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Veganismo

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Disambiguazione – "Vegan" rimanda qui. Se stai cercando il romanzo di Remo Bassini, vedi Vegan (romanzo).
Giuseppe Arcimboldo, Vertumno o Ritratto dell'imperatore Rodolfo II in veste di Vertumno, 1590, immagine talvolta adottata nella simbologia in ambito vegano[1][2]

Il veganismo (o, più raramente, veganesimo)[3][4][5] è un movimento che propone l'adozione di uno stile di vita[6] proprio di una società basata su risorse non provenienti dal regno animale[3][7][8].

Se la base del veganismo è riconducibile all'antispecismo[9] fin dalle sue origini[10], le sue motivazioni si sono estese a comprendere temi ambientalistici[11], medico-salutistici[12] e socioeconomici[13].

Un marchio Vegan

La parola veganismo è la trasposizione nella lingua italiana della parola veganism nella lingua inglese, derivante dal termine vegan, nome che assunsero gli aderenti alla prima associazione vegana, fondata in Inghilterra nel 1944.

Già dagli inizi del XX secolo l'abitudine al consumo di prodotti lattiero-caseari era stata oggetto di forti dibattiti all'interno del movimento vegetariano. Nell'agosto del 1944 Elsie Shrigley e Donald Watson, due membri della Vegetarian Society, pensarono che fosse necessario formare un coordinamento di "vegetariani non consumatori di latticini", nonostante l'opposizione di eminenti vegetariani che rifiutavano l'idea di un vegetarianismo completamente privo di prodotti animali. Nel novembre dello stesso anno Watson organizzò a Londra una riunione di sei "vegetariani non consumatori di latticini", in cui venne deciso di costituire una nuova società, la Vegan Society, di cui Watson stesso fu eletto presidente, e di adottare come definizione il termine vegan, contrazione di vegetarian[14].

In una intervista del 2004 Donald Watson affermò:

«Invitai i miei primi lettori a suggerire un termine più conciso per sostituire non-dairy vegetarian (vegetariani non consumatori di latticini). Ho ricevuto alcuni suggerimenti piuttosto bizzarri, come dairyban, vitan, benevore, sanivore, beaumangeur, ecc. Optai per il termine vegan, contenente le prime tre e le ultime due lettere di vegetarian – l'inizio e la fine del vegetarianismo[15]

Sebbene la paternità del neologismo "vegan" venga solitamente attribuita a Donald Watson o ad uno sforzo combinato di Donald Watson e di sua moglie Dorothy, Watson riconosce come fonti dell'idea G.A. Henderson e sua moglie Fay K. Henderson, anch'essi membri fondatori nel 1944 della Vegan Society, i quali avevano suggerito per l'associazione il nome "Allvega" e come titolo del magazine dell'associazione "Allvegan". Da questi suggerimenti Watson avrebbe preso dunque ispirazione per il termine "vegan". La parola "vega" era inoltre già in uso nei circoli vegetariani da un po' di tempo. Fin dal 1934, uno dei più noti ristoranti vegetariani di Londra si chiamava "Vega". Tutti i vegetariani di quegli anni, inclusi i coniugi Henderson, erano a conoscenza di questo ristorante, che sembra pertanto essere la prima fonte d'ispirazione del termine[16].

Gary L. Francione, filosofo ed attivista per i diritti degli animali
Lo stesso argomento in dettaglio: Vegetarianismo § Storia.

Nel linguaggio corrente il termine veganismo viene usualmente inteso come una forma di dieta a base vegetale[17]. Si tratta di una definizione che si basa sulla dimensione alimentare, che è solo una delle dimensioni in cui possono manifestarsi gli aspetti di vita vegani. Un termine alternativo per riferirsi alla sola pratica alimentare a base esclusivamente vegetale è "vegetalismo"[18][19]. La dieta vegetaliana può essere adottata anche al di fuori del veganismo per motivazioni terapeutiche, igieniste, religiose o spirituali[19], e pur essendo un aspetto fondamentale del veganismo, non lo esaurisce. Quest'ultimo, come illustra la definizione delle Vegan Society[20], è uno stile di vita che evita per quanto possibile lo sfruttamento degli animali in ogni ambito, non solo quello dell'alimentazione, ma anche dell'abbigliamento (per es. evitando capi in pelle), del tempo libero (per es. evitando spettacoli in cui vengono utilizzati animali), ecc.

Secondo il filosofo attivista Gary L. Francione, il veganismo è dettato da principi etici di rispetto per la vita animale ed è spesso basato sul pensiero antispecista e su una particolare visione non-violenta della vita.

Il veganismo può essere considerato la prassi dell'antispecismo e comporta il rifiuto di dedicarsi, partecipare e sostenere attività che implicano lo sfruttamento degli animali. Ad esempio, essi potrebbero criticare alcuni aspetti che possono avvenire all'interno degli allevamenti intensivi, quali il sovraffollamento non igienico in condizioni artificiali, separazione precoce madre-prole e procedure di mutilazione (es. accorciamento della coda dei maiali, riduzione del becco dei polli).[21][22][23]

Con un Memorandum nel 1979 la Vegan Society definì il veganismo come:[24]

«Una filosofia e un modo di vivere che esclude, ai limiti del possibile e praticabile, ogni forma di sfruttamento e crudeltà verso animali, per scopo alimentare, per il vestiario, come per qualunque altro scopo; per estensione, promuove lo sviluppo e l'uso di alternative che non prevedono l'utilizzo di animali, per il beneficio degli umani, degli animali e dell'ambiente. In termini di dieta denota la pratica di astenersi dal consumare prodotti derivati, completamente o parzialmente, da animali»

Il veganismo contemporaneo si propone anche come possibile soluzione ad altre problematiche correlate, di natura etica[25], ambientale[11], economica[13] e sanitaria[26].

Principi vegani

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Per un vegano evitare il sostegno all'industria zootecnica e della pesca, che contribuisce allo sfruttamento animale è particolarmente importante

Chi è vegano differisce notevolmente a seconda delle motivazioni intrinseche o esterne e dalla misura in cui si sente di modificare il proprio stile di vita. Alcune persone che si definiscono vegane seguono principalmente la sola dieta vegetale (vegetaliani, o dietary vegans). Non sempre numerosi sono i vegani che modificano il proprio comportamento anche in altri ambiti di consumo[27], come per esempio scegliendo capi di abbigliamento in fibre vegetali sintetiche e artificiali o acquistando esclusivamente prodotti vegan[28]. Il grado di applicazione può variare da un individuo all'altro, considerando anche che uno stile di vita totalmente vegano può essere generalmente difficile da adottare nel contesto produttivo e consumistico attuale, poiché i derivati di origine animale potrebbero essere presenti nei prodotti più impensabili. Per questo motivo alcuni ritengono che non sarebbe necessario che tutta la popolazione adotti completamente uno stile vegan per produrre un cambiamento nell'economia e nella società, ma basti il raggiungimento di una certa "massa critica" con scelte di consumo più orientate verso prodotti vegetali.

Anche se una persona che adotta uno stile di vita vegano aderisce alla dieta a base vegetale seguendo criteri più o meno soggettivi, flessibili e adatti a sé, nella pratica quotidiana si distinguono una serie di abitudini e scelte diffuse e condivise dalla comunità vegana. In particolare, molta importanza viene data alla scelta in campo alimentare, optando per una dieta basata su prodotti esclusivamente vegetali, detta anche dieta vegana, plant-based o vegetaliana.

