Carlo d'Asburgo-Teschen
| Carlo d'Asburgo-Lorena | |
|---|---|
Thomas Lawrence, 1819, Royal Collection | |
| Duca di Teschen | |
| In carica | 10 febbraio 1822 – 30 aprile 1847 |
| Predecessore | Alberto di Sassonia |
| Successore | Alberto d'Asburgo-Teschen |
Gran maestro dell'Ordine teutonico | |
| In carica | 1801 – 1804 |
| Predecessore | Massimiliano d'Asburgo-Lorena |
| Successore | Antonio Vittorio d'Asburgo-Lorena |
| Governatore dei Paesi Bassi austriaci | |
| In carica | 1793 – 1794 |
| Predecessore | Maria Cristina e Alberto |
| Successore | carica abolita |
| Nome completo | Karl Ludwig Johann Joseph Lorenz von Österreich |
| Trattamento | Sua Altezza Imperiale e Reale |
| Altri titoli | Arciduca d'Austria Principe del Sacro Romano Impero Principe reale di Ungheria Principe reale di Boemia Principe reale di Toscana |
| Carlo d'Asburgo-Teschen | |
|---|---|
| Nascita | Firenze, 5 settembre 1771 |
| Morte | Vienna, 30 aprile 1847 |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | |
| Arma | Fanteria |
| Anni di servizio | 1793 - 1809 |
| Grado | Feldmaresciallo |
| Guerre | Guerre rivoluzionarie francesi Guerre napoleoniche |
| Campagne | Campagna d'Italia (1805) |
| Battaglie |
|
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Carlo Ludovico Giovanni Giuseppe Lorenzo d'Asburgo, nato Carlo d'Asburgo-Lorena, arciduca d'Austria e duca di Teschen, noto anche semplicemente col nome di Arciduca Carlo o Principe Carlo (perché principe del Sacro Romano Impero) (Firenze, 5 settembre 1771 – Vienna, 30 aprile 1847), è stato un feldmaresciallo, scrittore e teorico militare austriaco.
Rinomato comandante militare nel periodo compreso tra la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, fu uno dei principali generali austriaci che si opposero ai francesi di Napoleone nel corso di quattro guerre. Divenne particolarmente noto anche per aver condotto una capillare opera di riforma dell'esercito austriaco dopo il crollo del Sacro Romano Impero.
Fine e competente stratega, alcuni storici l'hanno definito "il duca di Wellington austriaco" per il suo conservatorismo, per le precauzioni sul campo di battaglia e per la sua competenza militare. Carlo fu però in questo una continua contraddizione: a livello pratico fu in netto contrasto coi propri scritti, dirigendo spesso manovre rischiose ed ottenendo la vittoria di fronte a una sconfitta data ormai quasi per certa. Da teorico, la sua devozione al campo della cautela gli procurò delle critiche anche dal contemporaneo Carl von Clausewitz che ne contestò la rigidità dei movimenti e l'estrema aderenza a una strategia meramente geografica.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]I primi anni
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Nato a Firenze il 5 settembre 1771. Il padre era il granduca Pietro Leopoldo di Toscana della dinastia degli Asburgo-Lorena, mentre sua madre era l'Infanta di Spagna Maria Ludovica di Borbone-Spagna, figlia del re Carlo III di Spagna. Suo zio paterno era l'imperatore Giuseppe II, mentre sua nonna paterna era la celebre imperatrice Maria Teresa d'Austria. Aveva due fratelli maggiori: il primogenito divenne il futuro imperatore Francesco II del Sacro Romano Impero, il secondogenito il granduca di Toscana Ferdinando III.[1]
Trascorse la giovinezza in Italia, crescendo nella corte di Firenze. Nonostante i vari problemi di salute, tra cui l'epilessia, il giovane rampollo dimostrò una precoce predilezione per il mondo militare. Fu solo nel 1790, quando il padre dovette abbandonare la Toscana per insediarsi sul trono imperiale, che Carlo lasciò il capoluogo toscano: prima, in maggio, si stabilì a Vienna e solo in un secondo momento venne adottato da sua zia, l'arciduchessa Maria Cristina, e dal suo marito, Alberto di Sassonia-Teschen, governatore dei Paesi Bassi austriaci, trasferendosi a Bruxelles.[2][3] La coppia, priva di figli, era infatti alla ricerca di un erede: Carlo ottenne quindi il cognome di Asburgo-Teschen e negli anni a venire ereditò i possedimenti della famiglia adottiva.
