Aggressione con acido: differenze tra le versioni

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[[Image:Acid attack victim.jpg|Donna deturpata mediante acido, [[Cambogia]]|thumb|300px]]
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Con il termine '''ragazze acidificate''', o '''donne acidificate''', s'intende solitamente quell'insieme di giovani ragazze dell'[[Asia meridionale]] (principalmente provenienti dal [[Pakistan]], dal [[Bangladesh]], dall'[[India]], dall'[[Afghanistan]]) che hanno subito la violenta pratica della [[sfigurazione]] del volto tramite [[acido]].
Con il termine '''ragazze acidificate''', o '''donne acidificate''', s'intende solitamente quell'insieme di giovani ragazze dell'[[Asia meridionale]] (principalmente provenienti dal [[Pakistan]], dal [[Bangladesh]], dall'[[India]], dall'[[Afghanistan]]) che hanno subito la violenta pratica della [[sfigurazione]] del volto tramite [[acido]].

L'aggressione tramite acido<ref>{{cite news| url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/8576279.stm | work=BBC News | title=Cambodian victim on her acid attack | date=2010-03-21 | accessdate=2010-04-23| archiveurl= http://web.archive.org/web/20100325022243/http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/8576279.stm?| archivedate= 25 March 2010 <!--DASHBot-->| deadurl= no}}</ref> (conosciuta anche come "vitriolage") è quella forma di violenza premeditata<ref name=Karmakar>{{Cite book | author=Karmakar, R.N. | title=Forensic Medicine and Toxicology | year=2003 | publisher=Academic Publishers | isbn=81-87504-69-2 }}</ref> consistente nel gettare una [[sostanza corrosiva]] sul corpo di un'altra persona con l'intento di sfigurarla, mutilarla, torturarla o ucciderla<ref name=11a>{{cite web|title=Breaking the Silence: Addressing Acid Attacks in Cambodia|publisher=Cambodian Acid Survivors Charity|accessdate=6 March 2013|url=http://www.cambodianacidsurvivorscharity.org/docs/breaking_the_silence.pdf|pages=1–51|month=May|year=2010}}</ref>.

I responsabili di quest'atto gettano solitamente l'acido sul volto delle loro vittime, bruciando così fino a danneggiare gravemente i tessuti della pelle, spesso addirittura fino ad esporne le ossa e talvolta sciogliendole<ref name=Swanson>{{Cite news
| last = Swanson
| first = Jordan
| year = 2002
| title = Acid attacks: Bangladesh’s efforts to stop the violence.
| periodical = Harvard Health Policy Review
| pages = 1–4
| number = 1
| volume = 3
| url = http://www.hcs.harvard.edu/~epihc/currentissue/spring2002/swanson.php
| accessdate =2008-06-18
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}}</ref>: i tipi più comuni di sostanze utilizzate a tal scopo sono l'[[acido solforico]], l'[[acido nitrico]] e l'[[acido cloridrico]]<ref name=13a>{{cite web|last=Welsh|first=Jane|title="It was like a burning hell": A Comparative Exploration of Acid Attack Violence|url=http://cgi.unc.edu/uploads/media_items/it-was-like-burning-in-hell-a-comparative-exploration-of-acid-attack-violence.original.pdf|publisher=[[Center for Global Initiatives]]|accessdate=31 March 2013|year=2009}}</ref>.

Le conseguenze a lungo termine di queste aggressioni possono includere la [[cecità]], così come ampie [[cicatrici]] permanenti sul viso e sopra tutto il corpo<ref name=Bandyopadhyay_Khan/><ref name=CNN>{{cite news | title = CNN.com - Bangladesh combats an acid onslaught against women - November 11, 2000| url =http://archives.cnn.com/2000/ASIANOW/south/11/11/bangladesh.acid.ap/index.html| accessdate =2008-03-13 |archiveurl = http://web.archive.org/web/20070922210725/http://archives.cnn.com/2000/ASIANOW/south/11/11/bangladesh.acid.ap/index.html |archivedate = September 22, 2007}}</ref><ref name=Bahl_Syed>{{Cite book | author=Bahl, Taru & M.H. Syed | title=Encyclopaedia of the Muslim World | year=2004 | publisher=Anmol Publications PVT. LTD | isbn=978-81-261-1419-1 }}</ref>; col risultato effettivo di danneggiare stabilmente l'esistenza futura della vittima, con gravi difficoltà sociali, psicologiche ed economiche associate conseguenti<ref name=11a />.

