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Giorgio Ficara

Giorgio Ficara (Torino, 20 giugno 1952) è un saggista e critico letterario italiano. E' anche professore ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Torino.



Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Torino nel 1952, ha frequentato il Liceo Classico dei Gesuiti di Torino. Allievo di Giovanni Getto, si è laureato all’Università degli Studi di Torino nel 1974 con una tesi su Gabriele D’Annunzio. Dal 1975 al 1981 è stato Assistente alla cattedra di Letteratura italiana tenuta dallo stesso Getto. Dal 1982 al 1999 è stato Ricercatore e Professore incaricato; dal 1999 a oggi Professore ordinario e titolare della cattedra di Letteratura Italiana presso l’Ateneo torinese.[1]

È stato condirettore di Nuovi Argomenti (1989-1999) e critico militante di Panorama (1988 – 1997) e de La Stampa (1978 - 2012). Collabora ora al Domenicale de Il Sole 24 ore[2] ed è condirettore di Lettere italiane, rivista fondata da Vittore Branca e Giovanni Getto. È socio corrispondente della Fondazione Lorenzo Valla e della Fondazione Bembo. È direttore della Fondazione De Sanctis di Roma e presidente del Premio De Sanctis per la Saggistica.

Ha insegnato negli Stati Uniti a UCLA, alla Stanford University, alla University of Chicago e alla Columbia University; a Parigi alla Sorbona e al Collège de France e in diverse università europee.[3]

Interprete, storico della letteratura e dei sistemi filosofico-letterari, comparatista, si è occupato soprattutto di Petrarca, Leopardi, di Giacomo Casanova e della letteratura del Settecento europeo, di Manzoni e del Novecento italiano, con particolare riferimento a Montale e al dibattito sul romanzo.

La sua attività critica si colloca al confine tra la saggistica e la critica testuale e a servizio dell’ermeneutica dell’opera letteraria: “Perché la critica è sempre meno spiegazione e commento di un testo e sempre più alternativa a un testo che non c’è? Oppure: perché la critica stessa non è più necessaria a un’opera che si spiega tutta da sé? [...] Prosa d’applicazione, successiva alla prosa ‘originaria’ dello scrittore, quella del critico in effetti esiste perché l’altro esista di più”.[4]

"Ficara è uno di quelli che pensano (e cercano di mettere in pratica) che la dote di scrittore non debba ritenersi affatto secondaria rispetto a quella professionale del critico. La scrittura è un modo diverso per parlare di letteratura, un modo più libero, o vertiginoso o compendiario per dire le stesse cose del critico. [...] A Ficara, incamminato per questa strada maestra, riescono difatti assai bene certi misti di narrazione e di saggismo, quei momenti e sprazzi in cui non sai se prevalga il narratore o il critico" (Gian Luigi Beccaria, Stile Novecento: il romanzo delle idee, "Tuttolibri-La Stampa", 16 giugno 2007, p. 5).

"Per Ficara ciò che conta è la sfida, fino allo scambio delle parti, fra gioco narrativo e conoscenza: 'gioco puro in Laurence Sterne', 'gioco piegato alla conoscenza in Alessandro Manzoni', 'gioco del sogno della conoscenza in Italo Calvino'. La finzione è al servizio della verità e la verità non esiste senza racconto e senza un 'incrociarsi dei punti di vista'. " (Alfonso Berardinelli, Il Novecento davanti a noi, Il Sole 24 ore, 13 gennaio 2008, p. 37).

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Monografie[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni e commenti[modifica | modifica wikitesto]

Saggi scelti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]