Iqbal Masih: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Iqbal Masih nacque nel [[1983]] a Muridke, in Pakistan, in una famiglia molto povera. A quattro anni già lavorava in una fornace, a cinque fu venduto dal padre ad un venditore di tappeti<ref name=cds15032014>{{Cita web|titolo = Masih ha pagato con la vita|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/26/Masih_pagato_con_vita_co_0_95062611656.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140315184603/http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/26/Masih_pagato_con_vita_co_0_95062611656.shtml|dataarchivio=15 marzo 2014|editore = Corriere della Sera|data = 26 giugno 1995|accesso = 15 marzo 2014}}</ref> per pagare un debito di 12 dollari.<ref>{{cita|J.P.Rodriguez|70-71|R2011}}.</ref>
fu ucciso in una sparatoria
Fu quindi costretto a lavorare 10-12 ore al giorno, incatenato al telaio e sottonutrito, tanto da riportare un danno alla crescita.<ref name=solidaridad1>{{cita web|lingua = en|url = http://solidaridad.net/iqbal/my-name-is-iqbal-masih|titolo = My name is Iqbal Masih|accesso = 11 settembre 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140911204910/http://solidaridad.net/iqbal/my-name-is-iqbal-masih|dataarchivio = 11 settembre 2014|urlmorto = sì}}</ref>

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=== Iqbal attivista ===
=== Iqbal attivista ===
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Alla fine del 1994 si recò a [[Stoccolma]], partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani volta a mettere pressione sulle autorità di [[Islamabad]].
Alla fine del 1994 si recò a [[Stoccolma]], partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani volta a mettere pressione sulle autorità di [[Islamabad]].


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Nel frattempo, sia per la pressione internazionale che per l'attivismo locale, le autorità pakistane avevano preso una serie di provvedimenti, tra cui la chiusura di decine di fabbriche di tappeti, salvando migliaia di bambini dalla schiavitù. Nel febbraio 1995 partecipò ad un incontro tra rappresentanti del BLLF e dell'industria dei tappeti, su invito del giornale ''The Nation'', in cui il confronto raggiunse toni duri.<ref name=solidaridad2>{{cita web|lingua = en|url = http://solidaridad.net/iqbal/do-not-buy-these-carpets|accesso = 11 settembre 2014|titolo = Do not buy these carpets!|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140911222405/http://solidaridad.net/iqbal/do-not-buy-these-carpets|dataarchivio = 11 settembre 2014|urlmorto = sì}}</ref>
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Versione delle 11:29, 21 apr 2020

«Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.»

Iqbal Masih

Iqbal Masih (in urdu اقبال مسیح; Muridke, 1983Muridke, 16 aprile 1995) è stato un bambino operaio e attivista pakistano, diventato un simbolo della lotta contro il lavoro minorile.

Biografia

Iqbal Masih nacque nel 1983 a Muridke, in Pakistan, in una famiglia molto povera. A quattro anni già lavorava in una fornace, a cinque fu venduto dal padre ad un venditore di tappeti[1] per pagare un debito di 12 dollari.[2] Fu quindi costretto a lavorare 10-12 ore al giorno, incatenato al telaio e sottonutrito, tanto da riportare un danno alla crescita.[3]

Nel 1992 riuscì a uscire di nascosto dalla fabbrica e partecipò insieme ad altri bambini a una manifestazione del Bonded Labour Liberation Front (BLLF), organizzazione fondata da Ullah Khan che ottenne nello stesso anno la promulgazione del Bonded Labor System Abolition Act.[4] Ritornato nella fabbrica di tappeti, si rifiutò di continuare a lavorare malgrado le percosse. Il padrone sostenne che il debito anziché diminuire era aumentato a diverse migliaia di rupie, pretendendo di inserirvi lo scarso cibo dato a Iqbal, supposti errori di lavorazione, e così via. La famiglia fu costretta dalle minacce ad abbandonare il villaggio; Iqbal, ospitato in un ostello dalla BLLF, ricominciò a studiare.

Iqbal attivista

Dal 1993 cominciò a viaggiare e a partecipare a conferenze internazionali, sensibilizzando l'opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori pakistani contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell'infanzia.

Alla fine del 1994 si recò a Stoccolma, partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani volta a mettere pressione sulle autorità di Islamabad.

Nel dicembre del 1994 presso la Northeastern University di Boston ricevette il premio Reebok Human Rights Award. Vista la giovanissima età venne creata una categoria apposita: Youth in Action.[3][5]

Nel frattempo, sia per la pressione internazionale che per l'attivismo locale, le autorità pakistane avevano preso una serie di provvedimenti, tra cui la chiusura di decine di fabbriche di tappeti, salvando migliaia di bambini dalla schiavitù. Nel febbraio 1995 partecipò ad un incontro tra rappresentanti del BLLF e dell'industria dei tappeti, su invito del giornale The Nation, in cui il confronto raggiunse toni duri.[6]

La morte

Le testimonianze circa gli avvenimenti dell'ultima giornata della sua vita, il 16 aprile 1995, giorno di Pasqua, sono in buona parte imprecise e contraddittorie. Due cugini che l'accompagnavano, Faryad e Lyakat, riferiscono che ad un certo punto nel tardo pomeriggio non prese l'autobus che doveva portarlo nella capitale e si allontanò con loro in bicicletta. Il dodicenne venne colpito alla schiena[6] da Ashraf Hero, un'eroinomane in visita a parenti nel villaggio di Muridke[7], nel giorno di Pasquetta (16 aprile 1995)[8].

