Lingue germaniche del Reno-Weser
Lingue germaniche del Reno-Weser | |
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Altri nomi | Lingue istevoniche |
Parlato in | Regione compresa tra il medio e basso corso del Reno e il Weser |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue germaniche Lingue germaniche occidentali Lingue germaniche del Reno-Weser |
Codici di classificazione | |
Glottolog | macr1270 (EN)
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Distribuzione dei dialetti germanici primari attorno all'inizio dell'era volgare:
Germanico del Reno-Weser
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Le lingue germaniche del Reno-Weser (o del Weser-Reno) sono un ipotetico gruppo di antichi dialetti germanici occidentali che sarebbero i principali antenati diretti delle attuali lingue basso-franconi nonché un importante substrato delle lingue tedesche centrali occidentali.[1] Questa denominazione fu introdotta dal linguista tedesco Friedrich Maurer in sostituzione del precedente nome di lingue istevoniche, del quale rimane sostanzialmente sinonima.
Nomenclatura
[modifica | modifica wikitesto]Il termine istevonico deriva dal nome degli Istevoni (in latino: Istaevones), uno dei raggruppamenti linguistico-culturali di tribù germaniche occidentali menzionati da Tacito nella sua opera Germania.[2] Plinio il Vecchio specificò inoltre che gli Istevoni vivevano lungo il Reno.[3] Maurer, basandosi su Plinio, usò il termine per definire anche i dialetti parlati dai Catti e dai Franchi, stanziati presso le rive nordoccidentali del Reno, che furono i probabili eredi dei precedenti Istevoni.[1]
La denominazione di germanico del Reno-Weser fu invece mutuata in seguito dal nome della facies archeologica associata ai popoli germanici della medesima area e finì col rimpiazzare il precedente nome di istevonico, ritenuto inappropriato data l'impossibilità, per mancanza di testimonianze dirette, di collegare in maniera chiara e definitiva questi dialetti con quelli parlati dagli antichi Istevoni.[1]
Teoria
[modifica | modifica wikitesto]Maurer sosteva che il modello cladistico ad albero, utilizzato universalmente come metodo di classificazione nella linguistica del XIX e inizio del XX secolo, fosse del tutto inadeguato a descrivere le relazioni tra le moderne lingue germaniche, specialmente tra quelle appartenenti al loro ramo occidentale. Invece di immaginare che l'antico inglese, l'antico olandese, l'antico sassone, l'antico frisone e l'antico alto tedesco si fossero semplicemente separati a partire da un singolo "proto-germanico occidentale" comune, egli suggerì che ci fosse in origine molta più distanza tra le varie lingue delle regioni germaniche, e che solo in seguito esse si siano riavvicinate per un processo di mescolanza e convergenza.[4][5]
Sembra che il germanico del Reno-Weser avesse caratteristiche transizionali tra il germanico dell'Elba e il germanico del Mare del Nord, con poche innovazioni proprie.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Maurer, pp. 123-126, 175-178.
- ^ (IT, LA) Publio Cornelio Tacito, La Germania (PDF), a cura di Scevola Mariotti.
- ^ (LA) Plinio il Vecchio, 28 - Germania, in Naturalis historia, vol. 4.
- ^ (EN) Carol Henriksen e Johan van der Auwera, The Germanic Languages, in Johan van der Auwera e Ekkehard König (a cura di), The Germanic Languages, Londra e New York, Routledge, 2013 [1994], p. 9, ISBN 0-415-05768-X.
- ^ (DE) Johannes Hoops, Heinrich Beck, Dieter Geuenich e Heiko Steuer, Reallexikon der germanischen Altertumskunde, vol. 7, Walter de Gruyter, 1989, pp. 113-114.
- ^ (EN) Orrin W. Robinson, Old English and its Closest Relatives: A Survey of the Earliest Germanic Languages, Routledge, 2003, pp. 225-226, ISBN 1134849001.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Friedrich Maurer, Nordgermanen und Alemannen: Studien zur germanische und frühdeutschen Sprachgeschichte, Stammes- und Volkskunde, collana Bibliotheca Germanica, Berna, Monaco di Baviera, Francke, 1952 [1942].
- (EN) Edward James, The Franks, collana The Peoples of Europe, Oxford, UK; Cambridge, Massachusetts, Basil Blackwell, 1988, ISBN 0-631-17936-4.
- (EN) Gregorio di Tours, Historia Francorum, a cura di Paul Halsall, traduzione di Ernst Brehaut, New York, Fordham University, Columbia University Press, 1997 [1916].