Una persona vegana generalmente rifiuta lo sfruttamento animale e di conseguenza il consumo di ogni tipo di carne (compresa la carne degli animali marini, ovvero pesce, crostacei e molluschi), latte e derivati, uova, miele e altri prodotti delle api[29][30], spesso anche se presenti in forma di ingredienti in altri alimenti o bevande, che potrebbero contenere derivati di origine animale[31]. Evitare o ridurre il consumo di cibi animali significa anche ridurre la domanda dell'industria zootecnica e della pesca e in particolare gli allevamenti intensivi, in quanto tali industrie causano lo sfruttamento, la sofferenza e l'uccisione di un numero elevato di animali, oltre ad avere un forte impatto ambientale. A tal riguardo stime della FAO (2007), quantificano che in tutto il mondo ogni anno verrebbero uccisi, per fini alimentari, circa 56 miliardi di animali, senza contare pesci e altri animali marini[32].

Una persona vegana può inoltre scegliere di indossare capi in fibre vegetali (canapa, lino, cotone, ecc.), fibre artificiali (rayon, viscosa, ecc.) e fibre sintetiche (acrilico, nylon, pile, poliestere, ecc.) evitando l'acquisto di capi con parti di origine animale (pelliccia, pelle, lana, seta e imbottiture in piuma)[33][34]; di usare cosmetici (make-up e prodotti per l'igiene personale) e prodotti per la pulizia della casa, presenti in commercio con marchio o certificazione "vegan"[35], che garantiscono che non siano stati testati su animali e che siano privi di ingredienti di origine animale, come per esempio il sodium tallowate[36], ricavato da strutto suino e sego bovino; in generale di evitare l'acquisto di altre merci con parti animali (come divani in pelle, tappeti in pelliccia, ornamenti in avorio, oggetti in osso, pennelli in pelo animale, ecc.) e dei farmaci contenenti eccipienti animali[37].

il veganismo può essere definito dunque un modello di consumo che si basa su principi che influenzano le abitudini, la dieta e le scelte di acquisto quotidiane, perseguite con più o meno flessibilità e adattabilità in base a esigenze e possibilità individuali.

All'interno della comunità vegana sono fonte di opinioni molto discordi quei prodotti derivati di origine animale meno noti (e in alcuni casi indicati sotto forma di sigle alfanumeriche) presenti in minuscole quantità in alcuni prodotti o usati sotto forma di additivi alimentari: è il caso, ad esempio, della L-cisteina[38] (identificata anche con la sigla E920), della glicerina animale[39] (E422) o dei fosfati animali[40] (E542). Ancora più controverso è il caso di quei prodotti che, pur non contenendo derivati di origine animale, ne implicano però l'uso durante il processo di produzione, come ad esempio alcuni tipi di zucchero raffinato che sarebbero lavorati con carbone animale, usato per la decolorazione dello zucchero e per rimuovere impurità e minerali[41]. L'uso di sostanze di origine animale, infatti, è attualmente molto diffuso nella produzione industriale moderna; è altresì vero che sempre più aziende propongono varianti totalmente vegetali dei loro prodotti. Sostanze di derivazione animale si possono trovare in articoli insospettabili, come palle da tennis, carta da parati e bande adesive[42]. Un'artista olandese, Christien Meindertsma, afferma di avere individuato 185 prodotti di uso comune contenenti parti di maiale, tra cui proiettili, pellicola fotografica, freni, porcellana e sigarette[43][44].

Inoltre l'origine animale di alcune sostanze ambigue o il coinvolgimento di derivati di origine animale nelle fasi di produzione non è sempre facilmente accertabile. Ad esempio, spesso la coltivazione agricola prevede l'impiego di concimi di origine animale (prodotti con sangue, feci, ossa, lana, corna, ecc.). Per tali motivi, generalmente, nella comunità vegana quest'uso delle sostanze di origine animale riceve scarsa attenzione nella prassi quotidiana e si ritiene più pratico, oltre che più efficace per la causa della liberazione animale, concentrare la propria attenzione maggiormente su quelle sostanze di origine animale più evidenti (carni, latte e latticini, uova e prodotti delle api)[45].

Oltre alle scelte di consumo quotidiano, una persona vegana può scegliere di evitare utilizzi di animali da parte dell'uomo. Può essere evitato ciò che riguarda la pratica, la partecipazione e il sostegno ad attività come la sperimentazione sugli animali, la caccia e la pesca, gli spettacoli con animali (es. la corrida, il combattimento di galli, il circo con animali o il rodeo), l'impiego di animali in competizioni sportive (corse di cavalli, corse di cani, sleddog, ecc.), le manifestazioni folkloristiche con impiego di animali, zoo, gli acquari e altre strutture simili che detengono animali, il commercio degli animali da compagnia e ogni altra simile attività.

L'antispecismo indica una posizione filosofica, etica e politica che si oppone alla discriminazione fra la specie umana e le altre specie, sottolineando come gli animali siano esseri senzienti con abilità cognitive e uno spettro di emozioni come piacere, dolore e paura.[46][47] Essa si oppone alla convinzione secondo cui la specie umana sarebbe superiore alle altre specie.[48] La maggioranza delle persone che seguono i valori dell'antispecismo sono a loro volta vegani e viceversa.

Già nell'antica Grecia, filosofi come Pitagora ed Empedocle mettevano in discussione la legittimità dello sfruttamento animale da parte degli umani, sostenendo che le differenze tra specie fossero meno marcate rispetto a quanto si ritenesse.[49] Questa prospettiva trovò conferma a partire dalla fine del XX secolo, con studi che dimostrarono la continuità biologica e cognitiva tra specie.[50] Inoltre, secondo altri studi sulle specie, le attitudini dell'uomo verso gli animali possono essere influenzate a tendenze a simpatizzare verso animali in base al loro status (selvatico, domestico), all'attrattività estetica, all'utilità e ad intelligenza e/o ad abilità che si presume abbia quella specie.[51][52] Tuttavia ulteriori studi si necessitano per chiarire la senzienza di altri animali oltre i mammiferi.[53]

L'approccio che critica l'antispecismo è definito specismo che, secondo la Treccani, è la convinzione secondo cui gli esseri umani sono superiori per status e valore agli altri animali, e pertanto devono godere di maggiori diritti.[54]

Il vegetalismo

Lo stesso argomento in dettaglio: Diete vegetariane.
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Cereali, legumi, verdura e frutta sono la base della dieta vegana
Percentuale di vegani nel mondo

Il vegetalismo è un termine generale che denota il comportamento alimentare di chi si nutre esclusivamente di alimenti vegetali[19]. Nel corso degli ultimi decenni è maturato un crescente interesse globale verso il vegetalismo. Una delle ragioni è la maggiore sensibilità riguardo alle questioni sollevate dal veganismo grazie alla sua diffusione e all'opera di sensibilizzazione portata avanti dalle associazioni animaliste[55]. Altre persone però si alimentano di soli vegetali per ragioni diverse dai motivi etici di sfruttamento animale, con motivazioni più o meno combinate tra loro, e potrebbero in alcuni casi dichiararsi vegani. A questo adattamento possono giungere anche i vegetariani che possono consumare più o meno spesso prodotti di origine animale come latte e uova. Alcuni individui adottano regimi alimentari vegetali per una ragione esclusivamente legata alla salute, perché ritengono di poter curare e prevenire alcune malattie o che, per assicurare il migliore stato di salute, l'alimentazione umana debba prevedere solo alimenti di origine vegetale e possono essere meglio definiti come vegetaliani, o vegetalisti salutistici[56].

