Influenza e fortuna del pensiero di Nietzsche

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Voce principale: Friedrich Nietzsche.

«Amici, non ci sono amici!» gridò il saggio morente.
«Nemici, non ci sono nemici!» grido io, il pazzo vivente.
(Umano, troppo umano, aforisma 376, explicit)

Nietzsche's Werke, VI, Naumann, 1905.

L'influenza e fortuna del pensiero di Nietzsche è stata eterogenea e si può con una certa approssimazione suddividere in vari periodi. Esponenti tanto della sinistra quanto della destra tentarono ben presto di trarre a proprio vantaggio il lavoro del filosofo tedesco. Nel 1937, Georges Bataille si pronunciò contro ogni sorta di consimile strumentalizzazione, posto che il pensiero di Friedrich Nietzsche era intrinsecamente inconciliabile con ogni misera semplificazione, ed a fortiori mal si prestava al sostegno di una qualche ideologia fautrice della supremazia di un principio a scapito di ogni altro.[1][2]

La fortuna del pensiero di Nietzsche si è rivelata un affare complesso e piuttosto confuso. Molti tedeschi scoprirono ad un certo momento i suoi appelli per un individualismo più grandioso e per lo sviluppo della personalità espressi in Così parlò Zarathustra, ma reagirono in modi opposti. Ebbe un certo seguito tra i tedeschi di sinistra negli anni 1890; nel 1894-1895, i loro connazionali conservatori volevano mettere al bando la sua opera come sovversiva. Verso la fine del XIX secolo le idee di Nietzsche erano comunemente associate ai movimenti anarchici e sembrano effettivamente averli influenzati, specie in Francia e negli Stati Uniti.[3][4]

Al tempo della prima guerra mondiale, viceversa, si era fatta la fama di fonte del militarismo di destra tedesco. L'Affare Dreyfus offre un altro esempio della sua fortuna: gli antisemiti francesi di destra etichettarono gli intellettuali di sinistra ed ebrei che difendevano Alfred Dreyfus con il titolo di "nietzscheani".[senza fonte]

Forse la più grande eredità politica di Nietzsche si ritrova nei suoi interpreti del XX secolo: Martin Heidegger, Pierre Klossowski, Georges Bataille, Michel Foucault, Gilles Deleuze (e Félix Guattari), e Jacques Derrida. Gli ultimi scritti di Foucault, ad esempio, adottano il metodo genealogico di Nietzsche per sviluppare teorie anti-fondazioniste[5] sul potere che divide e frammenta invece che unire le società politiche (concetto caro alla tradizione della teoria politica liberale). Deleuze, senza dubbio il più insigne fra gli interpreti di Nietzsche, usava la tanto deprecata tesi della volontà di potenza in tandem con le nozioni marxiane di esubero di materie prime e con le idee freudiane del desiderio di articolare concetti come la "metafora del rizoma"[6] ed altri "sconfinamenti" dal potere statuale com'è tradizionalmente concepito.

A costo di scadere nell'ovvietà, non possiamo esimerci dal cenno all'influenza nietzscheana manifestatasi anche in settori artistici vari, eminentemente nella musica; in particolare, esplicitamente, quella di Richard Strauss, quanto meno con Also sprach Zarathustra ("Così parlò Zarathustra") e Tod und Verklärung ("Morte e trasfigurazione"),[7] celeberrime composizioni il cui titolo è migliore di ogni commento che volesse sottolinearne il legame con il maestro di Röcken. Più discussa è l'influenza di Nietzsche sulla poetica del regista Stanley Kubrick, che pure è stata sostenuta appassionatamente.[8]

Nietzsche e l'anarchismo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Anarchismo e Friedrich Nietzsche.