La prima coalizione
[modifica | modifica wikitesto]Allo scoppio della guerra della Prima coalizione, Carlo era già divenuto un generale dell'esercito imperiale.[3] Il suo esordio nell'esercito si ebbe nel corso della battaglia di Jemappes, dove condusse una brigata. Poco tempo dopo ottenne la promozione a maggior generale e prestò servizio nell'armata del principe di Sassonia-Coburgo. Nel 1793 partecipò quindi agli scontri di Aldenhoven e di Neerwinden contro l'esercito francese di Dumouriez: parte del merito della riconquista austriaca del Belgio si deve quindi al giovane arciduca.[2][3][4] Le sue ottime prestazioni, unite al suo nobilissimo retaggio, gli valsero la decorazione a Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Maria Teresa, ricevuto il 1° aprile dello stesso anno.[2] Dopo questa decorazione, Carlo ottenne anche la nomina a governatore dei Paesi Bassi austriaci, accompagnata da una cerimonia tenutasi a Bruxelles il 28 aprile, e nel corso dello stesso anno ottenne una promozione a tenente maresciallo.[5] Proseguì la lotta sul fronte delle Fiandre prendendo parte agli assedi di Valenciennes e di Le Quesnoy, oltre che a partecipare alle battaglie di Famars, di Raismes e di Wattignies.[6]
Alla ripresa delle ostilità dopo l'inverno del 1794, tornato da Vienna assieme al fratello Francesco, Carlo prese parte a numerose battaglie, tra cui quelle di Courtrai, Tournai e all'assedio di Landrecies,[6][7] operando sempre sotto il comando del principe di Coburgo.[8] In particolare, dopo l'assedio di Landrecies, ottenne il grado di Feldzeugmeister.[6] Prese parte alla battaglia di Tourcoing il 18 maggio: messo al comando di numerosi battaglioni e squadroni di cavalleria, attese a lungo un ordine del comandante dell'esercito austriaco, senza però riceverlo per tempo. Nel frattempo, le truppe francesi di Souham e di Moreau riuscirono ad ottenere un vantaggio e a convertirlo in una vittoria. Carlo poté solo coprire la ritirata dell'esercito.[9] Una situazione altrettanto sfortunata si verificò circa un mese dopo nel corso della battaglia di Fleurus: il suo corpo aveva già messo alle strette i francesi di Lefebvre e stava per mandarli in rotta quando l'improvviso e tardivo arrivo della cavalleria di Marceau spostò l'equilibrio dello scontro in favore dei repubblicani. I francesi, sollevati dall'arrivo dei rinforzi, ripresero coraggio e riuscirono a respingere le forze imperiali. Dopo ore di combattimenti inconclusivi, i francesi parvero avere la meglio e gli austriaci si ritirarono,[10] cosa per cui Carlo protestò, volendo proseguire gli scontri e tentare di riprendere la vittoria. Nonostante le ottime prestazioni di Carlo,[5] i francesi riuscirono a proseguire nella loro avanzata e nel giro di pochi mesi l'armata di Pichegru giunse in Olanda, cuore della Repubblica delle Sette Province Unite.[11] Con il Belgio sotto occupazione francese, Carlo fu ricollocato nell'esercito del basso Reno.[5]
Dopo l'abbandono dei Paesi Bassi austriaci da parte dell'esercito imperiale, Carlo, probabilmente costretto della sua salute cagionevole, si ritirò dal fronte verso la fine del 1794 e fece ritorno a Vienna, dove si dedicò con entusiasmo agli studi militari per tutto l'anno successivo.[6][12][13] Dopo che il maresciallo Clerfait ebbe stretto un'armistizio con Jourdan ed abbandonato il comando dell'esercito austriaco sul Reno, Carlo fu inviato a sostituirlo, prendendo le redini dell'esercito, impegnandosi nella difesa del fronte tedesco.[13] Inizialmente, il 10 febbraio, ottenne il comando dell'esercito del Basso Reno ma dopo pochi giorni, il 21 febbraio, venne appuntato anche come comandante dell'esercito dell'Alto Reno. I suoi avversari, quindi, sarebbero stati i due generali francesi Moreau e Jourdan.[12] Nei primi giorni di giugno, ancor prima di iniziare la propria campagna, le notizie in arrivo dall'Italia, dove Napoleone aveva messo in estrema difficoltà l'esercito di Beaulieu, costrinsero il Consiglio Aulico a richiamare il generale Wurmser e 25000 uomini per inviarli sul fronte meridionale.[6][14]