Secondo i ricercatori e gli attivisti per i [[diritti umani]] e contro la [[violenza sulle donne]] i paesi più tipicamente associati all'attacco con acido con l'intento di sfigurare includono il [[Bangladesh]], l'[[India]], il [[Pakistan]], la [[Cambogia]], ma anche [[Vietnam]], [[Laos]], [[Hong Kong]] e poi [[Repubblica popolare cinese]], [[Kenya]], [[Repubblica sudafricana]], [[Uganda]] ed [[Etiopia]]; tra le comunità di immigrati asiatici e/o africani vari casi sono stati registrati anche in [[Regno Unito]]<ref name=13a />. Infine alcuni gravi episodi si sono verificati anche in [[Afghanistan]]<ref>{{cite news |title=Suspect in Kunduz acid attack detained |url=http://www.pajhwok.com/en/2011/12/04/suspect-kunduz-acid-attack-detained |publisher=Pajhwok Afghan News |date=4 December 2011 |accessdate=2013-07-21}}</ref><ref>{{cite news |title=Children killed in Ghazni acid attack |url=http://www.pajhwok.com/en/2012/03/31/children-killed-ghazni-acid-attack |publisher=Pajhwok Afghan News |date=31 March 2012 |accessdate=2013-07-21}}</ref><ref>{{cite news |title=‘I disclosed Iran’s disruptive politics in my book’: Mamoon |url=http://www.pajhwok.com/en/2011/01/19/%E2%80%98i-disclosed-iran%E2%80%99s-disruptive-politics-my-book%E2%80%99-mamoon |publisher=Pajhwok Afghan News |date=19 January 2011 |accessdate=2013-07-21}}</ref><ref>{{cite video |title=Exclusive: Mamoon and suspect in attack speak to Pajhwok (Video) |url=http://www.pajhwok.com/en/2011/01/24/exclusive-mamoon-and-suspect-attack-speak-pajhwok-video |publisher=Pajhwok Afghan News |date=24 January 2011 |accessdate=2013-07-21}}</ref>, [[Iran]]<ref>{{cite news|url=http://www.theguardian.com/world/2011/jul/31/iran-acid-woman-pardons-attacker|title=Iranian woman blinded by acid attack pardons assailant as he faces same fate|work=[[The Guardian]]|date=2011-07-31|accessdate=2013-09-21}}</ref> ed altri paesi della regione.

== Effetti sulla salute ==
Gli effetti più notevoli e di lunga durata di un attacco con l'acido è lo sfregio permanente del corpo. Secondo l'"Acid Survivor Foundation" (associazione bengalese dedita a prevenire tal tipologia di violenza e fornendo assistenza medico-legale), vi è un elevato tasso di sopravvivenza tra le vittime; di conseguenza queste si trovano a dover affrontare trattamenti chirurgici di lunga durata, oltre ad una problematica psicologica che corre parallela a quella più eminentemente fisica<ref name=ASF>{{cite web|last=Khan|first=Adnan|title=The real miracle workers fighting, and healing, Pakistan’s acid attacks|url=http://acidsurvivorspakistan.org/|publisher=Acid Survivors Foundation, Pakistan|date=Apr 21, 2012|accessdate=24 May 2012}}</ref>: questi effetti di vasta portata ed impatto sull'esistenza personale rimbalzano poi anche sulla stessa sostenibilità socio-economica delle comunità coinvolte<ref name=11a />.

=== Primo soccorso medico<ref name=":14">{{cite web|publisher=Acid Survivors Trust International|title=First Aid Information|url=http://www.acidviolence.org/index.php/acid-violence/first-aid-information|accessdate=2013-09-21}}</ref> ===
Vi è un ampio spettro di effetti causati da un'aggressione con acido; la gravità del danno dipende sia dalla concentrazione della sostanza corrosiva utilizzata che dal periodo di tempo in cui essa è rimasta a contatto con i tessuti prima d'esser tolta, questo lavando accuratamente la pelle con un agente neutralizzante. L'acido può molto rapidamente erodere la pelle e lo strato di grasso immediatamente sottostante fino a raggiungere l'osso.

In quanto la maggioranza dei casi è finalizzata a colpire la faccia<ref name="3a" />, le [[palpebre]] e le [[labbra]] possono essere completamente distrutte e il [[naso]] e le [[orecchie]] venire gravemente danneggiati<ref>{{cite web|url=http://cequinindia.org/pdf/Special_Reports/Acid%20Throwing.pdf|title=GENDER-BASED VIOLENCE IN PUBLIC PLACES: ACID THROWING|author=Keerthi Bollineni|publisher=[[Centre for Equality and Inclusion]]}}</ref>. Tra le conseguenze maggiori si possono includere<ref name="10a" />:
#Le ossa del [[cranio]] sono in parte distrutte o deformate con perdita anche totale dei capelli
#La [[cartilagine]] dell'orecchio è di solito parzialmente o totalmente distrutta e possono verificarsi casi di sordità
#Le palpebre possono venir anch'esse bruciate o deformate, lasciando così gli [[occhi]] completamente scoperti e inclini alla [[cecità]]; colpendo direttamente l'occhio l'acido danneggia irrimediabilmente la vista
#Se colpito, il naso può rimpicciolire e deformarsi, con le narici che possono completamente scomparire venendo distrutta la cartilagine di sostegno
#Anche la bocca viene deformata e perdere la propria gamma normale di movimento; se vengono distrutte le labbra si espongono i denti con conseguenti difficoltà d'alimentazione
#Le cicatrici possono scendere dal [[mento]] fino alla zona più bassa del [[collo]], riducendo lo stesso mento e rendendo estremamente limitata la gamma di movimento del collo
#L'[[inalazione]] di vapori acidi solitamente provoca difficoltà respiratorie, fino a causare problemi all'[[esofago]]
In aggiunta a questi danni specifici, i pazienti corrono anche il rischio di contrarre [[setticemia]], [[insufficienza renale]], [[depigmentazione]] cutanea fino a giungere nei casi più estremi alla morte<ref name=5a />.