In particolare, negli anni più recenti si può osservare una crescente diffusione della dieta vegana presso i paesi più ricchi. Ad esempio, negli Stati Uniti, circa il 2-3% della popolazione adulta - con una stima che va da 2-3 milioni a 6 milioni di persone - segue in modo regolare una dieta vegana[57], e circa l'1% dei bambini e degli adolescenti tra gli 8 e i 18 anni è vegetariano[58]. Altri paesi occidentali presentano percentuali diverse, ad esempio l'Italia ha una presenza di vegetariani che nelle rilevazioni fluttua tra l'1,1%[59] e il 3%[60]. Tuttavia, le rilevazioni riguardo il vegetalismo possono essere complesse da eseguire e da interpretare a causa della varietà dei comportamenti e delle motivazioni che possono ricadere sotto questa etichetta[17].

Frequentemente i vegetaliani attuali riferiscono motivazioni etiche di rispetto per la vita animale e vengono addottate anche per ragioni salutistiche ed ecologiste. Tali motivazioni non sono tutte necessariamente adottate insieme, e anche se due o più possono coesistere negli stessi soggetti, una potrebbe prevalere sulle altre. Uno studio del 2019 ha rilevato che per il 68,1% degli intervistati la motivazione principale per cui sono diventati vegani è evitare l'uccisione e lo sfruttamento animale, mentre il 17,4% ha dichiarato di farlo per motivi salutistici, il 9,7% per ragioni ambientali e il 4,8% per altri motivi[61].

Alla diffusione delle ragioni salutistiche ha contribuito una serie di fattori. Già da diversi decenni, la correlazione tra il consumo di carni – in particolare di carni rosse e carni conservate – e il possibile rischio di patologie croniche[62][63], la diffusione di malattie virali presso gli animali allevati (causa di zoonosi alimentare) e le preoccupazioni per il crescente uso di antibiotici e altri farmaci negli allevamenti[64] - che potrebbero accumularsi nelle carni- da una parte, e i possibili benefici associati a diete ricche di cibi vegetali[65][66][67][68][69][70], insieme all' affermazione che la carne rappresenti un alimento non essenziale per la dieta umana[71], dall'altra, hanno determinato nei paesi ricchi una crescente diffusione delle diete a base vegetale. Più recentemente, i rischi derivanti da un'elevata assunzione di grassi saturi e colesterolo, di cui sono ricchi latte, latticini e uova, la correlazione del consumo di uova e prodotti lattiero-caseari con alcuni tipi di cancro[72] e la vasta diffusione dell'intolleranza al lattosio, hanno ulteriormente spostato l'attenzione verso la dieta vegana. Inoltre, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato le carni processate e gli insaccati (tra cui prosciutto, pancetta, salame e wurstel) come cancerogeni di tipo 1, il che significa che esistono associazioni tra le carni lavorate e il cancro del colon-retto.[73]

Infine, sempre negli anni recenti, il vegetalismo ha cominciato a diffondersi anche come una scelta ecologica a seguito di valutazioni dell'impatto ambientale connesso al settore dell'allevamento[74] e per i potenziali rischi pandemici connesso alla possibilità di sviluppare, attraverso gli allevamenti intensivi, patogeni letali multiresistenti a più antibiotici[75]

Tra le varie iniziative, il 1º novembre si festeggia il World Vegan Day (Giornata Vegana Mondiale) per celebrare la fondazione della prima vegan society, e l'intero mese di novembre è stato scelto come World Vegan Month (Mese Vegano Mondiale)[76].

Le diete vegetaliane

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Le diete vegetaliane sono dei modelli nutrizionali che escludono dall'alimentazione la carne di qualsiasi animale e tutti i prodotti di origine animale. Oltre alla dieta vegana, basata su: cereali, legumi, verdura, frutta e semi; sono diete vegetaliane anche altre diete che, sebbene differiscano sostanzialmente dalla dieta vegana sia nei principi alimentari che nel tipo di alimenti consumati, non comprendono il consumo di alcun ingrediente di origine animale. Fra di esse vi sono quelle praticate, ad esempio, nel crudismo vegetaliano, nel fruttarismo o nell'ehretismo[77].

Secondo la FAO il settore dell'allevamento è uno dei principali fattori di impatto ambientale globale[74]

Influenza della dieta sull'ambiente

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Lo stesso argomento in dettaglio: Impatto ambientale dell'industria dei cibi animali.

Uno studio del 2018 condotto dall'università di Oxfor ha dimostrato che la dieta vegana è meno impattante sull'ambiente rispetto a quella onnivora in fatto di consumo di risorse ed effetto serra[78][79][80].

Implicazione ambientale delle diete vegetali

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Nella seconda metà del Novecento il consumo globale di carne è aumentato di cinque volte, passando da 45 milioni di tonnellate all'anno nel 1950 a 233 milioni nel 2000[81][82]. Il notevole incremento del consumo globale di carne e dei prodotti animali ha determinato una crescita improvvisa della produzione zootecnica e, conseguentemente, un considerevole aumento del numero di animali allevati[83]. Secondo i dati FAO e del World Watch Institute (2007) questa crescita degli allevamenti intensivi è incompatibile con i ritmi naturali terrestri, visto l'impatto sulla vita terrestre stessa, e ha inciso in modo sproporzionato sull'equilibrio ambientale. Nel 2006 la FAO ha pubblicato Livestock's Long Shadow, un report scientifico in cui viene approfonditamente valutato l'impatto globale del settore zootecnico sull'ambiente. Nel 2015 si è misurato l'impatto del settore della produzione di cibo da animali che raggiunge il 51% dell'emissione di diossido di carbonio[74][84]. Ad esempio, la produzione di carne bovina, ha un impatto significativo sull'ambiente: è responsabile di circa il 41% delle emissioni globali di gas serra derivanti dall'allevamento ed è uno dei fattori che determinano il degrado del suolo e la deforestazione.[85] Il problema della disoccupazione degli allevatori potrebbe essere rilevante, uno studio ha evidenziato però che i professionisti brasiliani valutano positivamente il potenziale occupazionale della carne vegetale e coltivata. Questi risultati possono guidare politiche pubbliche per creare posti di lavoro qualificati per un'eventuale transizione alimentare.[86] Frequenti sono le preoccupazioni riguardo gli eventuali terreni attualmente usati per l'allevamento, ma non adatti per le coltivazioni, tuttavia alcuni terreni aridi, montani o non adatti alle culture possono essere riutilizzati in modo sostenibile con energie rinnovabili, o per coltivare piante resistenti e frutti selvatici.[87] Uno studio ha dimostrato che l'abbandono controllato di questi terreni ha portato a un aumento del 28% della diversità biologica di batteri e funghi nel terreno grazie alla maggiore quantità di fosforo e azoto e una riduzione di metalli pesanti dopo 3-4 anni.[88] Inoltre studi recenti affermano che in assenza di interventi correttivi- ad esempio sull'uso del suolo- l'impatto ambientale della produzione alimentare globale potrebbe aumentare del 50-90% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2020.[89]

Uno studio sistemico, inoltre, analizzando oltre 38.000 aziende agricole in 119 paesi ha mostrato che la produzione di alimenti vegetali richiede meno terra, acqua ed energia, producendo minori quantità di gas serra[90] e uno studio comparativo ha rilevato che una dieta vegana ha un impatto sull'ambiente inferiore del 44% circa rispetto alla dieta mediterranea moderna, anche se utilizzava poca carne e latticini (il 10% delle calorie).[91]

Tesi contrarie al minor impatto ambientale del veganesimo

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In una ricerca pubblicata su Elementa, un team di scienziati della Tufts University ha affermato che la dieta più sostenibile non è quella vegana ma quella vegetariana[92][93].

