Museo del tessile e dell'abbigliamento Elena Aldobrandini

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Museo della Moda Napoli, Fondazione Mondragone
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàNapoli
IndirizzoPiazzetta Mondragone, 18
Coordinate40°50′16.28″N 14°14′31.23″E / 40.837856°N 14.242008°E40.837856; 14.242008
Caratteristiche
TipoArte tessile, abbigliamento, moda e arredamento storiche
Visitatori1 325 (2022)
Sito web

Il Museo della Moda Napoli, dedicato alla fondatrice dell’istituzione, la nobildonna Elena Aldobrandini (1589 – 1663), è parte integrante e sostanziale della Fondazione Mondragone di Napoli. Sede del Polo della Moda Femminile della Regione Campania, ripercorre la Storia della Moda, descritta, in un ampio arco temporale, dal Settecento ai giorni nostri.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il museo, dedicato a Elena Aldobrandini, fu fondato nel 1655 dalla stessa nobildonna, consorte di Antonio Carafa duca di Mondragone[1][2] come ritiro per nobili donne in difficoltà.[2]

Le esposizioni museali consistono sostanzialmente in paliotti e paramenti sacri di fine XVIII secolo, merletti e ricami del XIX ed inizio XX secolo e più in generale di abiti e manufatti tessili dell'artigianato meridionale.[2]. Nel 2003 la raccolta si è arricchita con le donazioni effettuate dallo stilista napoletano Fausto Sarli, con la collezione di Tullia Passerini Gargiulo, costituita da tessuti di San Leucio risalenti alla fine dell'Ottocento e della prima metà del Novecento.

Sono infine esposti capi provenienti dalla collezione Livio De Simone, comprendente sia gli abiti esposti in occasione degli eventi di Mare Moda Capri che tessuti di arredamento, nonché quelli dalla collezione Emilio Schuberth e Vivia Ferragamo.

Museo del guanto[modifica | modifica wikitesto]

Parte integrante del Museo della Moda Napoli - Fondazione Mondragone, il museo della guanteria è stato inaugurato il 9 novembre 2007[3]. Raccoglie quaranta pezzi storici che vanno dal XVIII secolo ai giorni nostri, oltre a macchinari d'epoca e un abito fatto interamente di guanti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ FondazioneMonfragone [collegamento interrotto], su fondazionemondragone.org. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  2. ^ a b c Touringclub, su touringclub.it. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  3. ^ Portale del gruppo Adnkronos, su adnkronos.com. URL consultato il 26 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • ”Il Mattino”, 9 aprile 2003, Stazione dei carabinieri e museo della moda ai Quartieri Spagnoli.
  • Giovanni Liccardo, La grande guida dei musei di Napoli. Storia, arte, segreti, leggende, curiosità, Guide insolite, n. 43, Roma, Newton & Compton, 2002, ISBN 88-8289-763-X.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]