Contrada Sant'Ambrogio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contrada Sant'Ambrogio
contrada di Legnano
Blasonaturatagliato, in alto a sinistra due quadratini gialli in campo verde, in basso a destra lo staffile di sant'Ambrogio in campo giallo
Informazioni generali
Colori  giallo e verde
MottoOderint dum metuant[N 1]
Istituzione1932
Edificio religioso di riferimentochiesa di Sant'Ambrogio
Patronosant'Ambrogio
Festa della contrada7 dicembre
Contradaiolisantambrosiani, ambrogini
Reggenza
Gran prioreErmenegildo Pizzo
CapitanoMattia Landi
CastellanaGiulia Restelli
ScudieroAlessandro Ortica
Gran damaRosanna Garavaglia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
ComuneLegnano
Manierovia Madonna delle Grazie 3
Coordinate45°35′34.22″N 8°55′02.82″E / 45.59284°N 8.91745°E45.59284; 8.91745
La contrada e il palio
Vittorie al palio6
Ultima vittoria: 2012
Vittorie alla provaccia12
Ultima vittoria: 2021
Cappotti1
Ultimo cappotto: 1986
AlleateNessuna
AvversarieSan Magno[1]
Legnarello[2]
Mezzi di informazione
Sito ufficialewww.contradasantambrogio.it
PeriodicoLo Staffile
Mappa di localizzazione
Map
Palio di Legnano

La contrada Sant'Ambrogio è una delle otto contrade in cui è divisa la città lombarda di Legnano. È situata nella zona centro-sud della città. Partecipa annualmente al palio di Legnano ed è stata istituita in occasione dell'organizzazione della festa del Carroccio (1932)[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Legnano e Battaglia di Legnano.
Corte lombarda nel quartiere legnanese di Sant'Ambrogio negli anni sessanta del XX secolo
Il santuario della Madonna delle Grazie di Legnano

Il territorio della contrada comprende parte del centro storico della città del Carroccio. L'abitato appartenente alla contrada di Sant'Ambrogio è pertanto tra i più antichi di Legnano e include, tra l'altro, il santuario della Madonna delle Grazie.

Ancora oggi la contrada viene ricordata con l'appellativo dialettale legnanese Burgu di maragàsc (in italiano, "Borgo del granoturco") per via dei fusti di granoturco che un tempo erano conservati nei vecchi cortili per poi essere bruciati[4].

Il centro storico di Legnano ha una forma allungata lungo la direttrice tracciata da un'antica strada che corrisponde ai moderni corso Magenta e Garibaldi, che fanno da confine tra le contrade di Sant'Ambrogio e San Magno. Questa strada proviene dalla Valle Olona e mette in comunicazione Castellanza con Legnano attraversando l'agglomerato urbano legnanese da nord a sud; all'ingresso e all'uscita da Legnano furono costruite due porte di accesso di cui una, quella meridionale, era conosciuta come "Porta di Sotto": fu demolita nel 1818 perché rendeva difficoltosa la circolazione dei carri degli agricoltori[5][6].

A nord, nel rione Mugiato, era presumibilmente situata una "Porta di Sopra" della quale, però, non sono rimaste testimonianze tangibili, dato che fu verosimilmente abbattuta in tempi più remoti[7]. Il tratto di corso Garibaldi che attraversa la contrada Sant'Ambrogio era anticamente conosciuto come contrada maggiore[8].

Il territorio della contrada potrebbe essere stato teatro degli scontri decisivi della battaglia di Legnano. Il Carroccio venne posizionato sul bordo di un ripido pendio fiancheggiante l'Olona, così che la cavalleria imperiale, il cui arrivo era previsto da Castellanza lungo il corso del fiume, sarebbe stata obbligata ad assalire il centro dell'esercito della Lega Lombarda risalendo una scarpata[9][10]. Federico Barbarossa sarebbe stato quindi costretto ad attaccare l'esercito comunale in una situazione di svantaggio, dato che avrebbe dovuto sferrare l'assalto dal basso[10].

La Battaglia di Legnano di Amos Cassioli (1860), dipinto conservato presso la Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze[11]

Questa scelta si rivelò poi sbagliata: il Barbarossa arrivò infatti da Borsano, cioè dalla parte opposta, obbligando le truppe comunali, che avevano la strada di fuga sbarrata dall'Olona, a resistere intorno al Carroccio[10]. Una delle cronache dell'epoca, gli Annali di Colonia, contiene infatti un'informazione che indica dove probabilmente fosse il Carroccio[12]:

(LA)

«[...] At Longobardi aut vincere aut mori parati, grandi fossa suum exercitum circumdederunt, ut nemo, cum bello urgeretur, effugere posset. [...]»

