Utente:Pagliuca.mario/Sandbox

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--Pagliuca.mario (msg) 20:45, 3 giu 2017 (CEST)
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L'infermiere è un professionista sanitario dell'area delle scienze infermieristiche[1], che secondo i requisiti previsti dalla normativa è responsabile dell'assistenza infermieristica generale in Italia (Decreto Ministeriale n. 739/1994) e nel resto di Europa con le direttive Europee 2005/36[2] e 2006/100[3].

L'attività professionale viene svolta in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o come libero professionista.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Medioevo ed età moderna[modifica | modifica wikitesto]

L'assistenza infermieristica era generalmente erogata da religiosi, soprattutto nel medioevo e fino all'età moderna. Tuttavia, la figura religiosa non era inizialmente ben accettata nel praticare l'assistenza ai malati, in quanto il contatto con i corpi sembrava essere una prerogativa delle donne sposate o addirittura prostitute. Tra gli esempi più famosi si menziona Caterina da Siena, (facente parte del terz'ordine domenicano) che nel XIV secolo in Italia, curava i malati di peste, in alcuni frangenti mettendo a repentaglio la sua vita per assisterli.[senza fonte]

XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Le rivoluzioni e le epidemie, negli Stati Uniti d'America, portarono ad un'espansione del ruolo infermieristico nel XVIII secolo. I problemi correlati ai bisogni di assistenza erano legati a motivi igienico-sanitari e ai bassi standard di vita

il calo di mortalità iniziato nel XVIII secolo diventa più marcato nel XIX secolo. I motivi per i quali si muore meno sono riconducibili a due, il primo è un sostanziale aumento delle condizioni di vita, il secondo motivo riguarda i frutti della rivoluzione scientifica che si iniziano a vedere dal decennio 1870-80.[4]

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Florence Nightingale.

Nel XIX secolo si inizia una sanificazione di tutte le istituzioni, carceri, ospizi, ospedali, ed avviene un'organizzazione globale di tutta l'assistenza sociale e sanitaria. In Inghilterra la rivoluzione industriale aveva portato, all'inizio del secolo, ad un progressivo abbandono del lavoro agricolo da parte della popolazione rurale ed in suo progressivo trasformarsi in "proletaria". Parallelamente vi è una soppressione dell'artigianato, e l'enorme massa dei lavoratori riuniti nella classe operaia, si ritrova in una situazione di sfruttamento lavorativo (solo nel 1802 venne implementata la legge che limita l'impiego di apprendisti per 12 ore al giorno), e le abitazioni avevano affitti molto elevati con delle condizioni igieniche terribilmente scadenti, prive di fogne o in comunicazione con i condotti dell'acqua. Questa situazione porta nel 1832 alla prima epidemia inglese di colera. La povertà, le lunghe giornate lavorative e la diffusione delle malattie aumentarono la richiesta di infermieri che operassero per la salute della comunità.[5]

Florence Nightingale, conosciuta come la fondatrice dell'infermieristica moderna, appartiene ad una famiglia inglese ricchissima e grazie agli insegnamenti del padre ottiene un'istruzione completa con un elevato risultato culturale.[4] Nacque il 12 maggio del 1820 in Italia, a Firenze. Intraprese la professione infermieristica contro i desideri della famiglia.

Accampamento inglese a Balaklava - 1855

Nel 1854 l'Inghilterra entra in guerra con una spedizione nel Mar Nero, in Crimea, con i francesi, in aiuto alla Turchia contro la Russia. La campagna militare inglese fu positiva ma incombe un grosso problema: i feriti e i malati della guerra morivano per mancanza di assistenza. Il ministro della guerra inglese Herbert inviò la Florence Nightingale in Crimea con un gruppo di infermiere in qualità di sovraintendente del corpo delle infermiere degli ospedali inglesi in Turchia con il compito di organizzare la sfera assistenziale. Le principali cause di morte erano dovute alle epidemie di colera e di tifo, alla cancrena e alla dissenteria, ma non strettamente correlate alle ferite di guerra. Florence Nightingale attuò una serie di provvedimenti quali igiene degli ambienti, biancheria,tecniche di sterilizzazione e diete speciali. In sei mesi la Nightingale riuscì a ridurre la mortalità dal 42% al 2%. L'opinione pubblica inglese, successivamente alla guerra di Crimea, cambiò idea nei confronti dell'importanza della figura dell'infermiere, in quanto "diviene simbolo di forza, misericordia, padronanza di sé di fronte al dolore, altruismo e solidarietà." [4] Nel 1860 pubblicò il libro "Notes on Nursing" e fondò la "Nightingale Training School for Nurses". La scuola si basò su due principi fondamentali quali:

  1. L'internato obbligatorio delle allieve nella "casa dell'infermiera" → l'intento della Nightingale è di formare il carattere dell'infermiera secondo criteri morali estremamente rigidi.
  2. La formazione infermieristica basata sul sapere, l'istruzione e la conoscenza → lezioni teoriche giornaliere vengono impartite da medici, infermieri e capo reparto e le allieve sono sottoposte ad esami e verifiche. L'istruzione secondo Nightingale non prevede alcuna interferenza nell'ambito medico, senza la sovrapposizione di attribuzioni, ma piuttosto le figure di infermiera e medico si sostengono a vicenda per il bene del malato.[4]

In Europa iniziano ad essere costruiti i primi ospedali con la nascita della figura del Direttore medico, mentre nel 1853 a Napoli viene fondata una prima scuola per infermieri. In Italia, infatti,dopo la seconda metà dell'Ottocento, con l'Unità d'Italia ed il pensiero comune dei cittadini, che riguarda la salute come competenza statale, fa sì che si vengano a generare riforme e leggi che porteranno alla creazione dei primi sistemi di tutela sanitaria e sociale del Regno d'Italia. Con la proclamazione del Regno d'Italia nel 1861, "l'azione sanitaria dello stato è limitata alla difesa della salute della popolazione da cause morbose esterne, prevedendo unicamente la profilassi delle malattie infettive affidata ai prefetti, con l'assistenza sanitaria lasciata alla forma umanitaria o religiosa. In molte regioni sono presenti i medici dei poveri con il compito di curare gratuitamente coloro che sono iscritti in apposite liste, dette di povertà." [4]

Nel XIX secolo nacquero numerose congregazioni religiose, che oltre all'insegnamento, fondarono ospedali e organizzazioni di assistenza ai malati a domicilio, nonostante la normativa ecclesiastica ancora imponesse alle religiose di non assistere nessuno a domicilio, oltre ad escludere le donne incinte e malati di sesso maschile. "Le suore infermiere, in nome della loro missione spesso disattendevano queste disposizioni non negando il loro aiuto ai sofferenti e aprendo continue discussioni con l'istituzione ecclesiastica, come testimonia l'inchiesta generale avviata dalla Sacra Congregazione dei Religiosi nel 1909 in tutto il mondo cattolico, in seguito alle molte proteste per la prassi consolidata delle religiose a prestare assistenza infermieristica, sia a domicilio che negli ospedali, anche agli uomini. Le suore, consapevoli dell'esigenza di una preparazione professionale, ottennero anche da Pio X nel 1905 la possibilità di fondare la prima scuola professionale per infermiere." [6]

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Negli Stati Uniti ed in Inghilterra il modello Nightingale influenza la formazione, l'organizzazione del lavoro e la identificazione professionale, permettendo un'evoluzione professionale infermieristica in rapida ascesa con mete sempre più ambiziose, come nel 1911 in America, dove nacque l'organizzazione professionale American Nurses Association (ANA). Successivamente nacquero le organizzazioni professionali come la Canadian Nurses Association (CNA), l'International Council of Nurses (ICN), la National League of Nursing (NLN). In Italia invece è attiva la Federazione italiana degli Infermieri e delle Infermiere degli Ospedali e dei Manicomi.

Copertina del primo numero dell'American Journal of Nursing, pubblicato nell'ottobre 1900.

La prima rivista infermieristica risale al 1900, ovvero l'American Journal of Nursing (AJN), gestita e pubblicata unicamente da infermieri.[7] Nel 1909 apre la prima scuola universitaria di assistenza infermieristica in Minnesota.

