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Nicolò Castelli, o di Castelli,[1] pseudonimo di padre Biagio Augustelli[2] (Lucca, 3 febbraio 1661 – tra il 1728 e il 1739), è stato un letterato, scrittore e traduttore italiano.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Dalle scarse notizie pervenuteci sulla sua vita - in genere si tratta della data di pubblicazione delle sue opere e di poche altre informazioni in esse contenute (lo stesso luogo e data di nascita sono incerti) - parrebbe essersi fatto monaco a Roma e che intorno ai vent'anni si fosse già trasferito in Germania.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come si firmava lui stesso nelle sue opere. Cfr. ad esempio le sue traduzioni dell'Anfitrione di Molière (1697) in Cultura Italia e delle altre Opere di Molière, sia quelle del 1689 sia quelle del 1739, in OPAC SBN.
  2. ^ Francesco Fiorentino (a cura di), Teatro di Molière, Milano, Bompiani, 2013, p. 3044. ISBN 978-88-452-7453-4. Il passo è consultabile anche su Google Libri.


http://tools.wmflabs.org/lists/itwiki/Voci/Voci_poco_modificate_per_data_di_creazione

Grandezza areica

Nell'ambito della metrologia si definisce grandezza areica una specifica grandezza fisica "riferita alla superficie di area unitaria"[1] o, con espressione analoga, "relativa all'unità di area".[2] Pertanto, in questa accezione l'aggettivo "areico" deriva e acquista significato direttamente dal sostantivo "area".[3]

Sostanzialmente si tratta di un'unità di misura, adattabile senza particolari difficoltà a svariati campi d'indagine, per cui il più delle volte al vasto e generico concetto di "grandezza areica" si preferiscono quelli più specifici di "forza areica", di "densità areica di carica elettrica", di "flusso areico convettivo" o di "flusso areico conduttivo", e così via secondo i diversi ambiti di applicazione. Va notato che spesso vengono utilizzati come sinonimi di "areico" anche gli aggettivi "areale" e "superficiale", che tuttavia sono ritenuti meno appropriati.[1]

Applicazioni più note e norme UNI[modifica | modifica wikitesto]

  • Il coefficiente areico di intensità luminosa (UNI 10828)
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 31 marzo 1995, che ne dà i valori secondo i colori, gli angoli di divergenza e gli angoli di illuminazione
Leopoldo Purgato, Analisi parametrica del coefficiente areico di intensità luminosa di un catadiottro (tesi di laurea in ingegneria elettrotecnica), Padova, Università degli studi, 2011. (p. 69, catadiottro rosso più performante del giallo e del bianco: risposta maggiore; rosso e bianco più affidabili rispetto al giallo)
  • Il flusso areico termico (UNI EN 1264): è la potenza termica per unità di superficie (impianti di riscaldamento a pavimento alimentati ad acqua calda in edifici residenziali; varia in base al tipo di impianto)
  • Il flusso areico termico limite: è il flusso areico termico per il quale si raggiunge la temperatura massima ammessa dal pavimento
  • Il flusso areico termico nominale: è il flusso termico limite raggiunto in assenza del rivestimento del pavimento
  • Il flusso areico termico di progetto: è la potenza termica per unità di superficie del pavimento riscaldante
  • La legge di variazione dell'emissione areica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Areico in Treccani.it - Dizionario delle Scienze Fisiche, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996.
  2. ^ ²areico in Academic Dictionaries and Encyclopedias.
  3. ^ Al contrario, lo stesso identico aggettivo "areico" ha significato e applicazioni ben diverse se impiegato in ambito geografico: in tal caso esso deriva dal greco antico α- (alpha privativo) e dal verbo ρέω (scorrere), quindi con il valore di "non scorrere" (cfr. ad esempio l'espressione bacino areico, in cui cioè "non scorrono" fiumi).

Voci collegate[modifica | modifica wikitesto]


secondo me se hai voglia dovresti farla. Non risulterà alla fine più breve di bacino esoreico. forse trovi qualcosa al redirect en:Exorheic, e devi wikidatare a fr:Exoréisme--Alexmar983 (msg) 17:15, 19 ott 2014 (CEST)



Una copia della Margarita philosophica di Reisch conservata nel Museo della scienza di Wroughton (borough di Swindon), in Inghilterra.