(IT)

«[...] I lombardi, pronti a vincere o a morire sul campo, collocarono il proprio esercito all'interno di una grande fossa, in modo tale che quando la battaglia fosse stata nel vivo, nessuno sarebbe potuto fuggire. [...]»

Ciò potrebbe significare che le fasi decisive della famosa battaglia siano state combattute nell'odierna contrada San Martino oppure in prossimità del quartiere legnanese della "Costa di San Giorgio", e quindi su un territorio ora appartenente alla contrada di Sant'Ambrogio, a quella di San Magno e al comune di San Giorgio su Legnano, non essendo in altra parte del Legnanese individuabile un'altra scarpata con queste caratteristiche[9]. Tra il quartiere della Costa di San Giorgio e l'Olona è ancora oggi presente un pendio che è stato in seguito incluso nel parco castello.

La chiesa di riferimento[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Sant'Ambrogio (Legnano).
La chiesa di Sant'Ambrogio

La contrada fa riferimento alla chiesa di Sant'Ambrogio[13]. In occasione della vittoria della contrada nella corsa ippica, la copia della croce di Ariberto da Intimiano viene solennemente traslata nella chiesa di riferimento del rione vincitore e qui conservata per un anno: questo ambito simbolo di vittoria è custodito nella chiesa fino all'edizione successiva del palio. È la chiesa della città con le origini più antiche[14].

La prima citazione di un edificio religioso dedicato a sant'Ambrogio a Legnano è contenuta in un documento del 1389, il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, che fu scritto da Goffredo da Bussero[14]. La chiesa, nella forma moderna, risale al 1590; venne costruita sui resti del precedente tempio dedicato a Sant'Ambrogio. All'epoca era infatti comune che le nuove chiese venissero ricostruite mantenendo qualche resto (ad esempio una parete o un altare) della costruzione precedente[15]. La chiesa di Sant'Ambrogio ha subito un ingrandimento nel 1740, dopo il quale ha assunto il moderno aspetto[16]. Le opere d'arte più importanti presenti nella chiesa di Sant'Ambrogio sono alcuni dipinti di Giambattista e Francesco Lampugnani, che risalgono al XVII secolo[16].

Il maniero[modifica | modifica wikitesto]

Interno del maniero della Contrada Sant'Ambrogio

Nel corso della sua storia la contrada ha cambiato diversi manieri[N 2][17]. Originariamente il rione aveva sede all'interno del cortile Cairoli, poi nella corte adiacente all'oratorio e in seguito nell'antico cortile del Brianza, che si trova di fronte alla chiesa di Sant'Ambrogio e che è caratterizzato da un portale d'ingresso di grande pregio architettonico[17]. Dato che parte del territorio della contrada comprende il centro storico della città non è stato facile, per il rione, trovare una sede definitiva che fosse ampia a sufficienza, che avesse un prezzo abbordabile e che rispondesse alle esigenze legate alla vita associativa[17].

Alla fine la scelta è caduta su uno stabile che si trova al centro della contrada, in via Madonna delle Grazie, lungo una strada che collega la chiesa di Sant'Ambrogio e il santuario della Madonna della Grazie, ovvero i due edifici di culto presenti nel rione[17]. Il maniero, che è di proprietà della contrada, ha sede in un edificio moderno a due piani; l'interno è stato modificato in modo tale da richiamare lo stile medievale con l'utilizzo di mobili d'epoca e con la realizzazione di alcune vetrate artistiche[17]. Al piano terreno sono presenti il bar e il salone principale che può ospitare, anche in caso di cene, circa 150 persone, mentre al piano superiore sono state ricavate le stanze di lavoro, come quella destinata alla preparazione dei costumi della sfilata e la sala del consiglio, le cui pareti sono ornate da opere che riproducono sant'Ambrogio[18].

I colori ed il gonfalone[modifica | modifica wikitesto]

I resti del campanile romanico dell'antica chiesa di San Salvatore, ora inglobati nella basilica di San Magno

I colori della contrada sono spiegati da una leggenda e da un fatto storico realmente accaduto[4]. La leggenda racconta che una volta all'anno, in una notte di febbraio, un demone dalla pelle gialla aveva l'abitudine di aggirarsi per le vie del rione vestito di una vecchia tunica verdastra, con l'intento di recarsi nella chiesa di Sant'Ambrogio a compiere dei furti. Le scorribande durarono fino a quando il parroco, stanco di queste sparizioni, infilò nella serratura del portone d'ingresso una coroncina di rosario: in questo modo il demone trovò le sue chiavi ostacolate e mise le dita per liberare il foro, ma toccando l'oggetto sacro si sgonfiò e morì, lasciando sul sagrato la sua pelle giallastra ed suo il mantello verde. Il mattino seguente i fedeli, recandosi in chiesa, trovarono tali resti e adottarono questi colori a simbolo della contrada.