Inizialmente, Carlo e Moreau si scontrarono a Ettlingen e a Rastatt: l'austriaco cercò di impedire al francese di rimanere sulla sponda orientale del Reno, ma venne sconfitto dal generale repubblicano ed iniziò a cedere terreno. Un ulteriore scontro avvenne a Neresheim qualche settimana dopo: Moreau emerse nuovamente vincitore e Carlo, comprendendo la necessità di riorganizzarsi, si allontanò dall'esercito nemico. Dopo un mese di relativa calma, anche l'armata di Jourdan aveva passato il fiume e si era posizionato alla sinistra dell'esercito di Moreau. Carlo, con una manovra molto audace, si disinteressò dell'Armata del Reno, nel frattempo penetrata in Baviera, ed attaccò ferocemente le forze di Jourdan: il vincitore di Fleurus non riuscì a respingere l'offensiva di Carlo e fu sconfitto. Dopo un nuovo scontro a Würzburg, che confermò il momento positivo degli austriaci, Jourdan fu inesorabilmente spinto verso il Reno, perdendo battaglia dopo battaglia, fino ad essere costretto ad attraversarlo e a tornare sulla sponda francese del fiume. Moreau, privato del suo principale supporto, fu costretto a ripiegare: nelle fasi finali della ritirata, Carlo ed Moreau si scontrarono in altre due occasioni, stavolta con esito favorevole alle forze imperiali.[12][15][16]
Nel 1797 venne inviato ad arrestare la vittoriosa marcia del generale Bonaparte in Italia ma venne costretto a limitarsi ad organizzare la ritirata degli austriaci, operazione che ad ogni modo condusse con estrema professionalità grazie alle proprie doti.[17] Tentò di fermare il passaggio dei francesi sul Tagliamento a Valvasone ma non trovò fortuna. Mentre le sue truppe si ritiravano verso la Carniola e verso la Carinzia, parte dei suoi soldati venne catturata a Gradisca, provando a difendere la fortezza, mentre altri furono sconfitti da Massena a Tarvisio.[18] Impossibilitato ad arrestare l'avanzata dell'Armata d'Italia, giunta alle porte di Villaco e Klagenfurt, Carlo decise di accettare la proposta francese di un armistizio, portando rapidamente alla conclusione del conflitto.[19][20] Carlo venne poi rapidamente spostato sul Reno, dove il conflitto era ancora in corso e le forze di Moreau e Hoche erano passate all'offensiva.[21][22]
La seconda coalizione
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Dopo aver trascorso la fine del 1797 e la prima parte del 1798 come governatore generale della Boemia, Carlo fu inviato a prendere il comando dell'armata imperiale raccoltasi in Svevia e Baviera. Il quartier generale fu posto dallo stesso arciduca a Friedberg, sul fiume Lech.[21][22] Com'era prevedibile, l'Austria aveva trascorso l'annata a riarmarsi per scendere nuovamente in guerra con l'Austria e a Carlo sarebbe stata affidata la gestione del fronte tedesco. Jourdan aveva passato il Reno il 1° marzo; l'arciduca attraversò il Lech solo tra il 4 ed il 5, intenzionato a spostare il suo esercito ad Ulma e Memmingen. A sud della sua posizione, il generale Massena stava facendo quanto possibile per occupare Feldkirch.[23] Carlo si convinse che la propria posizione fosse la migliore possibile per prevenire l'incontro tra le forze di Jourdan e quelle di Massena: si posizionò con la sinistra sul lago di Costanza, il centro a Stockach e la destra sul Danubio. Non appena venne formalmente dichiarata guerra tra le due parti, il 20 marzo, i francesi assaltarono le linee austriache, ottenendo un primo piccolo successo. Il giorno seguente, tuttavia, le forze di Carlo risposero egregiamente, infliggendo una sonora sconfitta agli uomini di Jourdan ad Ostrach. Dopo aver ripreso le posizioni iniziali, Carlo si preparò nuovamente ad