Erik Satie: differenze tra le versioni
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Nel [[1890]] Satie traslocò al numero 6 di via Cortot, sempre a Montmartre. In quel periodo, frequentando ''[[Le Chat noir]]'', conobbe [[Claude Debussy|Debussy]] e con lui l'anno seguente ([[1891]]), aderì all{{'}}''Ordine della Rosa Croce estetica'', fondato da [[Joséphin Péladan]]<ref>La ''Rosacroce estetica'' o ''Ordine del Tempio della Rosacroce'' è un movimento artistico vicino sia al [[simbolismo]] che all'[[esoterismo]] di fine '800, creato da [[Joséphin Péladan]] nel [[1890]]. Il movimento costituì una rottura con i [[Rosacroce|Rosacroce ermetici]], causata dal conflitto tra il cattolicesimo oltranzista di Péladan e l'ecumenismo di [[Stanislas de Guaita]]. La separazione, ufficializzata nel [[1890]], tendeva semplicemente, secondo Péladan, a "distaccare dai Rosacroce un terzo ordine intellettuale per i cattolici romani, gli artisti e le donne".</ref>. In qualità di maestro di cappella dell'ordine, Satie compose diversi pezzi tra cui la ''Sonneries de la Rose-Croix'' e ''Le fils des étoiles''. Nello slancio mistico di allora, egli creò la sua chiesa, l{{'}}''Église métropolitaine d'art de Jésus-Conducteur'', di cui divenne il tesoriere, il gran sacerdote, ma soprattutto il solo fedele; in questa veste pubblicava un bollettino, intitolato ''Cartulaire de l'Église Métropolitaine d'Art de Jésus Conducteur'', da dove lanciava anatemi contro i critici e i «malfattori che speculano sulla corruzione umana». L'ultimo numero del ''cartulaire'' uscì nel giugno [[1895]]. L'anno successivo si concludeva l'attività della Chiesa, e con essa il "periodo mistico" di Satie<ref>Per l{{'}}''Église métropolitaine d’art de Jésus-Conducteur'' si veda la [[:en:Metropolitan Church of Art of Jesus the Conductor|voce inglese]].</ref>. |
Nel [[1890]] Satie traslocò al numero 6 di via Cortot, sempre a Montmartre. In quel periodo, frequentando ''[[Le Chat noir]]'', conobbe [[Claude Debussy|Debussy]] e con lui l'anno seguente ([[1891]]), aderì all{{'}}''Ordine della Rosa Croce estetica'', fondato da [[Joséphin Péladan]]<ref>La ''Rosacroce estetica'' o ''Ordine del Tempio della Rosacroce'' è un movimento artistico vicino sia al [[simbolismo]] che all'[[esoterismo]] di fine '800, creato da [[Joséphin Péladan]] nel [[1890]]. Il movimento costituì una rottura con i [[Rosacroce|Rosacroce ermetici]], causata dal conflitto tra il cattolicesimo oltranzista di Péladan e l'ecumenismo di [[Stanislas de Guaita]]. La separazione, ufficializzata nel [[1890]], tendeva semplicemente, secondo Péladan, a "distaccare dai Rosacroce un terzo ordine intellettuale per i cattolici romani, gli artisti e le donne".</ref>. In qualità di maestro di cappella dell'ordine, Satie compose diversi pezzi tra cui la ''Sonneries de la Rose-Croix'' e ''Le fils des étoiles''. Nello slancio mistico di allora, egli creò la sua chiesa, l{{'}}''Église métropolitaine d'art de Jésus-Conducteur'', di cui divenne il tesoriere, il gran sacerdote, ma soprattutto il solo fedele; in questa veste pubblicava un bollettino, intitolato ''Cartulaire de l'Église Métropolitaine d'Art de Jésus Conducteur'', da dove lanciava anatemi contro i critici e i «malfattori che speculano sulla corruzione umana». L'ultimo numero del ''cartulaire'' uscì nel giugno [[1895]]. L'anno successivo si concludeva l'attività della Chiesa, e con essa il "periodo mistico" di Satie<ref>Per l{{'}}''Église métropolitaine d’art de Jésus-Conducteur'' si veda la [[:en:Metropolitan Church of Art of Jesus the Conductor|voce inglese]].</ref>. |