L'antico palazzo Leone da Perego medievale, demolito alla fine del XIX secolo e in seguito sostituito dal moderno e omonimo edificio, in un acquarello di Giuseppe Pirovano

Un'altra spiegazione, questa volta di carattere storico, proviene dal ritrovamento della salma dell'arcivescovo di Milano Leone da Perego, deceduto a Legnano nel 1257 nell'omonimo palazzo[19], sotto il portico della chiesa di Sant'Ambrogio; questo ritrovamento avvenne nel 1650 durante i lavori di ampliamento dell'edificio religioso[20]. A tal proposito Agostino Pozzo, prevosto di Legnano, scrisse:

«[...] fu trovato il corpo dell'arcivescovo Leone da Perego sotto un volto nei muro, poco elevato da terra, tutto intero, in un grosso tronco di arbore e scavato a modo di culla et scrivendo questo viveano persone che attestavano haverlo veduto. Venne ciò a notitia di San Carlo vivendo qual si trovò una sera in Legnano et riconosciuto il tutto fa mattina immediatamente seguente non si vide né l'arcivescovo vivo né il morto [...]»

Secondo invece due cronisti medievali, la salma di Leone da Perego venne inumata nella chiesa legnanese di San Salvatore[21]. Sempre secondo i resoconti di Agostino Pozzo, per ritrovare il suo tesoro, che si credeva sepolto nella chiesa di sant'Ambrogio e che si diceva composto da oggetti d'aurei e di bronzo, si continuò a scavare, ma invano. Dopo il suo ritrovamento, la salma di Leone da Perego scomparve senza più lasciare traccia[13].

Considerando l'evento storico legato al ritrovamento della salma dell'arcivescovo, il significato del giallo e del verde è collegato, rispettivamente, all'oro e al bronzo del tesoro di Leone da Perego. Sul gonfalone è della contrada è invece raffigurato lo staffile di sant'Ambrogio[4].

Albo d'oro delle reggenze[modifica | modifica wikitesto]

L'albo d'oro delle reggenze della contrada Sant'Ambrogio è[22]:

