Ugo Sciascia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ugo Sciascia

Ugo Sciascia (Agrigento, 19111992) è stato un attivista, conduttore televisivo e critico cinematografico italiano, direttore generale dei Comitati Civici, presentatore della trasmissione Rai Vivere Insieme, giornalista, docente di Psicologia sociale e Tecnica della propaganda, autore e divulgatore del realismo dinamico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ugo Sciascia nel 1946 fu maggiore dell'Arma del Genio, autore di alcune pubblicazioni di contenuto militare[1].

Divenne segretario generale dell'Ente Spettacolo (oggi Fondazione Ente Spettacolo) nell'aprile del 1947[2].[3]

Fu direttore generale nel 1952[4] e poi presidente nel 1957[5] dei Comitati Civici fondati da Luigi Gedda nel 1948. Insegnò Psicologia Sociale e Psicologia dell'apostolato presso l'Università Pontificia Lateranense e Tecnica della Propaganda all'università Pro Deo (oggi LUISS)[3].

Fu scrittore e divulgatore scientifico. Fu giornalista e pubblicista per numerosi periodici, cattolici e non, su tutto il territorio nazionale. Diresse la rivista Collegamento dei Comitati Civici e alcune rubriche su giornali quotidiani. Collaborò con la rivista per ragazzi Il Vittorioso e con la Rivista del cinematografo[6]. Conferenziere e moderatore partecipò a convegni e tavole rotonde in tema di sociologia, psicologia, famiglia, cinema.

Dal 1962[7] al 1970 condusse 80 puntate di una popolare trasmissione televisiva in prima serata sul primo canale nazionale (oggi Rai 1): Vivere insieme. Consisteva in un atto unico teatrale scritto appositamente e commentato al termine da esperti in un dibattito di cui Sciascia era moderatore e presentatore. Collaborò ad altre trasmissioni televisive[8] e radiofoniche.

Dagli anni sessanta in poi fu moderatore e relatore di incontri per dirigenti e imprenditori dell'U.C.I.D.[9] ed altri tenuti da Paolo Arnaboldi, Tommaso Demaria e Giacomino Costa su temi sociologici, economici, filosofici e metafisici del realismo dinamico. Successivamente divenne egli stesso, sia come docente che come conferenziere[10] autore di opere di approfondimento, sviluppo e divulgazione del realismo dinamico.

Direttore dei Comitati Civici[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Comitati Civici ed Elezioni politiche in Italia del 1948.

I Comitati Civici (CC) furono organizzati in due settimane per rispondere ad un appello ai cattolici di papa Pio XII, allarmato dalla possibilità di vittoria della compagine socialista e comunista riunite elettoralmente nel Fronte Democratico Popolare alle elezioni del 1948. Le elezioni in Sicilia del 1947 avevano mostrato un avanzamento del Fronte Democratico Popolare ed un arretramento della compagine cattolica rappresentata elettoralmente dalla Democrazia Cristiana. La Democrazia Cristiana non rispose al papa e mantenne una posizione ambigua sulla reale volontà di costruire una società cristiana. La DC preferiva una posizione di moderazione e non una netta contrapposizione alla sinistra perché temeva o riteneva inevitabile l'avvento di una maggioranza di sinistra alle successive elezioni.[11] Luigi Gedda allora presidente della sezione uomini della Azione Cattolica, raccolse l'appello di papa Pio XII e divenne il promotore ed il presidente dei Comitati Civici (CC)[12]. Gedda diede ai CC una linea propagandistica che accentuò fortemente i toni della campagna elettorale in senso anticomunista e di difesa della incolumità e dei valori dei cristiani. I CC ottennero la repentina e massiva mobilitazione dell'elettorato cattolico.[13] Letteralmente portarono alle urne un gran numero di invalidi, infermi, persone non autosufficienti ed elettori cattolici che non sarebbero andati a votare senza l'insistenza dei 20.000 attivisti che a loro volta diressero un numero ancora maggiore di fedeli cattolici. Basi operative dei CC furono anche molte comunità parrocchiali diffuse capillarmente su tutto il territorio nazionale, con il supporto di numerosi vescovi e sacerdoti.[14] Il risultato fu la vittoria della compagine cattolica ottenuta il 18 aprile 1948 con 12,7 milioni di voti rispetto agli 8,1 del Fronte Democratico Popolare. Il cardinale Giuseppe Siri nel 1975 dichiarò che la vittoria cattolica alle elezioni del 18 aprile 1948 fu ottenuta per l'intervento determinante dei Comitati Civici.

Ugo Sciascia già nel marzo 1948 risulta stretto collaboratore di Luigi Gedda, il fondatore dei Comitati Civici, che gli affidò delicate missioni[15]. Nel 1952 Gedda divenne presidente della ACI (Azione Cattolica Italiana), lasciò la presidenza dei CC e nominò come direttore generale Ugo Sciascia che ne divenne anche il portavoce politico[4]. Assieme all'assistente ecclesiastico padre Lucio Migliaccio, Sciascia costituì il direttorio operativo e attivistico dei Comitati Civici[16].

Sciascia nel 1952 delineò la missione ultima dei Comitati Civici: "dare all'Italia un volto cristiano"[17]. In prima pagina del giornale La Stampa nel 1953 riporta le previsioni sulle prossime elezioni assieme ad Andreotti, Matteotti, Terracini, De Marsanich e Parri.[18] Sciascia lanciò gli slogan dei CC: "Governo democristiano o non governo".[19] Condusse tutte le battaglie politiche dei CC sia in occasione delle tornate elettorali che a sostegno della Ungheria nel 1956 e per la campagna referendaria contro la legge per il divorzio conclusasi nel 1974.