ingaggiare battaglia: il 25 marzo, francesi ed austriaci si scontrarono a Liptingen e a Stockach. Il piano d'attacco dei francesi era audace ma Carlo, prudente e astuto, aveva già preparato delle contromisure più che adeguate, neutralizzando del tutto l'offensiva nemica e permettendo alle sue truppe di avere un vantaggio. I francesi vennero quindi respinti e contrattaccati, con lo stesso Carlo ad esporsi in prima linea per incoraggiare i propri uomini: la battaglia, iniziata favorevolmente per i repubblicani, si concluse con una loro sconfitta. Jourdan dovette fare rapidamente ritorno sul Reno: l'umiliazione subita fu tale che il generale diede le proprie dimissioni.[24]
Eliminata la minaccia data dall'Armata del Reno, l'arciduca si concentrò sull'altra armata francese presente nelle sue vicinanze, ossia l'armata d'Elvezia di Massena. Il 24 maggio, Carlo attraversò il Reno a Sciaffusa ed iniziò la sua invasione della Svizzera.[22] In concerto con il generale von Hotze, gli asburgici affrontarono e sconfissero Massena una prima volta a Frauenfeld e Ney a Winterthur. I francesi, costretti a subire l'iniziativa austriaca, iniziarono a perdere terreno, ritrovandosi presto a Zurigo nei primi giorni di giugno. Giunto nei pressi della città con il suo esercito, Carlo ingaggiò nuovamente battaglia: lo scontro, avvenuto nell'arco di quattro giorni, vide emergere come vincitori gli asburgici. I francesi abbandonarono la città.[25][26] Dopo questi fatti rientrò in Germania e respinse le truppe francesi ancora una volta sul Reno a Mannheim.[27] Dopo la sconfitta dei russi a Zurigo, si limitò a svolgere un compito difensivo, sorvegliando l'armata del Reno senza prendere realmente iniziativa.

Ad inizio 1800, dopo l'ascesa al potere di Napoleone come Primo Console, Carlo, che aveva già saggiato le capacità militari del francese in Italia ed era scettico sulle reali possibilità di vittoria della propria nazione, consigliò di accettare le sue proposte di pace. Tuttavia, l'imperatore, suo fratello, decise di ignorare il suo consiglio e di ascoltare l'opinione del Consiglio aulico di Vienna, che si oppose fermamente, valutando che la Francia non sarebbe riuscita a vincere la guerra. Più o meno nello stesso periodo, forse a causa di una malattia o più probabilmente per la sua posizione riguardante la proposta di pace, fu allontanato dall'esercito e inviato in Boemia.[28] Il comando dell'armata austriaca in Germania fu affidata al generale Paul Kray. L'intuizione di Carlo si rivelò corretta: prima Napoleone sconfisse von Melas a Marengo e poi, sei mesi dopo, Moreau fece lo stesso ad Hohenlinden con l'Arciduca Giovanni qualche mese dopo. Rimesso a capo dell'esercito, Carlo non poté fare altro se non constatare che l'avanzata dei francesi non poteva essere fermata: le due parti raggiunsero un accordo a Steyr, gettando le basi per la futura pace di Lunéville.[29]
La terza coalizione
[modifica | modifica wikitesto]Il 9 gennaio 1801 ottiene la nomina a feldmaresciallo. Da quel momento sino al 1809, presiedette il Consiglio Aulico e, supportato dalla propria figura militare, si dedicò alla riorganizzazione dell'esercito imperiale, provvedendo a svecchiare una serie di consuetudini ormai considerate obsolete e consentendo l'abolizione del servizio militare inteso come mestiere vero e proprio e provvedendo al suo posto all'istituzione del servizio di leva, della difesa territoriale (1808) e dei corpi d'armata: provvide inoltre al miglioramento dell'artiglieria, dal punto di vista sia della dotazione di mezzi sia dell'addestramento. Nel 1801 divenne anche Gran Maestro dell'Ordine Teutonico.
La sua popolarità, ad ogni modo, era al proprio apogeo tanto che la Dieta imperiale, riunitasi a Ratisbona nel 1802, votò per erigergli una statua e concedergli il titolo di "Salvatore della Patria", onori che Carlo rifiutò entrambi.
