Naviglio di Bereguardo

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Naviglio di Bereguardo
L'incile del Naviglio di Bereguardo a Castelletto di Abbiategrasso
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Lombardia
Province  Milano
  Pavia
Lunghezza19 km
Portata media5 m³/s
Nascea Castelletto di Abbiategrasso dal Naviglio Grande
45°23′59.86″N 8°56′11.81″E / 45.399961°N 8.936614°E45.399961; 8.936614
Sfociaa Bereguardo nel Ticino
45°14′04.05″N 9°01′10.2″E / 45.234459°N 9.019499°E45.234459; 9.019499
Mappa del fiume
Mappa del fiume

Il Naviglio di Bereguardo (in lombardo Navili de Bereguard) è uno dei canali artificiali, destinati originariamente alla navigazione interna, che sono stati scavati tra il tardo Medioevo e il XIX secolo nel Milanese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prese irrigue lungo il Naviglio di Bereguardo tra Motta Visconti e Bereguardo

In particolare, il naviglio di Bereguardo, iniziato già nel 1420 per volere del duca di Milano Filippo Maria Visconti,[1] fu realizzato in gran parte tra il 1457[1] e il 1470 per volontà di Francesco I Sforza Si stacca dal Naviglio Grande a Castelletto di Abbiategrasso, e si dirige verso sud, raggiungendo il Ticino, nel quale sfocia al ponte di Bereguardo, dopo circa 19 km. Ha una caduta di circa 24 metri, che viene superata con 12 conche. Sostituì il canale voluto da Gian Galeazzo Visconti e fino al 1819 restò l'unica via di collegamento tra Milano e il mare, fondamentale soprattutto per il trasporto del sale proveniente per la maggior parte da Venezia[1].

Le merci che dal Po, risalendo il Ticino nel suo primo tratto, erano destinate a Milano, dovevano essere trasportate da Pavia via terra su questo canale, attraverso il quale raggiungevano il Naviglio Grande e quindi la città. A volte erano le imbarcazioni stesse a essere trainate, con tutto il loro carico, per essere immesse nel naviglio da Bereguardo.

Il canale decadde all'inizio del XIX secolo, quando fu completato con il Naviglio Pavese[1] il collegamento diretto di Milano con il Ticino, a breve distanza dalla sua confluenza nel Po. Barcaioli, mulattieri e trafficanti abbandonarono rapidamente quella scomoda situazione per trasferirsi a Pavia.[2]

Oggi, un canale irriguo[modifica | modifica wikitesto]

Il Naviglio di Bereguardo vicino a Morimondo
Opere in muratura e la soglia sul naviglio di Bereguardo

Privo di traffico, il naviglio fu declassato e ancora oggi funge da canale di irrigazione. Delle vecchie conche sopravvivono, in ottime condizioni, le parti in muratura e le pavimentazioni del fondo, a testimonianza della grande perizia degli ingegneri e delle maestranze che, tre secoli e mezzo fa, realizzarono l'opera.

A Cascina Conca, tra Morimondo e Motta Visconti, la conca conserva addirittura la porta a valle, usata nel tempo come chiusa per la regolamentazione del flusso delle acque.

Il percorso, dopo l'ansa di Castelletto di Abbiategrasso, è praticamente rettilineo in direzione sud e si mantiene distante da strade di grande comunicazione, attraversando un paesaggio agricolo straordinariamente ubertoso, accompagnato da una comoda pista ciclabile, tutta asfaltata e priva di difficoltà, se non l'assenza di ripari tra la carreggiata e l'acqua.[3]

L'intero tracciato è ricompreso nel Parco del Ticino e non è percorribile da mezzi motorizzati, se non per un brevissimo tratto intermedio.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Tettamanzi, «Sulla via del sale: il naviglio di Bereguardo».
  2. ^ Barche più grandi
  3. ^ Il Naviglio di Bereguardo
  4. ^ Il Naviglio di Bereguardo

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Delle antichità longobardico-milanesi illustrate con dissertazioni dai monaci della Congregazione cisterciese di Lombardia, Imperial Monisterio di S. Ambrogio Maggiore, Milano 1792 (da Google libri)
  • Giuseppe Bruschetti, Istoria dei progetti e delle opere per la navigazione interna del Milanese, 1824 (da Google libri)
  • Carlo Cattaneo, Notizie naturali e civili su la Lombardia, coi tipi di Giuseppe Bernardoni di Giovanni, Milano, 1844 (da Google libri)
  • Enzo Pifferi, Laura Tettamanzi e Emilio Magni, da milano lungo i navigli, Como, Editrice E.P.I., 1987.
  • Multifunzionalità e biodiversità: l'agricoltura del Parco del Ticino, Parco del Ticino, 2009
  • Turismo, a cura del Parco del Ticino, 2009

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