Il "Goldmark report"

Nel 1919 la Rockfeller Foundation fonda la Committee for the Study of Nursing Education per analizzare la formazione infermieristica negli Stati Uniti. La sociologa Josephine Goldmark venne messa a capo della commissione composta inoltre da Annie W. Goodrich, M. Adelaide Nutting, and Lillian Wald. Nel 1922 si giunge alla pubblicazione di un rapporto noto come Goldmark Report, nel quale si evidenziò che la qualità dei programmi di formazione erano inadeguati, e si raccomandava inoltre di:

  • separare la dirigenza delle scuole infermieristiche dalla dirigenza ospedaliera
  • la settimana di studio/lavoro degli studenti non doveva superare le 48 ore
  • obiettivo dei programmi di tirocinio doveva essere la formazione e non la copertura del servizio
  • ridurre la frequenza a 28 mesi
  • puntare alla formazione universitaria dei futuri insegnanti

Inoltre, in funzione di quanto scaturito dal rapporto, la Fondazione Rockefeller finanziò un modello sperimentale di formazione infermieristica che divenne in seguito la Yale School of Nursing, ovvero la prima scuola autonoma di infermieristica con un proprio preside, docenti, bilancio, e lauree conformi alle norme universitarie. Considerato un punto fondamentale nella storia dell'educazione infermieristica, i risultati di questo rapporto facilitarono il passaggio dalle scuole infermieristiche ospedaliere all'università negli Stati Uniti.[5]

Nel 1965 il rapporto "Lysaught Report" della National Commission on Nursing and Nursing Education, analizzò numerosi problemi infermieristici fra cui: "il chiarimento dei ruoli e delle funzioni infermieristiche, l'educazione infermieristica e le opportunità di carriera per gli infermieri." [5] Secondo H. L. Wilensky, un sociologo funzionalista, il processo di professionalizzazione di un'occupazione deve seguire una serie di passaggi che hanno una precisa collocazione storica. L'autore si pose l'obiettivo di identificare se esistono delle tappe comuni nel processo di professionalizzazione ed eseguì uno studio negli Stati Uniti negli anni sessanta del XX secolo e servì ad approfondire la storia di 18 professioni, tra cui la professione infermieristica.[8] L'esito della sua ricerca è positiva in quanto esiste una tipica successione di eventi comuni:

  • Cominciare a svolgere a tempo pieno l'attività e non più occasionalmente;
  • Istituzione di una scuola di formazione;
  • Formazione di associazioni professionali;
  • Agitazione politica, nel senso di impegno, per guadagnarsi l'appoggio della legge alla protezione dell'area di lavoro, della formazione come prove di abilitazione, legge sull'esercizio;
  • Definizione di un proprio codice deontologico.[4]

Se con Wilensky si analizza il processo di professionalizzazione, con l'opera di Meleis[8] si analizza il passaggio dal sapere culturale a quello disciplinare: "Secondo Meleis, da quando gli infermieri hanno cominciato a prendersi cura degli esseri umani in un modo metodico ed organizzato, essi sono stati coinvolti in qualche forma di teorizzazione", in un processo di elaborazione teorica infermieristica. I concetti di assistenza infermieristica, comfort, comunicazione, protezione, guarigione e salute, sono stati utilizzati per guidare la pratica prima di definire l'inizio dell'elaborazione teorica infermieristica.

Meleis, nella sua teoria, individua cinque stadi di evoluzione del sapere professionale:

  1. Stadio della pratica
  2. Stadio dell'educazione e dell'amministrazione
  3. Stadio della ricerca
  4. Stadio della teoria
  5. Stadio della filosofia

Questi stadi hanno distinto e condotto ad una evoluzione accademica della disciplina infermieristica definendone il mandato e base teorica