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Nel [[1893]], iniziò una relazione con la pittrice [[Suzanne Valadon]]. Il periodo più fecondo di Satie fu quello modernista, che inizia nel [[1905]] quando il compositore si trasferisce a Parigi e conosce il poeta [[Jean Cocteau]] con cui, insieme a Picasso, comporrà, scriverà e realizzerà il balletto d'ispirazione [[Cubismo|cubista]] ''Parade''; Satie e Cocteau diventarono fra gli animatori principali del [[Gruppo dei Sei]]. Le composizioni di questo periodo sono definite da Satie stesso «[[Musique d'ameublement|musique de tapisserie]]» ("musica da tappezzeria") e rappresentano una satira molto forte contro l'accademismo e la musica dotta (si ricorda che Satie era un noto pianista di [[cabaret]]) che culmina anche nei balletti, alcuni dei quali ebbero strascichi in tribunale dopo la prima. La scrittura musicale di Satie era del tutto originale: in ''[[Parade (balletto)|Parade]]'', ad esempio, Satie usa suoni molto innovativi come sirene, macchine da scrivere e altri effetti sonori non tradizionalmente musicali; scrive brani difficilmente inquadrabili nei generi conosciuti come le celebri tre ''[[Gymnopédies|Gymnopédie]]'' e sette ''[[Gnossiennes|Gnossienne]]''; sperimenta nuove forme del suono e inventa di fatto la tecnica del [[Pianoforte preparato|piano preparato]] inserendo per la prima volta degli oggetti nella cassa armonica dello strumento nell'opera ''Le Piège de Méduse''; compone inoltre anche il brano più lungo della storia, ''[[Vexations]]'', composto da trentacinque battute ripetute 840 volte per una durata totale di circa venti ore<ref>Essendo la performance lunghissima, la durata complessiva del pezzo varierà molto in base alla velocità d'esecuzione. Solitamente eseguire le 840 ripetizioni di ''Vexations'' impiega dalle 19 ore e mezzo alle 24.</ref>. |
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Erik Satie morì a 59 anni di [[cirrosi epatica]] il 1º luglio [[1925]]. |
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Éric Alfred Leslie Satie, detto Erik (IPA: [eˈʁik saˈti]; Honfleur, 17 maggio 1866 – Parigi, 1º luglio 1925), è stato un compositore e pianista francese.
Biografia
Giovinezza
Erik Satie trascorse la sua infanzia tra la Normandia e Parigi. La madre era d'origine scozzese, mentre il padre era un agente marittimo normanno di religione anglicana. Quando aveva quattro anni la sua famiglia si trasferì da Honfleur a Parigi, dove il padre aveva ottenuto un posto come traduttore. Alla morte della madre, nel 1872, la sorella rimase con il padre, mentre Erik e il fratello minore tornarono dai nonni paterni a Honfleur. Qui Satie abbracciò la religione cattolica e seguì le sue prime lezioni di musica da un organista locale. Alla morte della nonna, nel 1878, i due ragazzi ritornarono a Parigi dal padre, che nel frattempo si era risposato con un'insegnante di pianoforte più vecchia di lui di dieci anni: fu lei a insegnare a Erik, allora dodicenne, le basi dello strumento; il risultato fu che il ragazzo prese presto in odio sia la musica sia il conservatorio.[1]
Nel 1879 Satie entrò in conservatorio, ma dopo i primi due anni di corso i suoi professori lo giudicarono privo di talento e lo bocciarono. Fu riammesso alla fine del 1885, ma senza che migliorasse la valutazione su di lui, benché nel frattempo egli avesse composto la sua prima opera per pianoforte conosciuta, l'Allegro (1884). Diciannovenne deluso, Satie si arruolò allora in un reggimento di fanteria. Capì in fretta, però, che neanche l'esercito faceva per lui, e alcune settimane più tardi si espose volontariamente al freddo della notte invernale, procurandosi una congestione polmonare che gli consentì di essere riformato.