=== Problematiche psicologiche ===
I sopravvissuti si trovano davanti a volte anche a problemi di [[salute mentale]] faticosamente superabili; uno studio ha dimostrato che rispetto alla norma occidentale di benessere psico-fisico, le vittime di attacco con acido riportano alti livelli di [[ansia]] e [[depressione]] con forte e continuativo [[stress psicologico]] dovuto alla preoccupazione e alla sofferenza. Le donne hanno riferito un drastico abbassamento del proprio livello d'[[autostima]] e di [[coscienza di sé]] sia in generale che in ambito più specificamente sociale<ref name=6a />

=== Conseguenze sociali ===
Oltre ad effetti immediati fisico-psicologici, esistono anche varie implicazioni sociali per i sopravvissuti ad un'aggressione con acido, soprattutto se donne (come è nella stragrande maggioranza dei casi); di solito le vittime rimangono disabili per tutto il resto della loro vita, dipendendo così interamente da altri anche per le più semplici attività quotidiane come il mangiare o l'andar a far commissioni.

Queste dipendenze sono poi aumentate dal fatto che molti sopravvissuto non sono più in grado di trovare, nelle condizioni di [[handicap]] in cui versano, un impiego adeguato a garantirgli una fonte d'indipendenza ed autonomia economica; ciò influisce negativamente causando disagi a catena sia a loro che a chi li assiste: il 25% delle donne sfigurate da acido in Uganda sono state in seguito anche abbandonate dai rispettivi mariti (in confronto al 3% di mogli che abbandonano i mariti eventualmente colpiti)<ref name=10a />. Come risultato i tassi di [[divorzio]] sono molto elevati;inoltre i sopravvissuti che erano [[single]] al momento dell'aggressione quasi certamente subiranno un forte rifiuto sociale, di fatto rovinando così irrimediabilmente le future prospettive matrimoniali<ref name=2a>{{cite web|title=Baseline Report: Violence Against Women in Bangladesh|url=http://www.iwraw-ap.org/aboutus/pdf/FPvaw.pdf|publisher=International Women's Rights Action Watch Asia Pacific|accessdate=6 March 2013|author=Naripokkho|coauthors=Bangladesh Mahila Parishad}}</ref>.

== Prevenzione ==
Lo studio approfondito del fenomeno ha spinto alla ricerca di varie soluzioni, anche vista la crescente incidenza dei casi in tutto il mondo; si guarda in certo qual modo al Bangladesh come modello, in cui a seguito di radicali riforme legislative i tassi di aggressione con acido sono notevolmente diminuiti<ref name=12a />. Tuttavia diverse segnalazioni hanno evidenziato la necessità di un maggiore ruolo giuridico delle [[ONG]] per offrire sostegno e aiuto<ref name=11a />; inoltre quasi tutte le ricerche hanno sottolineato la necessità di una più rigorosa regolamentazione nella libera vendita di queste sostanze all'interno dei paesi più coinvolti, al fine di combattere al meglio questo problema sociale<ref name=11a /><ref name=10a /><ref name=12a />.

=== Ruolo delle Organizzazioni non governative ===
Molte ONG sono state create proprio nelle zone con più alta presenza di violenza tramite sostanze corrosive, con l'intento specifico di combattere questo tipo d'aggressioni; esistono organizzazioni simili a quelle operanti in Bangladesh<ref name=12a /> (anche con programmi ivolti alle istituzioni locali)<ref name=Anwary>Anwar, Afroza, 'Acid Violence and Medical Care in Bangladesh: Women's Activism as Carework' in Mary K. Zimmerman, Jacquelyn S. Litt and Christine E. Bose (eds) ''Global Dimensions of Gender and Carework'' (Stanford University Press, 2006), ISBN 978-0-8047-5324-1</ref> anche in Uganda<ref name=10a /> e Cambogia<ref name=11a />. Queste offrono servizi di assistenza e riabilitazione, non ché di sostegno a favore di una riforma sociale, nella speranza d'aumentar la consapevolezza sulla gravità del problema.

L'associazione pakistana opera ad [[Islamabad]], offrendo supporto medico e di riabilitazione<ref>[http://www.asti.org.uk/index.php/news/brutal-disfigurement-of-survivors-attacked-by-acid-the-acid-survivors-found/Brutal Disfigurement of Survivors, the Acid Survivors Foundation Pakistan | News | Acid Survivors Trust International<!-- Bot generated title -->]</ref>; mentre la fondazione ugandese opera a [[Kampala]] fornendo consulenza, trattamento ed assistenza di riabilitazione sia alle vittime che, in caso di necessità, alle famiglie<ref name=":25">[http://www.france24.com/en/20080730-uganda-kampala-society-acid-attack Victims of acid attacks - FRANCE 24<!-- Bot generated title -->]</ref>. L'"Acid Survivor Trust International" (ONG a livello internazionale impegnata attivamente per por fine alla violenza causata da acidi) fornisce infine supporto specialistico alle sue organizzazioni associate nei paesi dei continenti africano e asiatico<ref name=":25">[http://www.depilexsmileagain.com/zakat.htm Depilex Smileagain Foundation]</ref><ref name=":25">[http://www.asti.org.uk ASTI]</ref>.

