Utente:Vitale Bramani/Sandbox

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Vitale Bramani, (Milano, 3 maggio 1900 – 7 luglio 1970), ha molti volti per essere ricordato. Sicuramente quello dell’alpinista - apre più di 100 vie [1] nell’arco alpino e diventa membro del Club Alpino Italiano (CAI) a venticinque anni. Sicuramente quello del ricercatore che lo ha portato a inventare nel 1936 le suole a carrarmato [2]. Indubbiamente quello dell’imprenditore: nelle seconda metà degli anni Trenta, dà vita alla Vibram, azienda ancora oggi leader nella produzione di suole in gomma ad alte performance. Da qui la sua strada è segnata da molti successi. Uno tra tutti la conquista del K2 ottenuta nel 1954 grazie anche alle suole marchiate con l’ottagono d’oro. Ma già ai tempi della Seconda Guerra Mondiale erano considerate un bene prezioso per la sopravvivenza degli alpini e furono impiegate nella Campagna di Russia dal Battaglione Monte Cervino [3]. Si narra che le estreme condizioni climatiche portavano i soldati a barattare i loro fucili pur di ricevere in cambio un paio di scarpe con le suole in gomma che garantissero la protezione dal freddo e dall’acqua.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Uno scalatore nato[modifica | modifica wikitesto]

Vitale nasce a Milano il 3 maggio del 1900 da Cesare Bramani e Rosa Radice. I Bramani sono ebanisti esperti e ricevono commesse dall’eccellenza milanese. Proprio nel laboratorio del padre vedrà i primi sci di legno che venivano consegnati per essere riparati nelle punte [4]. Il carattere esuberante e l’attitudine all’impresa mette subito in mostra il giovane Vitale: si racconta che amasse arrampicarsi sui balconi dei palazzi senza paura preferendo l’avventura al rigore dei banchi di scuola. A salvarlo la montagna e l’intuizione del fratello Cornelio che, avendo notato la propensione di Vitale per l’arrampicata, lo introduce al mondo dell’alpinismo. A soli quindici anni Vitale Bramani s’iscrive alla SEM (Società Escursionisti Milanesi). Qui conosce Eugenio Fasana di cui sarà allievo, compagno di scalate, amico fedele e anche cognato: nel 1927 sposa Maria Fasana, la sorella minore [5]. Il primo successo lo raggiunge a 17 anni quando supera il sesto grado di difficoltà lungo la spaccatura Dones della parete ovest del Torrione Magnaghi Meridionale (Grigna) [6]. È l’inizio di una vocazione che lo porta a diventare guida alpina accademica e a ricevere nel 1933 la medaglia d’oro al valore alpinistico con il conferimento da parte di Angelo Manaresi allora presidente del CAI [7]. Racconta il suo amore per la montagna in alcuni articoli pubblicati su Le Prealpi, periodico della SEM e sulla Rivista del CAI: minuziosi diari dell’epoca sullo spirito e la vivacità di questa community esclusiva.

Il primo negozio dedicato all'alpinismo[modifica | modifica wikitesto]

È il 1928 quando inaugura in via della Spiga 8 a Milano il primo negozio dedicato all’alpinismo subito punto di ritrovo per gli appassionati di montagna. Qui incontra tra gli altri, Ettore Castiglioni [8], i conti Aldo e Alberto Bonacossa, Elvezio Bozzoli Parasacchi, Celso Gilberti [9]. Qui conosce anche Franco Brambilla, futuro amministratore delegato della Pirelli e cognato di Leopoldo Pirelli: le prime suole a carrarmato saranno prodotte assieme a loro. Qui inizia anche la sua futura carriera da imprenditore. Nel 1931 è fotografato con il Re Alberto I del Belgio] insieme a Paula Wiesinger, tra le prime donne alpiniste dell’epoca: è la loro guida in Grigna ma, con loro farà molte altre scalate [10]. Oramai è un personaggio conosciuto e la sua attività continua a progredire. Con la nascita di Cesare (25 aprile 1936 – 6 gennaio 1973) trasferisce la famiglia in via della Spiga di fronte al negozio. Nel 1962 il negozio si trasferisce in via Visconti di Modrone e dal 1969 si chiamerà Bramani Sport. Resterà attivo fino al 1994[11].