Nel corso della guerra, si occupò del fronte italiano, opponendosi al generale Massena. Sebbene inizialmente potesse contare su un numero di uomini nettamente superiore a quello di Massena, l'immediata sconfitta dell'esercito di Mack ad Ulma costrinse tutte le altre forze imperiali austriache a retrocedere. Questa dinamica portò i due eserciti a scontrarsi a Caldiero. L'armata austriaca sotto il suo comando continuò a retrocedere, prima giungendo in Friuli e poi ritirandosi verso l'Ungheria, passando per la Carniola.[30]
Subito dopo la battaglia di Austerlitz (1805) fu nominato Generalissimo dal fratello imperatore. I suoi sforzi negli anni successivi furono diretti verso una generale riorganizzazione dell'esercito austriaco, introducendo numerose innovazioni riprese dall'esercito francese, del quale Carlo riconosceva perfettamente la superiorità.
La quinta coalizione
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Contrario all'entrata in guerra dell'Austria, che non riteneva ancora preparata militarmente ad affrontare Napoleone, fu chiamato "capo del partito della pace", ma non riuscì a dissuadere il fratello dall'entrare in guerra con la coalizione. Così si trovò a capo dell'offensiva contro i francesi il 9 aprile 1809.
Nella prima fase della guerra, l'arciduca passò all'offensiva in Baviera ma in pochi giorni Napoleone assunse il comando delle truppe francesi e con una serie di abili manovre disgregò e sconfisse ripetutamente l'esercito austriaco. L'arciduca non fu in grado di contrastare il nemico, si trovò in grave difficoltà e alla battaglia di Eckmühl in aprile rischiò di essere accerchiato.
Colpito dalle manovre di Napoleone, scrisse lui personalmente, complimentandosi e proponendo se stesso come mediatore per la pace tra Austria e Francia. Napoleone, assolutamente convinto della sconfitta austriaca, non rispose a tale appello.[31]
Egli riuscì tuttavia a ripiegare in due gruppi verso est, abbandonando Vienna. In maggio l'arciduca riuscì a respingere un primo tentativo di Napoleone di superare il Danubio nella battaglia di Aspern-Essling, ma venne poi definitivamente sconfitto dall'imperatore nella battaglia di Wagram (5-6 luglio 1809); il 12 luglio riuscì a concludere l'armistizio a Znaim. L'imperatore Francesco gli tolse avventatamente il comando il 18 luglio. La decisione di firmare un armistizio con i francesi, presa in completa autonomia e senza alcun consulto con il fratello, costò caro alla carriera di Carlo: venne rapidamente privato del comando dell'esercito e passò il resto dei suoi anni a ricoprire incarichi di prestigio nettamente inferiore.
Gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Quando l'Austria si unì ai suoi alleati nel corso della Sesta Coalizione, Carlo non ottenne alcun comando e l'incarico di comandante in capo delle forze austriache passò al principe di Schwarzenberg. Carlo decise così di ritirarsi a vita privata nel castello di Weilburg nel Baden, ad eccezione dell'anno 1815 quando venne nominato governatore della fortezza di Magonza. Durante questo periodo di ritiro, si dedicò alla scrittura in ambito militare e per questo ancora oggi è considerato uno dei migliori autori di letteratura militare del XIX secolo.
Nel 1822 succedette al padre adottivo nella reggenza del Ducato di Teschen.
Carlo morì a Vienna il 30 aprile 1847. È sepolto nella tomba n. 122 della Cripta Imperiale di Vienna.[32] Una statua equestre in suo onore è stata eretta nella Heldenplatz di Vienna nel 1860.
Il giudizio storico e militare
[modifica | modifica wikitesto]La cautela con cui l'arciduca condusse la sua riforma dell'esercito austriaco durante gli anni della sua presidenza del Consiglio Aulico di stato, unitamente alle sue indiscusse capacità militari che furono chiaramente visibili sul campo ed alla sua popolarità in patria come all'estero, contribuirono a fare di Carlo d'Asburgo-Teschen una delle figure più importanti della storia militare austriaca d'inizio Ottocento e del periodo delle guerre napoleoniche.[33]
Secondo l'Encyclopedia Britannica (11ª edizione) la sua campagna militare condotta nel 1796 è considerata essere quella migliore sotto l'aspetto militare per la sua figura. Con la medesima forza fu in grado di sostenere le sconfitte del 1809 in parte per l'evidente superiorità numerica dei francesi e dei loro alleati, ed in parte per le condizioni delle truppe austriache da lui da poco riorganizzate.