Shirin Juwaley, sopravvissuta bengalese alle ustioni causate dal marito, ha istituito la "Palash Foundation", per aiutare altri sopravvissuti con la riabilitazione psico-sociale<ref name=":25">http://www.palashfoundation.org/index.html</ref> e con iniziative anche ad alto livello promuovendo conferenze a favore di tutte le vittime di sfregio e discriminazione<ref name=":25">{{cite web|last=Fernandes|first=Joeanna|title=In the eyes of the beholder|url=http://timesofindia.indiatimes.com/city/mumbai/In-the-eyes-of-the-beholder/articleshow/10458336.cms?intenttarget=no|publisher=The Times of India|accessdate=21 April 2013}}</ref>: nel 2011 il preside di un college indiano ha rifiutato di averla come ospite nella scuola da lui diretta per timore che la storia da lei raccontata avrebbe potuto influenzare negativamente gli studenti nei confronti del matrimonio<ref name="South Asia Wired">{{Cite news
| last = Sujan
| first = Dheera
| date = August 2011
| title = An open letter about beauty and ugliness.
| periodical = South Asia Wired
| issue = August 30, 2011
| url = http://blogs.rnw.nl/southasiawired/2011/08/30/an-open-letter-about-beauty-and-ugliness/
| accessdate = 2011-09-01
| postscript = <!--None-->
}}</ref>.

=== Regolamentazione nelle vendite di acidi ===
E' stata osservata una correlazione tra gli attacchi con acido e la sua relativa facilità di acquisto<ref name=12a />, in quanto comunemente utilizzati e tutti a buon mercato e facilmente reperibili; si può arrivare in certi paesi asiatici e africani a trovare anche un litro di concentrato di acido solforico ad un prezzo di 40 centesimi di dollaro; mentre l'acido nitrico costa un dollaro e mezzo al litro ed è possibile acquistarlo presso i negozi di oro e gioielli, venendo generalmente usato dagli come lucidante e per purificare oro e metalli; l'acido cloridrico - oltre che per la lucidatura dei gioielli - è utilizzato anche nel campo dei [[cosmetici]] e dei farmaci anfetaminici<ref name=13a />.

== Trattamento ==

== Epidemiologia ==

=== Asia meridionale ===
In certi paesi del'[[Asia meridionale]] gli attacchi con acido sono stati, e lo sono ancora, spesso e volentieri utilizzati come forma di vendetta per il rifiuto subito di proprie avances sessuali, proposte di matrimonio e/o richieste di dote<ref name=Bandyopadhyay_Khan>Bandyopadhyay, Mridula and Mahmuda Rahman Khan, 'Loss of face: violence against women in South Asia' in Lenore Manderson, Linda Rae Bennett (eds) ''Violence Against Women in Asian Societies'' (Routledge, 2003), ISBN 978-0-7007-1741-5</ref>

*'''{{BGD}}'''
In Bangladesh, dove questa forma di aggressione violenta è relativamente comune, rappresentano per lo più una forma di [[violenza domestica]]<ref name=Scholte>{{cite news | last =Scholte| first =Marianne| title =Acid Attacks in Bangladesh: A Voice for the Victims| publisher = [[Spiegel Online]]| date = 2006-03-17| url =http://www.spiegel.de/international/0,1518,406485,00.html| accessdate =2008-03-21}}</ref>; il paese ha la più alta incidenza di attacchi di questo tipo rispetto a tutti gli altri paesi del mondo<ref name=3a>{{cite journal|last=Mannan|first=Ashim|coauthors=Samuel Ghani, Alex Clarke, & Peter E.M. Butler|title=Cases of chemical assault worldwide: A literature review|journal=Burns|date=19|year=2006|month=May|volume=33|issue=2|pages=149–154|doi=10.1016/j.burns.2006.05.002}}</ref>.

Sono state segnalate dal 1999 in poi più di 3mila casi, con un picco di 262 vittime nell'anno 2002<ref name=12a />; in seguito vi è stato un calo costante del 15-20% annuale, col numero di vittime sceso a 91 nel 2011<ref>[http://www.acidsurvivors.org/statistics.html Acid Survivors Foundation (ASF)<!-- Bot generated title -->]</ref>.

Un recente rapporto ha stimato che il 60% dei sopravvissuti erano bambine o ragazze tra i 10 e i 19 anni<ref name=12a>{{cite web|title=Combating Acid Violence In Bangladesh, India, and Cambodia|url=http://www2.ohchr.org/english/bodies/cedaw/docs/cedaw_crc_contributions/AvonGlobalCenterforWomenandJustice.pdf|publisher=Avon Foundation for Women|accessdate=6 March 2013|author=Avon Global Center for Women and Justice at Cornell Law School|coauthors=Committee on International Human Rights of the New York City bar Association, Cornell Law School international Human Rights Clinic, & the Virtue Foundation|pages=1–64|year=2011}}</ref>

L'aggressione con gli acidi è spesso definito un [[delitto passionale]], alimentato dal senso di [[gelosia]] o [[vendetta]]<ref name=3a />; i casi reali però sembrano invece dimostrare che sono di solito il risultato di rabbia contro una donna che ha avuto il coraggio di rifiutare le avances di un maschio. Uno studio ha dimostrato che il rifiuto di una proposta di matrimonio rappresenta il 55% dei casi di aggressione con acido, la ribellione contro l'abuso familiare o da parte del marito il 18%, dispute sulla proprietà l'11%, mentre infine il rifiuto di relazioni romantiche è solo il 2% della casistica<ref name=6a>{{cite journal|last=Mannan|first=A.|coauthors=S. Ghani, A. Clarke, P. White, S. Salmanta, & P.E.M. Butler|title=Psychosocial outcomes derived from an acid burned population in Bangladesh, and comparison with Western norms|journal=Burns|year=2005|month=August|volume=32|issue=2|pages=235–241|doi=10.1016/j.burns.2005.08.027}}</ref>