Durante il XIX secolo, Nietzsche era frequentemente associato ai movimenti anarchici, con buona pace del fatto che nei suoi scritti egli paia mantenere un giudizio sfavorevole sugli anarchici.[9] Forse potrebbe essere il riflesso di un'associazione — comune nel periodo esaminato — tra le sue idee e quelle di Max Stirner, autore di un'opera che si sarebbe dimostrata influente negli ambienti dell'anarco-individualismo. I due pensatori erano sovente equiparati dagli "anarchici letterari" francesi e le interpretazioni anarchiche delle idee di Nietzsche sembrano aver avuto rilievo anche negli Stati Uniti d'America.[10]

Nietzsche e il fascismo[modifica | modifica wikitesto]

Nietzsche fu l'unico vero filosofo che Benito Mussolini studiò in maniera approfondita, restandone fortemente ammaliato in gioventù. Dalla sua dottrina del superuomo egli trasse il senso da dare alla rivoluzione fascista, che si sarebbe accinto a compiere di lì a poco:[11]

«Il superuomo, ecco la grande creazione nietzscheana! Quale impulso segreto, quale interna rivolta hanno suggerito al solitario professore di lingue antiche dell'Università di Basilea questa superba nozione? Forse il taedium vitae, della vita quale si svolge nelle odierne società civili dove irrimediabile mediocrità trionfa a danno della pianta-uomo. E Nietzsche suona la diana di un prossimo ritorno all'ideale. Ma un ideale diverso fondamentalmente da quello in cui hanno creduto le generazioni passate. Per comprenderlo verrà una nuova specie di spiriti liberi fortificati nella guerra, nella solitudine, nel grande pericolo, spiriti che conosceranno il ghiaccio e i venti, le nevi dell'alta montagna e sapranno misurare con occhio sereno tutta la profondità degli abissi, spiriti dotati di un genere sublime di perversità, spiriti che ci libereranno dall'amore del prossimo della volontà del nulla ridonando alla terra il suo scopo e agli uomini le loro speranze – spiriti nuovi, liberi, molto liberi che trionferanno su Dio e sul Nulla!»

Nietzsche influenzò sotterraneamente anche le correnti culturali del primo Novecento italiano, come il dannunzianesimo e il futurismo,[12] che sarebbero in gran parte confluite nello stesso fascismo. D'Annunzio in particolare interpretò il superuomo in chiave maggiormente estetica e aristocratica, esaltandone il vitalismo, l'ebbrezza "dionisiaca", e l'eroismo che si contrappone al conformismo delle masse.[12]

Nietzsche ed il nazismo[modifica | modifica wikitesto]

Hitler visitava spesso il museo di Weimar dedicato a Nietzsche, e si faceva ritrarre fotograficamente mentre ostentava la contemplazione del busto del filosofo.

Il nazionalsocialismo ravvisava grandi affinità con:

  • le idee di Nietzsche comprendenti attacchi alla democrazia, al cristianesimo, alle forme di governo parlamentariste;
  • l'annuncio (contenuto in La volontà di potenza) dell'avvento di una razza dominante destinata a divenire il "signore della Terra";
  • l'esaltazione della guerra, il credo della razza padrona e dell'Übermensch.

I nazisti mutarono il punto di vista di Nietzsche sulle donne dicendo: "Il loro regno è la cucina ed il loro ruolo nella vita è generare figli ai guerrieri tedeschi"[senza fonte], il che in effetti parafrasa il "vero" Nietzsche:

«L'uomo deve essere preparato per la guerra e la donna per la procreazione del guerriero, ogni altra cosa è follia.»[13]

Nel periodo fra le due guerre mondiali, alcuni nazisti impiegarono intensivamente vari espedienti per promuovere la propria ideologia, e segnatamente Alfred Baeumler nella sua interpretazione de La volontà di potenza.[14] La vasta popolarità di Nietzsche tra i nazisti scaturì in parte dai deliberati sforzi di Elisabeth Förster-Nietzsche, sorella del filosofo che ne curò le pubblicazioni dopo il suo tracollo psichico, divenendo peraltro ad un certo punto un'aperta simpatizzante del partito nazista. Per di più, Mazzino Montinari, nel corso della pubblicazione di opere postume di Nietzsche durante gli anni 1960, scoprì che Elisabeth, "creando" — per così dire — La volontà di potenza mediante l'attività di revisione redazionale di frammenti postumi, ne aveva tagliato degli estratti, cambiato l'ordine, aggiunto titoli di sua invenzione, inserito passaggi di altri autori copiati da Nietzsche come se fossero stati scritti da Nietzsche stesso, e così via.[15]

Alcuni antinazisti ed antifascisti, tra cui György Lukács, condividono in sostanza la tesi di una filiazione diretta del fascismo dalla filosofia nietzschana e più in generale irrazionalista.