La suola a carrarmato: un'invenzione che cambia la storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel settembre del 1935 assiste a un grave incidente in cordata sulla Punta Rasica in Val Bregaglia, dove perdono la vita sei escursionisti, anche a causa di calzature inadeguate [12]. Per Vitale Bramani è un dolore enorme e uno shock, ma anche l’inizio di un nuovo corso. A venirgli incontro una scoperta recente: la gomma vulcanizzata. Vitale Bramani la applica alle suole delle scarpe garantendo così la stabilità degli scarponi chiodati e la flessibilità e il grip delle pedule. Per migliorare l’aderenza e la trazione disegna dei tasselli a forma di croce: le suole potevano così drenare all’esterno neve e detriti fangosi, oltre a garantire una buona presa sulla roccia [13]. Era nata la suola Vibram (dalle iniziali del suo inventore), ancora oggi utilizzata in tutto il mondo su milioni di paia di scarpe. Il primo collaudo è nel 1937 con la conquista da parte di Vitale Bramani ed Ettore Castiglioni della parete Nord-Ovest del Pizzo Badile. A questo punto inizia la scalata: sostituisce le suole dagli scarponi e mette le proprie.

La Vibram di Vitale Bramani[modifica | modifica wikitesto]

Un’azienda ad alta specializzazione[modifica | modifica wikitesto]

Si chiama Gomma Tecnica il primo stabilimento aperto a Gallarate nel 1947 dove lavorano 40 operai [14]. Solo dal 1958 con la nuova sede dell’azienda ad Albizzate in provincia di Varese Vibram diventa il nome ufficiale. Gli anni Cinquanta sono anni di crescita sotto tutti i punti di vista. Capisce che la sua forza è la specializzazione. Dichiara in un’intervista a Walter Tobagi degli anni Sessanta: “Quando ho cominciato l’industria avevo quaranta operai […].Ora ho undici concessionari in tutto il mondo che impiegano i miei brevetti [...]. Con questi soldi mantengo la sezione ricerche della fabbrica. E posso immettere sempre nuovi macchinari. Io ho quest’idea, l’ho sempre avuta. Si può risparmiare su tutto, non sui macchinari […]”.

1954 la conquista del K2[modifica | modifica wikitesto]

Da Life al Corriere della Sera, da Epoca alla Gazzetta dello Sport dalla radio alla televisione tutti parlano del successo italiano. La conquista del K2 [15]– la seconda vetta più alta del mondo dopo l’Everest – da parte della spedizione italiana guidata da Ardito Desio e patrocinata dal CAI è un’iniezione di ottimismo per tutti gli italiani. Ad arrivare in cima agli 8.611 metri Achille Compagnoni e Lino Lacedelli che indossano scarponi Dolomite con suola Vibram. Anche Vitale Bramani investe molto in questa impresa. Insieme al suo ufficio tecnico progetta sei differenti tipi di suole ad alte prestazioni in grado di offrire la maggiore sicurezza possibile e di adattarsi perfettamente alle rocce di quelle montagne estremamente difficili. Desio stesso scriverà a Vitale per ringraziarlo del supporto offerto sottolineando come le suole Vibram abbiano svolto un ruolo fondamentale nella vittoria italiana.

La Bramani è status symbol[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1955 viene disegnata la Bramani: una scarpa casual scamosciata e stringata perfetta anche in città che diventa un must non solo per gli appassionati di montagna. Quando negli anni Sessanta Bramani Sport apre in via Visconti di Modrone all’offerta altamente specializzata per sciatori e alpinisti si affiancano anche le collezioni di abbigliamento dal gusto informale ma estremamente elegante, un po’ British.

USA&Sudamerica: vita oltreoceano[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi degli anni Sessanta Vitale Bramani esporta le suole Vibram Oltreoceano raggiungendo i mercati degli USA e del Sudamerica. Nel 1965 rilascia le licenze per produrre suole Vibram a Quabaug Corporation con sede in North Brookfield, Massachusetts. Quabaug realizza prodotti in gomma dal 1916. Dal 1963 si dedica esclusivamente alla produzione di suole. Dal 1965 ad oggi è il primo produttore di suole Vibram degli Stati Uniti. Alla fine del 1970, anno della morte di Vitale Bramani, nel mondo erano attive le seguenti licenze di fabbricazione:

  • Argentina – Gatic s.a.l.c.f.é.i. – Buenos Aires
  • Australia – Siazengers (Australia) Pty Ltd. – Sydney
  • Cile – Ipacai – Santiago
  • Grecia – Greek Rubber Industry – Piraeus
  • N. Zelanda – Dunlop N. Zealand Ltd. – Christchurch
  • San Marino – Corpa S.A. – San Marino
  • Norvegia – A/S Askim Gummivarefabrik – Oslo
  • Svizzera – Daetwyler A.G. – Altdorf (Url)
  • U.S.A. – Quabaug Rubber Co. North Brookfield (Mass.)