Lo studio afferma che a parità di calorie si causano più danni all'ambiente nel produrre cibi vegani che per produrre alcuni tipi di carne. Inoltre certi terreni rimarrebbero inutilizzati poiché non tutti sono coltivabili e sono quindi usati per pastorizia e allevamento[94].Un altro studio pubblicato sulla rivista Environment Systems and Decisions conferma che la coltivazione di certi cibi per dieta vegana consuma più risorse rispetto a quella onnivora[95]. The Guardian ha ritenuto che la dieta vegana non sia meno impattante per l'ambiente[96].

Alcuni studi hanno simulato la totale conversione della popolazione mondiale al veganesimo e hanno sostenuto che ciò porterebbe minori rischi per l'ambiente ma aumenterebbe la disoccupazione di alcuni paesi e i problemi di salute a coloro che per motivi medici non possono sottoporsi alla dieta vegana[97][98]

Dibattito sul minor consumo idrico della dieta vegana

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Esiste un dibattito riguardo al minor consumo di acqua per produrre cibi vegani rispetto alla produzione di carne e salumi. I dati della letteratura riguardo l’impronta idrica dei prodotti alimentari sono stati pubblicati dal Water Footprint Network (WFN) riportando un consumo di acqua pari a circa 15 000 litri d’acqua ogni chilo di carne.[99][100][101]. In Italia, ad esempio, la WFN ha stimato che la produzione di carne bovina richieda in media 11.500 litri d’acqua, tuttavia alcuni smentiscono richiedendo una considerazione più ampia di altre variabili e sottolineando che sia l’acqua verde - acqua del suolo usata per le piante - ad essere maggiormente utilizzata negli allevamenti,[102][103][104] contribuendo alla deforestazione. La maggior parte dei raccolti di soia e mais sono però destinati al foraggio animale, e in minor parte alll’alimentazione umana diretta.[105][106]

Vegetalismo, veganismo e religione

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Da una prospettiva della sociologia delle religioni è ritenuto che il veganismo contemporaneo abbia alcuni tratti caratteristici delle cosiddette "religioni implicite"[107], in particolare qualora esso sia oggetto di un investimento personale che coinvolga profondamente e ampiamente l'identità personale. L'attenzione scrupolosa ed eticamente connotata per il rispetto e la salvaguardia della vita animale può, secondo questa prospettiva, assumere aspetti ritualistici e quasi sacrali[108]. La dimensione religiosa del veganismo emerge anche dalla sua forte carica idealistica, che traspare nel desiderio e nel tentativo di cambiare il mondo, l'economia e la società ad immagine dei valori cui il movimento aderisce[108]. Nonostante la sua lontananza dalla tradizionale idea di fenomeno religioso, il veganismo lascia dunque trasparire una sorta di “enfasi protoreligiosa”[109][110].

Tuttavia, uno studio che ha indagato la rappresentazione del veganismo sulla stampa italiana, ha osservato come la connotazione religiosa del veganismo, dipinta come "integralista", possa talvolta assumere funzioni stigmatizzanti nel discorso pubblico relativo a allo stile di vita e ai principi vegani[111].

Effetti sulla salute

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La Academy of Nutrition and Dietetics (ex American Dietetic Association) ha dichiarato nel 2009 che una dieta vegetariana o vegana è adeguata a tutte le età e può contribuire ad un buono stato di salute, a patto che sia correttamente pianificata, e in alcuni casi opportunamente integrata[112]. Alcuni ritengono che escludere la carne e, in generale, i prodotti di derivazione animale, significhi eliminare dalla dieta i prodotti alimentari più ricchi in proteine dal momento che l’organismo umano ha due vincoli legati alle proteine che non possono essere violati, ovvero il fabbisogno di amminoacidi essenziali[113] giornaliero e il fabbisogno proteico totale giornaliero[114]. Ogni parte dei vegetali contiene proteine ma queste sono presenti in quantità maggiore nei semi. Tuttavia, tra i gli pseudocereali la quinoa, il teff, l'amaranto, il grano saraceno e il miglio hanno generalmente tutti gli amminoacidi essenziali. I cereali sono più bassi in amminoacidi come la lisina, mentre i legumi hanno più basse quantità dell'amminoacido metionina. Per cui la dieta vegana dovrebbe comprendere una quantità sufficiente di legumi, cereali, frutta secca e semi, così da soddisfare il fabbisogno proteico in modo salutare. Inoltre, anche le alghe sono una fonte proteica alternativa e sostenibile.

Vitamina B12

La dieta vegana, se non applicata adeguatamente e in alcuni casi particolari pianificata da un nutrizionista, può portare a deficit o riduzione nell'assorbimento di nutrienti essenziali, tra cui acidi grassi, minerali e vitamine, con particolare riguardo verso la vitamina B12. Come evidenziato da uno studio retrospettivo del 2013, che analizzava i dati di ulteriori 18 studi scientifici, la carenza di vitamina B12 tra i vegani è diffusa in ogni fascia di età, gruppo sociale e luogo di residenza. Per cui è consigliata la regolare integrazione di vitamina B12 e gli esami clinici periodici, al fine di monitorarne i livelli nel sangue.[115]

Inoltre, alcuni integratori alimentari vegetali a base di spirulina, sono utili fonti di minerali e in piccola quantità vitamina B12 .Tuttavia, l'apporto della vitamina B12 è in forma non biologicamente disponibile, pertanto le fonti attualmente più affidabili di vitamina B12 rimangono gli integratori farmaceutici ricavati da biosintesi. Recenti studi sono stati volti per trovare alghe, microalghe ed altri alimenti con disponibilità di vitamina B12 e uno studio del 2014 ha rilevato che l'alga Nori apporti vitamina B12 biodisponibile agli umani, risultando utile per prevenirne una carenza.

Omega-3 e acidi grassi

L'acido grasso alfa-linolenico (ALA) viene assunto in quantità simili tra vegetariani e non vegetariani, attraverso fonti vegetali come semi di lino, semi di canapa e di chia o, in quantità minori, frutta secca come noci. Tuttavia, la conversione dell'ALA nei suoi derivati a catena lunga EPA e DHA nel corpo umano è più limitata (5-10%).[116]

Se l'alimentazione non ha un eccesso di omega-6 (oli di girasole, mais e soia) che riducono la conversione e se vengono abbinati a vitamina E che aiuta a proteggere l'ALA dall'ossidazione, la conversione potrebbe essere più efficiente.[117]

L'olio di microalghe è invece una fonte diretta di DHA ed EPA, poiché esse sono alla base della catena alimentare marina che rende i pesci ricchi omega-3.[118][119] Anche alghe come la Chlorella, l'alga Nori e l'alga wakame contengono quantità modeste di EPA, la Spirulina contiene tracce di ALA[120] e l'ulva Lactuca, conosciuta come lattuga di mare, è un'alga nordica che può contenere EPA.[121] Tuttavia, è solo recentemente che si sta valutando il potenziale nutrizionale ed ecologico delle specie algali.

Salute e malattie

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Uno studio su 73.308 partecipanti ha rivelato che i vegetariani hanno una riduzione del rischio di mortalità del 12% e una riduzione del 19% di mortalità legata a problemi cardiovascolari, rispetto alle diete convenzionali.[122] Uno studio della Oxford University pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal afferma che la dieta vegana e vegetariana diminuisce l'insorgenza di ischemia cardiaca, mentre sarebbe lievemente correlata all'aumento del rischio di ictus[123].

