Rodney Buford

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Rodney Buford
Buford nel 2000 al Basket Rimini
Nazionalità Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Altezza 196 cm
Peso 86 kg
Pallacanestro
Ruolo Guardia / ala piccola
Termine carriera 2013
Carriera
Giovanili
Harold S. Vincent High School
1995-1999Creighton Bluejays
Squadre di club
1999-2000Miami Heat34 (147)
2000Basket Rimini10 (241)
2000-2001Philadelphia 76ers47 (248)
2001-2002Memphis Grizzlies63 (591)
2002-2003Panathīnaïkos22
2003Sacramento Kings6 (10)
2004Dakota Wizards4
2004Sacramento Kings16 (31)
2004-2005N.J. Nets64 (445)
2005-2006S. Falls Skyforce22
2006Azov. Mariupol'18
2006Maccabi Tel Aviv2 (35)
2007-2008Azov. Mariupol'17
2009Al-Riyadi Beirut2 (26)
2009-2010Eisb. Bremerhaven15 (263)
2010 Fukien
2010-2011AEL Limassol7 (83)
2011Toros de Aragua
2011 Fukien
2011Halifax Rainmen4 (47)
2011-2013London Lightning30 (358)
Carriera da allenatore
2016 Omaha Chargers
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Rodney Alan Buford (Milwaukee, 2 novembre 1977) è un ex cestista e allenatore di pallacanestro statunitense.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dopo essere cresciuto presso la Vincent High School, intraprende il periodo universitario alla Creighton University, dove nei quattro anni di permanenza mette a segno 17,9 punti e 6,1 rimbalzi di media a partita.

Queste prestazioni gli valgono la chiamata al secondo giro del draft NBA 1999 (53ª scelta) da parte dei Miami Heat. Il debutto in NBA avviene il 2 novembre 1999, in occasione del match contro i Detroit Pistons. La notte del 3 novembre 1999, a seguito di un controllo doganale a Toronto, Buford fu trovato in possesso di un piccolo quantitativo di marijuana: una settimana dopo fu comunque reintegrato in squadra[1]. Durante l'annata mette mediamente a segno 4,3 punti in 11,4 minuti di utilizzo.

Buford al Basket Rimini

Nell'estate successiva, dopo essere stato scambiato e tagliato dagli Charlotte Hornets, vive la sua prima esperienza europea, al Basket Rimini in Serie A1. Buford è il trascinatore della squadra con 24,1 punti e 5,2 rimbalzi, tirando col 41,5% da tre. Tuttavia, dopo aver segnato 30 punti contro Milano il giorno prima, si imbarca la mattina del 18 dicembre 2000 su un volo per gli Stati Uniti ritornando in NBA, con la società riminese che riesce a contattarlo solo poco prima dell'imbarco[2]. Rimini, che fino a quel momento sfiorava la zona-playoff, ha poi concluso la stagione all'ultimo posto retrocedendo così in Legadue.

Le ottime prestazioni italiane hanno permesso a Buford di essere ingaggiato dai Philadelphia 76ers di Allen Iverson, con i quali ha disputato la restante parte di stagione fino al raggiungimento dei playoff e delle finali NBA 2000-01, poi perse contro i Los Angeles Lakers guidati da Shaquille O'Neal e Kobe Bryant. L'apporto di Buford è stato di 5,3 punti in 12,2 minuti giocati.

Resta in NBA anche nella stagione 2001-02, questa volta con la casacca dei Memphis Grizzlies, coi quali ha maggiore spazio nelle 63 partite disputate: gioca infatti 28,1 minuti a gara, durante i quali mette a segno 9,4 punti.

Nell'ottobre 2002 approda per la seconda volta in Europa per vestire la maglia del Panathinaikos, realizzando 11,7 punti nel campionato greco e 9,3 punti nelle partite di Eurolega. La positività alla cannabis dopo un test antidoping gli impedisce di terminare la stagione, ricevendo una squalifica di 40 giorni da parte della FIBA e il conseguente taglio da parte del club greco.

Nel novembre del 2003 viene firmato nuovamente in NBA dai Sacramento Kings, con cui disputa 6 partite salvo poi essere svincolato a dicembre. Buford sembra ritornare in Italia a gennaio quando raggiunge un accordo con Roma, ma il giocatore non supera le visite mediche[3]. Dopo aver fatto rientro in patria, nel febbraio accetta l'offerta dei Dakota Wizards, disputando quattro partite nel torneo CBA. A febbraio veste nuovamente la casacca dei Sacramento Kings, questa volta fino al termine della stagione. Le sue cifre parlano di 1,9 punti in 6,4 minuti di media.

