DFW C.V

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DFW C.V
Il DFW C.V (Av) (s/n 5845/16) in volo alle prime luci del mattino. Si noti il marchio Aviatik che lo produsse su licenza ed i bengala posizionati ai lati della fusoliera a disposizione dell'osservatore
Descrizione
Tipoaereo da ricognizione
Equipaggio2
ProgettistaHeinrich Oelerich Hermann Dorner Wilhelm Sabersky-Müssigbrodt
CostruttoreBandiera della Germania DFW
Bandiera della Germania Aviatik
Bandiera della Germania LVG
Bandiera della Germania Halberstadt
Data primo volo1916
Data entrata in servizio1916
Utilizzatore principaleBandiera della Germania Luftstreitkräfte
Esemplari3 955
Sviluppato dalDFW C.IV
Altre variantiDFW C.VI
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza7,87 m
Apertura alare13,27 m superiore (12,80 m inferiore)
Altezza3,25 m
Peso a vuoto970 kg
Peso carico1 430 kg
Propulsione
Motoreun Benz Bz.IV 6 cilindri in linea raffreddato ad acqua.
Potenza200 PS (147 kW)
Prestazioni
Velocità max155 km/h
Velocità di salitaa 1 000 m in 4 min
a 5 000 m in 49 min
Autonomia3 h 30 min
Tangenza5 000 m
Armamento
Mitragliatriciuna LMG 08/15 calibro 7,92 mm in caccia
una Parabellum MG 14 calibro 7,92 mm posteriore brandeggiabile

i dati sono estratti da German Aircraft of the First World War[1]

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Il DFW C.V, designazione aziendale T 29, fu un aereo da ricognizione monomotore, biposto e biplano, sviluppato dall'azienda aeronautica tedesco imperiale Deutsche Flugzeugwerke GmbH negli anni dieci del XX secolo e prodotto, oltre che dalla stessa, anche su licenza da altre aziende aeronautiche germaniche.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppato dal precedente DFW C.IV dai progettisti Diplom-Ingenieur Heinrich Oelerich, Hermann Dorner e Wilhelm Sabersky-Müssigbrodt, dal quale se ne distingueva essenzialmente per l'adozione di una motorizzazione di maggior potenza disponibile (200 PS), fece il primo volo nel maggio 1916, presentando subito ottime prestazioni, raggiungendo i 5000 metri in 49 minuti. Il 3 agosto 1916 il DFW C.V matricola 3302/16 passò con successo la prova di carico, e il 6 agosto l'Idflieg emise un primo ordine di sessanta esemplari. In considerazione delle buone prestazioni offerte in combattimento, l'Idflieg avviò un vasto programma di produzione di massa assegnando la licenza di costruzione ad altre aziende aeronautiche: fino a novembre 1918, la LVG produsse 400 DFW C.V(LVG), l'Aviatik 1400 macchine individuate come DFW C.V(Av) e l'Halberstadt 150 esemplari di DFW C.V(Halb), a cui vanno aggiunti i 2005 esemplari costruiti dalla DFW.

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

I primi DFW C.V raggiunsero il fronte tra la fine di settembre e i primi di ottobre del 1916, iniziando ad equipaggiare le Fliegerabteilung (FA) nei compiti di ricognizione, cooperazione con l'artiglieria, supporto tattico alle truppe e ricognizione fotografica. Sul Fronte Italiano, i DFW C.V furono utilizzati fino alla fine della guerra. A supporto della 14ª Armata germanica del generale Otto von Below ebbero un ruolo di primo piano nei rilievi fotografici in preparazione della Battaglia di Caporetto, partecipando inoltre il 26 dicembre 1917 ad un attacco a bassa quota contro la base aerea di Istrana, in quella che è conosciuta come la Battaglia di Istrana.

Prodotto con continuità, il DFW C.V fu il biposto da ricognizione costruito nel maggior numero di esemplari, raggiungendo alla data del 31 agosto 1917 il numero di 1057 velivoli operativi al fronte (il suo più prossimo concorrente, il biposto LVG C.V, non arrivò alla cifra di 565 aerei al 30 aprile 1918)[2]. Ad agosto 1918, il DFW C.V costituiva ancora il 39% di tutti i velivoli tipo C[3], secondo il Sistema di designazione Idflieg

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera della Germania Germania

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Peter M. Grosz, DFW C.V Windsock Datafile 53, Hertfordshire, Albatros Production Ltd, 1995, ISBN 0-948414-70-7.
  • (DE) Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Flugzeuge von den Anfängen bis zum Ersten Weltkrieg, München, Falken Verlag, 1985, ISBN 3-8068-0391-9.
  • (EN) Peter Gray, Owen Thetford, German Aircraft of the First World War, London, Putnam, 1962, ISBN 0-933852-71-1.
  • (EN) Peter Gray, Owen Thetford, German Aircraft of the First World War, 2nd edition, London, Putnam, 1970, ISBN 0-370-00103-6.
  • (DE) Günter Kroschel, Helmut Stützer, Die deutschen Militärflugzeuge 1910-18, Wilhelmshaven, Lohse-Eissing Mittler, 1977, ISBN 3-920602-18-8.
  • (DE) Heinz J. Nowarra, Die Entwicklung der Flugzeuge 1914–18, München, Lehmanns, 1959, ISBN non esistente.
  • (EN) Michael John H. Taylor, Jane's encyclopedia of aviation, 2nd Edition, London, Studio Editions, 1989, ISBN 0-517-10316-8.

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