In un articolo del 1957 Filippo Pucci descrisse l'organizzazione dei Comitati Civici.[16] Gli attivisti, muniti di presentazioni e referenze autorevoli, erano preparati con una formazione di 20 giorni al "Getzemani" un vero e proprio centro corsi presso Casale Cortecerro, detto l'"Università degli attivisti". La formazione era sia teorica che pratica sempre accompagnata da momenti di spiritualità. I corsisti dovevano sostenere prove pratiche come tenere una conferenza, preparare un giornale o un manifesto, tenere un comizio improvvisato. Tra tutti gli attivisti formati, alcuni dotati di un profilo particolarmente adatto, superate con successo le prove previste, venivano dichiarati idonei, in totale 1500 e di questi il 20% erano donne. Molti idonei erano poi "assunti" in qualità di attivisti "professionali" al servizio dei CC. Il quartier generale dell'intero apparato era a Roma in un'ala di Palazzo Pio. Lo diressero Ugo Sciascia e padre Lucio Migliaccio "un giovane sacerdote napoletano dotato di erompente dinamismo"[20]. La legittimazione ai CC ad agire a nome e per conto dei cattolici la diede direttamente papa Pio XII in un discorso del 12 aprile 1953: "Voi non formate un partito politico, ma nessuno potrà negarvi il diritto di unirvi, organizzarvi e di intervenire con ogni mezzo lecito".[16]

Nel 1964 i CC furono coinvolti nelle voci, giunte in particolare dalla Francia, di un possibile colpo di stato in Italia.[21] Furono scagionati anche in un articolo di Vittorio Gorresio che scrisse: "...qualche fiducia possa esser riposta almeno in Gedda, in padre Migliaccio, nell'ing. Sciascia. Sono gli ultimi venuti in scena ed entrano anche essi nella favola, probabilmente loro malgrado, a loro insaputa; ma in una favola italiana stanno bene anche loro, la arricchiscono, e piaceranno all'estero".

L'ultima grande battaglia elettorale combattuta dai CC fu quella per il referendum del 1974 per l'abrogazione della legge sul divorzio. Ugo Sciascia si schierò in prima linea per il sì (per la cancellazione della legge che consentiva il divorzio) mettendo in campo la sua notorietà televisiva come sociologo ed esperto di vita famigliare[22]. Nella accesa dialettica fu oggetto di critiche da parte del fronte del no (per il mantenimento della legge che consentiva il divorzio) Lietta Tornabuoni lo annoverò tra le "star" dei Comitati Civici assieme a Gabrio Lombardi e al "televisivo" Padre Mariano[23]. Fortebraccio in prima pagina dell'Unità scrisse:" Dei discorsi del vice Gedda, ing. Sciascia, non abbiamo capito molto...".[24]

I CC operarono fino circa alla fine degli anni settanta e la loro funzione fu progressivamente sostituita dall'apparato organizzativo della Democrazia Cristiana che si era via via accresciuto a partire dagli anni sessanta.

Conduttore televisivo: Vivere insieme dal 1962 al 1970[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Vivere insieme (serie televisiva).

Il 28 aprile 1962 viene lanciato la trasmissione Vivere insieme, che tratterà i problemi di una comune famiglia e che verrà paragonata ad altre trasmissioni coeve ad alto valore educativo, come Non è mai troppo tardi o Telescuola.[25]

Daniela Brancati scrisse in un suo saggio sulla storia della televisione in Italia: "Il 1962 è un anno di innovazione. Il programma nazionale lancia Vivere Insieme, una serie di originali tv che affrontano i problemi della famiglia, non rappresentata come luogo ideale mitizzato ma come effettivamente è, un luogo di relazioni e reazioni complesse. Il finale aperto lasciava al dibattito il compito di approfondire il tema. Il coordinatore è Ugo Sciascia e la trasmissione andrà avanti per 80 episodi fino al 1970."[26]

Il giornalista Ugo Buzzolan tracciò in un suo articolo un profilo di Sciascia come conduttore televisivo: "Ugo Sciascia, il signore gentilissimo, un po' affannato ed un po' calvo che all'inizio sbriga la corrispondenza e poi dirige il dibattito".[27] Nel 1985 Francesco Protonotari lo descrisse come: "Ugo Sciascia, che ha un bell'aspetto aristocratico (assomiglia un tantino a Vianello che, come si sa, è figlio di un ammiraglio) e parla forbito, come un buon parroco di città, colto e raffinato".[28]

La trasmissione Vivere insieme consisteva in un atto unico teatrale scritto appositamente commentato al termine da esperti in un dibattito con interventi anche dal pubblico e di cui Ugo Sciascia era moderatore e presentatore. I testi furono scritti da sceneggiatori tra i quali Maurizio Costanzo[29], Gino De Sanctis, Belisario Randone, Edoardo Anton[30] ed interpretati da attori tra cui Mariangela Melato, Raffaella Carrà[31], Lia Zoppelli, Daniela Goggi, Milena Vukotic, Ernesto Calindri, Ugo Pagliai[32], Riccardo Garrone, Gabriele Lavia, Riccardo Cucciolla, Glauco Mauri, Stefano Satta Flores, Piera degli Esposti[33], Ottavia Piccolo[34], Orazio Orlando e molti altri.[35] La trasmissione fu molto popolare[36] e trasmessa dal 1964 in prima serata sul primo canale RAI in un orario in cui si contavano 12 milioni di telespettatori[37]. Ugo Sciascia divenne un personaggio noto al pubblico televisivo come "professore" esperto di psicologia, sociologia e dinamiche della vita famigliare.

