^ Bauermeister, J., Shrout, P., Chávez, L., Rubio-Stipec, M., Ramírez, R., Padilla, L., et al. (2007, August). ADHD and gender: are risks and sequela of ADHD the same for boys and girls?. Journal of Child Psychology & Psychiatry, 48(8), 831-839. Retrieved February 17, 2009, doi:10.1111/j.1469-7610.2007.01750.x
  47. ^ Bauermeister, J., Shrout, P., Chávez, L., Rubio-Stipec, M., Ramírez, R., Padilla, L., et al. (2007, August). ADHD and gender: are risks and sequela of ADHD the same for boys and girls?. Journal of Child Psychology & Psychiatry, 48(8), 831-839.
  48. ^ a b Brain development and ADHD, in Clinical Psychology Review, vol. 26, n. 4, 2006, pp. 433–444, DOI:10.1016/j.cpr.2006.01.005.
  49. ^ Castellanos FX, Proal E, Large-scale brain systems in ADHD: beyond the prefrontal-striatal model, in Trends Cogn. Sci. (Regul. Ed.), vol. 16, n. 1, January 2012, pp. 17–26, DOI:10.1016/j.tics.2011.11.007.
  50. ^ Cortese S, Kelly C, Chabernaud C, et al., Toward systems neuroscience of ADHD: a meta-analysis of 55 fMRI studies, in Am J Psychiatry, vol. 169, n. 10, October 2012, pp. 1038–55, DOI:10.1176/appi.ajp.2012.11101521.
  51. ^ Fusar-Poli P, Rubia K, Rossi G, Sartori G, Balottin U, Striatal dopamine transporter alterations in ADHD: pathophysiology or adaptation to psychostimulants? A meta-analysis, in Am J Psychiatry, vol. 169, n. 3, March 2012, pp. 264–72, DOI:10.1176/appi.ajp.2011.11060940.
  52. ^ Sikström S, Söderlund G, Stimulus-dependent dopamine release in attention-deficit/hyperactivity disorder, in Psychol Rev, vol. 114, n. 4, October 2007, pp. 1047–75, DOI:10.1037/0033-295X.114.4.1047.
  53. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Kooij-2010
  54. ^ The neurobiology and genetics of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (ADHD): what every clinician should know, in Eur J Paediatr Neurol, vol. 16, n. 5, Sep 2012, pp. 422–33, DOI:10.1016/j.ejpn.2012.01.009.
  55. ^ a b c d e ADD/ADHD and Impaired Executive Function in Clinical Practice, in Curr Psychiatry Rep, vol. 10, n. 5, Oct 2008, pp. 407–11, DOI:10.1007/s11920-008-0065-7.
  56. ^ Lambek R, Tannock R, Dalsgaard S, Trillingsgaard A, Damm D, Thomsen PH, Validating neuropsychological subtypes of ADHD: how do children with and without an executive function deficit differ?, in Journal of Child Psychology and Psychiatry, vol. 51, n. 8, 2010, pp. 895–904, DOI:10.1111/j.1469-7610.2010.02248.x.
  57. ^ Causal heterogeneity in attention-deficit/hyperactivity disorder: do we need neuropsychologically impaired subtypes? (PDF), in Biol Psychiatry, vol. 57, n. 11, Jun 2005, pp. 1224–30, DOI:10.1016/j.biopsych.2004.08.025.
  58. ^ Joughin C, Ramchandani P, Zwi M, Attention-deficit/hyperactivity disorder, in American Family Physician, vol. 67, n. 9, maggio 2003, pp. 1969–70, PMID 12751659.
  59. ^ Schneider H, Eisenberg D, Who receives a diagnosis of attention-deficit/ hyperactivity disorder in the United States elementary school population?, in Pediatrics, vol. 117, n. 4, aprile 2006, pp. e601–9, DOI:10.1542/peds.2005-1308, PMID 16585277.