Gli agenti chimici più comunemente utilizzati per commettere tali atti di violenza sono l'acido cloridrico e solforico<ref name=Anwary>{{Cite news
| last = Anwary
| first = Afroza
| date = Spring 2002
| title = Acid Violence And Medical Care In Bangladesh: Women’s Activism as Carework.
| periodical = Gender & Society
| issue = 2003
| pages = 305–313
| publisher = [[Sage publications]]
| volume = 17
| url = http://gas.sagepub.com/cgi/content/abstract/17/2/305
| doi = 10.1177/0891243202250851
| accessdate =2008-06-18
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}}</ref>

*'''{{IND}}'''
*'''{{PAK}}'''
*'''{{KHM}}'''

===Medio Oriente ===
=== Africa ===
Un'alta incidenza di aggressioni sono state riportate in alcuni paesi africani, tra cui [[Nigeria]]<ref name=5a>{{cite journal|last=Olaitan|first=Peter B.|coauthors=Bernard C. Jiburum|title=Chemical injuries from assaults: An increasing trend in a developing country|journal=Indian Journal Of Plastic Surgery|year=2008|month=January|volume=41|issue=1|pages=20–23|doi=10.4103/0970-0358.41106}}</ref>, [[Uganda]]<ref name=10a>{{cite web|title=Acid Violence in Uganda: A Situational Analysis|url=http://www.acidviolence.org/uploads/files/Uganda_ASFU_Situational_Analysis_Report_FINAL_Nov2011_1.pdf|publisher=Acid Survivors Foundation Uganda|accessdate=6 March 2013|pages=1–21|month=November|year=2011}}</ref>, [[Etiopia]]<ref name=12a /> e [[Repubblica sudafricana]]<ref name=3a />
=== America latina ===
=== Nordamerica ed Europa ===

== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Diritti delle donne in Asia]]
* [[smileagain]]
* [[Violenza contro le donne]]
* [[Violenza domestica]]
* [[Violenza domestica in India]]


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* ''"Sorridimi ancora" di autrici varie, prefazione di [[Lidia Ravera]], Perrone editore 2007, Isbn 9788860040794''
* ''"Sorridimi ancora" di autrici varie, prefazione di [[Lidia Ravera]], Perrone editore 2007, Isbn 9788860040794''
* ''"[[Il volto cancellato]]" di Fakhra Younas ed Elena Doni, [[Arnoldo Mondadori Editore]] 2005, Isbn 9788804546009''
* ''"[[Il volto cancellato]]" di Fakhra Younas ed Elena Doni, [[Arnoldo Mondadori Editore]] 2005, Isbn 9788804546009''
*{{Cite book
| last = Dasgupta
| first = Shamita Das
| author-link =
| year = 2008
| contribution = Acid Attacks
| editor-last = Renzetti
| editor-first = Claire M.
| editor-link = Claire Renzetti
| editor2-last = Edleson
| editor2-first = Jeffrey L.
| editor2-link = Jeffrey Edleson
| title = Encyclopedia of Interpersonal Violence
| edition = 1st
| publication-place = Thousand Oaks, CA
| publisher = [[SAGE Publications]]
| volume = 1
| pages = 5–6
| isbn = 978-1-4129-1800-8
| postscript = <!--None-->}}
*[http://www.sithi.org/temp.php?url=media_view.php&mid=1230&publication=1 Breaking the Silence: affrontare gli attacchi con l'acido in Cambogia] - The Cambodian Acid Survivors Charity


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
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* [http://www.smileagain.fvg.it SmileAgain Friuli-Venezia Giulia]
* [http://www.smileagain.fvg.it SmileAgain Friuli-Venezia Giulia]
* [http://www.depilexsmileagain.com/ DepilexSmileAgain.com]
* [http://www.depilexsmileagain.com/ DepilexSmileAgain.com]

== Voci correlate ==
* [http://itexpand.blogspot.com acid-throwing-major-problem-of-world_9]
* [[smileagain]]
* [http://www.asti.org.uk Acid Survivors Trust International]
* [http://www.w4.org/en/voices/acid-attacks-pakistan-portraits-women-survivors “Without a Face”: portraits of women survivors of acid attacks in Pakistan]—by photographer Izabella Demavlys


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Versione delle 13:28, 8 ott 2013

Donna deturpata mediante acido, Cambogia

Con il termine ragazze acidificate, o donne acidificate, s'intende solitamente quell'insieme di giovani ragazze dell'Asia meridionale (principalmente provenienti dal Pakistan, dal Bangladesh, dall'India, dall'Afghanistan) che hanno subito la violenta pratica della sfigurazione del volto tramite acido.

L'aggressione tramite acido[1] (conosciuta anche come "vitriolage") è quella forma di violenza premeditata[2] consistente nel gettare una sostanza corrosiva sul corpo di un'altra persona con l'intento di sfigurarla, mutilarla, torturarla o ucciderla[3].

I responsabili di quest'atto gettano solitamente l'acido sul volto delle loro vittime, bruciando così fino a danneggiare gravemente i tessuti della pelle, spesso addirittura fino ad esporne le ossa e talvolta sciogliendole[4]: i tipi più comuni di sostanze utilizzate a tal scopo sono l'acido solforico, l'acido nitrico e l'acido cloridrico[5].