Ugo Sciascia risulta citato anche curatore o consulente di altre trasmissioni televisive o radiofoniche: La piramide rovesciata ed In prima persona serie televisiva del 1971.[38]

Scrittore, giornalista e pubblicista[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio degli anni cinquanta collaborò con Il Vittorioso il giornale a fumetti per ragazzi fondato nel 1933. Scrisse articoli di scienza e tecnica spesso illustrati da Kurt Caesar[39]: l'avventura italiana del gas e del petrolio 1951, Cinecittà, la calcolatrice a schede perforate 1952, la produzione del nailon, la televisione italiana 1954[40].

Dal 1951 fu collaboratore abituale della Rivista del cinematografo assieme a Mario Verdone, Gian Luigi Rondi, Paolo di Valmarana.[41] La sua attività come esperto di cinematografia si attuò anche attraverso la partecipazione a rassegne e tavole rotonde in presenza di protagonisti del cinema e della cultura di quel tempo:[42] Pier Paolo Pasolini, Pasquale Festa Campanile, Ermanno Olmi, Damiano Damiani, Renato May, Ernesto Laura, il sociologo Sabino Acquaviva, Suso Cecchi D'Amico, padre Nazzareno Taddei, Franco Cristaldi, Pietro Germi, Carlo Lizzani, Nanni Loy, Alessandro Blasetti, Marco Bellocchio.[43]

Come giornalista oltre alla sua attività radiofonica e televisiva fu il direttore della rivista Collegamento dei Comitati Civici e autore di numerosi articoli per la stampa periodica cattolica. Dal 1965 tenne sulla Gazzetta del Mezzogiorno una rubrica di risposte alle domande dei lettori di contenuto psicologico e di relazione famigliare. Nel 1967 fu il direttore della rivista dedicata alle donne Punto e a capo con il motto "donna nuova per una società migliore"[44].

Ugo Sciascia scrisse alcune opere di carattere divulgativo per ragazzi di contenuto tecnico scientifico: La storia delle invenzioni 1959, La conquista dello spazio, 1971. A seguito del successo televisivo della trasmissione Vivere insieme pubblicò nel 1965 con Eri Edizioni Rai un libro dallo stesso titolo. Ugo Buzzolan ne fece una critica sulle pagine del giornale La Stampa considerando il libro meglio riuscito della trasmissione stessa. Nel 1966 pubblicò il libro di educazione civica Cultura Politica. Vivere insieme civile con l'editrice La Scuola.

Ugo Sciascia a causa dell'omonimo cognome e comune origine agrigentina con lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia talvolta è stato erroneamente confuso con quest'altro autore.[45]

Il realismo dinamico[modifica | modifica wikitesto]

Ugo Sciascia fu moderatore ad alcune tavole rotonde dell'U.C.I.D. negli anni sessanta. In quelle occasioni venne a contatto con Paolo Arnaboldi, Tommaso Demaria e Giacomino Costa dai quali ebbe modo di conoscere il realismo dinamico: la filosofia e metafisica orientata alla interpretazione della realtà storica ed alla promozione di un diverso modello di società non capitalista, non marxista o socialista ma di tipo organico dinamico.

Da iniziale uditore, a partire dal 1968, divenne autore e sviluppatore del realismo dinamico tenendo relazioni e conferenze sul tema.[46] La sua azione fu divulgativa. Sciascia compì uno sforzo per rendere fruibili e comprensibili le scoperte della metafisica realistico dinamica di Tommaso Demaria in ambito di interpretazione della realtà storica, in ambito teologico e di modello sociale. Sua è la coniazione in ambito realistico dinamico del termine ideanima che Sciascia intendeva proporre per indicare quello che nel gergo del realismo dinamico è l'ideoprassi, cioè l'ideologia come prassi razionalizzata,[47] ciò che per utilizzare la terminologia corrente, viene indicato come il tipo e/o modello di sviluppo.

