Museo del conservatorio di San Pietro a Majella
Biblioteca del conservatorio di san Pietro a Majella | |
---|---|
Il museo | |
Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Località | Napoli |
Indirizzo | Via san Pietro a Majella 35 |
Coordinate | 40°50′57.91″N 14°15′08.53″E / 40.84942°N 14.25237°E |
Caratteristiche | |
Tipo | Musica - Archivio - Biblioteca |
Sito web | |
Il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella custodice al suo interno oltre a una delle biblioteche musicali più importanti del mondo, una ragguardevole collezioni di beni museali.
Oltre alla biblioteca e alle collezioni museali è presente un archivio storico.
Il palazzo monumentale[modifica | modifica wikitesto]

Il monumentale palazzo offre importanti testimonianze artistiche già a partire dal chiostro grande, raggiungibile non appena varcato l'ingresso, nel quale vi è collocata l'opera scultorea di Francesco Jerace raffigurante Ludwig van Beethoven.
Dallo stesso chiostro, si giunge alle sale da concerto del Conservatorio: la Sala Scarlatti (la più ampia che prima era la sala capitolare del convento), la Sala Martucci (nella quale vi è un affresco nel soffitto di Giuseppe Aprea raffigurante l'Allegoria della Musica e diversi ritrattii di grandi personalità del mondo della musica).
La biblioteca, gli strumenti musicali e la quadreria[modifica | modifica wikitesto]
Dallo scalone monumentale accessibile dal secondo chiostro, si giunge al piano superiore, e da qui alla biblioteca. La biblioteca del Conservatorio una delle più antiche biblioteche musicali del mondo, custodisce al suo interno contenente una pregevole raccolta di cimeli di musicisti e compositori che hanno studiato nei precedenti istituti o in quello di san Pietro a Majella. Il polo espone inoltre strumenti antichi di finissima fattura o utilizzati da illustri personalità, come i pianoforti a tavolo appartenuti a Paisiello e Cimarosa, donati da Caterina II di Russia o una dei tre unici esemplari di arpa diatonica costruita da Antonio Stradivari, nonché l'ultima giunta a noi, poi vi sono i pianoforti di Saverio Mercadante e di Sigismund Thalberg, le arpe Sébastien Érard, i violini, violoncelli e viole della storica famiglia napoletana dei Gagliano, un clavicembalo del 1636 di Andreas Ruckers, insieme ad una pregevolissima collezione di strumenti a fiato dell'Ottocento napoletano.

Completano le collezioni i ritratti di musicisti celebri, tra cui spiccano il Gioachino Rossini di Domenico Morelli, il Richard Wagner di Francesco Saverio Altamura e il Saverio Mercadante di Filippo Palizzi ed altri ancora. Arredano i corridoi anche numerosi busti di illustri musicisti e compositori eseguiti da Francesco Jerace, Tommaso Solari e Tito Angelini. Infine, vi è poi il calco in gesso della mano di Giuseppe Verdi, la porta decorata della camera di Francesco Florimo e Bellini e persino le bretelle di quest'ultimo.
La biblioteca[modifica | modifica wikitesto]
Tra i reperti storici presenti in biblioteca, vanno annoverati la rara raccolta diverse migliaia di pezzi tra manoscritti autografi di edizioni musicali del XVI secolo e raccolte di numerosi libretti d'opera. Tra gli autori interessati vi sono: Alessandro e Domenico Scarlatti, Giovanni Battista Pergolesi, Giovanni Paisiello, Domenico Cimarosa, Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi.[1]
Il nucleo di testi presenti in biblioteca deriva anche dai quattro precedenti conservatori della città: il suo arricchimento è dovuto anche al re Ferdinando IV di Borbone, il quale obbligò agli impresari dei teatri della capitale del regno di dare all'istituto di san Pietro a Majella una copia di ogni spartito di opera o commedia che sarebbe poi andata in scena. Inoltre, tale obbligo si estendeva anche agli spartiti di tutte le opere passate andate in scena al real teatro di San Carlo.[2]
La biblioteca si sviluppa su due piani ed è caratterizzata da diverse stanze che si succedono tra loro. Queste prendono i nomi degli illustri allievi che sono legati al conservatorio: "sala Piccinni", "sala Jommelli", "sala Pergolesi", "sala Paisiello" eccetera.
L'archivio storico[modifica | modifica wikitesto]
Nell'archivio sono disponibili tutte le documentazioni riguardanti la vita del conservatorio, testimoniando con documenti certi e datati le tappe storiche che hanno dato vita alle fusioni dei quattro precedenti istituti musicali.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Napoliinternos.it, su napolinternos.it. URL consultato il 4 settembre 2011.
- ^ Sito ufficiale - La biblioteca, su sanpietroamajella.it. URL consultato il 7 novembre 2011.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Ettore Santagata, Il Museo Storico Musicale di "S. Pietro a Majella", Napoli, R. Stabilimento Tipografico Francesco Giannini & Figli, 1930.
- Il Conservatorio di San Pietro a Majella, Napoli, Electa, 2008 ISBN 978-88-510-0514-6
- Dal Segno al Suono. Il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella. Repertorio del patrimonio storico-artistico e degli strumenti musicali, a cura di Gemma Cautela, Luigi Sisto, Lorella Starita, Napoli, Arte-m, 2010 ISBN 978-88-569-0158-0
- La quadreria del Conservatorio / Conservatorio di Musica "San Pietro a Majella" , Napoli ; Soprintendenza per i beni Architettonici ed il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Napoli e provincia 2004
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Museo del conservatorio di San Pietro a Majella
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su sanpietroamajella.it.