Anno Capitano Castellana Gran priore Scudiero
1935 Carlo Pensotti,
poi Carlo Galli
- - -
1936 Osvaldo Prandoni - - -
1937 Luigi Assi - - -
1938 Carlo Rossini - - -
1939 Vito Silvestri - - -
Dal 1940 al 1951 tutte le attività relative al palio di Legnano sono state sospese
a causa delle vicende belliche legate alla seconda guerra mondiale
[23]
1952 Enzo Pagani Cittera - Paolo Cairoli
1953 Enzo Pagani Langè - Paolo Cairoli
1954 Enzo Pagani Anna Pravettoni - Paolo Cairoli
1955 Enzo Pagani Anna Pravettoni - Paolo Cairoli
1956 Enzo Pagani Anna Pravettoni - Gino Ruzzon
1957 Enzo Pagani Enrica Barbaglia - Gino Ruzzon
1958 Enzo Pagani Enrica Barbaglia - Gino Ruzzon
1959 Enzo Pagani Enrica Barbaglia - Gino Ruzzon
1960 Sem Prandoni Anna Sartorelli - Gino Ruzzon
1961 Sem Prandoni Luciana Sartorelli - Rolando Nizzolini
1962 Sem Prandoni Luciana Sartorelli - Rolando Nizzolini
1963 Sem Prandoni Luciana Sartorelli - Rolando Nizzolini
1964 Benedetto Sartorelli Silvana Borsani - Rolando Nizzolini
1965 Benedetto Sartorelli Anna Menticelli - Rolando Nizzolini
1966 Benedetto Sartorelli Roberta Colombo Bolla - Rolando Nizzolini
1967 A. Della Foglia Luisa Cozzi Maria - Rolando Nizzolini
1968 Ermanno Romanò Patrizia Crespi - Eupreprio Rizzo
1969 Ermanno Romanò Patrizia Crespi - Eupreprio Rizzo
1970 Ermanno Romanò Luisa Bellotti Maria - Eupreprio Rizzo
1971 Ermanno Romanò Alessandra Ferrario Genesio Mocchetti Eupreprio Rizzo
1972 Ermanno Romanò Alessandra Ferrario Genesio Mocchetti Eupreprio Rizzo
1973 Edoardo Molteni Donatella Bertelli Genesio Mocchetti Eupreprio Rizzo
1974 Edoardo Molteni Donatella Bertelli Genesio Mocchetti Eupreprio Rizzo
1975 Giuliano Locatelli Patrizia Colombo Edoardo Molteni Eupreprio Rizzo
1976 Giuliano Locatelli Carmen Cattaneo Edoardo Molteni Gianni Gilormello
1977 Luca Pagani Carmen Cattaneo Ermanno Romanò Gianni Gilormello
1978 Luca Pagani Carmen Cattaneo Ermanno Romanò Gianni Gilormello
1979 Luca Pagani Carmen Cattaneo Giancarlo Lamperti Massimo Borsani
1980 Giancarlo Peroni Patrizia Alli Rino Franchi Massimo Borsani
1981 Gianpiero Mari Patrizia Alli Alessandra Ferrario Rolando Nizzolini
1982 Gianpiero Mari Patrizia Alli Enzo Pagani Rolando Nizzolini
1983 Gianpiero Mari Patrizia Alli Enzo Pagani Rolando Nizzolini
1984 Gianpiero Mari Rosanna Garavaglia Enzo Pagani Rolando Nizzolini
1985 Marco Cairoli Paola Sartorelli Alfiero Sartorelli Remo Bevilacqua
1986 Marco Cairoli Paola Sartorelli Alfiero Sartorelli Remo Bevilacqua
1987 Marco Cairoli Paola Sartorelli Alfiero Sartorelli Remo Bevilacqua
1988 Remo Bevilacqua Paola Collimedaglia Roberto Cattaneo Mario Fisichella
1989 Remo Bevilacqua Paola Collimedaglia Rino Franchi Luciano Vignati
1990 Angelo Vignati Daniela Toia Rino Franchi Giovanni Roveda
1991 Angelo Vignati Daniela Toia Ezio Toia Giovanni Roveda
1992 Giovanni Roveda Daniela Toia Ezio Toia Vittorio Tammaro
1993 Alberto Romanò Isabella Rondanini Ezio Toia Eugenio Bertoglio
1994 Alberto Romanò Isabella Rondanini Ezio Toia Eugenio Bertoglio
1995 Alberto Romanò Raffaella Toia Rita Saredi Leandro Bertazzi
1996 Alberto Romanò Raffaella Toia Rita Saredi Leandro Bertazzi
1997 Alberto Romanò Raffaella Toia Vincenzo Armatura Leandro Bertazzi
1998 Alberto Romanò Raffaella Toia Vincenzo Armatura Leandro Bertazzi
1999 Alberto Romanò Raffaella Toia Alessandro Rota Roberto Brignoli
2000 Alberto Romanò Sabrina Marra Alessandro Rota Diego Bianchi
2001 Alberto Romanò Sabrina Marra Alessandro Rota Luigi Casadio
2002 Remo Bevilacqua Sabrina Marra Giovanni Roveda Luigi Casadio
2003 Remo Bevilacqua Sara Bertazzi Giovanni Roveda Massimiliano Roveda
2004 Remo Bevilacqua Sara Bertazzi Giovanni Roveda Massimiliano Roveda
2005 Remo Bevilacqua Sara Bertazzi Giovanni Roveda Massimiliano Roveda
2006 Remo Bevilacqua Roberta Tammaro Giovanni Roveda Massimiliano Roveda
2007 Marco Vitali Patrizia Marra Rino Franchi Adelio Berton
2008 Marco Vitali Patrizia Marra Rino Franchi Mario Venditti
2009 Marco Vitali Patrizia Marra Rino Franchi Mario Venditti
2010 Marco Vitali Patrizia Marra Fabrizio Nicoletti Simone Pagani
2011 Massimiliano Roveda Marta Garavaglia Nicoletti Fabrizio Giacomo Alberio
2012 Massimiliano Roveda Marta Garavaglia Nicoletti Fabrizio Giacomo Alberio
2013 Massimiliano Roveda Marta Garavaglia Nicoletti Fabrizio Giacomo Alberio
2014 Massimiliano Roveda Marta Garavaglia Nicoletti Fabrizio Giacomo Alberio
2015 Massimiliano Franchi Ilaria Verità Mario Venditti Luigi Plastino
2016 Massimiliano Franchi Ilaria Verità Mario Venditti Luigi Plastino
2017 Massimiliano Franchi Ilaria Verità Sabrina Marra Mattia Landi
2018 Massimiliano Franchi Ilaria Verità Sabrina Marra Mattia Landi
2019 Remo Bevilacqua Silvia Mocchetti Sabrina Marra Andrea Marazzini
2020 Remo Bevilacqua Silvia Mocchetti Sabrina Marra Andrea Marazzini
2021 Remo Bevilacqua Silvia Mocchetti Sabrina Marra Paolo Nicoletti
2022 Mattia Landi Francesca Piazza Ermenegildo Pizzo Alessandro Ortica
2023 Mattia Landi Francesca Piazza Ermenegildo Pizzo Alessandro Ortica
2024 Mattia Landi Giulia Restelli Ermenegildo Pizzo Alessandro Ortica

Nota: in grassetto le reggenze che hanno retto la contrada in occasione delle vittorie al palio.