Ugo Sciascia fu anticomunista militante ed ebbe ben chiare quali erano le critiche che venivano mosse alla ideologia marxista. Nel 1949 la Congregazione del Sant'Uffizio emanò un decreto popolarmente conosciuto come la scomunica ai comunisti,[48] evidenziando il carattere anticristiano del comunismo. A Ugo Sciascia erano altrettanto chiaramente note le critiche e le condanne che erano rivolte verso l'altra ideologia che sosteneva il modello di sviluppo liberal capitalista. La condanna della Chiesa cattolica del liberal capitalismo fu pronunciata già da Leone XIII nel 1891 con la enciclica Rerum Novarum e ribadita successivamente da altri pontefici tra cui Paolo VI[49], Giovanni Paolo II[50] e successivamente da Benedetto XVI[51] e Francesco. Nonostante questi ripetuti pronunciamenti dei pontefici il liberal capitalismo era considerato la via da seguire anche da molti attori politici ed economici cattolici. Tommaso Demaria approfondì con gli strumenti del realismo dinamico la critica ai due modelli di sviluppo marxista e capitalista giungendo alla formulazione del "vero" modello di società che definì organico dinamico (dinontorganico), laico e profano, in tutto compatibile con la razionalità della vita che coincide nella fattispecie con il logos dei cristiani.[52] Ugo Sciascia fece proprio quel nuovo modello di sviluppo organico dinamico e lo divulgò tramite opere letterarie e nella sua funzione di docente e conferenziere[53]. La sua azione di diffusione dell'"ideanima" organico dinamica non passò inosservata sia ad esponenti del pensiero marxista-socialista che a cattolici di orientamento liberal capitalista che giunsero a descrivere lo Sciascia divulgatore del realismo dinamico anche come il teorizzatore del cristianesimo come ideologia.[54]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Ugo Sciascia, Tecnica della propaganda: Istituto superiore di giornalismo, anno accademico 1950-1951, Roma, Ed. Internazionali Sociali, 1951.
  • Ugo Sciascia, Tecnica della propaganda: Anno accademico 1951-52, Istituto superiore di giornalismo e di scienze dell'opinione pubblica, Ed. Internazionali Sociali, Roma, Università Internazionale pro Deo, 1952.
  • Ugo Sciascia, Invito alla critica cinematografica, a cura di Luigi Civardi, Ugo Sciascia, Giorgio Santarelli, Silvano Battisti e Sergio de Marchis (Comitato nazionale di gioventù studentesca), Roma, Tip. Guido De Gregorio, 1952.
  • Ugo Sciascia, Le invenzioni dell'uomo, Brescia, La Scuola, 1954.
  • Ugo Sciascia, La nostra parte nel mondo, Milano, Massimo, 1957.
  • Ugo Sciascia, Storia delle invenzioni, Brescia, La Scuola, 1959.
  • Ugo Sciascia, Incontri con i genitori, Roma, Edizione Cronache di Villa Flaminia.
  • Ugo Sciascia, Psicologia dell'apostolato, Roma, Coletti, 1961.
  • Ugo Sciascia, Schema delle conversazioni tenute dal prof. ing. Ugo Sciascia, docente di psicologia dell'apostolato presso la Pontificia Universita Lateranense e direttore generale del comitato civico nazionale, 28-29 dicembre 1961, Pescara, Tip. L'arte della stampa, 1961.
  • Ugo Sciascia, Tempo di unione : la Chiesa e l'attuale processo di unificazione del mondo, Roma, Edizioni romane Mame, 1962.
  • Ugo Sciascia, Vivere insieme, Torino, ERI, 1965.
  • Ugo Sciascia, Cultura politica : vivere insieme civile, Brescia, La Scuola, 1966.
  • Hugo Sciascia, Sicología del apostolado ; versión de Ismael Fernández Gago, Madrid, Studium, 1966.
  • Ugo Sciascia, Società in trasformazione e trasformazione dell'uomo: convegno di Rapallo per imprenditori e dirigenti, 7-10 marzo 1968, Velate di Varese, FAC, 1968.
  • Pietro Di Mattei, Pierluigi Leoni e Ugo Sciascia, La droga, Bologna, Skema, 1970.
  • Ugo Sciascia e Giovanni Rosa, Il problema della droga. Dalle motivazioni del fenomeno alla tematica dissuasiva e alla difesa sociale, (di) Ugo Sciascia ; Tossicomania e criminalità prevenzione e repressione, (di) Giovanni Rosa, Foggia, Adriatica, 1971.
  • Ugo Sciascia, Alla conquista dello spazio, Brescia, La Scuola, 1971.
  • Ugo Sciascia, Per una societa nuova: inizio di una ricerca partecipata, Bologna, L.Parma, 1973.
  • Ugo Sciascia, Che significato ha questo nostro tempo? Conferenza tenuta da Ugo Sciascia il 22 maggio 1973 al Teatro La Fenice di Venezia, Bologna, L. Parma, 1973.
  • Ugo Sciascia, Dopo il socialismo: conferenza tenuta il 10 gennaio 1974 col titolo "Per una societa nuova", in apertura del ciclo organizzato dall'Istituto di scienze religiose dell'Universita gregoriana, sull'argomento "L'uomo e il futuro: la speranza cristiana", Bologna, Poligrafici L. Parma, 1974.
  • Ugo Sciascia, Per una società nuova dopo il socialismo: definizione di una ideologia per i cristiani e prime linee applicative: approccio 1975, Bologna, Luigi Parma, 1974.
  • Ugo Sciascia, Crescere insieme oltre capitalismi e socialismi: rifondazione culturale dall'Italia, per l'Europa, al mondo, Napoli, Edizioni dehoniane, 1977.
  • Ugo Sciascia e Costante Brovetto, Esperienza di Dio oggi in un mondo che cambia : negli esercizi spirituali, Roma, 1982.
  • Ugo Sciascia, Pensare impegnati la vita : introduzione alla pastorale della cultura, Rivoli, Elle Di Ci, 1986.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Magg. Ugo Sciascia, Armi e loro uso La mina nella guerra moderna, in Rivista Militare, vol. 1, Anno 1946, p. 78.
  2. ^ Gianluca della Maggiore, VITTORINO VERONESE E IL CINEMA. UN PARADIGMA PASTORALE ALTERNATIVO NELL’ETÀ DELLA MOBILITAZIONE GEDDIANA, in SCHERMI.STORIE E CULTURE DEL CINEMA E DEI MEDIA IN ITALIA, vol. 2, n. 3, Gennaio 2018, p. 46.
    «Nel luglio 1947 Ugo Sciascia, in una lettera di rara franchezza, scrisse