Carriera
Nel 1887 si sistemò a Montmartre e compose le quattro Ogives per piano, nella cui partitura non compare alcun segno di misura; Satie utilizzerà questa caratteristica in molte altre composizioni, sviluppando anche molto in fretta un proprio stile di annotazioni sulla maniera di interpretare le sue opere.
Risale a questo periodo l'inizio di una lunga amicizia con diversi poeti, come Stéphane Mallarmé, Paul Verlaine e il poeta romantico Patrice Contamine de Latour, con il quale collaborerà in seguito per il balletto Uspud. Intanto faceva pubblicare le sue prime composizioni da suo padre e nel 1888 componeva le tre Gymnopédies.
Nel 1890 Satie traslocò al numero 6 di via Cortot, sempre a Montmartre. In quel periodo, frequentando Le Chat noir, conobbe Debussy e con lui l'anno seguente (1891), aderì all'Ordine della Rosa Croce estetica, fondato da Joséphin Péladan[2]. In qualità di maestro di cappella dell'ordine, Satie compose diversi pezzi tra cui la Sonneries de la Rose-Croix e Le fils des étoiles. Nello slancio mistico di allora, egli creò la sua chiesa, l'Église métropolitaine d'art de Jésus-Conducteur, di cui divenne il tesoriere, il gran sacerdote, ma soprattutto il solo fedele; in questa veste pubblicava un bollettino, intitolato Cartulaire de l'Église Métropolitaine d'Art de Jésus Conducteur, da dove lanciava anatemi contro i critici e i «malfattori che speculano sulla corruzione umana». L'ultimo numero del cartulaire uscì nel giugno 1895. L'anno successivo si concludeva l'attività della Chiesa, e con essa il "periodo mistico" di Satie[3].
Nel 1893, iniziò una relazione con la pittrice Suzanne Valadon. Il periodo più fecondo di Satie fu quello modernista, che inizia nel 1905 quando il compositore si trasferisce a Parigi e conosce il poeta Jean Cocteau con cui, insieme a Picasso, comporrà, scriverà e realizzerà il balletto d'ispirazione cubista Parade; Satie e Cocteau diventarono fra gli animatori principali del Gruppo dei Sei. Le composizioni di questo periodo sono definite da Satie stesso «musique de tapisserie» ("musica da tappezzeria") e rappresentano una satira molto forte contro l'accademismo e la musica dotta (si ricorda che Satie era un noto pianista di cabaret) che culmina anche nei balletti, alcuni dei quali ebbero strascichi in tribunale dopo la prima. La scrittura musicale di Satie era del tutto originale: in Parade, ad esempio, Satie usa suoni molto innovativi come sirene, macchine da scrivere e altri effetti sonori non tradizionalmente musicali; scrive brani difficilmente inquadrabili nei generi conosciuti come le celebri tre Gymnopédie e sette Gnossienne; sperimenta nuove forme del suono e inventa di fatto la tecnica del piano preparato inserendo per la prima volta degli oggetti nella cassa armonica dello strumento nell'opera Le Piège de Méduse; compone inoltre anche il brano più lungo della storia, Vexations, composto da trentacinque battute ripetute 840 volte per una durata totale di circa venti ore[4].
Erik Satie morì a 59 anni di cirrosi epatica il 1º luglio 1925.
