Giuseppe Colombo (ingegnere)
Giuseppe Colombo | |
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Presidente della Camera dei deputati | |
Durata mandato | 14 novembre 1899 – 17 maggio 1900 |
Predecessore | Luigi Chinaglia |
Successore | Nicolò Gallo |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Liberale Italiano |
Titolo di studio | laurea |
Università | Università di Pavia |
Template:Membro delle istituzioni italiane
Giuseppe Colombo (Milano, 18 dicembre 1836 – Milano, 16 gennaio 1921) è stato un ingegnere, imprenditore e politico italiano. Ebbe un ruolo di grande importanza per la crescita dell'industria a Milano ed in Italia.
Biografia
Nacque da una famiglia appartenente alla piccola borghesia milanese. Diplomatosi a pieni voti al liceo S. Alessandro di Milano, a 17 anni si iscrisse all'Università di Pavia, dove fu un allievo apprezzato da Francesco Brioschi e di Giovanni Codazza.
Laureatosi a soli vent'anni, fu nominato professore presso la Società d'incoraggiamento d'arti e mestieri di Milano, dove insegnò per tutta la vita.
Patriota combatté nel 1859 nella seconda guerra di indipendenza e nella guerra del 1866 in Trentino come garibaldino del Corpo Volontari Italiani di Giuseppe Garibaldi.
Nel 1865 ricoprì la cattedra di meccanica e ingegneria industriale dell'istituto tecnico superiore di Milano, la scuola di istruzione superiore che sarà poi rinominata Politecnico di Milano. Insegnerà qui fino al 1911. Tra i suoi allievi vi furono l'imprenditore nel campo della gomma Giovanni Battista Pirelli, il pioniere dell'aviazione italiana Enrico Forlanini e il futuro direttore della Edison Giacinto Motta.
Fu collaboratore e poi direttore della rivista tecnica L'industriale, pubblicata dal 1871 al 1877. Per il suo amico Ulrico Hoepli scrisse il Manuale dell’ingegnere che, pubblicato nel marzo del 1878, divenne presto il titolo più famoso della collana dei manuali Hoepli inaugurata nel 1871.
Imprenditore lungimirante, dette una forte spinta alla nascita dell'industria elettrica italiana. Nel 1881, alla “Mostra internazionale dell’elettricità” di Parigi, aveva trattato con la società fondata da Thomas Alva Edison per ottenere l’esclusiva del sistema Edison in Italia.[1] Si recò nel 1882 da Thomas Alva Edison, partecipò all’inaugurazione della prima centrale elettrica al mondo, che la Edison Illuminating Company stava costruendo in Pearl Street e definì con l'inventore e imprenditore americano il progetto di una centrale elettrica da costruire a Milano. Sotto la sua guida energica ed intelligente il 28 giugno 1883 a Milano, nella centrale via Santa Redegonda, poté essere inaugurata la prima centrale elettrica dell'Europa continentale.[2]
Nel 1886 fu eletto deputato del Regno d'Italia, dopo un'esperienza nel Consiglio comunale di Milano.
Nel 1891 fu Ministro delle Finanze nel Governo di Rudinì I per poco più di un anno. Si dimise per coerenza: non voleva venir meno alla promessa fatta ai suoi elettori di non applicare nuove tasse. Naturalmente sapeva che questa sua scelta avrebbe potuto indirettamente favorire il ritorno al governo dei suoi avversari politici.
Nel 1896 divenne Ministro del Tesoro nel Governo di Rudinì II.
Nel 1896 divenne presidente della società elettrica Edison, che in quegli anni stava portando avanti lo sviluppo del sistema elettrico lombardo.
Nel 1897 divenne rettore del Politecnico di Milano. Mantenne questo incarico fino al 1921, anno della sua morte. Sempre nel 1897 fu nominato presidente del collegio degli ingegneri e degli architetti.
Dal 1899 al 1900 fu presidente della Camera dei deputati. L'11 novembre 1900 fu nominato Senatore del Regno d'Italia sotto il governo Saracco.
Dal 18 aprile 1901 entrò a far parte del consiglio di amministrazione della neocostituita Società Anonima Meccanica Lombarda con sede sociale a Milano, stabilimento in Monza e deposito a Napoli, che un decennio dopo avrà la licenza di costruire gli aeroplani modello "Aviatik".
Nel 1909 fu eletto presidente del Credito Italiano.
Morì nel 1921 a Milano. Le sue spoglie riposano al Cimitero monumentale di Milano.
Curiosità
Fu contrario alle avventure coloniali italiane della fine del diciannovesimo secolo: riteneva che la priorità dovesse essere data allo sviluppo dell'apparato industriale italiano. Al contrario, fu favorevole all'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale, perché credeva che fosse un'opportunità per la più matura economia italiana per mettersi al servizio degli interessi del Paese e svilupparsi ulteriormente.
Onorificenze
Note
- ^ Biografia di Giuseppe Colombo scritta da Gian Luca Lapini, su storiadimilano.it.
- ^ La Centrale elettrica di via Santa Radegonda, su storiadimilano.it.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Colombo
Collegamenti esterni
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