Come scrittore militare, la sua posizione nell'evoluzione dell'arte della guerra è considerata particolarmente rilevante. Nei suoi scritti, in più punti, viene ripetuto il consiglio militare di non commettere azzardi e di mantenere la propria armata completamente al sicuro per quanto possibile, strategia che egli stesso applicò con straordinari risultati nella campagna del 1796. Egli evidenziò come il punto strategico fondamentale di una battaglia non sia da considerarsi la sconfitta dell'esercito avversario, ma il concepire che la vittoria dell'avversario possa rappresentare in un modo o nell'altro una minaccia alla sicurezza del proprio paese e pertanto questa massima deve essere sempre presente nella tesa del generale in comando di un'operazione.
L'efficienza delle nuove strategie introdotte dall'arciduca si vide chiaramente anche molti anni dopo la morte dell'arciduca stesso, nella battaglia di Königgrätz del 1866 come pure nella battaglia di Montebello del 1859.
Sul campo di battaglia, l'arciduca Carlo ebbe competenze militari comparabili a quelle del duca di Wellington per gli inglesi. Il fatto che Wellington abbia ottenuto maggiore popolarità, va probabilmente ricercato nel fatto che egli si scontrò nel celebre faccia a faccia con Napoleone a Waterloo, la battaglia "che salvò l'Europa" e che per di più fu a capo di un'intera coalizione alleata. Al contrario, l'arciduca Carlo si scontrò più volte con Napoleone ma la sua pur utile tattica e la fervida immaginazione sul campo si dimostrarono insufficienti a battere decisivamente Napoleone. Con tutto ciò, Carlo può essere compreso a giusto merito nel pantheon dei personaggi famosi dell'epoca napoleonica assieme a Napoleone, al generale Louis Nicolas Davout, al principe Schwarzenberg, al generale russo Aleksandr Suvorov, al generale prussiano Gebhard Leberecht von Blücher ed al già menzionato duca di Wellington.
La creazione dello staff dell'esercito
[modifica | modifica wikitesto]Quando Karl Mack von Leiberich divenne capo dello staff dell'esercito sotto il comando del principe Giosia di Sassonia-Coburgo-Saalfeld nei Paesi Bassi, egli distribuì le Instruktionspunkte für die gesamte Herren Generals, un documento dove, in 19 punti, veniva descritto il ruolo degli ufficiali dello staff. Nel 1796, l'arciduca Carlo approfondì questa tematica pubblicando le Observationspunkte scritte di suo pugno al punto che il suo capo dello staff scrisse: “Sua Eccellenza si concentra nel considerare tutte le possibilità correlate alle operazioni e non semplicemente allo svolgimento delle operazioni”.[34]
Matrimonio e figli
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il Congresso di Vienna sposò la principessa di religione protestante Enrichetta di Nassau-Weilburg (17 settembre 1815). Fu un matrimonio felice nonostante la differente fede e ne nacquero sette figli. La moglie morì il 29 dicembre 1829 di scarlattina all'età di soli 32 anni. Dalla propria moglie, Carlo d'Austria-Teschen ebbe i seguenti eredi:
- Maria Teresa Isabella (1816 – 1867), Regina delle Due Sicilie come seconda moglie di Ferdinando II delle Due Sicilie;
- Alberto Federico Rodolfo (1817 – 1895), il vincitore degli Italiani a Custoza;
- Carlo Ferdinando (1818 – 1874), sposò Elisabetta Francesca d'Asburgo-Lorena;
- Federico Ferdinando (1821 – 1847);
- Rodolfo Francesco (1822);
- Maria Carolina (1825 – 1915), sposò Ranieri Ferdinando d'Asburgo-Lorena;
- Guglielmo (1827 – 1894), Gran Maestro dell'Ordine Teutonico.
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]Carlo d'Asburgo-Teschen fu, come si è detto, anche importante teorico e scrittore militare, pubblicando nella sua carriera alcune opere sul tema:
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze austriache
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Hirtenfeld, p. 356.
- ^ a b c Hirtenfeld, p. 357.
- ^ a b c von Wurzbach, pp. 372-373.
- ^ Lombroso, pp. 7-8.
- ^ a b c von Wurzbach, p. 374.
- ^ a b c d e Hirtenfeld, p. 358.
- ^ von Wurzbach, p. 372.
- ^ Lombroso, p. 8.
- ^ Lombroso, pp. 8-9.