Gregor Reisch, talvolta latinizzato in Gregorius Reischius (Balingen, 1467 circa – Friburgo in Brisgovia, 9 maggio 1525), è stato un umanista, scrittore ed enciclopedista tedesco. È noto soprattutto per aver compilato l'enciclopedia Margarita philosophica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studente all'Università di Friburgo in Brisgovia dal 1487, l'anno successivo vi ottenne il titolo di baccelliere e nel 1489 quello di magister artium. Entrato nell'Ordine certosino, allora in forte espansione, tornò ben presto all'Università Albertina[1] dove insegnò per una decina d'anni, fino al 1500. Fu un periodo piuttosto intenso sia per il lavoro (in particolare la stesura della Margarita philosophica, conclusa all'incirca nel 1496) che per gli studi (completati con un temporaneo soggiorno all'università di Heidelberg nel 1496-1498, grazie anche al mecenatismo del conte di Zollern, Eitel Federico II). Nel 1500-1502 fu priore nella certosa di St. Margarethental a Basilea (Klein Basel) e, dal 1503 fino a poco prima della morte, in quella del Monte di San Giovanni Battista a Friburgo, dove si oppose strenuamente al luteranesimo componendo testi filosofici diffusi e apprezzati soprattutto fra gli universitari della città. Fu anche "visitatore" per la provincia certosina del Reno e proprio in quel ruolo si distinse come avversario dei riformati.

Confessore dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, grazie ai suoi viaggi incontrò e strinse personale amicizia con Erasmo da Rotterdam ed altri famosi umanisti del suo tempo, fra cui si possono ricordare Ulrich Zasius, il celebre predicatore Johann Geiler von Kaisersberg e gli alsaziani Matthias Ringmann, Beatus Rhenanus e Jakob Wimpfeling. Tra i suoi allievi figura il teologo Johannes Eck, noto esponente tedesco della Controriforma. La sua vasta e solida erudizione gli permetteva di fronteggiare agevolmente questioni disparate, tanto da venir considerato dai contemporanei una sorta di "oracolo". In ogni caso fu uno dei principali intellettuali che contribuirono all'affermarsi delle enciclopedie come strumento di diffusione del sapere.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

La filosofia triceps (naturalis, rationalis e moralis) con le sette arti liberali (xilografia che funge da frontespizio per la 1ª edizione della Margarita philosophica, 1503).
I ventricoli cerebrali (xilografia tratta dal 10º libro, dedicato all'anima "vegetativa", della Margarita philosophica, 1512).

Margarita philosophica[modifica | modifica wikitesto]

La sua opera più conosciuta è la Margarita philosophica, probabilmente la prima enciclopedia moderna ad essere stampata e divenuta un elemento essenziale nella storia della scienza per l'attenzione rivolta alla cosiddetta "filosofia naturale". Redatta infatti intorno al 1496,[3] venne pubblicata a Friburgo in Brisgovia nel 1503 e rieditata almeno una dozzina di volte nel corso del XVI secolo.

Tipica enciclopedia rinascimentale indirizzata agli studenti universitari, è composta in forma di dialogo fra un allievo che domanda e un insegnante che risponde. Trattandosi di un'enciclopedia "generalista", affronta argomenti disparati, ordinati comunque secondo il modello delle sette arti liberali con l'intento di presentare un po' tutto lo scibile. Dei 12 libri in cui è suddivisa, i primi tre riguardano grammatica (latina), logica (con il sillogismo dialettico) e retorica, cioè le arti del Trivio (o artes sermocinales), seguiti dai quattro dedicati ad aritmetica, musica, geometria ed astronomia, cioè le arti del Quadrivio (o artes reales); vengono poi i quattro libri consacrati alla "filosofia naturale": l'8º - Naturalis philosophiæ principia, il 9º - De origine rerum naturalium (minerali, metalli e loro estrazione), il 10º sulla fisiologia e la psicologia (intese come studio dell'anima "vegetativa" e "sensitiva") e l'11º su origine, natura e immortalità dell'anima "razionale"; il 12º e ultimo libro conclude il trattato con l'etica (o filosofia morale).

Ispirato all'aristotelismo, integrato in base ai principi cristiani secondo la caratteristica interpretazione dell'agostinismo medievale,[4] il testo è corredato da un indice analitico e da numerose xilografie che ne accrescono la praticità d'uso e la funzione didattica. Fra di esse, numerose sono quelle d'argomento medico (ad esempio la prima rappresentazione schematica dell'occhio o quella del cervello umano) e naturalistico (terremoti, animali, pesci, stelle, minerali e metalli con la loro trasmutazione alchemica), compresa una mappa terrestre di ampie dimensioni (30 x 41 cm) in cui realtà e fantasia si fondono in una raffigurazione del mondo tolemaico mescolato alle credenze medievali.[5]