Lo spirito di squadra[modifica | modifica wikitesto]

Imprenditore generoso con un forte spirito di gruppo istituisce negli anni Sessanta la Coppa dell’Amicizia e organizza dei tornei calcistici e gare sciistiche tra dipendenti. Tradizione aziendale era andare allo stadio San Siro per assistere al derby insieme ai dipendenti Vibram. Muore improvvisamente a Milano per arresto cardiaco a settant’anni.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Walter Tobagi, 100.000 salamini- I giganti dell’industria. Vitale Bramani, anni Sessanta.
  2. ^ Jenner Merletti, L'uomo che inventò le scarpe del mondo, in «La Domenica», inserto di Repubblica, 31.07.2005, p. 28.
  3. ^ AA. VV., In punta di Vibram, Varese, Arterigere, 2004.
  4. ^ Walter Tobagi, 100.000 salamini- I giganti dell’industria. Vitale Bramani, anni Sessanta.
  5. ^ Marco Ferrazza, Grigna assassina, Torino, CDA&Vivalda, 2006
  6. ^ Marco Ferrazza, Grigna assassina, Torino, CDA&Vivalda, 2006
  7. ^ Eugenio Fasana, Profilo di Vitale Bramani , Le Prealpi, Anno 32, Gennaio/Febbraio 1933, n. 1-2.
  8. ^ Ettore Castiglioni, ll giorno delle Mesules, Torino, CDA&Vivalda,1993.
  9. ^ Aldo Bonacossa, In memoria di Vitale Bramani , Rivista mensile del CAI, Anno 92, Giugno 1971, n. 6, Volume 90.
  10. ^ Aldo Bonacossa, In memoria di Vitale Bramani , Rivista mensile del CAI, Anno 92, Giugno 1971, n. 6, Volume 90
  11. ^ Chiude Bramani, tra storie di monti e scarponi famosi, Corriere della Sera, 07.02.1994
  12. ^ Eugenio Fasana, Quando il gigante si sveglia, Torino, Montes,1944.
  13. ^ Aldo Bonacossa, In memoria di Vitale Bramani , Rivista mensile del CAI, Anno 92, Giugno 1971, n. 6, Volume 90.
  14. ^ Walter Tobagi, 100.000 salamini- I giganti dell’industria. Vitale Bramani, anni Sessanta.
  15. ^ Jenner Merletti, L'uomo che inventò le scarpe del mondo, in «La Domenica», inserto di Repubblica, 31.07.2005, p. 28.

Le Principali Salite[modifica | modifica wikitesto]

1917

  • Spaccatura Dones, parete ovest Magnaghi Meridionale 2040 mt, Grigna, insieme a G. Colombo

1920

1921

  • Passo della Portella 2260 mt, Gruppo del Gran Sasso, insieme a C. Bestetti

1922

  • Grand Combin 4317 mt, Alpi Pennine occidentali insieme a E. e P. Fasana, F. Franzosi e C. Bramani
  • Mont Gelé 3519 mt, Alpi Pennine insieme a C. Bestetti, A. Antonini, C.Bramani, Galetti, De Rossi, Rimoldi
  • Trident de Faudery 3384 mt, Alpi Pennine, insieme a P. Fasana, C. Bestetti, F. Antonini

1923

  • Fratello Minore dei Tre Fratelli (Trois Frères) 3150 mt, Valpelline insieme a E. Bozzoli, C. Bestetti, A. Antonini
  • Punta Arcana 2300 mt, Val Maira insieme a A. Bonacossa
  • Pizzo Settentrionale dell’Oro 2690 mt Gruppo del Ligoncio a E. Fasana, E. Bozzoli
  • Pizzo Meridionale dell’Oro 2714 mt, Gruppo del Ligoncio insieme a E. Fasana, E. Bozzoli
  • Punta della Sfinge 2800 mt, Gruppo del Ligoncio insieme a E. Fasana, E. Bozzoli
  • Monte Clapier di Valpelline 3458 mt insieme a E. Fasana, C. Bestetti
  • Col Sans Nom 3300 mt, Colle di Dar, Valpelline, insieme a E. Fasana, C. Bestetti
  • Aiguille du Peigne 3192 mt, Guglie di Chamonix insieme a E. e P. Fasana
  • Petit Dru 3758 mt, Gruppo Aiguille Verte insieme a E. e P. Fasana