Secondo il rapporto della polizia e la testimonianza iniziale dei cugini, uno dei quali fu ferito nella sparatoria in cui Iqbal Masih venne ucciso, l'omicida fu un lavoratore agricolo a seguito di una breve lite[9]. Il BLLF però accusò subito dell'accaduto la "mafia dei tappeti". Un rapporto di un noto gruppo indipendente di difesa dei diritti umani, la Human Rights Commission of Pakistan, pubblicato nel mese successivo affermò tuttavia che non vi era alcuna evidenza che dietro la morte di Iqbal vi fosse l'industria dei tappeti[10]. A distanza di tempo permangono diversi dubbi sull'accaduto. Anche i due cugini poche settimane dopo ritrattarono la loro testimonianza iniziale.[11]

A seguito della sua morte, il tema del lavoro minorile, in special modo nell'industria pakistana dei tappeti, ha ricevuto ancora maggior attenzione, rendendo Iqbal un vero e proprio simbolo di tale causa.

Riconoscimenti

Una scuola superiore di Quincy, in Massachusetts, dove aveva tenuto un discorso nel dicembre 1994, organizzò subito dopo la sua morte una raccolta di fondi, che ha permesso l'istituzione di una scuola a Kasur.

Gli sono state intitolate diverse scuole nel mondo occidentale; in Italia, in particolare, gli istituti comprensivi di Milano, Trieste, Bientina, Buti, Malnate (VA), e Pioltello (MI), le scuole primarie di Bari, Certaldo (FI), Nocera Superiore (SA), Lido Adriano (RA), Medolla (MO), Prato, Roma, Cassina Nuova di Bollate (MI), Pescara, Tivoli, Perugia Torre Boldone (BG) e Quartu Sant'Elena (CA), le scuole dell'Infanzia di Velletri e Reggio Emilia. Tra le altre strutture intitolate a lui, un parco a Brescia, a Vercelli e a Cesena, un giardino a Campi Bisenzio[12], un parco giochi a Casorate Sempione in provincia di Varese, un parchetto a Nogara (VR), il piazzale antistante al terminal traghetti di Genova, una piazza a Formia (LT), una via del comune di Nosate (MI), il ponte sul fiume Ghiara[13] a Salsomaggiore Terme (PR), una rotonda a San Lazzaro di Savena (BO), a Bologna, dal 2012, un circolo libertario e la Biblioteca Comunale di Pieve Emanuele (MI).

Nel messaggio di fine anno del 31 dicembre 1997, il presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro ricordò il grande sacrificio di Iqbal Masih[14].

Nel 2000 ricevette alla memoria il premio World's Children's Prize per i diritti dei bambini[15]

Nei media

Note

  1. ^ Masih ha pagato con la vita, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 26 giugno 1995. URL consultato il 15 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2014).
  2. ^ J.P.Rodriguez, 70-71.
  3. ^ a b (EN) My name is Iqbal Masih, su solidaridad.net. URL consultato l'11 settembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2014).
  4. ^ J.P.Rodriguez, 140-148.
  5. ^ (EN) pagine 199-200, Global Backlash: Citizen Initiatives for a Just World Economy, a cura di Robin Broad, Rowman & Littlefield, 2002, ISBN 978-0-7425-1034-0.
  6. ^ a b (EN) Do not buy these carpets!, su solidaridad.net. URL consultato l'11 settembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2014).
  7. ^ [www.gettyimages.com/detail/news-photo/ashraf-hero-heroin-addict-and-murdereer-of-iqbal-ashraf-in-news-photo/542406700#/ashraf-hero-heroin-addict-and-murdereer-of-iqbal-ashraf-in-custody-at-picture-id542406700 Death of child slave Iqbal Masih, Getty Images]
  8. ^ Iqbal Masih's Heart-Rending Tragedy, pangaea.org, 19 January 2016.
  9. ^ Iqbal Masih's Murder.
  10. ^ Plot Discounted in Death of Pakistani Boy
  11. ^ (EN) A bullet cannot kill a dream, su solidaridad.net. URL consultato l'11 settembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2014).
  12. ^ Parco Iqbal - Campi Bisenzio, su comune.campi-bisenzio.fi.it. URL consultato il 6 aprile 2018.
  13. ^ Ponte sul fiume Ghiara, su provincia.parma.it (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2016).
  14. ^ Messaggio di fine anno agli italiani del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su presidenti.quirinale.it, Sito ufficiale del Quirinale. URL consultato il 17 agosto 2018.
  15. ^ (EN) Iqbal Masih (2000), su worldschildrensprize.org, Sito ufficiale del World's Children's Prize. URL consultato il 7 febbraio 2014.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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