    un appunto a Veronese che illumina sulla convivenza di una duplice linea di politica cinematografica in seno all’ACI alimentata da visioni divergenti: nell’aprile dello stesso anno Sciascia – lo si deduce dal documento – era stato nominato da Veronese e da monsignor Giovanni Urbani (vicino a Montini e segretario della Commissione episcopale per l’Alta direzione dell’ACI) come segretario generale

    dell’Ente dello Spettacolo (sorto un anno prima)»
  3. ^ a b Agenzia SIS, (intervista), in Gazzetta di Alba, 3 maggio 1978, p. 3.
    «Ugo Sciascia, sociologo, ex segretario generale dell'Ente dello Spettacolo, docente di Tecnica della Propaganda alla Pro Deo (LUISS), e di Psicologia dell'Apostolato alla Pontificia Università Lateranense, ha condotto per nove anni la rubrica televisiva "Vivere insieme".»
  4. ^ a b Gedda lascia la presidenza del Comitato Civico, in Stampa Sera, 17 novembre 1952, p. 1.
    «... dopo la sua recente conferma a presidente generale della Azione Cattolica ... chiamando ad assumere la funzione di direttore generale del Comitato civico nazionale, l'ingegnere Ugo Sciascia.»
  5. ^ Le direttive ai Comitati Civici per le elezioni del '58. Il presidente, ing. Sciascia, dichiara: "dobbiamo superare i risultati del 18 aprile ed ottenere la completa vittoria dei cattolici"., in La Nuova Stampa, 27 ottobre 1957, p. 5.
    «Il cardinal Siri sottolinea: "Nessuno può contestare sul piano del diritto la legittimità dell'azione degli attivisti".- Un messaggio del papa.»
  6. ^ Lino Miccichè, Storia del cinema italiano: 1954-1959, Bianco & Nero, 2001, p. 697.
    «Ugo Sciascia, Socialità del cinema, Rivista del Cinematografo, febbraio 1954. Ugo Sciascia, Breve storia del Cc.c., Rivista del Cinematografo, giugno-luglio 1956»
  7. ^ In "Vivere insieme" il problema degli anziani. Il nuovo programma del primo canale comprende un originale televisivo ed una discussione intorno ad esso., in Stampa Sera, 26 maggio 1962, p. 11.
    «...curata dal prof. Ugo Sciascia...»
  8. ^ Programmi di oggi, in La Sicilia, 22 marzo 1972, p. 7.
    «Il ciclo, intitolato "In prima persona", presenta una originalità: agli sceneggiati prenderanno infatti parte gli stessi protagonisti delle vicende raccontate — storie drammatiche o divertenti, amare o edificanti — che verranno intervistati all'inizio dello sceneggiato affidato poi ad attori professionisti... trasmissione realizzata con la consulenza di Giampaolo Meucci e Ugo Sciascia»
  9. ^ Il cardinal Siri parla all'assemblea dell'U.C.I.D., in La Nuova Stampa, 12 febbraio 1956, p. 2.
    «Ha fatto seguito una presentazione del direttore dei Comitati Civici, dott. Ugo Sciascia, in quale ha presentato il risultato di un recente sondaggio sulla opinione degli italiani in campo politico e sociale.»
    ,
  10. ^ Conferenza del Prof. Ugo Sciascia "È possibile definire una nuova matrice culturale?", in La Stampa, 17 gennaio 1980, p. 11.
  11. ^ Mario Casella, 18 aprile 1948. La mobilitazione delle organizzazioni cattoliche, Galatina, Congedo, 1992.
  12. ^ . Mario Casella, Le origini dei Comitati Civici, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, XL, n. 2, luglio-dicembre 1986, pp. 446-534.
  13. ^ Marco Invernizzi, Alle radici dell'identità italiana: i Comitati Civici, su identitanazionale.it. URL consultato il 19 dicembre 2019.
  14. ^ Luigi Gedda, 18 aprile 1948. Memorie inedite dell'artefice della sconfitta del Fronte Popolare, Milano, Mondadori, 1998.
  15. ^ Adolfo Fiorani e Achille Lega, 1948: tutti armati: cattolici e comunisti pronti allo scontro, Milano, Mursia, 1998, ISBN 88-425-2300-3.
    «... Ma Torniamo al '48. Cattaneo nel marzo di quell'anno, a nome del MACI, che in buona sostanza è l'Avanguardia milanese, s'incontra a Milano con Ugo Sciascia dei Comitati Civici, inviato di Gedda, quando è aperta la non facile discussione sui rapporti...»
  16. ^ a b c Filippo Pucci, Domani il papa parlerà agli attivisti dei Comitati Civici, in Stampa Sera, 25 ottobre 1957, p. 7.
    «20.000 attivisti... corsi di 20 giorni... Vi è poi il "Getzemani" di Casale Cortecerro detto l' "Università degli attivisti",... prove come tenere una conferenza, preparare un giornale o un manifesto, tenere un comizio improvvisato... 1500 idonei di cui un quinto appartenente all'elemento femminile... papa discorso del 12 aprile 1953... "Voi (disse Pio XII) non formate un partito politico, ma nessuno potrà negarvi il diritto di unirvi, organizzarvi e di intervenire con ogni mezzo lecito"... concentrare i voti sulla DC... manifestazione pro Ungheria»
  17. ^ Luciano Brunelli, La presenza sociale del PCI e della DC, a cura di Agopik Manoukian, Bologna, Il Mulino, 1969, p. 495.