  1. Stadio della pratica → "il mandato dell'assistenza infermieristica è definito come il fornire aiuto per accrescere le possibilità di guarigione e di benessere, il creare un ambiente salutare che aiuti a diminuire la sofferenza e il deterioramento."
  2. Stadio dell'educazione e dell'amministrazione → nello sviluppo teorico della disciplina infermieristica, dopo una iniziale pratica di apprendistato, ci si sposta verso problemi correlati alla costituzione dei programmi di studio infermieristici, nei quali gli interrogativi sulla natura dell'assistenza infermieristica portano ad ulteriori sviluppi della teorizzazione infermieristica.
  3. Stadio della ricerca → "l'attenzione sulla formazione, i curriculum, l'insegnamento, le strategie di apprendimento, l'amministrazione, portano gli infermieri ad interessarsi della ricerca." Gli infermieri sono obbligati a sviluppare le proprie idee e comunicarle al mondo scientifico attraverso la pubblicazione nelle riviste e la presentazione in incontri accademici.
  4. Stadio della teoria → In questo stadio gli interrogativi sull'essenza dell'assistenza infermieristica ed i suoi obiettivi emergono in modo più organizzato in quanto, i propri autori, cominciano a costruire realtà così come loro le vedono e le proprie teorie vengono influenzate dall'area socioculturale in cui si sviluppano e da cui derivano.
  5. Stadio della filosofia → deriva dalle domande poste dopo l'elaborazione teorica. Gli infermieri, che cominciano a riflettere sugli aspetti concettuali della pratica professionale e sui metodi per lo sviluppo delle conoscenze infermieristiche, si pongono quesiti filosofici. In questo stadio la filosofia viene considerata un tentativo di comprendere le premesse filosofiche che stanno dietro le teorie e ricerche infermieristiche.[4]

Gli anni settanta vengono considerati anni di maggior sviluppo tecnologico, in cui il mondo sanitario vive l'invasione tecnologica più importante della propria storia recente. Con l'avvento delle nuove tecnologie, si sviluppano numerose specializzazioni mediche e numerose tecniche curative; tuttavia, la professione infermieristica che vive questo momento si specializza e focalizza la propria attenzione più sull'avvento tecnologico piuttosto che porre attenzione sulle conseguenti modificazioni dei bisogni di assistenza infermieristica delle persone.[4] In questi anni, che dal punto di vista storico-culturale sono visti come anni molto confusi e di crisi, "porta la classe infermieristica ad una sorta di crisi di identità della professione, la quale porta gli infermieri a cercare al di fuori del territorio italiano, delle soluzioni e dei nuovi paradigmi interpretativi della realtà." Dunque ci sono da un lato un aumento delle responsabilità e di "mansioni" affidate agli infermieri (in riferimento al D.P.R 14 marzo 1974, n. 225) e dall'altro lato la ricerca del significato di cosa è l'assistenza infermieristica.[4]

Rossetta Brignone introdusse il termine nursing nel 1972 in una sua relazione: il termine sta a significare "un taglio netto con il passato, identificare un nuovo modo di pensare l'assistenza e l'assistenza infermieristica, un nuovo modo di concepire la persona destinataria del servizio infermieristico." [4]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Assistenza infermieristica.

Il concetto di professione infermieristica si basa sul possesso di competenza teorico-tecnica esclusiva, responsabilità ed etica deontologica. Il codice deontologico dell'infermiere è rigido nell'assicurare fedeltà e lealtà del professionista infermiere verso la società e rappresenta il vero segno distintivo tra un'occupazione ed una professione[4]qual è quella dell'infermiere.

Il concetto di professionalità individuale si basa sul concetto di norma. La norma è "un modello, una regola, secondo cui uniformare o regolare atti e condotta" [4] ;è un criterio di giudizio.

Il comportamento collettivo ed individuale dell'infermiere si circostanzia su tre sistemi normativi:

  • Il sistema normativo disciplinare;
  • Il sistema normativo giuridico;
  • Il sistema normativo etico.

Le regole disciplinari rappresentano il sistema regolativo dell'agire professionale, e si materializzano soprattutto negli aspetti metodologici e strumentali della disciplina infermieristica (ordinamento didattico).