Georges Bataille fu uno dei primi a sostenere la tesi invece di una sostanziale falsificazione o di un fraintendimento di Nietzsche compiuti dagli autori nazionalsocialisti, fra cui Alfred Baeumler e Alfred Rosenberg, richiamando in particolare l'atteggiamento diffidente ed ostile del filosofo rispetto agli ambienti antisemiti del suo tempo, del resto in gran parte fortemente connotati in senso cristiano. Nel 1937 dedicò un numero di Acéphale,[16] intitolato "Riparazioni a Nietzsche", sul tema "Nietzsche ed i fascisti."[1] In tale sede, ribattezzò ironicamente Elisabeth Förster-Nietzsche come "Elisabeth Judas-Förster," riecheggiando la dichiarazione del filosofo: Mai avere a che fare con chiunque sia compromesso con questo imbroglio sfacciato a proposito delle razze.[1]

Nietzsche e la psicoanalisi[modifica | modifica wikitesto]

Lo psicologo Carl Gustav Jung riconobbe assai presto il proprio debito nei confronti di Nietzsche: tenne un seminario nel 1934 sullo Zarathustra di Nietzsche.[17] Secondo Ernest Jones, biografo e conoscente personale di Sigmund Freud, questi spesso diceva che Nietzsche aveva "una conoscenza di sé stesso più penetrante di qualunque uomo mai vissuto o che fosse probabile che fosse vissuto".[18] È opinione corrente che — assieme ad Arthur Schopenhauer — Nietzsche abbia costituito il retroterra culturale per tutta la produzione di Freud.[19][20] Ciò nonostante, Jones riferisce che Freud smentisse con energia il fatto che gli scritti di Nietzsche avessero influenzato le proprie scoperte psicologiche. Oltre tutto, Freud non dimostrò alcun particolare interesse verso la filosofia quando era studente di medicina, maturando una sua idea riguardo a Nietzsche solo quando raggiunse l'età adulta. La femminista Luce Irigaray, che partecipò ai seminari di Jacques Lacan, scrisse un libro intitolato Amante marine de Friedrich Nietzsche (Éditions de Minuit, 1980).[21][22]

Primi pensatori del XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel secolo appena trascorso, è veramente notevole l'elenco di intellettuali influenzati da Nietzsche.

Ricorderemo, quanto meno,

Lo scrittore statunitense Henry Louis Mencken lesse avidamente e tradusse le opere di Nietzsche, guadagnandosi il soprannome di "Nietzsche americano". Nietzsche fu dichiarato "anarchico" da Emma Goldman, ed influenzò altri anarchici, quali Guy Aldred,[28] Rudolf Rocker,[29] Max Cafard[30] e John Moore.

Gilbert Keith Chesterton espresse il suo disprezzo per le idee di Nietzsche con queste parole:

«Non riesco a pensare che uno sprezzo cosmopolita del patriottismo sia semplicemente questione di opinioni, così come non credo che uno sprezzo nietzscheano per la compassione sia semplicemente una questione di opinioni. Penso che entrambe siano eresie tanto orribili che il loro trattamento non dev'essere tanto mentale quanto morale, sempre che non sia solo un caso clinico. Gli uomini non sono sempre morti per una malattia, né sono sempre condannati da una delusione; ma finché ne sono a contatto, ne sono distrutti.»
(Illustrated London News,[31] 31 maggio 1919)

I saggi di Thomas Mann menzionano Nietzsche con rispetto, e perfino con venerazione, anche se — in uno dei suoi saggi finali, Nietzsches Philosophie im Lichte unserer Erfahrung[32] — guarda il suo filosofo preferito attraverso le lenti di nazismo e seconda guerra mondiale, e finisce prendendo una maggiore distanza critica da Nietzsche. Molte delle idee di Nietzsche, particolarmente sugli artisti e sull'estetica, sono incorporate ed esplorate dalle opere di Mann. Uno dei personaggi del suo romanzo del 1947, Doktor Faustus,[33] rappresenta Nietzsche nella finzione scenica. Nel 1938 l'esistenzialista tedesco Karl Jaspers si pronunciò come segue sull'influenza di Nietzsche e Søren Kierkegaard:

«La situazione filosofica contemporanea è determinata dal fatto che due filosofi, Kierkegaard e Nietzsche, che non contavano ai loro tempi, e, a lungo in seguito, rimasero privi di influenza nella storia della filosofia, hanno avuto una crescita di rilevanza continua. I filosofi venuti dopo Hegel hanno dovuto sempre di più fare i conti con loro, ed oggi [Kierkegaard and Nietzsche] si stagliano quali incontrastati grandi pensatori della loro epoca. […] L'effetto di entrambi è smisuratamente grande, perfino più grande nel pensiero generale che nella filosofia tecnica […]»
(Karl Jaspers, Vernunft und Existenz: Fünf Vorlesungen - München: Piper, 1960)

Francobollo dedicato a Nietzsche per il centesimo anniversario della morte.

Nietzsche nel secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

L'appropriazione del pensiero di Nietzsche perpetrata dai nazisti, combinata con l'avvento della filosofia analitica, fecero sì che i filosofi universitari anglo-americani ignorassero quasi completamente il loro collega tedesco quanto meno fino al 1950. Perfino George Santayana, un autore statunitense le cui vita ed opere tradiscono alcune affinità con quelle di Nietzsche, lo liquidò — nel suo Egotism in German Philosophy (1916) — come un "profeta del romanticismo".[34][35] I filosofi analitici, se pure nominavano Nietzsche, preferivano considerarlo una personalità della letteratura piuttosto che un filosofo in senso proprio. La levatura che oggi si tributa a Nietzsche nel mondo anglosassone è in massima parte l'effetto degli scritti esegetici e delle traduzioni più perfezionate scaturenti dalla penna del filosofo tedesco-americano Walter Kaufmann.[36][37]

L'influenza di Nietzsche sulla filosofia continentale aumentò vistosamente dopo la seconda guerra mondiale, specie tra gli intellettuali francesi di sinistra e post-strutturalisti. Tra gli intellettuali europei che hanno tutti un evidente debito nei confronti di Nietzsche vi sono i già ricordati Jacques Derrida e Michel Foucault, Jean-Luc Nancy, Michel Onfray, Manlio Sgalambro, Umberto Galimberti. Gilles Deleuze[38] e Pierre Klossowski[39] scrissero monografie che delineavano una nuova attenzione verso Nietzsche; una conferenza tenuta nel 1972 a Cerisy-la-Salle rappresenta il più importante evento in Francia per una comprensione generazionale di Nietzsche.[40] In Germania, l'interesse per Nietzsche si risvegliò a partire dagli anni 1980, specie per opera del filosofo tedesco Peter Sloterdijk, che ha dedicato parecchi saggi a Nietzsche.[41]

Certi esegeti nietzscheani recenti hanno posto l'accento sugli aspetti più inattuali e politicamente controversi della filosofia di Nietzsche. Lavori come Nietzsche and the Politics of Aristocratic Radicalism (University of Chicago Press, 1990) di Bruce Detwiler, Nietzsche Contra Democracy (Cornell University Press, 1998) di Fredrick Appel,[42] e Nietzsche, il ribelle aristocratico (Torino: Bollati Boringhieri, 2002) di Domenico Losurdo mettono in dubbio il prevalente consenso interpretativo liberale su Nietzsche, affermando che il suo elitarismo non è semplicemente un vezzo estetico, ma un attacco ideologico al principio — apparentemente incontestato nell'Occidente moderno — dell'uguaglianza dei diritti, di conseguenza collocando Nietzsche nella tradizione conservativo-rivoluzionaria.

D'altra parte, Nietzsche è spesso accostato a Marx o al pensiero liberale in Cina, già dai primi decenni del XX secolo, molto prima delle rivalutazioni progressiste europee, come si può notare dall'opera di Leonardo Vittorio Arena, Nietzsche in Cina, dove si legge della ripresa di Nietzsche da parte dei movimenti giovanili cinesi di protesta del 4 maggio e di teorici come Liu Xiaobo; la collocazione politica di Nietzsche resta un problema aperto.

