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Inglese afro-americano vernacolare

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L'inglese afro-americano vernacolare (AAVE), anche conosciuto come Jive, Afro-english, o anche Afrenglish, è una variante dell'inglese americano parlato dagli afroamericani negli Stati Uniti d'America. Si differenzia dall'inglese standard per la pronuncia e tempi verbali nonché, in misura minore, sul piano lessicale.

Dal punto di vista linguistico il nome corretto è "inglese afro-statunitense vernacolare" (African American Vernacular English). Vi sono tuttavia numerose varianti, tali:

  • African American English (inglese afro-americano)
  • Black English (inglese nero)
  • Black Vernacular (vernacolo nero)
  • Black English Vernacular (BEV) (vernacolo inglese nero)
  • Black Vernacular English (BVE) (come sopra)

Nel linguaggio comune inoltre è molto diffuso il termine Ebonics; questo termine ha però diversi significati. Alcuni lo denominano anche jive or jive-talk, termine che fa riferimento alla musica jazz suonata da molti afro-statunitensi.

Particolarità

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Si tratta sostanzialmente di un fenomeno linguistico particolare, visto che si basa sullo strato o condizione sociale di chi lo parla, più che sulla sua origine o provenienza.

Caratteristica fondamentale è un accento molto marcato, più che essere un dialetto o una lingua vera e propria; l'Ebonics possiede una musicalità e dei suoni che si differenziano dai suoni dell'inglese americano standard (ad esempio le consonanti "sh-", "ch-", il dittongo "ew"...). Dall'inglese standard si differenzia altresì, ed anzi ne è la sua caratteristica principale, per una serie di espressioni molto vivaci e colorite, modi di dire e parole, se non quasi imprecazioni ricorrenti che intercalano la frase costantemente e la arricchiscono di una peculiarità tipica delle genti nere degli Stati Uniti (in special modo di coloro nati in ghetti o comunità a prevalenza nera come Harlem).

La parlata è connotata da una cadenza cantilenata e musicale, quasi rap, che contraddistingue questo dialetto inglese (non a caso il rap viene da queste comunità). Questa parlata è principalmente diffusa nei ghetti, nelle grandi città, o nelle grandi comunità nere. Sarà quindi difficile trovare un nero che parli Ebonics cresciuto in un contesto bianco.

La si può anche trovare, molto più saltuariamente e meno accentuata, tra le popolazioni di origine latinoamericana e talora addirittura di origine italo-americana (in quest'ultimo caso però si limita solo agli strati sociali meno istruiti ed acquisisce comunque toni molto meno marcati e differenti).

Caratteristiche

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  • Le consonanti /b/, /d/, e /g/ quando si trovano a fine parola vengono desonorizzate: ad esempio "cub" verrà pronunciato "cup".[1]
  • Riduzione di alcuni dittonghi in monottonghi: /aɪ/ diventa /aː/
  • Diversa pronuncia delle fricative dentali sorde e sonore:
    • th sordo a inizio parola (/θ/) si pronuncia come nell'inglese standard (thin = [θin])
    • th sonoro a inizio parola (/ð/) si trasforma in occlusiva (/d/): this viene pronunciato [dis]. Questo ha influenzato anche la scrittura dell'inglese afro-americano vernacolare, tant'è vero che molti scrivono "dis" anziché "this", sebbene in inglese sia scorretto.
    • Quando "th" si trova nel mezzo o a fine parola invece viene reso con /t/ o /f/ se sordo e con /d/ o /v/ se sonoro: ad esempio, month si pronuncerà [mʌmf] o [mʌnt], e smooth o [smuːd].
  • La nasale velare finale (ng) diventa una normale n: running = runnin.
  • Marcata riduzione di pronuncia delle consonanti finali in generale: hand [hæn]
  • Metatesi di alcune consonanti: aks al posto di ask e graps per grasp.[2]
  • La pronuncia della r quando non seguita da vocale viene del tutto eliminata e sostituita da uno schwa (/ə/). Questo fenomeno si nota soprattutto quando la r è a fine parola (che comunque anche nell'inglese standard viene pronunciata pochissimo) ma anche in posizione intervocalica e tra le vocali posteriori arrotondate (come throw, throat e through).
  • Prima delle consonanti nasali (/m/, /n/, e /ŋ/) /ɛ/ e /ɪ/ vengono pronunciati entrambi /ɪ/.
  • Nessuna distinzione tra la i breve la i lunga (rispettivamente /ɪ/ e /iː/)
  • La i breve prima di /ŋ/ diventa /ɛ/: thing [θɛŋ]
  • L'accento tonico in alcune parole viene spostato: in parole come police, guitar e Detroit l'accento cade in posizione iniziale.

Influenze nella cultura di massa

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  1. ^ Green, Lisa J. (2002), African American English: A Linguistic Introduction, Cambridge: Cambridge University Press, ISBN 0-521-89138-8
  2. ^ Labov, William (1972), Language in the Inner City: Studies in Black English Vernacular, Philadelphia: University of Pennsylvania Press

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàLCCN (ENsh85014552 · GND (DE4191591-4 · BNF (FRcb11938085m (data) · J9U (ENHE987007283123605171