Diverse pubblicazioni degli ultimi anni hanno cercato di determinare in che modo la dieta vegana abbia un impatto in alcune patologie come cancro, malattie cardiache, infiammazione cronica e diabete. Viene riportato una minore incidenza e mortalità per cardiopatia ischemica (-25%) e incidenza di cancro (-15%)[124]; effetti positivi sono stati riscontrati anche nella prevenzione e trattamento del diabete di tipo 2[125]. Un altro studio ha mostrato che le diete a base vegetale hanno rivelato una minore produzione di metaboliti pro-infiammatori come gli acidi biliari secondari e una maggiore produzione di acidi grassi a catena corta, i quali hanno effetti antinfiammatori.[126] Inoltre, le diete a base vegetale erano legate a più alti livelli di depressione, ma a livelli più bassi di ansia. [127] Tuttavia, i risultati di altri studi indicano che una dieta vegana di alta qualità abbassi i livelli di depressione.[128] Le diete a base vegetale potrebbero avere un ruolo nel modulare l’infiammazione, anche nella gestione di malattie della pelle come la psoriasi.[129]

Dieta vegana in gravidanza

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L'Accademia di nutrizione e dietetica degli Stati Uniti e l'Associazione dei dietisti del Canada ritengono che le diete vegane ben pianificate siano appropriate per tutte le fasi della vita, comprese la gravidanza, l'allattamento, l'infanzia e l'adolescenza[130]

Anche studi scientifici emergenti evidenziano come possa essere considerata salubre, purché si abbia una consapevolezza della necessità di equilibrare la dieta con i micronutrienti necessari.[131][132] L'analisi valuta inoltre la riduzione dei tassi di diabete gestazionale e ipertensione.[133] Le diete vegane, ben pianificate, tendono ad essere più ricche in fibre alimentari, magnesio, acido folico (vitamina B9), vitamina C, vitamina E, potassio e sostanze fitochimiche, e più basse in calorie, grassi saturi e colesterolo.[134]

Tuttavia, altri studi hanno sottolineato che durante la gravidanza aumenta il fabbisogno di nutrienti specifici che spesso risultano carenti in una dieta a base vegetale (acidi grassi polinsaturi omega-3, ferro, calcio, iodio, zinco, vitamina D e vitamina B12). I dati della letteratura confermano che la carenza di cobalamina a lungo termine porta a conseguenze per la salute, come anemia megaloblastica, iperomocisteinemia e acidosi metilmalonica. Pertanto, alcne persone hanno delle riserve sulla fattibilità del regime alimentare vegano in gravidanza.

Alcuni ritengono che carenze di nutrienti nelle diete a base vegetale potrebbero essere particolarmente rischiose nel periodo pediatrico, portando potenzialmente a malnutrizione.[135]

Esistono poche informazioni sulla crescita dei bambini vegani. I risultati hanno suggerito che c'è una piccola percentuale di valori atipici in questa popolazione, con intervalli normali di peso e altezza, e presentanti obesità meno frequentemente.[136][137]