- ^ Lombroso, pp. 9-10.
- ^ (FR) Abel Hugo, France militaire : histoire des armées françaises de terre et de mer, de 1792 à 1833, vol. 1, Parigi, Delloye, 1833, pp. 244-248. URL consultato il 28 luglio 2025.
- ^ a b c von Wurzbach, p. 375.
- ^ a b Lombroso, p. 11.
- ^ Lombroso, p. 12.
- ^ Six, p. 227.
- ^ Hirtenfeld, pp. 358-362.
- ^ Lombroso, pp. 26-27.
- ^ (FR) Carl von Clausewitz, Le Campagne de 1796 en Italie, Berlino, 1833, pp. 306-309.
- ^ von Wurzbach, p. 373.
- ^ Hirtenfeld, pp. 363-364.
- ^ a b Hirtenfeld, p. 364.
- ^ a b c von Wurzbach, p. 376.
- ^ Lombroso, pp. 28-29.
- ^ Lombroso, pp. 30-33.
- ^ Lombroso, pp. 34-35.
- ^ Hirtenfeld, pp. 366-367.
- ^ Rothenberg, p. 74.
- ^ (EN) Edward Cust, Annals of the Wars of the Nineteenth Century, 1862, p. 2.
- ^ Lombroso, pp. 37-38.
- ^ von Wurzbach, p. 377.
- ^ G. Rothenberg, Wagram, pp. 71-73.
- ^ Archduke Charles' short biography in Napoleon & Empire website, displaying a photograph of his tomb in Vienna
- ^ G. E. Rothenberg, Napoleon's Great Adversary: Archduke Charles and the Austrian Army, 1792-1814. Staplehurst: Spellmount, 1995. ISBN 1873376405
- ^ Osterreichische Militärische Zeitschrift (Streffleur, Vienna) 1860 III, 229-233
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- David G. Chandler, Le campagne di Napoleone, Milano, R.C.S. Libri S.p.A., 1998, ISBN 88-17-11577-0.
- O. Criste, Erzherzog Carl (3 volumi), Vienna, 1912.
- L. Eysturlid, The Formative Influences, Theories, and Campaigns of the Archduke Carl of Austria, 2000.
- H. Hertenberger e F. Wiltschek, Erzherzog Karl: der Sieger von Aspern, 1983.
- (DE) Jaromir Hirtenfeld, “Der” Militär-Maria-Theresien-Orden und seine Mitglieder: nach authentischen Quellen bearbeitet. 1805 - 1850, vol. 1, Vienna, Aus der Kaiserlich-königlichen Hof- und Staatsdruckerei, 1857.
- (FR) Abel Hugo, France militaire : histoire des armées françaises de terre et de mer de 1792 à 1837, vol. 2, Parigi, Delloye, 1834. URL consultato il 29 luglio 2025.
- Giacomo Lombroso, Vite dei primarj generali ed ufficiali italiani, che si distinsero nelle Guerre napoleoniche dal 1796 al 1815, vol. 2, Milano, Borroni e Scotti, 1843.
- (EN) Gunther E. Rothenberg, Napoleon’s great adversaries: Archduke Charles and the Austrian Army 1792–1814, Stroud, Spellmount, 2007 [1995], ISBN 1873376405.
- (FR) George Six, Dictionnaire biographique des généraux et amiraux français de la Révolution et de l'Empire : 1792-1814, vol. 2, Parigi, Librairie historique et nobiliaire, 1934.
- (DE) Constantin von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, vol. 6, Vienna, Aus der Kaiserlich-königlichen Hof- und Staatsdruckerei, 1856.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Asburgo, Carlo Luigi Giovanni d'-, su sapere.it, De Agostini.
- (IT, DE, FR) Carlo d'Asburgo-Teschen, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- (EN) Archduke Charles, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (DE) Carlo d'Asburgo-Teschen (XML), in Dizionario biografico austriaco 1815-1950.
- (EN) Opere di Carlo d'Asburgo-Teschen / Carlo d'Asburgo-Teschen (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
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- Cavalieri dell'Ordine di San Gennaro
- Cavalieri di Gran Croce dell'Ordine di San Ferdinando e del merito
- Cavalieri di Gran Croce dell'Ordine nazionale della Croce del Sud
- Cavalieri di Gran Croce dell'Ordine di San Giuseppe
- Gran maestri dell'Ordine teutonico