La sua carriera prosegue ai New Jersey Nets, quinta esperienza NBA per lui. Il 22 dicembre 2004 segna 22 punti contro i Cleveland Cavaliers, suo massimo di tutta la carriera NBA. Nel febbraio 2005 subisce un infortunio ai legamenti della caviglia sinistra che lo costringe a un mese di stop. Nelle 64 partite giocate mette 7,0 punti a partita, in 20,5 minuti medi di presenza.

Firma poi un contratto nel novembre 2005 con i Sioux Falls Skyforce (torneo CBA), rimanendovi per due mesi prima di emigrare in Ucraina, tra le file dell'Azovmash Mariupol dove mette a referto 12,6 punti di media. La stagione successiva fu chiamato dagli israeliani del Maccabi Tel Aviv, vice-campioni d'Europa, a sostituire Anthony Parker: nella breve parentesi in maglia gialla gioca solamente due incontri di campionato e cinque di Eurolega dove sigla 4,6 punti di media. Dopo essere stato tagliato a dicembre, Buford torna a febbraio all'Azovmash Mariupol, ma gioca una sola partita: nello stesso mese arriva infatti l'ennesima squalifica per doping della sua carriera, venendo nuovamente trovato positivo alla cannabis in un controllo eseguito dopo l'incontro di Eurolega tra Maccabi e Cibona Zagabria del 23 novembre 2006[4].

Nel novembre 2007 riprese ancora a giocare nell'Azovmash Mariupol, segnando 12,3 punti a gara nel campionato ucraino e 11,2 in ULEB Cup. Nel marzo 2009 venne ingaggiato dal Riyadi, squadra libanese di Beirut[5]: la sua permanenza durò però giusto il tempo di disputare due partite di campionato, prima di essere sostituito dal centro Nigel Dixon. Gli Eisbären Bremerhaven, società della massima serie tedesca, lo scelsero per la stagione 2009-10 in una rosa che vedeva la presenza complessiva di nove giocatori statunitensi. Il giorno della vigilia di Natale fece ritorno negli States adducendo la propria partecipazione ad un funerale, ma da quel momento si rese irreperibile alla società tedesca che cercava invano di contattarlo: il taglio, avvenuto pochi giorni dopo, fu inevitabile nonostante i suoi 17,5 punti di media[6]. Va quindi a giocare al Fukien, nel campionato di Hong Kong, dove è nominato MVP della competizione.

Nel dicembre 2010 trova un accordo con i ciprioti dell'AEL, salvo chiudere il rapporto il marzo seguente. Un mese più tardi va in Venezuela, ai Toros de Aragua, poi è di scena ancora a Hong Kong. Nel settembre 2011 viene ufficializzato il suo ingaggio da parte degli Halifax Rainmen, squadra della lega canadese NBL che al tempo stesso ingaggia anche un altro ex-NBA quale Eddie Robinson[7]. Due mesi dopo Buford viene scambiato ai London Lightning, nella stessa lega canadese.

Ritiratosi dal basket giocato, intraprende l'attività di allenatore. Nel 2016 guida gli Omaha Chargers nella National Basketball League of America (NBLA), una lega minore di nuova formazione composta da cinque squadre, creata al fine di mettere in luce giocatori per eventuali ingaggi in altre leghe[8]. Il torneo è stato poi vinto proprio dai Chargers di Buford[9].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Panathinaikos: 2002-03
Panathinaikos: 2002-03
  • Coppa d'Ucraina: 2006, 2008
  • Campione d'Ucraina: 2006, 2008
  • Campione NBL Canada: 2012, 2013
  • NBL Canada Sixth Man of the Year: 2013

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Buford sorry for marijuana incident, rejoins team, su quicktime.cnnsi.com, CNN Sports Illustrated, 9 novembre 1999 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2012).
  2. ^ Rimini: Buford è scappato verso la Nba, Reggio Calabria decide di tagliare Davis, su archiviostorico.gazzetta.it, gazzetta.it, 19 dicembre 2000.
  3. ^ Buford non idoneo, Roma lo scarica, su archiviostorico.gazzetta.it, gazzetta.it, 31 gennaio 2004.
  4. ^ (EN) Comunicato ufficiale FIBA (in formato .pdf) (PDF), su fiba.com, 24 aprile 2007. URL consultato il 23 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2008).
  5. ^ Rodney Buford in Libano, su basketnet.it, 24 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ Rodney Buford tagliato dagli Eisbaren Bremerhaven, su sportando.net, 12 gennaio 2010. URL consultato il 13 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2010).
  7. ^ (EN) Rainmen boast 1-time NBA players Buford, Robinson, su cbc.ca, 19 settembre 2011.
  8. ^ (EN) Pro basketball league coming to Mitchell, su mitchellrepublic.com, 22 aprile 2016.
  9. ^ (EN) Omaha Chargers win basketball title, GM sees bright future, su fox42kptm.com, 16 novembre 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]