Irma Marchiani

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Irma Marchiani

Irma Marchiani, nome di battaglia "Anty" (Firenze, 6 febbraio 1911Pavullo nel Frignano, 26 novembre 1944), è stata una partigiana italiana, Medaglia d'oro al valor militare (alla memoria).

Nata a Firenze, da Adamberto e Assunta Passeri, a soli quattro anni si trasferisce con la famiglia a La Spezia, dove frequenta con profitto le scuole elementari, rivelando particolari doti nel disegno. La sua è una famiglia antifascista: il padre, ferroviere, viene licenziato nel 1923 con la pretestuosa motivazione di «scarso rendimento» e uno de fratelli nel 1928 aderisce al PcdI ed è tra gli organizzatori del Soccorso Rosso.

Data la difficile situazione familiare, nel 1924 Irma Marchiani deve abbandonare gli studi e cercare un lavoro: trova dapprima occupazione come modista, poi come ricamatrice e vetrinista. Affetta da disturbi bronchiali, inizia a recarsi ogni anno a Sestola, sull'Appennino modenese, per le cure e questo le assicura conoscenza e padronanza del territorio.

La guerra partigiana

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Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 trovandosi nel territorio del Frignano non esita a restarvi e diviene informatrice e staffetta delle prime formazioni della resistenza. Nel maggio 1944 entra a far parte della brigata Garibaldi Roveda e viene assegnata al battaglione Matteotti. Nel giugno dello stesso anno partecipa ai combattimenti di Montefiorino e nell'agosto viene arrestata, mentre si adopera per favorire il ricovero in un luogo di cura di un partigiano gravemente ferito, come esplicitato nella motivazione della massima ricompensa al valore[1]. Dopo una sofferta permanenza nella prigione di Fanano viene condotta nel campo di concentramento di Corticella in vista della deportazione in Germania.

Anty, questo il suo nome di battaglia, non si dà per vinta, evade e raggiunge la sua formazione, della quale viene nominata commissario prima, vicecomandante di battaglione poi. In conseguenza dei combattimenti di Benedello resta sola in territorio occupato, prodigandosi per prestare cure e assicurare la salvezza a molti partigiani feriti. La mattina del 12 novembre mentre tenta di attraversare le linee, è catturata da una pattuglia tedesca e condotta nelle carceri di Pavullo nel Frignano. Dopo quindici giorni di detenzione, alle 17,15 del 26 novembre viene passata per le armi. Con Irma Marchiani "Anty", 33 anni, sono fucilati Domenico Guidani "Pisolo", 27 anni, Renzo Costi "Remo", 28 anni e Gaetano Ruggeri "Balilla", 17 anni[2].

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valorosa partigiana animata da grande ardimento, dopo essersi distinta per coraggio e sprezzo del pericolo nella battaglia di Montefiorino, veniva catturata dal nemico nel generoso tentativo di far ricoverare in luogo di cura un compagno gravemente ferito. Condannata alla deportazione e riuscita audacemente ad evadere, riprendeva il suo posto di lotta e partecipava ai combattimenti di Benedello battendosi con indomito coraggio e prodigandosi nella amorosa assistenza ai feriti. Caduta nuovamente nelle mani del nemico, affrontava impavida la morte, offrendo fieramente il petto al piombo che troncava la sua balda esistenza.»
— Pavullo nel Frignano, 26 novembre 1944.

Riconoscimenti civili

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monumento a Irma Marchiani a Pavullo nel Frignano

I comuni di Pavullo nel Frignano, Roma, Modena, Savignano sul Panaro, Livorno e Ciampino le hanno intitolato una strada.

A Pavullo nel Frignano è stato eretto un monumento a Irma Marchiani con targa che recita: Valorosa partigiana ..... partecipava con indomito coraggio alle battaglie di Montefiorino e Benedello si prodigave nell'amorosa assistenza dei feriti ..... arrestata e condannata alla deportazione riusciva ad evadere caduta nuovamente nelle mani del nemico affrontava impavida la morte.

Aldo Cazzullo, in Possa il mio sangue servire, pubblica due lettere lasciate da Irma Marchiani: la prima, del 10 agosto 1944, in cui spiega al fratello Piero le ragioni della sua scelta; la seconda scritta alla sorella "Pally" il 26 novembre 1944, a poche ore dall'esecuzione, in cui esprime il desiderio di esser seppellita a Sestola. In entrambe si firma con il nomignolo familiare di "Paggetto"[3].

  1. ^ Donne e Uomini della Resistenza: Irma Marchiani, su ANPI. URL consultato il 26 marzo 2020.
  2. ^ Pier Giorgio Ardeni, Cento ragazzi e un capitano. La brigata Giustizia e Libertà "Montagna" e la Resistenza sui monti dell'alto Reno tra storia e memoria, con la collaborazione di Francesco Berti Arnoaldi Veli, Bologna, Pendragon, 2014.
  3. ^ Aldo Cazzullo, Possa il mio sangue servire, Milano, Rizzoli, 2015.

Collegamenti esterni

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