Il sistema normativo giuridico rappresenta la regola stabilita dallo stato verso il professionalismo in quanto rappresenta il riconoscimento sociale di alcuni passaggi ritenuti fondamentali nell'agire professionale e disciplinare[4](profilo professionale dell'infermiere)

La normativa etica, oltre ad essere indicata dallo stato e dalla produzione giuridica è rappresentata dal comportamento deontologico che viene prodotto dalla professione stessa, basato sul sapere, saper'essere e saper fare(codice deontologico).

Nel mondo[modifica | modifica wikitesto]

Francia[modifica | modifica wikitesto]

Inghilterra[modifica | modifica wikitesto]

Attraverso un corso consegnato presso i seguenti siti a rotazione: Riverside Campus, Chester; Warrington Campus; Wirral (Clatterbridge) si acquisisce il titolo di non medical prescribing ossia il titolo di infermiere prescrittore..[9]

Germania[modifica | modifica wikitesto]

Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Infermiere (Italia) e Professioni sanitarie in Italia.

La figura fa parte delle professioni sanitarie, e la formazione è demandata per legge alle Università in Italia.[10] Una volta conseguita la laurea triennale, che costituisce titolo abilitante ed essersi iscritto all'Ordine professionale tenuto presso i Collegi IPASVI presenti in ogni provincia, può svolgere la sua attività sia come lavoratore dipendente, sia come libero professionista presso strutture pubbliche e private, nell'ambito dell'assistenza domiciliare integrata[11][12]. Qualora decida di svolgere la sua attività in regime libero professionale, l'attuale normativa prevede l'obbligo di acquisizione del numero di partita IVA, la comunicazione di inizio attività al Collegio IPASVI, la stipula di un contratto per la copertura assicurativa professionale e l'iscrizione all'ENPAPI (Ente di Previdenza e Assistenza degli Infermieri).[13]

Il mancato possesso di uno dei requisiti previsti dalla normativa vigente, rientra nella fattispecie del delitto disciplinato dall'art. 348 del codice penale italiano ovvero esercizio abusivo della professione sanitaria.

L'infermiere contribuisce inoltre alla formazione del personale di supporto non sanitario (O.S.S) e concorre direttamente all'aggiornamento relativo al proprio profilo professionale.

Stati Uniti d'America[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Paramedico.

La figura dell'infermiere è distinta da quella del paramedico, quest'ultima disciplinata da norme e leggi - anche a livello federale - che si occupa del soccorso e dell'assistenza para-ospedaliera.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Corso di infermieristica (abilitante alla professione sanitaria di infermiere), su uniss.it. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  2. ^ Direttiva Europea 2005/36 (PDF), su dlgacademy.com. URL consultato il 17 febbraio 2016.
  3. ^ Direttiva Europea 2006/100 (PDF), su dlgacademy.com. URL consultato il 17 febbraio 2016.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m Edoardo Manzoni, Storia e filosofia dell'assistenza infermieristica, Milano, Masson, 2005.
  5. ^ a b c Ruth Craven e Constance Hirnle, Principi fondamentali dell'assistenza infermieristica, vol. 1, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2007.
  6. ^ E la suora inventò l'infermiera, su osservatoreromano.va. URL consultato il 5 ottobre 2013.
  7. ^ Dolan et al, 1983.
  8. ^ a b Willem Tousjin, Sociologia delle professioni, Bologna, Il Mulino, 1979.
  9. ^ King's College London - Prescribing For Nurses And Midwives, su www.kcl.ac.uk. URL consultato il 30 ottobre 2015.
  10. ^ IPASVI - Laurea triennale
  11. ^ Chi è l'infermiere da infermieriperlasalute.it
  12. ^ Per chi cerca un infermiere privato da ipasvi.laspezia.net, 7 gennaio 2015
  13. ^ infermieri libera professione adempimenti

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edoardo Manzoni, Storia e filosofia dell'assistenza infermieristica, Milano, Masson, 2005.
  • Ruth Craven e Constance Hirnle, Principi fondamentali dell'assistenza infermieristica, vol. 1, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2007.
  • Nicole Bizier, Dal pensiero al gesto, Milano, Srobona, 1993.
  • Lillian Sholtis Brunner, Doris Smith Suddarth e Suzanne C. OʼConnell Smeltzer, Infermieristica medico-chirurgica, vol. 1, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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