    «Ecco come nel 1952, un mese dopo la sua nomina a direttore generale, si esprime in proposito Ugo Sciascia: "Meta ultima della organizzazione Civica è dare all'Italia un volto cristiano"»
  18. ^ e. f., Caute previsioni dei partiti sui risultati delle elezioni. Pensiero di Andreotti, Oronzo Reale, Matteotti, Terracini, De Marsanich e Parri - Una relazione del direttore dei "Comitati Civici", in La Stampa, 29 maggio 1953, p. 1.
    «Il compito è particolare cura del Comitati Civici che ritengono, sulla scorta di indiscutibili riferimenti statistici, che maggiore sarà l'affluenza alle urne più largo sarà 11 margine di sicurezza su cui potranno contare i partiti democratici. "Siamo convinti — diceva giorni fa il direttore generale dei Comitati Civici, che dal gennaio scorso è un ingegnere, ex-ufficiale di stato maggiore, a nome Ugo Sciascia — che abbassando la percentuale delle astensioni dal dodici al dieci o meglio al nove per cento"»
  19. ^ Enzo Forcella, La D.C. sta preparando i quadri per la prossima campagna elettorale Sei sottocommissioni agli ordini di Fanfani - I rapporti con i Comitati Civici., in La Nuova Stampa, 28 luglio 1957, p. 5.
    «Così mentre Fanfani si studierà dì usare con prudenza io slogan della maggioranza assoluta, preoccupato soprattutto di scansare l'accusa di "integralista" che lo accompagna dagli esordi della sua attività politica, i Comitati civici lo agiteranno con tutta la forza del loro apparato. Il loro vicepresidente, Ugo Sciascia, ha lanciato fin dal giugno scorso un nuovo slogan: "Governo democristiano o non governo". E sul giornale ufficiale dell'organizzazione spiegava che questa volta bisogna andare "oltre il 18 aprile", poiché non si tratta più di erigere una barriera protettiva contro il comunismo, come nel 1948, ma di "creare una forza politica operativa capace di battere il comunismo". Questa forza, continuava il dirigente dei Comitati civici, non può più essere costituita da una "mutevole alleanza di partiti" (cioè la coalizione democratica), ma deve essere realizzata da un solo forte partito. Negli ambienti della D.C. si guarda a simili impostazioni con imbarazzo e sospetto.»
  20. ^ Filippo Pucci, Domani il papa parlerà agli attivisti dei Comitati Civici, in Stampa Sera, 25 ottobre 1957, p. 7.
    «Il quartier generale dell'intero apparato è a Roma in un'ala di Palazzo Pio ed è là che hanno i loro uffici l'ing. Ugo Sciascia ex maggiore dell'arma del Genio nato ad Agrigento una cinquantina di anni fa e P. Lucio Migliaccio un giovane sacerdote napoletano dotato di erompente dinamismo...»
  21. ^ Vittorio Gorresio, Sono circolate in questi giorni le voci più assurde, in La Stampa, 7 luglio 1964, p. 3.
    «Molti all'estero, qualcuno anche in Italia hanno creduto nella favola del colpo di Stato La radio francese ha parlato di "situazione rivoluzionaria", vari giornali hanno raccolto voci di imminenti congiure; "Paris Match" ha addirittura spedito 4 inviati per assistere alla seconda marcia su Roma –»
  22. ^ Gli antidivorzisti parlano del referendum. Urla per le domande degli avversari., in La Stampa, 23 giugno 1971, p. 2.
    «..erano sul palco .. l'ex senatrice Merlin, il prof. Sergio Cotta, il prof. Ugo Sciascia( quello della rubrica televisiva "Vivere Insieme")...»
  23. ^ . Lietta Tornabuoni, La partenza dei crociati, in La Stampa, 3 dicembre 1970.
    «Oratori le solite star dei comitati civici: il prof. Gabrio Lombardi ed i televisivi padre Mariano e Ugo Sciascia. ...»
  24. ^ Fortebraccio, Oggi due parole, in L'Unità, 21 aprile 1974, p. 1.
  25. ^ Rai, un servizio statale pervasivo ma ingiustificato, su lanuovabq.it. URL consultato l'11 aprile 2024.
    «Un tempo si diceva che la Rai ha svolto un utile compito di educazione popolare (con “Non è mai troppo tardi”, “Ascolta, si fa sera”, “Vivere insieme”, il programma sulla famiglia di Ugo Sciascia) e di cultura popolare (con i teleromanzi dell’epoca Bernabei) aiutando il Paese a trovare una sua maggiore unità e contribuendo all’emancipazione culturale delle masse.»
  26. ^ Daniela. Brancati, Occhi di maschio: le donne e la televisione in Italia: una storia dal 1954 a oggi, Donzelli, 2011, p. 45, ISBN 978-88-6036-634-4, OCLC 752061916. URL consultato il 19 dicembre 2019.
  27. ^ Ugo Buzzolan, Vivere insieme, in La Stampa, 7 novembre 1965, p. 11.
    «Tutti sanno cos'è "Vivere insieme": è una popolare rubrica televisiva che consta di due parti distinte: una commedia che svolge un tema di carattere "familiare" e un dibattito di esperti (sociologi, psicologi, medici, giornalisti)... Ugo Sciascia, il signore gentilissimo, un po' affannato ed un po' calvo che all'inizio sbriga la corrispondenza e poi dirige il dibattito...»
  28. ^ Francesco Protonotari, Direzione della Nuova Antologia, in Nuova antologia, vol. 554, 1985.
  29. ^ D.G., Settevoci, in Stampa Sera, 4 luglio 1969, p. 8.