  1. ^ Paolo D'Arpini, Dieta vegetariana e spiritualità, in LM MAGAZINE n. 21, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 72,, 15 dicembre 2011 (archiviato il 27 marzo 2019).
  2. ^ Martina Donati, Il Mangiavegano 2017, Newton Compton Editori, 17 novembre 2016, p. 289, ISBN 978-88-541-9956-9.
  3. ^ a b Veganesimo, Dizionario Garzanti, su garzantilinguistica.it. URL consultato il 1º maggio 2017 (archiviato il 25 agosto 2017).
  4. ^ Filosofia vegana, su filosofiavegana.it.
    «Definizione di veganismo (o veganesimo)...»
  5. ^ Michela Becchi, Il veganesimo verrà studiato insieme a religione Rivoluzione nelle aule britanniche, in Gambero Rosso, 18 ottobre 2024.
  6. ^ Oltre a proporre una visione filosofica, è un lifestyle movement che promuove il cambiamento pratico dello stile di vita individuale (cfr: Ross Haenfler, Brett Johnson e Ellis Jones, Lifestyle Movements: Exploring the Intersection of Lifestyle and Social Movements, in Social Movement Studies, vol. 11, n. 1, 1º gennaio 2012, pp. 1-20, DOI:10.1080/14742837.2012.640535, ISSN 1474-2829 (WC · ACNP). URL consultato il 1º maggio 2017.)
  7. ^ Veganismo, Dizionario Zanichelli, su dizionaripiu.zanichelli.it. URL consultato il 1º maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2017).
  8. ^ Storia del movimento Vegano, su filosofiavegana.it.
    «La definizione di veganesimo non è però subito chiara. Viene stabilita con un leggero ritardo. A darla è Leslie J Cross che, nel 1949, parla di un “principio di emancipazione degli animali dallo sfruttamento umano”...»
  9. ^ Il veganismo dalla A alla Z, su ilgiornaledelcibo.it.
    «In linea con una visione non-violenta della vita e con i principi del pensiero antispecista, dunque, la filosofia vegan prevede il distacco nei confronti di attività nelle quali l'uomo esercita un potere assoluto sulla vita di altri animali...»
  10. ^ Beatrice Montini, Antispecista animalista e vegan: vi spiego il loro significato, in Corriere, 9 aprile 2014.
    «Era il 1944. Watson aveva animato una forte discussione in merito alla questione dei latticini. Fin lì nessuno aveva messo a fuoco il tema. Si era vegetariani in quanto non consumatori di corpi di animali: latte e formaggi non ponevano problemi. Watson spinse il ragionamento più in là, guardò alla condizione animale nel suo insieme e sostenne che lo sfruttamento di mucche, pecore e capre per ottenerne il latte fosse inaccettabile...»
  11. ^ a b Dalla fabbrica alla forchetta. Sai cosa mangi?-Scelta ecologica, su saicosamangi.info. URL consultato il 28 aprile 2017 (archiviato il 23 ottobre 2017).
  12. ^ Società scientifica di nutrizione vegetariana, su scienzavegetariana.it.
    «..ecco i risultati di un nuovo studio, tutto italiano, che dimostra ancora una volta quanto il problema dell'antibiotico resistenza sia legato agli allevamenti e al consumo di ingredienti di origine animale, non solo carne e pesce, ma anche latticini e uova....»
  13. ^ a b Dalla fabbrica alla forchetta. Sai cosa mangi?-Scelta economica, su saicosamangi.info. URL consultato il 28 aprile 2017 (archiviato l'8 aprile 2017).
  14. ^ (EN) The Vegan Society, About us, su vegansociety.com. URL consultato il 12 marzo 2017.
    (inglese)
    «As early as 1909 the ethics of consuming dairy products were hotly debated within the vegetarian movement. In August 1944, Elsie Shrigley and Donald Watson (a conscientious objector later to be acclaimed as the Vegan Society's Founder) agreed the desirability of coordinating 'non-dairy vegetarians'; despite opposition from prominent vegetarians unwilling to even consider adopting a diet free of all animal products. In November, Donald organised a London meeting of six like-minded 'non-dairy vegetarians' at which it was decided to form a new society and adopt a new name to describe themselves - vegan derived from VEGetariAN.»
    (italiano)
    «Già nel 1909 le etiche di consumo di prodotti latteo-caseari furono vivacemente dibattute all'interno del movimento vegetariano. Nell'agosto del 1944 Elsie Shrigley e Donald Watson (un coscienzioso obiettore successivamente acclamato come fondatore della Società Vegana) accettò di coordinare i vegetariani contrari ai latticini, nonostante l'opposizione di eminenti vegetariani, che non volevano di considerare l'adozione anche di una dieta libera da prodotti di origine animale. In novembre Donald organizzò un incontro a Londra di sei vegetariani contrari all'impiego di prodotti di origine animale, durante il quale fu deciso di formare una nuova società e adottare un nuovo nome per descriversi - vegani, derivata da VEGetariANI»
  15. ^ (EN) Vegetarians in Paradise, su vegparadise.com. URL consultato il 20 novembre 2019 (archiviato il 17 marzo 2015).
    «I invited my early readers to suggest a more concise word to replace "non-dairy vegetarian." Some bizarre suggestions were made like "dairyban, vitan, benevore, sanivore, beaumangeur", et cetera. I settled for my own word, "vegan", containing the first three and last two letters of "vegetarian" -- the beginning and end of vegetarian.»
  16. ^ Ripened by human determination. 70 years of The Vegan Society (PDF), su vegansociety.com (archiviato il 31 marzo 2019).
  17. ^ a b L'importanza di chiamarsi Vegan (il problema delle stime statistiche sui vegani), su Netnologia, 6 aprile 2017. URL consultato il 27 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2017).
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  19. ^ a b c vegetalismo, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 20 novembre 2019 (archiviato il 19 marzo 2017).
    «Concezione dell’alimentazione umana derivata dal vegetarianismo, di cui rappresenta la forma più radicale, che esclude l’uso di ogni alimento di provenienza animale (perciò anche uova, miele, latte e prodotti caseari) e consente solo quello di alimenti vegetali.»
  20. ^ (EN) Definition of veganism, in The Vegan Society. URL consultato il 1º maggio 2017 (archiviato il 16 gennaio 2019).
  21. ^
    (inglese)
    «A vegan is someone who tries to live without exploiting animals, for the benefit of animals, people and the planet. Vegans eat a plant-based diet, with nothing coming from animals - no meat, milk, eggs or honey, for example. A vegan lifestyle also avoids leather, wool, silk and other animal products for clothing or any other purpose.»
    (italiano)
    «Vegano è chiunque che provi a vivere senza sfruttare gli animali, per il bene degli animali, delle persone e del pianeta. I vegani seguono una dieta di sole piante, senza che nulla sia di provenienza animale - ad esempio no carne, latte, uova o miele. Lo stile di vita evita anche pelli, lana, seta e altri prodotti di origine animale per vestirsi o per altri scopi.»
  22. ^ João Graça, Maria Manuela Calheiros e Abílio Oliveira, Attached to meat? (Un)Willingness and intentions to adopt a more plant-based diet, in Appetite, vol. 95, 2015-12, pp. 113–125, DOI:10.1016/j.appet.2015.06.024. URL consultato il 16 aprile 2025.
  23. ^ (EN) Rebecca Nordquist, Franz Van der Staay e Frank Van Eerdenburg, Mutilating Procedures, Management Practices, and Housing Conditions That May Affect the Welfare of Farm Animals: Implications for Welfare Research, in Animals, vol. 7, n. 2, 21 febbraio 2017, pp. 12, DOI:10.3390/ani7020012. URL consultato il 16 aprile 2025.
  24. ^ (EN) The Vegan Society, About us, su vegansociety.com (archiviato il 4 gennaio 2019).
    «A philosophy and way of living which seeks to exclude—as far as is possible and practicable—all forms of exploitation of, and cruelty to, animals for food, clothing or any other purpose; and by extension, promotes the development and use of animal-free alternatives for the benefit of humans, animals and the environment. In dietary terms it denotes the practice of dispensing with all products derived wholly or partly from animals»
  25. ^ Dalla fabbrica alla forchetta. Sai cosa mangi?-Scelta etica, su saicosamangi.info. URL consultato il 28 aprile 2017 (archiviato il 24 novembre 2017).
  26. ^ Dalla fabbrica alla forchetta. Sai cosa mangi?-Scelta salutistica, su saicosamangi.info (archiviato il 12 giugno 2017).
  27. ^ (EN) Ipsos MORI | Poll | Vegan Society Poll, su ipsos-mori.com. URL consultato il 27 aprile 2017 (archiviato il 10 gennaio 2018).
  28. ^ Cosa mangiano i vegani? Gli alimenti NO e le migliori alternative ai prodotti animali, in Gioranettalismo, 11 agosto 2016 (archiviato il 9 dicembre 2019).
  29. ^ (EN) Honey Ain’t So Sweet for the Bees, su veganfuture.wordpress.com, Vegan Society (UK). URL consultato il 21 novembre 2019 (archiviato il 12 luglio 2018).
    «Vegans use no bee products, preferring to forgo the doubtful benefits and well known risks [such as infant botulism] of substances stolen from bees.»
  30. ^ (EN) Noah Lewis, Why Honey is Not Vegan, su vegetus.org. URL consultato il 20 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2019).
  31. ^ (EN) Barnivore: your vegan wine, beer, and liquor guide, su barnivore.com. URL consultato il 27 aprile 2017 (archiviato il 3 gennaio 2019).
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  33. ^ Vestire Vegan (PDF), su agireoraedizioni.org (archiviato il 29 gennaio 2018).