1924

  • Torrione dell’Orso 2360 mt, Media [[Val Camonica]ˆ insieme a C. Bestetti, E. Bozzoli
  • Cresta delle Prigioni 2300 mt, Pizzo Badile Camuno insieme a E. Bozzoli
  • Presolana Centrale 2476 mt, Prealpi Bergamasche insieme a R. Barzaghi, E. Bozzoli
  • Zuccone di Campelli 2170 mt, Prealpi di Lecco, insieme a R. Barzaghi, E. Bozzoli
  • Pizzo Campanile 2457 mt, Val di Livo insieme a E. Fasana, E. Bozzoli
  • Sasso Bodengo 2406 mt, Val di Livo insieme a E. Fasana, E. Bozzoli
  • Cima di Castello 3392 mt, Gruppo Albigna insieme a E. Fasana, A. Bonacossa
  • Ermite de Cunei 3017 mt insieme a E. Fasana

1925

  • Pizzo di Pesciola 2100 mt, Prealpi di Lecco, insieme a E. Bozzoli
  • Torrione Fiorelli 1673 mt, Grigna Meridionale insieme a M. Castiglioni
  • La Lancia 1730 mt, Grigna Meridionale, insieme a I. Fasanotti, M. Cereghini
  • Pizzo Camerozzo 2876 mt – Punta Bertani 2805 mt, Val Masino insieme a M. Castiglioni
  • Pizzo della Pieve 2257 mt, Gruppo delle Grigne insieme a E. Fasana
  • Badile Camuno 2435 mt, Media Val Camonica, insieme a E. Fasana, A. Bonacossa

1926

  • Pizzo Ligoncio 3033 mt, Val Masino, insieme a E. e P. Fasana, L. Binaghi
  • Sella Ligoncino 2770 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a E. e P. Fasana, L. Binaghi
  • Punta della Rossa 2888 mt, Monte di Devero, insieme a P. Fasana
  • Il Pizzo 1832 mt, Grigna, insieme a E. e P. Fasana, M. Castiglioni

1927

  • Cresta delle Prigioni, Badile Camuno, insieme a M. Catiglioni, E. Bozzoli
  • Torre dell’Orsa, Gruppo Civetta, insieme a M. Catiglioni

1928

  • Canale di Val Mala, Grigne, insieme a C. Bramani
  • Pizzo della Pieve 2257 mt, Grigna, insieme a N. Corti, N. Burchiani
  • Cimone della Bagozza 2407 mt, Monti di Schilpario, insieme a L. Gasparotto, A. Camplani

1929

  • Pizzo Barbisino 2150 mt, Prealpi di Lecco, insieme a E. Bozzoli
  • Cima Bacchetta 2549 mt, Media Val Camonica, insieme a E. Bozzoli
  • Campanili delle Granate 3100 mt, Gruppo Baitone, insieme a E. Bozzoli
  • Sella Ligoncino 2770 mt, Gruppo Ligoncio, insieme a E. Bozzoli, S. Saglio, U. di Vallepiana, M. Gelosa, E. Bianchi, N. Burchiani, N. Curti, M. Bonazzi, F. Pastore
  • Pizzo Ligoncio 3033 mt, insieme a P. Fasanza, E Bozzoli
  • Denti del Ligoncio insieme a E. Bozzoli
  • Campanile Basso 2877 mt, Gruppo di Brenta, insieme a E. Castiglioni, E. Bozzoli

1930

  • Torre Nino 2350 mt, Gruppo Camino Bagozza-Concarena, insieme a E. Castiglioni, G. Forgiarini
  • Cimone della Bagozza 2409 mt, Gruppo Camino-Bagozza-Concarena, insieme a G. Forgiarini, G. Alessio
  • Torrioni delle Quattro Matte 2122 mt, Gruppo Presolana, insieme a A. Sala, A. Camplani
  • Gran Paradiso 4061 mt insieme a A. Bonacossa
  • Corno delle Pale 2270 mt, Gruppo Camino, insieme a A. Sala, A. Camplani, E. Fasana
  • Presolana Occidentale 2511 mt, Prealpi Bergamasche, insieme a C. Gilberti, E. Castiglioni