    «Interessante anche l'originale televisivo proposto per la rubrica Vivere insieme, curata da Ugo Sciascia, un copione di Maurizio Costanzo messo in scena da un nuovo regista, Claudio Triscoll, il quale, pur essendo alla sua prima esperienza nel campo della prosa, ha già collaborato attivamente a programmi»
  30. ^ Aldo Grasso, Storia della televisione italiana, Nuova ed. aggiornata, Garzanti, 2004, p. 115, ISBN 88-11-74031-2, OCLC 55479153. URL consultato il 19 dicembre 2019.
  31. ^ Stasera alla TV, in Stampa Sera, 25 marzo 1964, p. 11.
    «La "figlia dell'oca bianca" è un'insopportabile egoista. I programmi serali del Primo Canale incominceranno con un originale televisivo della serie "Vivere insieme" diretta da Ugo Sciascia... L'atto unico, "La figlia dell'oca bianca", è stato appositamente scritto da Edoardo Anton e sarà interpretato da Anna Menichelli, Raffaella Carrà,...»
  32. ^ La Stampa - Consultazione Archivio:Con «I cari mobili» di Bassano il Primo Canale riprende la serie di «Vivere insieme», su archiviolastampa.it, 30 ottobre 1963. URL consultato il 21 dicembre 2019.
    «Stasera riprende sul Primo Canale la serie degli originali televisivi "Vivere insieme", curata dal prof. Ugo Sciascia. Andrà in onda il quindicesimo lavoro di tale serie: si intitola I cari mobili ed è stato scritto da Enrico Bassano. Ne sono interpreti Laura Carli, Paola Bocci, Cristina Mascltelli, Marisa Bartoll,...Ugo Pagliai...»
  33. ^ Questa sera in TV, in Stampa Sera, 9 maggio 1969, p. 8.
    «curata da Ugo Sciascia, in onda alle 22. L'originale televisivo Visto da fuori di Vladimiro Cajoli, interpretato, nei ruoli principali, da Pierluigi Zollo, Leonardo Severini, Piera Degli Esposti, Lucio Rama, Atanassia Syghellaki e Valeria Sabel, per la regia di Antonio De Gregorio trae la sua sostanza da un fatto di cronaca abbastanza recente che lasciò l'opinione pùbblica profondamente turbata. Un bambino gravemente malato e bisognoso di terapie...»
  34. ^ questa sera alla TV Tutta prosa (senza scampo) Dopo «Tv 7» e l'attualità il dramma di "Vivere Insieme" con Ottavia Piccolo, in Stampa Sera, 1º agosto 1969, p. 8.
    «Alle 22 Vivere Insieme, la rubrica d'educazione civica e sociale curata da Ugo Sciascia, propone al dibattito il tema della responsabilità collettiva che non annulla, anche se può fornire una comoda scappatoia, quella dei singoli. Gli elementi sui quali impostare la discussione sono torniti da un originale televisivo di Gianpaolo Collegari, che ne ha curato anche la regìa. Si intitola La piramide senza vertice ... Ottavia Piccolo ...»
  35. ^ Aldo Grasso, Enciclopedia della Televisione, Garzanti, 1996, pp. 837-841.
    «Vivere insieme serie. Coordinatore Ugo Sciascia...»
  36. ^ Ugo Buzzolan, Vivere insieme, in La Stampa, 7 novembre 1965, p. 11.
    «Tutti sanno cos'è "Vivere insieme" è una popolare rubrica televisiva»
  37. ^ M. F., Ugo Sciascia: il "divo" dei problemi famigliari. Il realizzatore della rubrica televisiva "Vivere Insieme" è ormai popolarissimo: ogni mese riceve dai telespettatori valanghe di lettere., in bolero film, XVIII, n. 917, 29 novembre 1964, p. 30.
    «... le è stato assegnato dai programmisti TV, dopo un periodo di rodaggio un orario ( le 21) che di solito è riservato alle trasmissioni più spettacolari. Si calcola che in quell'ora, siedano davanti al video 12 milioni di telespettatori.»
  38. ^ Nella serie "In prima persona" SENTIERI in tv presenta "JOE", in Stampa Sera, 29 novembre 1971, p. 5.
    «Il celebre cantante Joe Sentieri, il cantante genovese che negli Anni Cinquanta ebbe un momento di celebrità, interpreta la sua Storia nel racconto sceneggiato .... consulente della serie... Ugo Sciascia...»
  39. ^ Quanta storia in quei fumetti, su osservatoreromano.va. URL consultato il 19 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2019).
    «È soprattutto Ugo Sciascia a sfornare articoli gradevoli e avvincenti sui più diversi argomenti, spesso sostenuto dai disegni di (Kurt) Caesar.»
  40. ^ IL FENOMENO. Il "Vittorioso", passione e fantasia, su avvenire.it, 27 ottobre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «Sul "Vittorioso" è Ugo Sciascia a occuparsi per primo di televisione, tracciando un quadro problematico sulle difficoltà tecniche ancora da superare»
  41. ^ Ugo Sciascia: documenti, foto e citazioni nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «È la più antica tra le riviste italiane di cinema ancora in attività; [...] Verdone; altri collaboratori abituali furono Gian Luigi Rondi, Paolo di Valmarana e Ugo Sciascia.»
  42. ^ Gli uomini del cinema e il problema religioso, in La Stampa, 17 ottobre 1965, p. 5.