Le conseguenze a lungo termine di queste aggressioni possono includere la cecità, così come ampie cicatrici permanenti sul viso e sopra tutto il corpo[6][7][8]; col risultato effettivo di danneggiare stabilmente l'esistenza futura della vittima, con gravi difficoltà sociali, psicologiche ed economiche associate conseguenti[3].

Secondo i ricercatori e gli attivisti per i diritti umani e contro la violenza sulle donne i paesi più tipicamente associati all'attacco con acido con l'intento di sfigurare includono il Bangladesh, l'India, il Pakistan, la Cambogia, ma anche Vietnam, Laos, Hong Kong e poi Repubblica popolare cinese, Kenya, Repubblica sudafricana, Uganda ed Etiopia; tra le comunità di immigrati asiatici e/o africani vari casi sono stati registrati anche in Regno Unito[5]. Infine alcuni gravi episodi si sono verificati anche in Afghanistan[9][10][11][12], Iran[13] ed altri paesi della regione.

Effetti sulla salute

Gli effetti più notevoli e di lunga durata di un attacco con l'acido è lo sfregio permanente del corpo. Secondo l'"Acid Survivor Foundation" (associazione bengalese dedita a prevenire tal tipologia di violenza e fornendo assistenza medico-legale), vi è un elevato tasso di sopravvivenza tra le vittime; di conseguenza queste si trovano a dover affrontare trattamenti chirurgici di lunga durata, oltre ad una problematica psicologica che corre parallela a quella più eminentemente fisica[14]: questi effetti di vasta portata ed impatto sull'esistenza personale rimbalzano poi anche sulla stessa sostenibilità socio-economica delle comunità coinvolte[3].

Primo soccorso medico[15]

Vi è un ampio spettro di effetti causati da un'aggressione con acido; la gravità del danno dipende sia dalla concentrazione della sostanza corrosiva utilizzata che dal periodo di tempo in cui essa è rimasta a contatto con i tessuti prima d'esser tolta, questo lavando accuratamente la pelle con un agente neutralizzante. L'acido può molto rapidamente erodere la pelle e lo strato di grasso immediatamente sottostante fino a raggiungere l'osso.

In quanto la maggioranza dei casi è finalizzata a colpire la faccia[16], le palpebre e le labbra possono essere completamente distrutte e il naso e le orecchie venire gravemente danneggiati[17]. Tra le conseguenze maggiori si possono includere[18]:

  1. Le ossa del cranio sono in parte distrutte o deformate con perdita anche totale dei capelli
  2. La cartilagine dell'orecchio è di solito parzialmente o totalmente distrutta e possono verificarsi casi di sordità
  3. Le palpebre possono venir anch'esse bruciate o deformate, lasciando così gli occhi completamente scoperti e inclini alla cecità; colpendo direttamente l'occhio l'acido danneggia irrimediabilmente la vista
  4. Se colpito, il naso può rimpicciolire e deformarsi, con le narici che possono completamente scomparire venendo distrutta la cartilagine di sostegno
  5. Anche la bocca viene deformata e perdere la propria gamma normale di movimento; se vengono distrutte le labbra si espongono i denti con conseguenti difficoltà d'alimentazione
  6. Le cicatrici possono scendere dal mento fino alla zona più bassa del collo, riducendo lo stesso mento e rendendo estremamente limitata la gamma di movimento del collo
  7. L'inalazione di vapori acidi solitamente provoca difficoltà respiratorie, fino a causare problemi all'esofago

In aggiunta a questi danni specifici, i pazienti corrono anche il rischio di contrarre setticemia, insufficienza renale, depigmentazione cutanea fino a giungere nei casi più estremi alla morte[19].

Problematiche psicologiche

I sopravvissuti si trovano davanti a volte anche a problemi di salute mentale faticosamente superabili; uno studio ha dimostrato che rispetto alla norma occidentale di benessere psico-fisico, le vittime di attacco con acido riportano alti livelli di ansia e depressione con forte e continuativo stress psicologico dovuto alla preoccupazione e alla sofferenza. Le donne hanno riferito un drastico abbassamento del proprio livello d'autostima e di coscienza di sé sia in generale che in ambito più specificamente sociale[20]

Conseguenze sociali

Oltre ad effetti immediati fisico-psicologici, esistono anche varie implicazioni sociali per i sopravvissuti ad un'aggressione con acido, soprattutto se donne (come è nella stragrande maggioranza dei casi); di solito le vittime rimangono disabili per tutto il resto della loro vita, dipendendo così interamente da altri anche per le più semplici attività quotidiane come il mangiare o l'andar a far commissioni.

Queste dipendenze sono poi aumentate dal fatto che molti sopravvissuto non sono più in grado di trovare, nelle condizioni di handicap in cui versano, un impiego adeguato a garantirgli una fonte d'indipendenza ed autonomia economica; ciò influisce negativamente causando disagi a catena sia a loro che a chi li assiste: il 25% delle donne sfigurate da acido in Uganda sono state in seguito anche abbandonate dai rispettivi mariti (in confronto al 3% di mogli che abbandonano i mariti eventualmente colpiti)[18]. Come risultato i tassi di divorzio sono molto elevati;inoltre i sopravvissuti che erano single al momento dell'aggressione quasi certamente subiranno un forte rifiuto sociale, di fatto rovinando così irrimediabilmente le future prospettive matrimoniali[21].