  34. ^ Vegfacile - Come mi vesto? L'abbigliamento vegan, su vegfacile.info (archiviato il 31 ottobre 2019).
  35. ^ EticAnimalista - Certificazione vegan VS marchio vegan, su eticanimalista.org.
  36. ^ Cosmetic Analysis - Sodium Tallowate, su cosmeticanalysis.com (archiviato il 28 gennaio 2018).
  37. ^ Cinzia Porfiri, Farmacie per vegetariani e vegani: in arrivo le prime farmacie vegetariane vegane specializzate, su tuttogreen.it, 25 dicembre 2014 (archiviato il 2 febbraio 2017).
  38. ^ Vegan Society, Hidden ingredients: what to watch out for Archiviato il 18 aprile 2012 in Internet Archive.: "L-Cysteine (E920): this additive can be vegan or non-vegan and is sometimes made from hair or feathers" (L-Cysteina (E920): questo additivo può essere vegano o meno ed è talvolta prodotto con capelli o piume)
  39. ^ Glycerol and Mono- and Diglyceride Updates: Mostly Vegetable-Derived, su vrg.org, The Vegetarian Resource Group Blog, 24 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2013).
    «Animal fats (e.g., beef tallow) or vegetable oils are the common starting materials for glycerin formation»
  40. ^ 542 Edible bone phosphate, su food-info.net, Food-info (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2013).
    «Origin: Produced from animal bones»
  41. ^ Vegan Outreach, Frequently Asked Questions: Is refined sugar vegan? (Domande frequenti: Lo zucchero raffinato è vegano?) Archiviato il 3 gennaio 2015 in Internet Archive.:
    (inglese)
    «Refined sugars do not contain any animal products, and so by an ingredients-based definition of vegan, refined sugar is vegan. However, some refined sugar is processed with animal bone char. The charcoal is used to remove color, impurities, and minerals from sugar. The charcoal is not 'in' the sugar, but is used in the process as as a filter. Thus by a process-based definition of vegan, refined sugar may not be considered vegan.»
    (italiano)
    «Lo zucchero raffinato non contiene prodotti di origine animale, e quindi secondo la definizione vegana di ingrediente-base, lo zucchero raffinato è vegano. Comunque, alcuni zuccheri raffinati sono elaborati con carbone prodotto dalle ossa animali. Il carbone non minerale viene usato come decolorante e per rimuovere impurità e minerali dallo zucchero. Il carbone non minerale non si trova "nello" zucchero, ma viene usato come filtro nel processo di raffinazione. Quindi, secondo la definizione di vegano in base al suo processo [di produzione], lo zucchero raffinato non può essere considerato vegano»
  42. ^ Melanie Joy, Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche, Edizioni Sonda, 2012, p. 108: "Così gli animali vendono comprati e venduti, mangiati e indossati - e i loro corpi utilizzati in una così ampia gamma di prodotti che è praticamente impossibile non conformarsi al sistema. Prodotti di derivazione animale si possono trovare in articoli insospettabili come palle da tennis, carta da parati, bande adesive e pellicola."
  43. ^ FLOCKS, PIG 05049:
    (inglese)
    «Christien Meindertsma has spent three years researching all the products made from a single pig. Amongst some of the more unexpected results were: Ammunition, medicine, photo paper, heart valves, brakes, chewing gum, porcelain, cosmetics, cigarettes, conditioner and even bio diesel.»
    (italiano)
    «Christien Meindertsma ha passato tre anni a cercare tutti i prodotti fabbricati con un singolo maiale. Tra alcuni dei più inattesi risultati vi erano: munizioni, medicine, carta fotografica, valvole cardiache, freni, gomme da masticare, porcellane, cosmetici, sigarette, condizionatori e anche bio diesel»
  44. ^ kottke.org, One pig, 185 different products :
    (inglese)
    «05049 was an actual pig, raised and slaughtered on a commercial farm in the Netherlands. Rotterdam designer Christien Meindertsma was shocked to discover that she could document 185 products contributed to by the animal.»
    (italiano)
    «05049 era effettivamente un maiale, allevato e macellato in una fattoria commerciale nei Paesi Bassi. La designer di Rotterdam Christien Meindertsma fu scioccata nello scoprire che avrebbe potuto documentare 185 prodotti con un componente animale»
  45. ^ Ad esempio, questa è la posizione di Vegan Outreach: Vegan Outreach, Frequently Asked Questions: What are some hidden animal ingredients? Archiviato il 3 gennaio 2015 in Internet Archive.
    (inglese)
    «In general, we recommend that vegans concentrate their attention on the most obvious animal ingredients, instead of getting bogged down by reading lists for every possible animal-derived ingredient. Our experience has been that many vegans burn out because they are worn down by the details, missing the true meaning of veganism.»
    (italiano)
    «In generale noi raccomandiamo che i vegani concentrino la loro attenzione sugli ingredienti più ovviamente animali invece di impantanarsi leggendo elenchi di ogni possibile ingrediente di derivazione animale. È stata nostra esperienza che molti vegani si rovinano la salute poiché sono logorati dai dettagli, dimenticando il vero significato del veganismo.»
  46. ^ Sentience - an overview | ScienceDirect Topics, su www.sciencedirect.com. URL consultato il 12 aprile 2025.
  47. ^ (EN) Cambridge Declaration on Consciousness - Philip Low Foundation, su philiplow.foundation. URL consultato il 12 aprile 2025.
  48. ^ Antispecista - Significato ed etimologia - Vocabolario, su Treccani. URL consultato il 12 aprile 2025.
  49. ^ Alain Létourneau, Pour une éthique de l’environnement inspirée par le pragmatisme : l’exemple du développement durable, in VertigO, vol. 10-1, 2010, DOI:10.4000/vertigo.9541. URL consultato il 12 aprile 2025.
  50. ^ (EN) Kay Prüfer, Kasper Munch e Ines Hellmann, The bonobo genome compared with the chimpanzee and human genomes, in Nature, vol. 486, n. 7404, 2012-06, pp. 527–531, DOI:10.1038/nature11128. URL consultato il 12 aprile 2025.
  51. ^ Janis Wiley Driscoll, Attitudes toward Animals: Species Ratings (XML), in Society & Animals, vol. 3, n. 2, 1995, pp. 139–150, DOI:10.1163/156853095X00125. URL consultato il 12 aprile 2025.
  52. ^ (EN) Gordon G. Gallup, Do minds exist in species other than our own?, in Neuroscience & Biobehavioral Reviews, vol. 9, n. 4, 1985-12, pp. 631–641, DOI:10.1016/0149-7634(85)90010-7. URL consultato il 12 aprile 2025.
  53. ^ (EN) Eating Bark to Induce Labor — Biological Strategy — AskNature, su asknature.org. URL consultato il 12 aprile 2025.
  54. ^ Specismo - Significato ed etimologia - Vocabolario, su Treccani. URL consultato il 12 aprile 2025.
  55. ^ (EN) Liana Minassian, Why the Global Rise in Vegan and Plant-Based Eating is No Fad (30x Increase in US Vegans + Other Astounding Vegan Stats), su Food Revolution Network, 6 aprile 2022. URL consultato l'8 marzo 2023.
  56. ^ Diventare Vegan ("una scelta meramente alimentare, non mossa da ragioni di rispetto per gli animali, ma unicamente da motivazioni ecologiste e salutiste, possiamo definirla semplicemente come scelta di una dieta 100% vegetale.", su veganhome.it. URL consultato il 9 dicembre 2016 (archiviato il 2 dicembre 2016).
  57. ^ C. Stahler, How Often Do Americans Eat Vegetarian Meals? And How Many Adults in the U.S. Are Vegan?
    (inglese)
    «Approximately 5 percent of the country say that they never eat meat, fish, seafood, or poultry, which makes them vegetarian. Approximately half of these vegetarians are also vegan; that is, they also don't eat dairy or eggs. ... If we use a past low figure of 2 percent and the higher figure of 5 percent from this survey, we estimate that there may be 5-12 million adults in the United States who never consume meat, fish, or poultry. (2008)»
    (italiano)
    «Circa il 5% del paese dice di non mangiare mai carne, pesce, cibo di mare o pollame, il che li fa vegetariani. Circa la metà di questi vegetariani sono anche vegani; cioè, essi non mangiano latticini o uova. ... Se noi utilizziamo una passata, bassa cifra del 2% e la più alta del 5% da questa indagine, stimiamo che possono esserci da 5 a 12 milioni di adulti negli Stati Uniti che non consumano mai carne, pesce o pollame. (2008)»
  58. ^ C. Stahler, How many youth are vegetarian? Archiviato il 22 febbraio 2012 in Internet Archive. The Vegetarian Resource Group (v. tabella Dietary Habits of 8- to 18-Year-Olds in the United States in 2005) (2005)
  59. ^ Eurispes, Il Rapporto Italia 2013 Archiviato il 9 dicembre 2018 in Internet Archive."Il 6% degli italiani ha fatto la scelta di diventare vegetariano (4,9%) o vegano (1,1%)."
  60. ^ Eurispes, Rapporto Italia 2017. A tavola gli italiani amano il made in Italy (74,1%) e i prodotti di stagione (80,4%) | Eurispes, su eurispes.eu. URL consultato il 27 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2017).
  61. ^ (EN) Why People Go Vegan: 2019 Global Survey Results, su VomadLife.com. URL consultato l'8 marzo 2023.
  62. ^ Sinha R. et al., Meat intake and mortality: a prospective study of over half a million people Archiviato l'11 aprile 2019 in Internet Archive.: "Red and processed meat intakes were associated with modest increases in total mortality, cancer mortality, and cardiovascular disease mortality."