La stravaganza di Satie
Satie fu in vita un personaggio dalle pose originali e dai comportamenti bizzarri, spesso sottolineati dai cronisti del tempo. Visse in un appartamento chiamato da lui "l'Armadio", composto da due stanze, di cui solo una utilizzata pienamente, mentre l'altra era chiusa a chiave; il contenuto di questa venne scoperto solo alla morte dell'artista: conteneva una collezione di ombrelli di vari generi a cui lui teneva così tanto che non li usava. Satie era inoltre fissato con l'abbigliamento, in particolar modo per i completi in velluto: ne possedeva tantissimi (tutti uguali).
Una delle numerose idee fisse di Erik Satie era il numero tre, un'ossessione mistica; forse una reliquia del simbolismo trinitario associato all'Ordine cabalistico dei Rosacroce, del quale Satie aveva fatto parte in gioventù. Molte delle sue composizioni sono raggruppate in cicli di tre, e tra queste le Trois Gymnopédies del 1888.
Jack-in-the-box è un balletto composto nel 1899, quando Satie conduceva una vita bohémienne durante la Belle Époque; il soggetto gli venne fornito da un amico che abitava nel quartiere di Montmartre. Il manoscritto, che Satie credette sempre di aver perduto in un autobus, venne ritrovato soltanto dopo la sua morte; Darius Milhaud, uno dei rari amici col quale Satie non litigò mai, riuscì a recuperarlo e più tardi lo orchestrò. La belle excentrique (composizione per orchestra) invece si riferisce alla bella "eccentrica", la ballerina Caryathis, immortalata da uno splendido poster di Léon Bakst.
Un giorno Satie, seduto ad un caffè, disse al suo amico Fernand Léger:
«Sai, bisognerebbe creare della musica d'arredamento, cioè una musica che facesse parte dei rumori dell'ambiente in cui viene diffusa, che ne tenesse conto. Dovrebbe essere melodiosa, in modo da coprire il suono metallico dei coltelli e delle forchette senza però cancellarlo completamente, senza imporsi troppo. Riempirebbe i silenzi, a volte imbarazzanti, dei commensali. Risparmierebbe il solito scambio di banalità. Inoltre, neutralizzerebbe i rumori della strada che penetrano indiscretamente dall'esterno.[5]»
Opere scelte
Composizioni per pianoforte
- Ogives I, II, III, IV (1886)
- Sarabandes I, II e III (1887)
- Gymnopédies I, II e III[6]
- Gnossiennes I, II, III, IV, V, VI (1890)
- Nocturnes I, II, III, IV, V (1919)
- Avant-dernières pensées (1915)
- Pièces froides - trois airs à fuir (1897)
- Pièces froides - trois danses de travers (1910)
- Deux rêveries nocturnes
- Embryons desséchés (1913)
- Prélude de la porte héroïque du ciel (1897)
- Jack in the Box, balletto (1899).[7]
- Trois Morceaux en forme de poire (1903) per pianoforte a quattro mani (da alcuni considerate Gnossienne, VII)
- Vexations (1893)
- Sonatine Bureaucratique (1917)
- Le Picadilly (1904)
- Vieux Sequins et Vieilles Cuirasses (1913)
- Prélude en tapisserie (1906)
- 4 Préludes flasques (pour un chien) (1912)
- Le Piege de Meduse (1913)
- La Belle excentrique (1920) per pianoforte a quattro mani
Mélodies per voce e pianoforte
- Ludions poema di Léon-Paul Fargue, composto da 5 parti:
- 1 Air du Rat
- 2 Spleen
- 3 La Grenouille américaine
- 4 Air du Poète
- 5 Chanson du Chat
- La statue de bronze, testo Léon-Paul Fargue
- Je te veux, valzer cantato, (1902)
- 3 Poemes d'amour, testo di Erik Satie
- Tendrement, valzer cantato, testo di Vincent Hyspa
- 4 Petites Mélodies
- 3 Autres Mélodies
- Daphénéo
- La Dive de "L'Empire", intermezzo americano
- Hymne pour la "salut au drapeau" du "Prince de Byzance"
- 3 Mélodies sans paroles ,
- Le Chapelier,testo di René Chalupt
- L'Omnibus Automobile, testo di Vincent Hyspa
- Chez le Docteur, testo di Vincent Hyspa
- Alons-y chochotte, testo di D. Durante
Musica di scena
- Parade (1917) Balletto realista
- La belle excentrique (1920) Suite di danze per piccola orchestra
- Relâche (1924) Balletto con coreografia di Jean Börlin
- Mercure (1924) Balletto con coreografia di Léonide Massine
- Jack in the box, balletto (1926)
Altre composizioni
- Messe des pauvres (1895) per coro e organo
- Socrate (1918) Dramma Sinfonico per voci e piccola orchestra
Satie nel cinema e nei libri
- Erik Satie in persona appare in alcune scene del film Entr'acte diretto nel 1924 da René Clair e che fa parte, come intermezzo, del balletto Relâche dello stesso Satie. Nel film Moulin Rouge! di Baz Luhrmann del 2001 il suo personaggio è interpretato da Matthew Whittet.
