Fusion

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Fusion
Origini stilisticheJazz
Rock
Funk
Blues
Musica psichedelica
Origini culturaliStati Uniti d'America, fine anni sessanta
Strumenti tipicichitarra elettrica, sintetizzatore, Fender Rhodes, tastiera, batteria, basso, sassofono, tromba, trombone, clarinetto, contrabbasso, sequencer, voce
PopolaritàMolto popolare negli anni settanta
Sottogeneri
Smooth jazz - Crossover jazz
Generi derivati
Nu jazz
Generi correlati
Latin jazz - Soul jazz - Jazz-funk
Categorie correlate
Gruppi musicali fusion · Musicisti fusion · Album fusion · EP fusion · Singoli fusion · Album video fusion

«Il vasto movimento di confluenza stilistica che, a partire dall’ultimo terzo degli anni Sessanta, ha determinato la sovrapposizione delle tradizioni jazz e rock è una delle più genuine espressioni di una nuova sensibilità all’origine dei profondi mutamenti antropologici, sociali e politici che hanno investito in quel periodo la società, non solo occidentale.»

(Vincenzo Caporaletti, Il jazz-rock europeo, 2014[1])

La fusion (chiamata anche jazz fusion o jazz rock o ancora rock jazz) è un genere musicale emerso alla fine degli anni sessanta e primi settanta che combina elementi di jazz, rock e funk[2].

Miles Davis

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stile fonde stilemi tipici del jazz a una strumentazione tipicamente rock dove gli strumenti elettrici, le tastiere e la strumentazione elettronica in generale hanno un ruolo predominante nel determinare il suono. La contaminazione avviene anche a livello stilistico, sia nell'accompagnamento, dove linee tipicamente funk tendono a sostituirsi ai più tradizionali accompagnamenti jazz, sia, più in generale, nella struttura del pezzo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Hendrix a Stoccolma, Svezia nel 1967

«L’esigenza di un nuovo tipo di autenticità artistica dal secondo dopoguerra ha prodotto nel jazz l’emergere di nuovi ruoli, radicati in un profondo engagement politico o spirituale, volto a conferire alla musica una specifica qualità sciamanica di rivelazione del reale. La figura di John Coltrane è in questo senso fortemente emblematica. »

(Vincenzo Caporaletti, Il jazz-rock europeo, 2014[3])

Da parte della tradizione originatasi dal rock and roll, ciò significava attingere a nuovi livelli di responsabilità etica ed estetica, attraverso il primo inequivocabile manifestarsi di fenomeni destabilizzanti fra questi un virtuosismo sino ad allora inedito, con l’utilizzo di lunghe improvvisazioni strumentali, principalmente con la chitarra elettrica (in Gran Bretagna i Cream di Eric Clapton, negli USA Jimi Hendrix, Frank Zappa, i Grateful Dead di Jerry Garcia) e la ricerca di una funzione trascendente e conoscitiva del messaggio artistico anche mediante stati di coscienza artificialmente alterati[4].

John McLaughlin nel 1973

Popolarità[modifica | modifica wikitesto]

A metà degli anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria: accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche musicisti europei quali il violinista francese Jean Luc Ponty (in realtà di formazione Davisiana), il suo connazionale e batterista Pierre Moerlen (Pierre Moerlen's Gong), gli inglesi ex canterburiani Soft Machine e i giapponesi Casiopea; in questa fase di transito, iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità commerciali del genere, propongono composizioni via via più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di estrazione jazz.

Il chitarrista californiano Lee Ritenour, i The Crusaders, il tastierista brasiliano Eumir Deodato e lo statunitense Jeff Lorber influenzeranno ulteriormente lo scenario futuro. Anche il cantante italo canadese Gino Vannelli e il celebre chitarrista Carlos Santana con alcuni suoi lavori contribuiranno non poco alla diffusione della fusion tra il grande pubblico.

All'inizio degli anni ottanta nasce la GRP Records, casa discografica newyorkese che ben presto diventa la maggiore scuderia di musicisti fusion in circolazione, tutti artisti di grande talento che danno vita ad una produzione caratterizzata da lavori tecnicamente di grande pregio anche se spesso piegati ad un consenso commerciale che vuole essere il più vasto possibile.

La Turin Jazz Rock School è una delle etichette italiane di artisti appartenenti al genere che ha riscontrato un notevole interesse a livello internazionale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, su treccani.it. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  2. ^ Libro Metal, Rock, and Jazz di Harris M. Berger
  3. ^ Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, su treccani.it. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  4. ^ Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, su treccani.it. URL consultato il 28 gennaio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Julie Coryell e Laura Friedman, Jazz Rock Fusion " The People, The Music ", Ed. Hal Leonard. ISBN 0-440-54409-2
  • Birds of Fire: Jazz, Rock, Funk, and the Creation of Fusion (Refiguring American Music), Fellezs, Kevin; Ronald Radano, Josh Kun, Duke University Press Books, 2011, ISBN 978-0-8223-5047-7
  • R. Unterberger, Unknown Legends of Rock 'n' Roll: Psychedelic Unknowns, Mad Geniuses, Punk Pioneers, Lo-fi Mavericks & More, Backbeat Books, 1998, ISBN 978-0-87930-534-5
  • Jazz Rock A History, Stuart Nicholson, Éd. Canongate
  • Jazz Hot Encyclopédie " Fusion ", Guy Reynard, Éd. de L'instant

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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