Nietzsche e Emanuele Severino[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il giudizio di Massimo Cacciari, Emanuele Severino è stato il massimo filosofo del XX secolo (dunque più importante di Heidegger). È quindi importante capire il rapporto tra Severino e Nietzsche, che ne ha condizionato enormemente il pensiero. Il concetto severiniano di eternità di tutti gli essenti si rifà, anche esplicitamente, all'eterno ritorno di Nietzsche. La filosofia della storia di Severino, in cui la concezione nichilistica del divenire e la volontà di potenza dell'uomo conducono al tramonto dell'idea di Dio, si rifà alla morte di Dio nietzscheana. Anche il concetto severiano dell'uomo come super-dio, per il quale l'uomo è essere divino ed è l'uomo stesso "Dio" (Dio è l'uomo dice Severino), può essere ricondotto al concetto di super-uomo proprio di Nietzsche.

Ma la maggiore rilevanza nell'interpretazione severiniana della filosofia di Nietzsche, che secondo Severino costituisce uno degli apici del nichilismo della filosofia moderna e contemporanea, sta nella concezione complessiva della storia. L'uomo si rafforza con la tecnica, e cerca con la tecnica di divenire superuomo (è questo l'obiettivo della scienza genetica: servirsi della tecnica per guarire dalla malattie ma anche ottenere l'immortalità in terra). Ma - dice Severino - "l'uomo è un re e non sa di esserlo".