- Lo spirito arguto di Satie appare con una battuta del suo personaggio nel film Il petomane diretto nel 1983 da Pasquale Festa Campanile quando, proferisce le parole non posso certo dire qual buon vento.
- La colonna sonora del film Storia immortale (1968) di Orson Welles comprende alcune brani di Satie eseguiti da Aldo Ciccolini e Jean-Joel Barbier (Gymnopédie n. 1; Gnossienne n. 1 e n. 3; uno dei Trois morceaux en forme de poire).
- Nel film Al lupo al lupo di Carlo Verdone, Vanni, interpretato da Sergio Rubini, suona al pianoforte la Gnossienne n. 1 e la Gymnopédie n. 1.
- La Gnossienne n. 1 è presente nel film Chocolat, nel film Il velo dipinto del 2006, con Edward Norton e Naomi Watts, in Hugo Cabret di Martin Scorsese del 2011, in Feu Follet di Louis Malle del 1963
- La cantante Lana Del Rey ha inserito la Gymnopédie n. 1 nel suo video musicale per la canzone Carmen.
- Nel romanzo Coordinate d'oriente di Alessandro Perissinotto, la protagonista suona al pianoforte la Sonatine bureaucratique.
- Nel film Mr. Nobody del 2009 (Gymnopédie n. 3).
- La Gnossienne n. 1 interpretata da Alessandra Celletti è stata inserita sui titoli di coda del film Revolver (2005) di Guy Ritchie.
- La Gnossienne n. 1 è presente in più scene de Il ritratto di Elsa Greer, primo episodio della stagione 9 della serie televisiva Poirot.
- Nella colonna sonora di Chiamami col tuo nome (2017) di Luca Guadagnino vengono inserite le Sonatine Bureaucratique.
- Gymnopédie n. 1 è presente nei titoli di coda del film My dinner with Andre di Louis Malle.
- Le Gymnopédies e le Gnossiennes sono presenti nella colonna sonora del film di animazione giapponese del 2010 Suzumiya Haruhi no shōshitsu ("La scomparsa di Haruhi Suzumiya").
- Le Gymnopédies e le Gnossiennes fanno parte della colonna sonora del film Another Woman (1988) di Woody Allen.
- Vari brani interpretati da Alessandro Simonetto per il film Franco Maria Ricci (Éphémère) - La bellezza inevitabile di Simone Marcelli (2019).
- La “Gymnopèdies n.1” e la "Gnossiennes n.1" appaiono nella serie “La regina degli scacchi” (2020).
Note
- ^ Anne Rey, Satie, Paris, Le Seuil, 1995 (2e éd.), p. 9-10.
