Sociologia: differenze tra le versioni

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Versione delle 06:48, 21 lug 2009

Max Weber
Karl Marx

«La società è come un'onda. L'onda si muove in avanti, ma resta immobile la massa d'acqua di cui essa è composta. La stessa particella non s'innalza dal fondo fino alla cima. La sua unità è solo fenomenica.»

La sociologia è la scienza che studia le strutture sociali, le norme ed i processi che uniscono (e separano) le persone non solo come individui ma come componenti di associazioni, gruppi ed istituzioni.

Il campo di interesse della sociologia spazia dall'analisi dei brevi contatti fra individui anonimi sulla strada allo studio di processi sociali globali.
Comte la definsce strumento di azione sociale, per Durkheim diviene la scienza dei fatti sociali, infine per Weber è la scienza che punta alla comprensione interpretativa dell'azione sociale.

Introduzione

La sociologia è una scienza emersa nel XIX secolo come risposta accademica ai cambiamenti della modernità: quanto più il mondo diventava piccolo ed integrato, tanto più l'esperienza delle persone del mondo diveniva parcellizzata e dispersiva. I sociologi speravano non solo di capire che cosa univa i gruppi sociali, ma anche di sviluppare un "antidoto" alla disgregazione sociale.

Oggi i sociologi indirizzano la ricerca su aspetti macrostrutturali, come sistema sociale, funzione, classe sociale, genere ed istituzioni come la famiglia, sulla devianza o la rottura di strutture sociali (quali possono ad esempio essere il crimine rispetto al sistema di valori prevalente ed il divorzio per la famiglia) e si interessano parallelamente di microprocessi come le interazioni personali.

Spesso i sociologi utilizzano metodi quantitativi nella ricerca sociale per descrivere le relazioni sociali mediante modelli e sviluppare schemi interpretativi che possano aiutare a prevedere i cambiamenti sociali e le risposte ad essi. Altre branche della sociologia ritengono che i metodi qualitativi, come interviste tematiche, gruppi di discussione e metodi etnografici, permettano una migliore comprensione dei processi sociali.

Brevi cenni sulla storia della sociologia

La sociologia è una scienza relativamente nuova rispetto ad altre scienze sociali, comprese economia, scienza della politica, scienze etnoantropologiche, psicologia.

Il termine fu coniato da Auguste Comte, che sperava di unificare tutti gli studi sull'uomo, includendo storia, psicologia ed economia. Il suo schema sociologico era tipico del XVIII secolo: egli credeva che l'esistenza umana passasse sempre attraverso le stesse distinte tappe storiche e che, comprendendone la progressione, si potessero individuare i rimedi per i problemi della società.

Tuttavia la sociologia ha le sue origini nella filosofia politica e sociale di Platone, Aristotele, fino a Hobbes, Machiavelli, Rousseau, Hegel, Tocqueville ed Emerson.

L'Illuminismo, può essere considerato il periodo storico di partenza per lo sviluppo delle discipline, fondanti sulla "ragione" e sul pensiero dell'esistenza insita nella natura dell'uomo di una razionalità oscurata dalla società e dalle religioni.
Montesquieu (1689-1756) fu uno dei precursori indagatori delle condizioni sociali, delle leggi e dei costumi di modelli sociali differenti, come quelli francesi e persiani del suo tempo. Certamente, né lui e nemmeno Rousseau (1712-1778) furono sociologi, però anticiparono alcune analisi sociali riguardanti tematiche che in seguito i sociologi stimeranno importanti, come per esempio il tema della disuguaglianza, della stratificazione e della proprietà privata.
Turgot (1727-1781) sostituirà, per primo, l'origine della cause dei fenomeni, fino ad allora, ricercata nell'ambito del sovrannaturale, con l'indagine fatta esclusivamente nell'ambito nella natura.
Pur essendo un economista, furono rilevanti le influenze indirette di Adam Smith (1723-1790) sulla sociologia, basti pensare, tra le tante, l'analisi sulla divisione del lavoro, gli studi sulla proprietà privata, l'idea dei benefici sociali della concorrenza.
Adam Ferguson (1723-1816) fu uno dei primi sociologi, ad evidenziare, invece, i lati negativi indotti dalle attività ripetitive, mentre John Millar (1735-1801) anticipò alcuni punti fermi dell'analisi marxista sul rapporto tra attività produttive e idee.
Sismonde De Sismondi (1773-1842) intuì prima ancora di Marx le antitesi dello sviluppo capitalistico.

In realtà, la sociologia non superò le altre scienze sociali ma divenne una di queste, con i suoi propri oggetti, argomenti e metodi. Oggi la sociologia studia le organizzazioni umane e le istituzioni, utilizzando largamente il metodo comparativo. La disciplina si è applicata in particolare alle società industriali complesse.