Contrade avversarie[modifica | modifica wikitesto]

La contrada ed il palio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Vincitori del palio di Legnano e della provaccia.

La contrada di Sant'Ambrogio ha conquistato 6 vittorie al palio: 1962, 1968, 1986, 1988, 2004 e 2012[23].

N° vittoria Anno Capitano Fantino Cavallo
1 1962 Sem Prandoni Giorgio Terni detto Vittorino La Gigolette
2 1968 Ermanno Romanò Ettore Simonazzi Capriccio
3 1986 Marco Cairoli Antonello Casula detto Moretto Sarazar
4 1988 Remo Bevilacqua Luca Semenzato detto Cecchetti Sarazar
5 2004 Remo Bevilacqua Dino Pes detto Velluto Soldato
6 2012 Massimiliano Roveda Silvano Mulas detto Voglia Deo Volente

La contrada ha anche vinto dodici edizioni della provaccia (1986, 1989, 1992, 1993, 1994, 1996, 1998, 1999, 2001, 2008, 2019, 2021)[24] realizzando in un'occasione il "cappotto" (1986).

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In italiano: "mi abbiano in odio, purché mi temano".
  2. ^ I "manieri" sono le sedi delle contrade di Legnano.

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Il Palio di Legnano entra nel vivo: le rivalità, su ilgiorno.it. URL consultato il 13 maggio 2016.
  2. ^ a b Traslazione della Croce: Sant'Ambrogio contro Legnarello, su ilgiorno.it. URL consultato il 13 maggio 2016.
  3. ^ D'Ilario, 2000, p. 4.
  4. ^ a b c Contrada Sant'Ambrogio, su collegiodeicapitani.it. URL consultato il 4 aprile 2014.
  5. ^ D'Ilario, 1984, p. 213.
  6. ^ Ferrarini, p. 101.
  7. ^ Agnoletto, pp. 32-33.
  8. ^ D'Ilario, 1984, p. 98.
  9. ^ a b Agnoletto, p. 39.
  10. ^ a b c D'Ilario, 1984, p. 233.
  11. ^ Amos Cassoli, La battaglia di Legnano, 1860, su musica.san.beniculturali.it. URL consultato il 14 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2016).
  12. ^ D'Ilario, 1976, p. 85.
  13. ^ a b La Chiesa di S.Ambrogio:Gli oltre dieci secoli di storia del più antico tempio di Legnano, su legnano.org. URL consultato il 4 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2007).
  14. ^ a b D'Ilario, 1984, p. 236.
  15. ^ D'Ilario, 1984, p. 238.
  16. ^ a b D'Ilario, 1984, p. 244.
  17. ^ a b c d e Autori vari, p. 202.
  18. ^ Autori vari, pp. 202-203.
  19. ^ D'Ilario, 1984, p. 211.
  20. ^ a b D'Ilario, 1984, p. 237.
  21. ^ Ferrarini, p. 56.
  22. ^ Le reggenze (PDF), su paliodilegnano.it. URL consultato il 6 agosto 2017.
  23. ^ a b L'albo d'oro del Palio di Legnano, su contradalegnarello.it. URL consultato il 4 aprile 2014.
  24. ^ La Provaccia, su contradalegnarello.it. URL consultato il 29 maggio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Autori vari, Il Palio di Legnano : Sagra del Carroccio e Palio delle Contrade nella storia e nella vita della città, Banca di Legnano, 1998, SBN IT\ICCU\TO0\1145476.
  • Attilio Agnoletto, San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente, 1992, SBN IT\ICCU\CFI\0249761.
  • Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Legnano e la battaglia, Edizioni Landoni, 1976, SBN IT\ICCU\LO1\1256757.
  • Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBN IT\ICCU\RAV\0221175.
  • Giorgio D'Ilario, Sagra del Carroccio - Palio delle Contrade, Tipotecnica, 2000, ISBN non esistente.
  • Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBN IT\ICCU\RMR\0096536.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Altomilanese: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Altomilanese