Il destino dell'uomo è già l'immortalità, non intesa secondo l'interpretazione data ad essa dal cristianesimo, ma secondo il concetto di eternità di tutti gli essenti. La volontà di potenza dell'uomo, che ha dato luogo alla fede nel divenire, conduce al tramonto di Dio (ostacolo ad essa) e allo sprigionamento del potere della tecnica. Ma quando l'uomo avrà ottenuto il pieno dominio tecnico della natura, a causa del divenire sarà in angoscia per il timore che il divenire possa distruggere le conquiste della tecnica. Allora tutti gli uomini si rifaranno al neoparmenidismo di Severino, e comprenderanno la necessità del nichilismo storico e del suo superamento nella direzione indicata da Severino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Georges Bataille, "Nietzsche and Fascists" in Acéphale, January 1937
  2. ^ Political Liberalism,di John Rawls, Pubblicato da Columbia University Press, 1993 ISBN 0231052480, 9780231052481, pag. 12 - sul concetto di dottrina comprensiva (non) irragionevole come ideologia (It is no longer a society united in its basic moral beliefs but in its political conception of justice, and this justice is the focus of an overlapping consensus of reasonable comprehensive doctrines - "Non è più una società unita nelle sue basilari credenze morali ma nella sua concezione politica di giustizia, e questa giustizia è il punto focale di un consenso per intersezione di dottrine comprensive ragionevoli").
  3. ^ O. Ewald, "German Philosophy in 1907", in The Philosophical Review, Vol. 17, No. 4, Jul., 1908, pp. 400-426; T. A. Riley, "Anti-Statism in German Literature, as Exemplified by the Work of John Henry Mackay", in PMLA, Vol. 62, No. 3, Sep., 1947, pp. 828-843; C. E. Forth, "Nietzsche, Decadence, and Regeneration in France, 1891-95", in Journal of the History of Ideas, Vol. 54, No. 1, Jan., 1993, pp. 97-117
  4. ^ Con Vasilij Petrovič Preobraženskij a partire dal suo articolo Fridrich Nicše: Kritika morali al'truizma, apparso sulla rivista Voprosy Filosofii i Psichologii, si aprì in Russia il dibattito sulla vita e l'opera di Friedrich Nietzsche
  5. ^ Foundationalist Theories of Epistemic Justification (Stanford Encyclopedia of Philosophy): Foundationalism is a view about the structure of justification or knowledge. The foundationalist's thesis in short is that all knowledge and justified belief rest ultimately on a foundation of noninferential knowledge or justified belief. ("Il fondazionismo è una concezione della struttura della giustificazione o conoscenza. La tesi fondazionista in breve è che tutta la conoscenza ed il giustificato convincimento si basano in ultima analisi su una fondazione di conoscenza non-inferenziale o convincimento giustificato.")
  6. ^ Deleuze, Gilles and Félix Guattari. 1972. Anti-Œdipus. Trans. Robert Hurley, Mark Seem and Helen R. Lane. London and New York: Continuum, 2004. Vol. 1 of Capitalism and Schizophrenia. 2 vols. 1972-1980. Trans. of L'Anti-Oedipe. Paris: Les Editions de Minuit. ISBN 0826476953.
  7. ^ Tod und Verklärung su International Music Score Library Project: la biblioteca di spartiti musicali di pubblico dominio
  8. ^ DonaldMacGregor, 2001; or, How One Film-Reviews With a Hammer
  9. ^ In Al di là del bene e del male (6.2:126) li apostrofa come "cani anarchici".
  10. ^ O. Ewald, "German Philosophy in 1907", in The Philosophical Review, Vol. 17, No. 4, Jul., 1908, pp. 400-426; T. A. Riley, "Anti-Statism in German Literature, as Exemplified by the Work of John Henry Mackay", in PMLA, Vol. 62, No. 3, Sep., 1947, pp. 828-843; C. E. Forth, "Nietzsche, Decadence, and Regeneration in France, 1891-95", in Journal of the History of Ideas, Vol. 54, No. 1, Jan., 1993, pp. 97-117; see also Robert C. Holub's Nietzsche: Socialist, Anarchist, Feminist, an essay available online at the University of California, Berkeley website.
  11. ^ a b Renzo de Felice, Mussolini il rivoluzionario, Einaudi, 2004.
  12. ^ a b Il superuomo di D'Annunzio.
  13. ^ William Lawrence Shirer, The Rise and Fall of the Third Reich: A History of Nazi Germany, 1960 pagg. 99-101.
  14. ^ Bachofen und Nietzsche (1929); Nietzsche der Philosoph und Politiker (1931)
  15. ^ Mazzino Montinari, "La Volonté de puissance" n'existe pas, Editions de l'Eclat, 1996
  16. ^ Encyclopædia Acephalica (Atlaspress.co.uk), su atlaspress.co.uk. URL consultato il 19 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2008).
  17. ^ Jung Timeline Archiviato il 23 maggio 2007 in Internet Archive.
  18. ^ Jones, The Life and Work of Sigmund Freud
  19. ^ Ernest Gellner, voce "Psicoanalisi" in Dizionario delle scienze sociali, Il Saggiatore, ISBN 8842803111, pag. 576