1931

  • Punta della Sfinge 2800 mt, Pizzo Ligoncio 3033 mt, insieme a E. Bozzoli
  • Monviso 3841 mt, Alpi Cozie, insieme a A. Bonacossa
  • Punta della Sfinge 2800 mt, Gruppo Ligoncio, insieme a L. Binaghi, G. Alessio, G. Forgiarini
  • Croda dei Toni di Mezzo 3024 mt, Dolomiti di Sesto, insieme a E. Castiglioni
  • Cima Bagni 2913 mt, Gruppo Popera, insieme a E. Castiglioni, L. Gasparotto
  • Croda del Passaporto 2704 mt, Gruppo del Paterno, insieme a E. Castiglioni

1932

  • Pizzo Badile 3307 mt, Gruppo Albigna, insieme a L. Binaghi, R. Brazaghi
  • Ago di Tredenus 2770 mt, Media Val Camonica, insieme a E. Bozzoli
  • Cima Bacchetta 2549 mt, Concarena, insieme a L. Gasparotto, E. Bozzoli
  • Cima del Barbacàn 2740 mt, Gruppo Albigna, insieme a M. Bardelli, S. Saglio
  • Zuccone di Campelli 2170 mt, Valsassina, insieme a E. Fasana

1933

  • Cima Bacchetta 2549 mt, Concarena, insieme a E. Castiglioni, E. Bozzoli, L. Gasparotto
  • Sasso Arso 2469 mt, Gruppo Disgrazia, insieme a E. Bozzoli, A. Omio
  • Corni Bruciati 2958 mt, Gruppo Disgrazia, insieme a M. Bardelli, S. Saglio, G. Maggioni
  • Cima Bacchetta 2549 mt, Concarena, insieme a E. Bozzoli, P. Orio, A. Giannantoni
  • Cima d’Arcanzo 2714 mt, Gruppo Disgrazia, insieme a M. Bardelli, S. Saglio, E. Bozzoli, L. Flumiani
  • Pizzo della Vedretta 2870 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a E. Bozzoli
  • Cima del Calvo 2941 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a E. Bozzoli
  • Piz Glüschaint 3594 mt, Gruppo del Bernina, insieme a E. Castiglioni
  • Corni Bruciati 3112 mt, Gruppo Disgrazia, insieme a E. Castiglioni
  • Cima dell’Averta 2824 mt, Gruppo del Disgrazia, insieme a E. Castiglioni
  • Pizzo Vicima 2856 mt, Gruppo del Disgrazia, insieme a E. Castiglioni

1934

  • Pizzo della Vedretta 2870 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a M. Bardelli, S. Saglio, E. Bozzoli
  • Presolana Centrale 2521 mt, Prealpi Bergamasche, insieme a E. Bozzoli, R. Barzaghi
  • Pizzo Ratti 2919 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a E. Bozzoli, M. Bardelli
  • Pizzo Meridionale dell’Oro 2714 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a E. Bozzoli
  • Pizzo Ratti 2919 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a E. Bozzoli
  • Punta della Sfinge 2800 mt, Gruppo del Ligoncio, insieme a E. Bozzoli, M. Bardelli, E. Fasana
  • Pala di San Martino 2987 mt, Dolomiti di Primiero, insieme a E. Castiglioni
  • Cima Immink 2868 mt, Pale di San Martino, insieme a E. Castiglioni
  • Cima delle Comelle 2939 mt, Pale di San Martino, insieme a E. Castiglioni
  • Cima d’Angheràz 2649 mt, Pale di San Martino, insieme a E. Castiglioni, B. Detassis

1935

  • Sciora di Fuori 3169 mt, Gruppo Albigna, insieme a E. Castiglioni
  • Pioda di Sciora 3238 mt, Gruppo Albigna, insieme a E. Bozzoli
  • Punta Rasica 3308 mt, Gruppo Albigna, insieme a E. Bozzoli, A. Bonacossa, C. Negri
  • M. Fornèl 2010 mt, Gruppo del Ferùc, insieme a E. Castiglioni
  • Torre del Mont’Alto 2046 mt, Gruppo del Ferùc, insieme a E. Castiglioni
  • Torre di Roces 2754 mt, Gruppo di Sella, insieme a E. Castiglioni
  • Bec di Mesdì 2967 mt, Gruppo di Sella, insieme a E. Castiglioni
  • Piccola Fermeda 2800 mt, Gruppo delle Odle, insieme a E. Castiglioni