  63. ^ World Cancer Research Fund, American Institute for Cancer Research, Food, Nutrition, Physical Activity, and the Prevention of Cancer: a Global Perspective: "The evidence that red meat is a cause of colorectal cancer is convincing. The evidence that processed meat is a cause of colorectal cancer is also convincing." (capitolo 12 Archiviato il 10 novembre 2013 in Internet Archive., p. 382)
  64. ^ Worldwatch Institute, Antibiotic Overuse in Animal Agriculture Archiviato il 16 aprile 2013 in Internet Archive.: "An estimated 70 percent of all antibiotics used in the United States are for livestock, not humans."
  65. ^ National Health and Medical Research Council, Australian Dietary Guidelines Archiviato il 20 gennaio 2017 in Internet Archive. :
    (inglese)
    «The health benefits of consuming diets high in vegetables, including legumes/beans, and fruit have been reported for decades and are consistently recognised in international dietary guidelines. (pag. 36)»
    (italiano)
    «Sono stati registrati per decenni i benefici alla salute nel consumare diete con alto contenuto di vegetali, compresi legumi/fagioli, e frutta, e sono stati massicciamente riconosciuti nelle linee-guida dietetiche internazionali»
  66. ^ WHO, Promoting fruit and vegetable consumption around the world
    (inglese)
    «Fruit and vegetables are important components of a healthy diet, and their sufficient daily consumption could help prevent major diseases, such as cardiovascular diseases and certain cancers.»
    (italiano)
    «Frutta e vegetali sono componenti importanti di una sana dieta e la loro assunzione giornaliera [in quantità] sufficiente può aiutare a prevenire gravi malattie come quelle cardiovascolari e certi tipi di cancro»
  67. ^
    (inglese)
    «Healthy diets rich in fruits and vegetables may reduce the risk of cancer and other chronic diseases. Fruits and vegetables also provide essential vitamins and minerals, fiber, and other substances that are important for good health. Most fruits and vegetables are naturally low in fat and calories and are filling.»
    (italiano)
    «Diete salutari ricche di frutta e vegetali possono ridurre il rischio di cancro ed altre malattie croniche. Frutta e vegetali forniscono anche vitamine essenziali e minerali, fibre e altre sostanze che sono impoprtanti per una buona salute. La maggior parte dei frutti e dei vegetali sono poveri di grassi e calorie e sono sazianti.»
  68. ^
    (inglese)
    «RECOMMENDATION 4: "Higher consumption of several plant foods probably protects against cancers of various sites. What is meant by ‘plant-based’ is diets that give more emphasis to those plant foods that are high in nutrients, high in dietary fibre (and so in non-starch polysaccharides), and low in energy density.»
    (italiano)
    «RACOMMANDAZIONE 4: Un elevato consumo di molte piante da cibo probabilmente protegge contro il cancro in vari punti [del corpo]. Ciò che s'intende con "a base di piante" sono le diete che danno maggior enfasi a quelle piante edibili che possiedono in quantità i nutrienti, le fibre dietetiche (e così nei polisaccaridi non amidacei) e hanno una bassa densità di energie.»
  69. ^
    (inglese)
    «According to the evidence criteria of the World Health Organization and Food and Agriculture Organization (WHO/FAO), cancer risk reduction associated with a high intake of fruit and vegetables was assessed as probable or possible, risk of CVD reduction as convincing, whereas lower risk of osteoporosis was assessed as probable. The evidence for a risk-reducing effect of consuming whole grains was assessed as possible for colorectal cancer and probable for type 2 diabetes and CVD. The evidence for a risk-reducing effect of consuming nuts was assessed as probable for CVD.»
    (italiano)
    «Secondo i criteri di evidenza della Food and Agriculture Organization (WHO/FAO), la riduzione dei rischi di cancro associata con un'amia assunzione di frutta e vegetali è stata definita come probabile o possibile, la riduzione del rischio di CVD come convincente, laddove una riduzione del rischio di osteoporosi è stata accertata come probabile. L'evidenza di effetti riduttivi dei rischi grazie al consumo di semi integrali è stata valutata come possibile per il cancro al colon-retto e probabile per il diabete di tipo 2 e il CVD. L'evidenza di una riduzione dei rischi di CVD grazie al consumo di noci è stata accertata come probabile.»
  70. ^
    (inglese)
    «Soy-bean-protein diet, legumes, nuts and soluble fibre significantly decrease total cholesterol, low-density lipoprotein cholesterol and triglycerides. Diets rich in fibre and complex carbohydrate, and restricted in fat, improve control of blood glucose concentration, lower insulin requirement and aid in weight control in diabetic patients. An inverse association has been reported between nut, fruit, vegetable and fibre consumption, and the risk of coronary heart disease. ... An inverse association between fruit and vegetable consumption and stroke has been suggested. Consumption of fruits and vegetables, especially spinach and collard green, was associated with a lower risk of age-related ocular macular degeneration. There is an inverse association between dietary fibre intake and incidence of colon and breast cancer as well as prevalence of colonic diverticula and gallstones.»
    (italiano)
    «Una dieta a base di proteine di semi di soia, legumi, noci e fibre solubili significa riduzione del colesterolo totale, colesterolo di lipoproteine a bassa densità e trigliceridi. Diete ricche in fibre e carboidrati complessi, e povere in grassi, migliorano la concentrazione di glucosio nel sangue, minor richiesta di insulina, e aiuto nel controllo del peso nei pazienti diabetici. Una relazione inversa è stata rivelata tra consumo di noci, frutta, vegetali e fibre, e il rischio di malattie alle coronarie. [...] È stata anche suggerita una relazione inversa tra il consumo di frutta e vegetali e infarto. Il consumo di frutta e vegetali, in particolare spinaci e cavoli verdi, è stato associato a un basso rischio di degenerazione senile della macula. Vi è una relazione inversa tra l'assunzione di fibre vegetali e l'incidenza del cancro al colon e al torace così come a quella della prevalenza di diverticoli al colon e calcoli alla cistifellea e ai condotti biliari.»
  71. ^ Proceedings of the Nutrition Society, Meat or wheat for the next millennium? A Debate Pro veg] (abstract Archiviato il 7 ottobre 2013 in Internet Archive.): "In conclusion, meat is an optional rather than an essential constituent of human diets." ("In conclusione, la carne è un optional piuttosto che un costituente essenziale della dieta umana", dall'articolo completo)
  72. ^
    (inglese)
    «In addition, the use of eggs was recently shown to be associated with a higher risk of pancreatic cancer [...] a high childhood dairy intake has been associated with an elevated risk of colorectal cancer in adulthood [...] the use of dairy was associated with an increased risk of prostate cancer.»
    (italiano)
    «In aggiunta l'uso di uova è stato visto recentemente come associato a un rischio elevato di tumore al pancreas [...] un'elevata assunzione nell'infanzia di latticini è stata associata con un elevato rischio di cancro colon-rettale da adulti [...] l'uso di latticini è stato associato con un incremento di rischio di cancro alla prostata.»
  73. ^ (EN) Cancer: Carcinogenicity of the consumption of red meat and processed meat, su www.who.int. URL consultato il 12 aprile 2025.
  74. ^ a b c Food and Agriculture Organization of the United Nations, Livestock's Long Shadow Archiviato l'11 novembre 2013 in Internet Archive.: "The livestock sector emerges as one of the top two or three most significant contributors to the most serious environmental problems, at every scale from local to global." (Il settore dell'allevamento del bestiame emerge come uno dei due o tre maggiormente significativi contributori ai più seri problemi ambientali, sia a livello locale che globale.)
  75. ^ Report, allarme batteri resistenti agli antibiotici: dagli allevamenti intensivi arrivano in tavola, in Il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2016 (archiviato il 30 giugno 2018).
  76. ^ World Vegan Month website, About Archiviato il 12 dicembre 2013 in Internet Archive.: "The month starts with World Vegan Day on 1 November to celebrate the founding of the world's first Vegan Society on that day in November 1944" (Il mese inizia con la Giornata mondiale vegana il 1 novembre per celebrare la fondazione della prima Società vegana del mondo in quel giorno del novembre 1944.)
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    (inglese)
    «To begin with, per-capita meat consumption has more than doubled in the past half-century, even as global population has continued to increase. As a result, the overall demand for meat has increased five-fold.»
    (italiano)
    «Per cominciare, il consumo di carne pro capite è più che raddoppiato nello scorso mezzo secolo, come anche la popolazione [mondiale] ha continuato a crescere [in numero]. Come risultato la domanda globale di carne è quintuplicata.»
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