  20. ^ Ernest Gellner, The Psychoanalytic Movement: The Cunning of Unreason, Northwestern University Press, 1996 ISBN 0810113708, 9780810113701
  21. ^ Encyclopedia of Contemporary French Culture, By Alex Hughes, Keith Reader. Contributor Alex Hughes, Keith Reader, Published by CRC Press, 1998 ISBN 0415131863, 9780415131865
  22. ^ Traduzione italiana: Amante marina di Friedrich Nietzsche, Luca Sossella Editore, 2003
  23. ^ Iqbal Academy Pakistan
  24. ^ Si veda la prefazione di Fernand Braudel a The Mediterranean and the Mediterranean World in the Age of Philip II, dove dice di essere stato ampiamente influenzato dalla Seconda delle Considerazioni inattuali
  25. ^ Paul Veyne sur le site du collège de France Archiviato il 9 dicembre 2008 in Internet Archive.
  26. ^ Rollo May page
  27. ^ Gedenkstätte der Brüder Ernst und Friedrich Georg Jünger in Langenenslingen - Wilflingen
  28. ^ Anarchist Encyclopedia Archiviato il 2 maggio 2015 in Internet Archive.
  29. ^ Profile at the Rudolf Rocker Cultural Center Archiviato l'11 marzo 2008 in Internet Archive.
  30. ^ Zen Anarchy Archiviato il 24 ottobre 2014 in Internet Archive. - by Max Cafard
  31. ^ ILN Picture Library Archiviato il 9 maggio 2008 in Internet Archive.
  32. ^ Nietzsches Philosophie im Lichte unserer Erfahrung, di Thomas Mann, Pubblicato da Bermann-Fischer, 1948
  33. ^ Mann, Thomas. Doktor Faustus. Das Leben des deutschen Tonsetzers Adrian Leverkühn erzählt von einem Freunde (S. Fischer Verlag, Frankfurt am Main 1947).
  34. ^ He was a belated prophet of romanticism. He wrote its epitaph, in which he praised it more extravagantly than anybody, when it was alive, ...Egotism, cit., Pubblicato da J. M. Dent & Sons, 1916, pag. 128
  35. ^ Peraltro, vista la data di pubblicazione di questo scritto, il giudizio di Santayana non poteva ovviamente essere "inquinato" dal riflesso dell'appropriazione nazista (futura) di cui al testo principale, in apertura di questa sezione.
  36. ^ Walter Kaufmann Web Project
  37. ^
    • Kaufmann, W. (----) Nietzsche Between Homer and Sartre: Five Treatments of the Orestes Story. Revue Internationale de Philosophie; 18: 50-73.
    • Kaufmann, W. (1948) Nietzsche's Admiration for Socrates. Journal of the History of Ideas, Vol. 9, No. 4, (Oct., 1948), pp. 472-491
    • Kaufmann, W. (1964) Nietzsche in the Light of his Suppressed Manuscripts. Journal of the History of Philosophy. Oct 64; 2: 205-22
    • Kaufmann, W. (1952) review of Thompson, R. M., Nietzsche and Christian Ethics. The Philosophical Review, Vol. 61, No. 4. (Oct., 1952), pp. 595-599.
    • Kaufmann, W. (1955) review of Nietzsche, F., My Sister and I. The Philosophical Review, Vol. 64, No. 1. (Jan., 1955), pp. 152-153
    • Kaufmann, W. (1958) review of Schlechta, K., Friedrich Nietzsche: Werke in Drei Banden. & Lea, F. A., The Tragic Philosopher: A Study of Friedrich Nietzsche. The Philosophical Review, Vol. 67, No. 2. (Apr., 1958), pp. 274-276
    • Kaufmann, W. (1960) review of Leidecker, E., Nietzsche: Unpublished Letters. Philosophy and Phenomenological Research, Vol. 21, No. 2. (Dec, 1960), pp. 275-276
  38. ^ Nietzsche et la philosophie (1962)
  39. ^
    • Un si funeste désir (Paris: Gallimard, 1963)
    • Nietzsche et le cercle vicieux (Paris: Mercure de France, 1969)
    • Tableaux vivants: Essais critiques 1936-1983 (Paris: Gallimard, 2001)
  40. ^ Nietzsche aujourd'hui? Exposés Publications du Centre culturel international de Cerisy-la-Salle — [par] Pierre Boudot [et al.] Table ronde [par] Sylviane Agacinski [et al.] Interventions [par] S. Allen [et al.] — Anche su: Library of Congress
  41. ^
    • Der Denker auf der Bühne. Nietzsches Materialismus, 1986
    • Über die Verbesserung der guten Nachricht. Nietzsches fünftes Evangelium. Rede zum 100. Todestag von Friedrich Nietzsche, 2000.
  42. ^ Pipl profile of Fredrick Appel. Quick facts, personal profiles, publications, contact details and much more.

Bibliografia ulteriore[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

(DE)

  • Steven Aschheim: Nietzsche und die Deutschen. Karriere eines Kults. Stuttgart 1996 (engl. Orig. 1992)
  • Richard Krummel: Nietzsche und der deutsche Geist. Bibliographie, 4. Bde., Berlin 1998; 2006
  • Georg Lukács: Von Nietzsche zu Hitler – oder: Der Irrationalismus in der deutschen Politik. Frankfurt 1966
  • Manfred Riedel: Nietzsche in Weimar. Ein deutsches Drama. Leipzig 1997
  • Bernhard Taureck: Nietzsche und der Faschismus. Ein Politikum. Leipzig 2000
  • Ferdinand Tönnies: Der Nietzsche-Kultus (1897). Neu hg. v. G. Rudolph, Berlin/DDR 1990

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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