New York Jazz

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Metropolitan Opera House
Lincoln Center
New York City Opera
Avery Fisher Hall
Swing Street West 52nd Street
1520 Sedwick Ave., Bronx
Il Blue Note Jazz Club a New York

Il New York Jazz, benché nato a New Orleans, poi esportato a Chicago, è a appunto a New York che è diventato famoso.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni trenta, Harlem divenne la capitale del mondo afroamericano, una mecca per l'intellighenzia nera.[2] In un ambiente creativo e attivo a livello intellettuale e finanziario, l'opportunità di trovare impegni. I musicisti si riversano ad Harlem e si formano numerose formazioni che daranno vita a nuovi stili di jazz.

Il blues di New York era un tipo di musica blues, caratterizzato da significative influenze jazz e da un'atmosfera urbana più modernizzata rispetto al country blues.[3] È nato a New York all'inizio del XX secolo e si è diffuso rapidamente in altre aree urbane e, spesso, tra ascoltatori più ricchi rispetto al country blues, che è tipicamente di natura rurale. Musicisti di spicco di questo campo includono Lionel Hampton, Ethel Waters e Joe Turner.

A New York il jazz è stato fuso con lo stride,[4] una forma avanzata di ragtime, e divenne molto evoluto, in particolare nelle composizioni di James P. Johnson negli anni venti. L'orchestra jazz di Fletcher Henderson, apparsa per la prima volta nel 1923 e che comprendeva Coleman Hawkins e poi il musicista di New Orleans Louis Armstrong, divenne molto popolare e contribuì a inventare la musica swing. Sebbene Henderson sia stato tra i primi grandi musicisti jazz di New York, non fu in grado di adattarsi allo stile in rapida evoluzione come alcuni dei suoi contemporanei, come Duke Ellington. Quando Ellington si trasferì a New York, inaugurò una legione di musicisti jazz che fecero lo stesso e spostarono il centro dello sviluppo del jazz da Chicago a New York.

Lo stile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stile che si sviluppò dalle big band jazz di New York divenne noto come musica swing; era uno stile molto ballabile e orecchiabile, suonato originariamente da grandi orchestre nere. Più tardi, le band bianche dirette da musicisti come Jimmy Dorsey e Benny Goodman iniziarono a dominare. Queste grandi orchestre produssero un certo numero di strumentisti che ebbero un profondo effetto sulla successiva evoluzione del jazz, tra cui le innovazioni del sassofono tenore di Coleman Hawkins, il chitarrista elettrico Charlie Christian e l'improvvisatore Lester Young. Sono emerse anche star vocalist, principalmente donne, come l'interprete blues Billie Holiday e la cantante scat Ella Fitzgerald.

La scena jazz di New York era la casa del bebop,[5] che si è evoluto nel corso di molti anni e ha raggiunto la sua piena identità a metà degli anni Quaranta. Charlie Christian, Dizzy Gillespie, Charlie Parker e Thelonious Monk furono tra i maggiori innovatori dello stile. Il bebop "polarizzava ascoltatori, critici e musicisti allo stesso modo" perché differiva dallo swing in molti modi importanti, tra cui la mancanza di riff tipici e ritmi ballabili, l'uso della progressione melodica e gli accordi come base per tutti gli assoli e le improvvisazioni.

Negli anni cinquanta il jazz cominciò a diversificarsi in una serie di nuovi generi, sparsi in molte città. La West Coast divenne la patria del cool jazz, anche se il principale innovatore dello stile fu Miles Davis con sede a New York. New York era anche un importante centro per l'hard bop e ospitava Sonny Rollins e Art Blakey. Verso la fine degli anni cinquanta, Ornette Coleman, residente a Los Angeles, si trasferì a New York, portando con sé il nascente stile del free jazz. A lui se ne aggiunsero altri, tra cui John Coltrane e i suoi contemporanei, come Albert Ayler e Sun Ra.[6]

La Neo-soul/Jazz band Youman Wilder/Featuring Weird Stories è una band nata e cresciuta a New York con un seguito in Europa, Canada e Asia. Wilder è stato uno dei cantanti preferiti della cantante vincitrice del Grammy Award Amy Winehouse.[7] Le dolci armonie in più parti del Doo-Wop hanno avuto origine agli angoli delle strade di Harlem e Brooklyn. Sebbene altre città come Filadelfia e Chicago avessero forti scene Doo-Wop, il suono fu coltivato nelle strade di New York dai primi pionieri del suono come The Ravens, The Crows, The Chords e soprattutto The Drifters, che avrebbero godere di una carriera lunga e molto prolifica. Negli anni cinquanta una pletora di gruppi provenivano da New York, tra cui Frankie Lymon & The Teenagers, The Crests, guidati da Johnny Maestro dei The Brooklyn Bridge, che divenne sinonimo di Brooklyn Doo-Wop, The Rays The Mystics e i gruppi femminili pionieristici The Bobbettes e The Chantels, che avrebbero influenzato il suono delle Girl group degli anni sessanta.

Compositori e interpreti[modifica | modifica wikitesto]

I compositori e gli interpreti jazz hanno spesso celebrato la città nelle loro opere musicali. Tra i numerosi standard si possono annoverare:

Duke Ellington, da parte sua, ha spesso messo in evidenza il quartiere di Harlem nelle sue composizioni, in particolare in Echoes of Harlem, Harmony in Harlem, Harlem River Quiver, Harlemania, Harlem Twist (East St. Louis Toodle-oo), Harlem Air Shaft e Blue Belles O'

I luoghi del jazz a New York[modifica | modifica wikitesto]

  • Jazz al Lincoln Center : Progettato da Rafael Viñoly il Jazz at Lincoln Center, uno spazio di oltre 10.000 m2, ha lasciato il Lincoln Center per il nuovo Time Warner Center di Columbus Circle. È ancora diretto da Wynton Marsalis.
  • Il Blue Note, una rete di club, uno dei più famosi dei quali è quello di New York.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La storia del Jazz dal 1900 a oggi | Elegance Cafè Jazz Club, su elegancecafe.it, 3 novembre 2017. URL consultato il 20 marzo 2024.
  2. ^ Cosa vedere ad Harlem: storia e attrazioni | Blog Imaway, su Imaway, 9 maggio 2022. URL consultato il 20 marzo 2024.
  3. ^ Eric, Jazz e blues a New York, su NewYorkCity.it. URL consultato il 20 marzo 2024.
  4. ^ La lunga storia dello stride, su CDpM, 16 settembre 2019. URL consultato il 20 marzo 2024.
  5. ^ Formula Quattro, Una camminata a Greenwich Village al suono di jazz, su Formula Quattro, 31 dicembre 2018. URL consultato il 20 marzo 2024.
  6. ^ (EN) Richie Unterberger, The Rough Guide to Music USA, pgs. 1-65
  7. ^ (EN) Youman Wilder Talks About His Return To The New York Performing Stage, His Stroke, And How He Overcame The London Drug Scene And Childhood Abuse, su jazzmusicreviewblog.wordpress.com, 16 agosto 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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