Prevenzione

Lo studio approfondito del fenomeno ha spinto alla ricerca di varie soluzioni, anche vista la crescente incidenza dei casi in tutto il mondo; si guarda in certo qual modo al Bangladesh come modello, in cui a seguito di radicali riforme legislative i tassi di aggressione con acido sono notevolmente diminuiti[22]. Tuttavia diverse segnalazioni hanno evidenziato la necessità di un maggiore ruolo giuridico delle ONG per offrire sostegno e aiuto[3]; inoltre quasi tutte le ricerche hanno sottolineato la necessità di una più rigorosa regolamentazione nella libera vendita di queste sostanze all'interno dei paesi più coinvolti, al fine di combattere al meglio questo problema sociale[3][18][22].

Ruolo delle Organizzazioni non governative

Molte ONG sono state create proprio nelle zone con più alta presenza di violenza tramite sostanze corrosive, con l'intento specifico di combattere questo tipo d'aggressioni; esistono organizzazioni simili a quelle operanti in Bangladesh[22] (anche con programmi ivolti alle istituzioni locali)[23] anche in Uganda[18] e Cambogia[3]. Queste offrono servizi di assistenza e riabilitazione, non ché di sostegno a favore di una riforma sociale, nella speranza d'aumentar la consapevolezza sulla gravità del problema.

L'associazione pakistana opera ad Islamabad, offrendo supporto medico e di riabilitazione[24]; mentre la fondazione ugandese opera a Kampala fornendo consulenza, trattamento ed assistenza di riabilitazione sia alle vittime che, in caso di necessità, alle famiglie[25]. L'"Acid Survivor Trust International" (ONG a livello internazionale impegnata attivamente per por fine alla violenza causata da acidi) fornisce infine supporto specialistico alle sue organizzazioni associate nei paesi dei continenti africano e asiatico[25][25].

Shirin Juwaley, sopravvissuta bengalese alle ustioni causate dal marito, ha istituito la "Palash Foundation", per aiutare altri sopravvissuti con la riabilitazione psico-sociale[25] e con iniziative anche ad alto livello promuovendo conferenze a favore di tutte le vittime di sfregio e discriminazione[25]: nel 2011 il preside di un college indiano ha rifiutato di averla come ospite nella scuola da lui diretta per timore che la storia da lei raccontata avrebbe potuto influenzare negativamente gli studenti nei confronti del matrimonio[26].

Regolamentazione nelle vendite di acidi

E' stata osservata una correlazione tra gli attacchi con acido e la sua relativa facilità di acquisto[22], in quanto comunemente utilizzati e tutti a buon mercato e facilmente reperibili; si può arrivare in certi paesi asiatici e africani a trovare anche un litro di concentrato di acido solforico ad un prezzo di 40 centesimi di dollaro; mentre l'acido nitrico costa un dollaro e mezzo al litro ed è possibile acquistarlo presso i negozi di oro e gioielli, venendo generalmente usato dagli come lucidante e per purificare oro e metalli; l'acido cloridrico - oltre che per la lucidatura dei gioielli - è utilizzato anche nel campo dei cosmetici e dei farmaci anfetaminici[5].

Trattamento

Epidemiologia

Asia meridionale

In certi paesi del'Asia meridionale gli attacchi con acido sono stati, e lo sono ancora, spesso e volentieri utilizzati come forma di vendetta per il rifiuto subito di proprie avances sessuali, proposte di matrimonio e/o richieste di dote[6]

In Bangladesh, dove questa forma di aggressione violenta è relativamente comune, rappresentano per lo più una forma di violenza domestica[27]; il paese ha la più alta incidenza di attacchi di questo tipo rispetto a tutti gli altri paesi del mondo[16].

Sono state segnalate dal 1999 in poi più di 3mila casi, con un picco di 262 vittime nell'anno 2002[22]; in seguito vi è stato un calo costante del 15-20% annuale, col numero di vittime sceso a 91 nel 2011[28].

Un recente rapporto ha stimato che il 60% dei sopravvissuti erano bambine o ragazze tra i 10 e i 19 anni[22]

L'aggressione con gli acidi è spesso definito un delitto passionale, alimentato dal senso di gelosia o vendetta[16]; i casi reali però sembrano invece dimostrare che sono di solito il risultato di rabbia contro una donna che ha avuto il coraggio di rifiutare le avances di un maschio. Uno studio ha dimostrato che il rifiuto di una proposta di matrimonio rappresenta il 55% dei casi di aggressione con acido, la ribellione contro l'abuso familiare o da parte del marito il 18%, dispute sulla proprietà l'11%, mentre infine il rifiuto di relazioni romantiche è solo il 2% della casistica[20]

Gli agenti chimici più comunemente utilizzati per commettere tali atti di violenza sono l'acido cloridrico e solforico[23]

Medio Oriente

Africa

Un'alta incidenza di aggressioni sono state riportate in alcuni paesi africani, tra cui Nigeria[19], Uganda[18], Etiopia[22] e Repubblica sudafricana[16]