La Sociologia nell'università italiana

In Italia, sebbene fossero presenti in diverse università italiane alcuni importanti sociologi, la prima facoltà di sociologia venne aperta soltanto nel 1962 a Trento. Per la prima volta in Italia non solo si dedicava a questa scienza una facoltà a sé stante, ma si permetteva l'iscrizione anche a quegli studenti che avessero ottenuto il diploma presso un istituto tecnico. Numerosi studenti arrivarono a Trento da tutta Italia, richiamati dalla novità degli insegnamenti proposti e da un titolo di studio che si presentava come uno strumento indispensabile per la comprensione delle moderne società complesse. La vivacità culturale data dall'incontro di studenti provenienti da tutto il paese portò l'università di Trento ad essere uno dei centri della contestazione studentesca del '68 oltre che del movimento femminista italiano. A Trento ben presto la facoltà di Sociologia divenne un laboratorio teorico in grado di svecchiare la cultura accademica e politica italiana. I primi corsi su Marx, Charles Wright Mills, ma soprattutto la teoria critica francofortese con Adorno, Marcuse, Benjamin. Ed ancora l'antropologia di Ruth Benedict, il sorgere del femminismo. Alla cattedra di Istituzioni siedeva allora Francesco Alberoni che a Trento sviluppò e pubblicò la sua teoria dei movimenti collettivi in Statu Nascenti; a Franco Fornari spettavano i corsi di psicoanalisi.

L'evoluzione della facoltà di sociologia di Trento è anche emblematica del ruolo che il sociologo occupava nell'immaginario collettivo italiano degli anni sessanta. Si riteneva che la sociologia, più che uno strumento di interpretazione scientifica della società, fosse in realtà uno strumento per il cambiamento della società stessa. In grado di unire una puntuale osservazione dei fenomeni sociali con una vocazione critica e trasformativa della società, Trento costituiva un territorio fertile per studenti impegnati politicamente, visionari, intellettuali, leaders politici. A Trento si laurearono Alexander Langer, Mauro Rostagno, Marco Boato, Enzo Rutigliano, Paolo Sorbi, Pier Luigi Celli, Mara Cagol, e vi insegnarono Norberto Bobbio, Beniamino Andreatta, Franco Ferrarotti, Achille Ardigò, Giorgio Braga, Ivan Illich, Romano Prodi, Mario Draghi,Gian Enrico Rusconi, Chiara Saraceno. Nel maggio del 1965 gli studenti di quello che si chiamava ancora Istituto superiore di scienze sociali occuparono per la prima volta la facoltà per protestare contro il progetto di trasformare l'Istituto in una facoltà di Scienze politiche autorizzata a rilasciare una laurea ad indirizzo sociologico. In quegli anni chi era appositamente venuto a Trento per studiare sociologia voleva ottenere una laurea in sociologia senza ulteriori caratterizzazioni che ne limitassero la peculiarità.

Metodologia

Émile Durkheim

La sociologia è essenzialmente una scienza applicata, anche se la sua vicinanza con la filosofia mantiene al suo interno un vasto dibattito teorico simile a quello specifico delle scienze filosofiche. Sotto questo aspetto possiamo dividere la sociologia in due parti, naturalmente e fortemente interconnesse: una parte soprattutto di grandi teorie che hanno lo scopo di creare modelli macro di spiegazione della società, eminentemente teorici ma che nascono come grandi sintesi teoriche di osservazioni della realtà sociale; ed una parte di studi maggiormente focalizzati su fenomeni sociali circoscritti per tempo e luogo.

Questa seconda parte rappresenta la parte applicativa della sociologia, quella che maggiormente la avvicina alle scienze naturali ma soprattutto quella che ha prodotto e necessita di una "cassetta degli attrezzi" che le permetta di osservare e rilevare la realtà dei fenomeni che intende studiare. È in questo ambito che si sviluppa, come metalinguaggio, la metodologia, che, in questa accezione, più che delle scienze sociali in genere possiamo chiamare della ricerca sociale. La sociologia come scienza ha come oggetto fenomeni osservabili, ed ha quindi necessità di un metodo che sostenga l'osservazione del reale da parte dello scienziato, e di strumenti che gli permettano questa osservazione. Il metodo, pur con importanti distinguo (si veda, ad esempio, la tematica della specificità del metodo delle scienze storico-sociali in Max Weber) ricalca quello delle scienze naturali, con l'importante questione dell'appartenenza dello scienziato allo stesso oggetto da lui studiato (la società), le tecniche, molteplici ed in continua evoluzione, si evolvono allo scopo di rendere osservabili, rilevabili, misurabili i fenomeni sociali oggetto dello sguardo del sociologo. Brevemente, in questa tensione verso l'osservazione peculiare della sociologia è che le informazioni che vengono rilevate dagli strumenti sono sempre il frutto di una relazione sociale tra l'osservatore e l'osservato, il che rende particolarmente difficile ed insidiosa l'attività di osservazione e la validità dello strumento, poiché non soltanto le caratteristiche dello strumento in sé ma anche il contesto in cui avviene l'osservazione possono influire sulla "robustezza" informativa e sulla aderenza alla realtà di quanto viene rilevato e registrato, e poi utilizzato per cercare di descrivere e comprendere il fenomeno osservato.

Sotto questo aspetto le tecniche di osservazione si dividono in due grandi famiglie: quelle che producono matrici di dati, che possono a loro volta essere analizzate con tecniche statistiche e che, alla fine, producono numeri, tabelle e grafici; e quelle che producono racconti e testi, che possono essere analizzati non con mezzi statistici (anche se vi sono molteplici tentativi) ma con mezzi ermeneutici come l'analisi del testo e del contenuto. L'esempio emblematico degli strumenti del primo tipo è il questionario, usato nei sondaggi e nei censimenti, l'esempio emblematico degli strumenti del secondo tipo sono il colloquio, il racconto biografico, l'osservazione.

Principali modelli teorici

Alcune specializzazioni

Esempi di parole chiave

Sociologi

Tra i sociologi o pensatori più rilevanti nella storia della sociologia si includono (in ordine alfabetico):

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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