- ^ La Rosacroce estetica o Ordine del Tempio della Rosacroce è un movimento artistico vicino sia al simbolismo che all'esoterismo di fine '800, creato da Joséphin Péladan nel 1890. Il movimento costituì una rottura con i Rosacroce ermetici, causata dal conflitto tra il cattolicesimo oltranzista di Péladan e l'ecumenismo di Stanislas de Guaita. La separazione, ufficializzata nel 1890, tendeva semplicemente, secondo Péladan, a "distaccare dai Rosacroce un terzo ordine intellettuale per i cattolici romani, gli artisti e le donne".
- ^ Per l'Église métropolitaine d’art de Jésus-Conducteur si veda la voce inglese.
- ^ Essendo la performance lunghissima, la durata complessiva del pezzo varierà molto in base alla velocità d'esecuzione. Solitamente eseguire le 840 ripetizioni di Vexations impiega dalle 19 ore e mezzo alle 24.
- ^ Tratto da Il silenzio non esiste, di Kyle Gann, pag. 58.
- ^ Il titolo si riferisce alle "Gimnopedie" (in antico greco: Γυμνοπαιδίαι Gymnopaidíai, da γυμνός gymnós «nudo» e παιδεία paideía «educazione dei fanciulli»), una delle principali festività della Grecia antica, (1888). Le Gymnopédies 1 e 2 sono state trascritte per orchestra da Claude Debussy.
- ^ Questa composizione è stata trascritta per orchestra nel 1926 da Darius Milhaud.
Bibliografia
- Adriano Bassi, Erik Satie, l'Antiaccademico, Gioiosa Editrice, 2003, ISBN 88-86403-24-0
- Nigel Wilkins, The Writings of Erik Satie, London, 1980.
- Erik Satie, Erik Satie. Quaderni di un mammifero, a cura di Ornella Volta, Adelphi, Milano, 1980
- Ornella Volta, Erik Satie e gli artisti del nostro tempo, De Luca Editore, 1981
- AA.VV., Erik Satie L'idea non ha bisogno dell'arte, ed.Rumori Auditorium, 2010
- Marco Bora, Erik Satie e gli altri, Gruppo Ed. L'Espresso, 2016, ISBN 978-88-92316-27-0
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina in lingua francese dedicata a Erik Satie
- Wikiquote contiene citazioni di o su Erik Satie
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Erik Satie
Collegamenti esterni
- (FR) Sito ufficiale, su erik-satie.com (archiviato il 25 settembre 2019).
- Erik Satie - Topic (canale), su YouTube.
- Satie, Eric Alfred Leslie, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Guido Maria Gatti, SATIE, Erik Alfred Leslie, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- Satie, Erik Alfred Leslie, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Erik Satie, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Erik Satie, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Erik Satie, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Erik Satie / Erik Satie (altra versione), su Goodreads.
- (EN) Erik Satie (musica per videogiochi e anime), su VGMdb.net.
- Erik Satie, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- (EN) Spartiti o libretti di Erik Satie, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
- (EN) Erik Satie, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Erik Satie, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Erik Satie (French composer), su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Erik Satie / Erik Satie (altra versione), su WhoSampled.
- (EN) Erik Satie, su SecondHandSongs.
- (EN) Erik Satie, su Billboard.
- (EN) Erik Satie, su MyAnimeList.
- Erik Satie, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Erik Satie, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Erik Satie, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Erik Satie, su filmportal.de.
- (EN) Eirk Satie, su Free Score.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 88805508 · ISNI (EN) 0000 0001 2142 8848 · SBN RAVV000785 · BAV 495/283520 · Europeana agent/base/146809 · ULAN (EN) 500338521 · LCCN (EN) n79139256 · GND (DE) 118605690 · BNE (ES) XX914572 (data) · BNF (FR) cb11923748x (data) · J9U (EN, HE) 987007267551505171 · NSK (HR) 000290317 · NDL (EN, JA) 00474448 · CONOR.SI (SL) 19578979 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79139256 |
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