America latina

Nordamerica ed Europa

Note

  1. ^ Cambodian victim on her acid attack, in BBC News, 21 marzo 2010. URL consultato il 23 aprile 2010.
  2. ^ Karmakar, R.N., Forensic Medicine and Toxicology, Academic Publishers, 2003, ISBN 81-87504-69-2.
  3. ^ a b c d e f Breaking the Silence: Addressing Acid Attacks in Cambodia (PDF), su cambodianacidsurvivorscharity.org, Cambodian Acid Survivors Charity, May 2010, 1–51. URL consultato il 6 March 2013.
  4. ^ Jordan Swanson, Acid attacks: Bangladesh’s efforts to stop the violence., p. 1–4. URL consultato il 18 giugno 2008.
  5. ^ a b c Jane Welsh, "It was like a burning hell": A Comparative Exploration of Acid Attack Violence (PDF), su cgi.unc.edu, Center for Global Initiatives, 2009. URL consultato il 31 March 2013.
  6. ^ a b Bandyopadhyay, Mridula and Mahmuda Rahman Khan, 'Loss of face: violence against women in South Asia' in Lenore Manderson, Linda Rae Bennett (eds) Violence Against Women in Asian Societies (Routledge, 2003), ISBN 978-0-7007-1741-5
  7. ^ CNN.com - Bangladesh combats an acid onslaught against women - November 11, 2000. URL consultato il 13 marzo 2008.
  8. ^ Bahl, Taru & M.H. Syed, Encyclopaedia of the Muslim World, Anmol Publications PVT. LTD, 2004, ISBN 978-81-261-1419-1.
  9. ^ Suspect in Kunduz acid attack detained, Pajhwok Afghan News, 4 December 2011. URL consultato il 21 luglio 2013.
  10. ^ Children killed in Ghazni acid attack, Pajhwok Afghan News, 31 March 2012. URL consultato il 21 luglio 2013.
  11. ^ ‘I disclosed Iran’s disruptive politics in my book’: Mamoon, Pajhwok Afghan News, 19 January 2011. URL consultato il 21 luglio 2013.
  12. ^ Filmato audio Exclusive: Mamoon and suspect in attack speak to Pajhwok (Video), Pajhwok Afghan News, , 24 January 2011. URL consultato il 21 luglio 2013.
  13. ^ Iranian woman blinded by acid attack pardons assailant as he faces same fate, in The Guardian, 31 luglio 2011. URL consultato il 21 settembre 2013.
  14. ^ Adnan Khan, The real miracle workers fighting, and healing, Pakistan’s acid attacks, su acidsurvivorspakistan.org, Acid Survivors Foundation, Pakistan, Apr 21, 2012. URL consultato il 24 May 2012.
  15. ^ First Aid Information, su acidviolence.org, Acid Survivors Trust International. URL consultato il 21 settembre 2013.
  16. ^ a b c d Ashim Mannan, Samuel Ghani, Alex Clarke, & Peter E.M. Butler, Cases of chemical assault worldwide: A literature review, in Burns, vol. 33, n. 2, 19, pp. 149–154, DOI:10.1016/j.burns.2006.05.002.
  17. ^ Keerthi Bollineni, GENDER-BASED VIOLENCE IN PUBLIC PLACES: ACID THROWING (PDF), su cequinindia.org, Centre for Equality and Inclusion.
  18. ^ a b c d e Acid Violence in Uganda: A Situational Analysis (PDF), su acidviolence.org, Acid Survivors Foundation Uganda, November 2011, 1–21. URL consultato il 6 March 2013.
  19. ^ a b Peter B. Olaitan, Bernard C. Jiburum, Chemical injuries from assaults: An increasing trend in a developing country, in Indian Journal Of Plastic Surgery, vol. 41, n. 1, January 2008, pp. 20–23, DOI:10.4103/0970-0358.41106.
  20. ^ a b A. Mannan, S. Ghani, A. Clarke, P. White, S. Salmanta, & P.E.M. Butler, Psychosocial outcomes derived from an acid burned population in Bangladesh, and comparison with Western norms, in Burns, vol. 32, n. 2, August 2005, pp. 235–241, DOI:10.1016/j.burns.2005.08.027.
  21. ^ Naripokkho, Bangladesh Mahila Parishad, Baseline Report: Violence Against Women in Bangladesh (PDF), su iwraw-ap.org, International Women's Rights Action Watch Asia Pacific. URL consultato il 6 March 2013.
  22. ^ a b c d e f g Avon Global Center for Women and Justice at Cornell Law School, Committee on International Human Rights of the New York City bar Association, Cornell Law School international Human Rights Clinic, & the Virtue Foundation, Combating Acid Violence In Bangladesh, India, and Cambodia (PDF), su www2.ohchr.org, Avon Foundation for Women, 2011, 1–64. URL consultato il 6 March 2013.
  23. ^ a b Anwar, Afroza, 'Acid Violence and Medical Care in Bangladesh: Women's Activism as Carework' in Mary K. Zimmerman, Jacquelyn S. Litt and Christine E. Bose (eds) Global Dimensions of Gender and Carework (Stanford University Press, 2006), ISBN 978-0-8047-5324-1 Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Anwary" è stato definito più volte con contenuti diversi
  24. ^ Disfigurement of Survivors, the Acid Survivors Foundation Pakistan | News | Acid Survivors Trust International
  25. ^ a b c d e Victims of acid attacks - FRANCE 24 Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome ":25" è stato definito più volte con contenuti diversi
  26. ^ Dheera Sujan, An open letter about beauty and ugliness., August 2011. URL consultato il 1º settembre 2011.
  27. ^ Marianne Scholte, Acid Attacks in Bangladesh: A Voice for the Victims, Spiegel Online, 17 marzo 2006. URL consultato il 21 marzo 2008.
  28. ^ Acid Survivors Foundation (ASF)

Voci correlate

Bibliografia

Collegamenti esterni

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