A. A. Milne

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A. A. Milne nel 1922 in una foto di Emil Otto Hoppé

Alan Alexander Milne (Kilburn, 18 gennaio 1882Hartfield, 31 gennaio 1956[1]) è stato uno scrittore britannico, noto soprattutto per la serie di libri per bambini con protagonista l'orsacchiotto Winnie the Pooh.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Milne visse la prima infanzia a Londra, dove frequentò una piccola scuola privata a Kilburn, diretta da suo padre John Vine Milne.[2] e in cui uno dei suoi insegnanti fu H. G. Wells[3] In seguito frequentò la Scuola di Westminster e il Trinity College di Cambridge dove studiò matematica grazie a una borsa di studio. Mentre era al Trinity, si occupò della redazione della rivista scolastica Granta, per la quale scrisse anche, insieme al fratello Kenneth, diversi articoli che furono pubblicati con la firma "AKM":[2] gli scritti suscitarono l'interesse di Punch, la principale rivista umoristica inglese, della quale Milne divenne in seguito collaboratore e assistente di redazione.[4]

Durante la prima guerra mondiale, Milne entrò nell'esercito, ma al termine della guerra espose posizioni fortemente critiche nei confronti del conflitto, riportate poi nel suo saggio Peace with Honour ("Pace onorevole", 1934), posizioni che avrebbe in seguito ritrattato nel 1940 con War with Honour ("Guerra onorevole").[2]

Il primo dopoguerra rappresentò la stagione più importante nella vita e nel lavoro di Milne. Nel 1920 nacque suo figlio Christopher Robin Milne e nel 1925 acquistò una villa di campagna, Cotchford Farm, a Hartfield nello East Sussex,[5] dove si sarebbe ritirato a partire dal 1952 dopo un grave intervento al cervello che lo avrebbe reso invalido in modo permanente e dove poi morì.[2]

Attività di scrittore[modifica | modifica wikitesto]

Fra la fine della guerra e la metà degli anni 1920 Milne pubblicò parecchie opere di diversi generi, soprattutto romanzi, fra cui il giallo Il dramma di Corte Rossa (1922) e diverse pièce teatrali: questi lavori lo resero celebre sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti. Milne fu anche autore per la nascente industria cinematografica britannica: dopo l'incontro nel 1920 con l'attore Leslie Howard, interprete della sua commedia Mr. Pim Passes By, Milne scrisse quattro sceneggiature per la casa di produzione Minerva Films, fondata nel 1920 da Howard e dal suo amico regista Adrian Brunel: The Bump, Twice Two, Five Pounds Reward e Bookworms.[6]

Nel 1925 Milne decise di dedicarsi alla letteratura per ragazzi con Gallery of Children, e l'anno successivo pubblicò un lavoro destinato a un successo tanto travolgente da oscurare tutta la sua precedente carriera: Winnie Puh (Winnie-the-Pooh). Il libro era in gran parte una trascrizione delle storie che Milne era solito raccontare a suo figlio e che avevano come protagonisti, oltre allo stesso Christopher Robin, i suoi animali di pezza, fra cui il celebre orsacchiotto Winnie Puh. I giocattoli di Christopher Robin sono ora esposti nello Stephen A. Schwarzman Building (già edificio principale della New York Public Library), a New York.[7] Nel 1927 Milne pubblicò Now We Are Six, un libro di poesie per bambini in cui ancora compariva Puh, e nel 1928 La strada di Puh (The House at Pooh Corner). I libri di Puh, illustrati nella versione originale da E. H. Shepard (che trasse ispirazione per la figura di Puh dal proprio orsacchiotto Growler)[8] divennero rapidamente classici della letteratura per ragazzi. Essi vengono talvolta paragonati alle opere di un altro inglese della generazione precedente, Lewis Carroll, soprattutto per il ruolo importante che vi svolgono la logica e l'uso creativo del linguaggio (sebbene i libri di Milne siano certamente più spensierati e giocosi dei romanzi di Alice).

Dopo il secondo libro di Puh, Milne decise, per usare le sue parole, di «dire addio a tutto ciò con 70.000 parole» (la lunghezza approssimativa dei suoi quattro libri per bambini). Mente eclettica, Milne non amava ripetersi e Christopher Robin, sua fonte d'ispirazione, stava diventando grande. Paradossalmente, uno degli effetti dei libri di Puh fu quello di far tramontare il nome di Milne nel settore della letteratura "per adulti", e persino Punch alla fine iniziò a rifiutarlo, sebbene l'editore Methuen continuasse a pubblicare tutto quello che Milne scriveva. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1956, i diritti sui personaggi del mondo di Puh passarono prima alla sua vedova Daphne, giungendo però alla fine nelle mani della Walt Disney,[9] che fece del personaggio Winnie Puh uno dei suoi marchi di maggior successo, realizzando film d'animazione, cartoni animati, libri e merchandising di ogni tipo.

La casa di Milne risale al 1600 e si trova nell'East Sussex: tutt'oggi è possibile trovarvi all'interno cimeli appartenenti alla famiglia Milne. È stata fonte d'ispirazione per i racconti dell'autore, ad esempio i 9,5 acri che circondano la proprietà sono veri e propri protagonisti del racconto.[10] Dopo la morte, il corpo di Milne fu cremato.

Opere: bibliografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Opere non di narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Articoli per Punch[modifica | modifica wikitesto]

Altri articoli[modifica | modifica wikitesto]

Libri per ragazzi[modifica | modifica wikitesto]

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

Opere teatrali (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Dalle opere di A.A. Milne sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici:

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Thwaite 1992, p. 140.
  2. ^ a b c d (EN) Ann Thwaite, Milne, Alan Alexander (1882–1956), in Oxford Dictionary of National Biography, Oxford, Oxford University Press, 2008.
  3. ^ (EN) Hampstead: Education, in A History of the County of Middlesex, IX Hampstead, Paddington, Londra, Victoria County History, 1989, pp. 159-169. URL consultato il 9 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2014).
  4. ^ (EN) A. A. Milne, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
  5. ^ (EN) Cotchford Farm, su English Heritage (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2008).
  6. ^ (EN) Adrian Brunel, Nice Work. The Story of Thirty Years in British Film Production, Londra, Forbes Robertson, 1949.
  7. ^ (EN) Winnie-the-Pooh and Friends, su The New York Public Library. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  8. ^ (EN) Rebecca Ford, Happy Birthday Pooh, in Daily Express, 28 febbraio 2007. URL consultato il 30 gennaio 2023.
  9. ^ (EN) Walt Disney secures rights to Winnie the Pooh, in The Guardian, 6 marzo 2001. URL consultato il 14 novembre 2023.
  10. ^ La vera casa di Winnie The Pooh, su Habitissimo, 26 ottobre 2018. URL consultato il 30 gennaio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ann Thwaite, A.A. Milne: His Life, London-Boston, Faber & Faber, 1990, ISBN 0-571-16168-5.
  • (EN) Ann Thwaite, The Brilliant Career of Winnie-the-Pooh: The Story of A. A. Milne and His Writing for Children, London, Methuen, 1992, ISBN 0413667103.
  • (DE) Wolfgang Günther, Wege ins Wunderland. Von Peter Pan bis Harry Potter, Frankfurt am Main, Martin Gold, 2006, ISBN 3939367001.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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