Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Parabiago)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio
Facciata della chiesa, opera di Giuseppe Piermarini (1780)
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàParabiago
IndirizzoPiazza Maggiolini, 18 e Via Maggiolini, 18
Coordinate45°33′32.04″N 8°56′54.66″E / 45.5589°N 8.948516°E45.5589; 8.948516
Religionecattolica di rito ambrosiano
Titolaresanti Gervasio e Protasio
Arcidiocesi Milano
Consacrazione1610
Stile architettonicobarocco (corpo di fabbrica e parzialmente gli interni) e neoclassico (facciata e interni)
Inizio costruzione1610
Completamento1781
Sito webwww.chiesadiparabiago.it/

La chiesa dei Santi Gervaso e Protaso è la chiesa prepositurale di Parabiago, nonché sede della Pieve di Parabiago fino al 1972, anno in cui le pievi milanesi vennero sciolte.

La Pieve di Parabiago esisteva già nel XIII secolo[1]: da essa dipendevano le comunità di Arluno, Canegrate, Cantalupo (frazione di Cerro Maggiore), Casorezzo, Cerro Maggiore, San Vittore ed Uboldo.

La prepositura e la pieve vennero abolite nel 1582 per ordine di San Carlo Borromeo, e la chiesa divenne parrocchia sottoposta alla nuova pieve di Legnano. Nel 1841 il cardinale Carlo Gaetano di Gaisruck le restituì il titolo prepositurale e 4 anni dopo istituì nuovamente la pieve, comprendente le medesime comunità del medioevo, con l'aggiunta di San Giorgio su Legnano[2].

La Chiesa ospita uno storico organo Carrera del 1841, l'attuale organista ufficiale è Pietro Ferrario, direttore del coro Ensemble vocale Calycanthus.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'interno

Un primo edificio sacro è ipotizzato fin dall'epoca di sant'Ambrogio (IV secolo)[3], ma la prima sicura attestazione della chiesa risale al XIII secolo[4]. Nel 1570 il cardinale Carlo Borromeo dopo una visita pastorale ne ordinò la ricostruzione; tornato nel 1582 e ritrovandola nelle medesime declassò la prepositura di Parabiago in curia, includendola sotto la nuova prepositura della chiesa di San Magno in Legnano e abolendo contestualmente anche la pieve, il parroco e i cittadini di Parabiago tentarono quindi un ricorso a Papa Gregorio XIII, che affidò la questione al Cardinal Sfondrati di Cremona: in seguito alla sua relazione con la descrizione della chiesa il ricorso fu respinto nel 1585.

Sulla base del progetto già commissionato nel 1570 da Carlo Borromeo all'architetto Pellegrino Tibaldi ("il Pellegrini"), venne ricostruita a partire dal 1610 e consacrata dal cardinale Federico Borromeo, che tuttavia non restituì a Parabiago il titolo di prepositurale. Nel XVIII secolo si ebbero altri arricchimenti dell'edificio[5] e nel 1780 fu posta la prima pietra della nuova facciata, progettata dall'architetto Giuseppe Piermarini in stile neoclassico e nel 1775 fu inoltre ricostruito il campanile. Parallelamente veniva arricchita da Giocondo Albertolli la decorazione dell'interno (capitelli con foglie d'ulivo e modiglioni delle cornici).

La decorazione interna venne ancor arricchita in seguito: nel 1807-1808, per la cappella di San Giovanni Battista, a sinistra dell'ingresso, venne realizzata da Grazioso Rusca, statuario presso la "Veneranda Fabbrica del Duomo", la scultura in scagliola con il Battesimo di Gesù Cristo. Agli inizi del XX secolo il pittore David Beghè affrescò gli interni con episodi della vita di Gesù (1906) e la cappella del Santo Crocifisso (1912) e nel 1928 vennero realizzate per la facciata delle statue raffiguranti la Madonna ed i santi Gervasio e Protasio. Nel 1943 furono collocati nel transetto due dipinti ad olio del pittore cremonese Vincenzo Campi (XVI secolo), la Coronazione di Spine e la Flagellazione. L'ebanista Giuseppe Maggiolini, "fabbriciere" della parrocchia, si incaricò quindi di abbattere alcuni edifici per dare maggiore respiro alla nuova facciata con una nuova piazza semicircolare.

Nel 1841, il cardinale Carlo Gaetano di Gaisruck restituì alla chiesa il titolo prepositutrale e nel 1845 ristabilì la pieve di Parabiago. L'abside venne ampliata su progetto dell'ingegner Franz Rossi di Legnano (1939-1942) e durante tali lavori vennero alla luce le fondazioni dell'antico coro, risalenti all'epoca medioevale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Goffredo da Bussero, cappellano di Rovello la cita nel suo Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani
  2. ^ Per le vicende della pieve e della prepositura, nacque un vecchio detto parabiaghese che dice "un Carlo ha portato via il prevosto a Parabiago, un Carlo l'ha restituito", come riportato da Don Marco Ceriani nella Storia di Parabiago, vicende e sviluppi dalle origini ad oggi (1948).
  3. ^ L'ipotesi di Don Marco Ceriani (Storia di Parabiago, vicende e sviluppi dalle origini ad oggi - 1948) si basa sul fatto che date le notizie del XIII secolo di Goffredo da Bussero, che nella Pieve di Parabiago contava 26 chiese per un totale di 39 altari, si possa supporre il fatto che un'organizzazione pievale così vasta, debba avere una storia secolare, aggiungendo i reperti archeologici rinvenuti nel territorio comunale, risalenti la maggior parte all'epoca imperiale romana, i quali fanno pensare ad una Parabiago antica, ed infine la stessa intitolazione della chiesa ai due martiri paleo-cristiani, ritrovati da Sant'Ambrogio ed eletti dal vescovo stesso come simbolo della, lotta cristiana al paganesimo, induce il pensiero di una fondazione di tale chiesa all'epoca del vescovo Ambrogio, ovvero il IV secolo, per arginare i culti pagani molto fiorenti in quel periodo nella zona, come testimoniato dal ritrovamento stesso della patera di Parabiago, risalente proprio a quel secolo.
  4. ^ Goffredo da Bussero, vedi nota precedente, cita per la pieve di Parabiago, sette chiese esistenti nell'omonimo borgo: Santi Gervaso e Protaso, San Siro, San Vincenzo, San Martino, Santa Maria, San Lorenzo e San Michele.
  5. ^ Venne realizzato l'altare in onice in stile barocco (indorato nel 1703) e, poco più tardi, la chiesa venne arricchita da un organo con cantoria, da un coro in legno intagliato, attribuito a Gerosa di Saronno, da un fonte battesimale in legno su sostegno di marmo rosso e da suppellettili in argento e paramenti. Venne inoltre edificata la sacrestia, abbattendo alcune catapecchie.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Storia di Parabiago, vicende e sviluppi dalle origini ad oggi", Don Marco Ceriani - 1948, Un. Tipografica di Milano
  • "Uomini e cose di Parabiago", Prof. Egidio Gianazza - 1990, Comune di Parabiago

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito della Parrocchia, su santigervasoeprotaso.it. URL consultato il 22 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2008).
  • Scheda tecnica dell'Organo Carrera, su utenti.lycos.it. URL consultato il 22 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2002).