1936

  • Torrone Occidentale 3351 mt, Gruppo Albigna, inseme a E. Bozzoli, R. Barzaghi
  • Rocca Castello 2453 mt, Val Maira, insieme a E. Castiglioni, E. Bozzoli
  • Rocca Castello 2453 mt, Val Maira, insieme a E. Castiglioni

1937

  • Pizzo dei Gemelli 3261 mt, Gruppo Albigna, insieme a E. Castiglioni, E. Bozzoli
  • Torrone Occidentale 3351 mt, Gruppo Albigna, inseme a E. Bozzoli, E. Castiglioni
  • Pizzo Badile 3308 mt, Gruppo Albigna, insieme a E. Castiglioni
  • Ceda Bassa 2736 mt, Gruppo di Brenta, insieme a E. Castiglioni, G. Boccalatte

1941

  • Cima Giai 2503 mt, Gruppo dei Monfalconi, insieme a E. Castiglioni
  • Cadin degli Elmi 2430 mt, Gruppo Spalti di Toro, insieme a E. Castiglioni
  • Corno Gioia 3087 mt, Gruppo Adamello, insieme a E. Castiglioni
  • Cima di Poia Centrale 2991 mt, Gruppo Adamello, insieme a E. Castiglioni

1942

  • Corno Orientale di Salarno 3327 mt, Gruppo Adamello, insieme a E. Bozzoli, N. Oppio

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d’oro al valore alpinistico, 1933, Milano

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri su Vitale Bramani[modifica | modifica wikitesto]

  • Eugenio Fasana, Quando il gigante si sveglia, Torino, Montes,1944.
  • Eugenio Fasana, Cinquant’anni di vita della Società Escursionisti Milanesi, Milano SEM, 1941.
  • Marco Ferrazza, Grigna assassina, Torino, CDA&Vivalda, 2006.
  • Marino Stenico, Una vita di alpinismo, Belluno, Nuovi sentieri, 1986.
  • Ettore Castiglioni, ll giorno delle Mesules, Torino, CDA&Vivalda,1993.
  • Gianni Spartà, Romanzo industriale, Varese, Macchione Editore, 1993.
  • AA. VV., In punta di Vibram, Varese, Arterigere, 2004

Articoli di Vitale Bramani[modifica | modifica wikitesto]

La rivista del CAI

  • 1928, Nuove ascensioni nelle Alpi Centrali
  • 1931, Nuove vie alla Presolana ed altre prime ascensioni

  • 1935, Lo Spigolo Nord del Pizzo Badile

  • 1936, Cose sentite e cose fatte

  • 1937, Pioda di Sciora

  • 1938, Pizzo Nord-Ovest dei Gemelli

  • 1938, Da “una giornata dell’ala” alla Nord-Ovest del Badile

  • 1950, La prima salita della Parete Orientale del Corno Orientale di Salarno

Le Prealpi

  • 1920, Un'ascensione senza Guida al Sass Long
  • 1921, La Torre De Lago delle tre Torri del Vajolet
  • 1921, Una capatina al Gran Sasso d'Italia

  • 1924, Visitando il Colle di Valsorey - Le Petit Frère
  • 1924, Il Torrione dell'Orso
  • 1924, Parete Nord della Presolana

  • 1925, Sulle Cuspidi di Val Tesa

  • 1927, Prima salita alla Punta Bertani e prima traversata dal Pizzo Camerozzo
  • 1928, Punta della Rossa nelle Alpi Lepontine

  • 1929, Torre dell'Orsa - Prima Ascensione

  • 1930, Campanili delle Granate

Articoli su Vitale Bramani[modifica | modifica wikitesto]

  • Eugenio Fasana, Profilo di Vitale Bramani , Le Prealpi, Anno 32, Gennaio/Febbraio 1933, n. 1-2.
  • Walter Tobagi, 100.000 salamini- I giganti dell’industria. Vitale Bramani, anni Sessanta.
  • Jenner Merletti, L'uomo che inventò le scarpe del mondo, in «La Domenica», inserto di Repubblica, 31.07.2005, p. 28.
  • Aldo Bonacossa, In memoria di Vitale Bramani , Rivista mensile del CAI, Anno 92, Giugno 1971, n. 6, Volume 90.
  • Chiude Bramani, tra storie di monti e scarponi famosi , Corriere della Sera, 07.02.1994

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]