    «Ad Assisi...proiezione del film Giulietta degli Spiriti in anteprima assoluta...X Convegno dei cineasti. prima della proiezione ..."tavola rotonda"... su... "Che cosa chiedono al mondo cattolico gli uomini del cinema". ... Hanno preso parte all' incontro Pier Paolo Pasolini, Pasquale Festa Campanile, Ermanno Olmi, Damiano Damiani, Renato May, Ernesto Laura, il sociologo Sabino Acquaviva, Suso Cecchi D'Amico, Ugo Sciascia e padre Nazzareno Taddei.»
  43. ^ Tavola Rotonda Prospettive e limiti della presenza cattolica, in Cinema società, vol. 1, n. 15, 1976, p. 56.
    «Tavola Rotonda Prospettive e limiti della presenza cattolica proponente Renato May, moderatore Ugo Sciascia, alcuni interlocutori: Franco Cristaldi, ... Pietri Germi, Carlo Lizzani, Nanni Loy, Alessandro Blasetti, Marco Bellocchio.»
  44. ^ Italia. Ugo Sciascia parla della rivista femminile Punto e a capo, su Archivio Storico Luce, PC116, Istituto LUCE Cinecittà. URL consultato il 29 dicembre 2019.
    «(VIDEO) PANORAMA CINEMATOGRAFICO motto della rivista : donna nuova per una società migliore»
  45. ^ Blasetti prepara una serie di telestorie., in Stampa Sera, 7 aprile 1972, p. 6.
    «... Blasetti ha girato la vita del bandito Carmine Crocco. Poi si è trasferito a Sperlonga dove ha ha realizzato in esterni due episodi dello sceneggiato tratto da "Cristo si è fermato ad Eboli" di Carlo Levi, e da "Il lungo viaggio " di Ugo Sciascia. (attribuzione erronea in quanto l'autore è in verità Leonardo Sciascia)»
  46. ^ Tommaso Demaria, Ugo Sciascia, Paolo Arnaboldi, Società in trasformazione e trasformazione dell'uomo: convegno di Rapallo per imprenditori e dirigenti, 7-10 marzo 1968, Velate di Varese, FAC, 1968.
  47. ^ Ugo Sciascia, Per una società nuova, Bologna, Edizioni Luigi Parma spa, 1973.
  48. ^ La scomunica del comunismo, in La Repubblica, 28 giugno 2009. URL consultato il 19 dicembre 2019.
  49. ^ Populorum Progressio (26 marzo 1967) | Paolo VI, su vatican.va. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «Capitalismo liberale 26. Ma su queste condizioni nuove della società si è malauguratamente instaurato un sistema che considerava il profitto come motore essenziale del progresso economico, la concorrenza come legge suprema dell’economia, la proprietà privata dei mezzi di produzione come un diritto assoluto, senza limiti né obblighi sociali corrispondenti. Tale liberalismo senza freno conduceva alla dittatura, a buon diritto denunciata da Pio XI come generatrice dell’"imperialismo internazionale del denaro". Non si condanneranno mai abbastanza simili abusi, ricordando ancora una volta solennemente che l’economia è al servizio dell’uomo. Ma se è vero che un certo capitalismo è stato la fonte di tante sofferenze, di tante ingiustizie e lotte fratricide, di cui perdurano gli effetti, errato sarebbe attribuire alla industrializzazione stessa dei mali che sono dovuti al nefasto sistema che l’accompagnava. Bisogna, al contrario, e per debito di giustizia, riconoscere l’apporto insostituibile dell’organizzazione del lavoro e del progresso industriale all’opera dello sviluppo.»
  50. ^ Centesimus Annus (1º maggio 1991) | Giovanni Paolo II, su vatican.va. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «Punti 24 e 25»
  51. ^ Caritas in veritate (29 giugno 2009) | Benedetto XVI, su vatican.va. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «Al Punto 51 ed al punto 60»
  52. ^ Tommaso Demaria, Confronto sinottico delle tre ideologie, Quarta serie, Roma, Centro Nazareth, 1985.
  53. ^ Ugo Sciascia, Dopo il socialismo: conferenza tenuta il 10 gennaio 1974 col titolo "Per una società nuova" in apertura del ciclo organizzato dall'Istituto di Scienze religiose della Università Gregoriana, sull'argomento "L'uomo e il futuro: la speranza cristiana", Bologna, Poligrafici Luigi Parma, 1974.
  54. ^ Giovanni Tassani, La cultura politica della destra cattolica, Roma, Coines, 1976, p. 217.
    «Ugo Sciascia, segretario dei comitati civici e teorizzatore del cristianesimo come ideologia»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S. Marotta, I giorni dell'onnipotenza. Luigi Gedda all'appuntamento elettorale del 1952, in Dimensioni e problemi della ricerca storica, XXIII (2011), n. 2, pp. 43-73.
  • Marco Invernizzi, Luigi Gedda e il movimento cattolico in Italia, Milano, Sugarco, 2012, ISBN 978-88-7198-642-5.
  • Eugenio Guccione, Luigi Gedda: ideologia e politica dei Comitati Civici, in Adelina Bisignani (a cura di), Le culture politiche nell'Italia della "Prima Repubblica", Bari, Cacucci Editore, 2016, pp. 178-195, ISBN 9788866115342.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Biografia di Luigi Gedda, su centrostudimalfatti.org. URL consultato il 5 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Controllo di autoritàVIAF (EN311343963 · SBN CFIV078923 · LCCN (ENn79135143 · WorldCat Identities (ENlccn-n79135143