  60. ^ a b Jensen PS, Garcia JA, Glied S, Cost-effectiveness of ADHD treatments: findings from the multimodal treatment study of children with ADHD, in The American Journal of Psychiatry, vol. 162, n. 9, settembre 2005, pp. 1628–36, DOI:10.1176/appi.ajp.162.9.1628, PMID 16135621.
  61. ^ Fabiano GA, Pelham WE, Coles EK, Gnagy EM, Chronis-Tuscano A, O'Connor BC, A meta-analysis of behavioral treatments for attention-deficit/hyperactivity disorder, in Clinical Psychology Review, vol. 29, n. 2, marzo 2009, pp. 129–40, DOI:10.1016/j.cpr.2008.11.001, PMID 19131150.
  62. ^ Pliszka S, Practice parameter for the assessment and treatment of children and adolescents with attention-deficit/hyperactivity disorder, in Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, vol. 46, n. 7, luglio 2007, pp. 894–921, DOI:10.1097/chi.0b013e318054e724, PMID 17581453.
  63. ^ Family therapy for attention-deficit disorder or attention-deficit/hyperactivity disorder in children and adolescents, su cochrane.org, The Cochrane Collaboration, 20 aprile 2005. URL consultato il 19 settembre 2008.
  64. ^ Wymbs BT, Pelham WE, Molina BS, Gnagy EM, Wilson TK, Greenhouse JB, Rate and predictors of divorce among parents of youths with ADHD, in Journal of Consulting and Clinical Psychology, vol. 76, n. 5, ottobre 2008, pp. 735–44, DOI:10.1037/a0012719, PMC 2631569, PMID 18837591.
  65. ^ Greenhill LL, Posner K, Vaughan BS, Kratochvil CJ, Attention deficit hyperactivity disorder in preschool children, in Child and Adolescent Psychiatric Clinics of North America, vol. 17, n. 2, aprile 2008, pp. 347–66, ix, DOI:10.1016/j.chc.2007.11.004, PMID 18295150.
  66. ^ Stephen V. Faraone, P. (2003, September 18). Retrieved from Medscape Today: Medscape.com
  67. ^ Sulzer D, Sonders MS, Poulsen NW, Galli A, Mechanisms of neurotransmitter release by amphetamines: a review, in Progress in Neurobiology, vol. 75, n. 6, aprile 2005, pp. 406–33, DOI:10.1016/j.pneurobio.2005.04.003, PMID 15955613.
  68. ^ Program National Toxicology, NTP-CERHR monograph on the potential human reproductive and developmental effects of amphetamines, in Ntp Cerhr Mon, n. 16, luglio 2005, pp. vii–III1, PMID 16130031.
  69. ^ Howland RH, Lisdexamfetamine: a prodrug stimulant for ADHD, in Journal of Psychosocial Nursing and Mental Health Services, vol. 46, n. 8, agosto 2008, pp. 19–22, PMID 18777964.
  70. ^ Mayes R, Bagwell C, Erkulwater J (2008), ADHD and the rise in stimulant use among children. Harv Rev Psychiatry 16 (3): 151–66., su informaworld.com. URL consultato il 1º aprile 2009.
  71. ^ Foreman DM (February 2006)., Attention deficit hyperactivity disorder: legal and ethical aspects. Arch. Dis. Child. 91 (2): 192–4., su adc.bmj.com. URL consultato il 1º aprile 2009.
  72. ^ C’è differenza tra vivacità e iperattività
  73. ^ Nino Materi, Psicofarmaci ai bimbi «Ora anche da noi fa scuola l’America», su ilgiornale.it. URL consultato il 1º agosto 2008.
  74. ^ Istituto Superiore di Sanità, su iss.it. URL consultato il 1º agosto 2008.
  75. ^ AIFA - Associazione Italiana Famiglie ADHD, su aifa.it. URL consultato il 1º agosto 2008.
  76. ^ AIDAI - Associazione Italiana Disturbi dell'Attenzione ed Iperattività, su aidaiassociazione.com. URL consultato il 1º agosto 2008.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Medicina