Secondo il giudizio del naturalista ed esploratore Alexander von Humboldt, la Margarita philosophica di Reisch «per oltre cinquant'anni contribuì in modo notevole alla diffusione del sapere». L'opera, infatti, nella prima metà del Cinquecento ebbe grande diffusione sia per l'impostazione e la forma popolare sia per la relativa brevità, per cui venne abitualmente consigliata, anche se non ufficialmente adottata, come manuale nelle scuole superiori.[6] Decisamente negativo invece il giudizio che ne dà lo studioso francese Numa Broc: di fronte al «persistente successo» della Margarita philosophica per tutto il XVI secolo, egli sostiene che di essa «oggi mal comprendiamo la straordinaria diffusione» e la accusa di diffondere «più leggende che scienza».[3]

Frontespizio dell'8ª edizione della Margarita philosophica (Basilea, 1517), con ampia cornice decorata a grottesca.
La grammatica apre la porta della saggezza (xilografia d'apertura del 1º libro della Margarita philosophica, 1503).
La logica fa da guida nella selva delle opinioni (xilografia d'apertura del 2º libro della Margarita philosophica, 1503).
L'aritmetica con gli "algoristi" e gli "abacisti" (xilografia d'apertura del 4º libro della Margarita philosophica, 1504).

Le principali edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. Margarita philosophica, Friburgo in Brisgovia, Johannes Schott, 1503.[7]
    Lo stampatore alsaziano Johannes Schott (1477-1550) si trasferì appositamente da Strasburgo a Friburgo in Brisgovia per pubblicare il volume. Qui installò un'officina calcogafica temporanea per consentire a Reisch di controllare il lavoro tipografico.
  2. Aepitoma omnis phylosophiae, alias Margarita phylosophica, tractans de omni genere scibili - cum additionibus quæ in aliis non habentur, Argentina (Strasburgo), Johannes Grüninger, febbraio 1504.[8]
    Ripubblicazione non autorizzata della 1ª edizione da parte dello stampatore ed editore Johannes Reinhard (noto anche come Hans Grüninger dal nome del suo paese natale, 1455-1532). Oltre alle varianti al titolo e alla mappa del mondo (con i soli quattro venti principali), contiene un prospetto della grammatica ebraica riassunto in una ventina di fogli. Xilografie a colori.
  3. Margarita philosophica, Strasburgo, Johannes Schott, marzo 1504.
    Lo stampatore Schott vi stigmatizza la precedente edizione "piratesca" con il sunto della grammatica ebraica non scritto da Reisch. Xilografie a colori. Vi compare l'indicazione del 1496 come data di completamento del manoscritto di Reisch.[9]
    Ristampa moderna in CD-ROM: Firenze, Il giardino di Archimede, 2001.
  4. Margarita philosophica cum additionibus novis: ab auctore suo studiosissima revisione tertio superadditis, Basilea, Johannes Schott e Michael Fürter, febbraio 1508.
    Il frontespizio è stampato in rosso e nero. Fra le additionibus novis, contiene un De laudibus di Philesius Vogesigena (Matthias Ringmann, allora professore di cosmografia a Basilea) e altri versi d'encomio per la Margarita.
  5. Margarita phylosophica nova, Argentina (Strasburgo), Johannes Grüninger, marzo 1508.
    2ª edizione non autorizzata, simile a quella del febbraio 1504 ma con numerose aggiunte. Fra le altre, vi compaiono una serie di epigrammi elogiativi della Margarita, un'Ars memorandi di Pietro da Ravenna, un Modus componendi epistulas di Filippo Beroaldo, il Panepistemon di Agnolo Poliziano (prolusione al corso sull'etica aristotelica del 1490) e un trattato sull'architettura e la prospettiva di Martin Waldseemüller (allievo di Reisch all'Università Albertina).[10]
    Ristampa anastatica moderna, con (IT) introduzione di Lucia Andreini: Salisburgo, Università (Istituto di Anglistica e Americanistica), 2002, 3 voll. ISBN 3-901995-68-4, ISBN 3-901995-69-2, ISBN 3-901995-71-4.
  6. Margarita phylosophica nova, cui insunt sequentia ..., Argentina (Strasburgo), Johannes Grüninger, 1512.
    3ª edizione non autorizzata. Alcune copie prevenuteci sono accompagnate dall'Appendix Matheseos, che contiene trattazioni sul greco e l'ebraico, l'astrolabio, la prospettiva, problemi geometrici ecc.
  7. Margarita phylosophica nova, cui annexa sunt sequentia ..., Argentina (Strasburgo), Johannes Grüninger, 1515.
    4ª edizione non autorizzata. Oltre alla mappa del mondo con i soli quattro venti principali, tipica delle edizioni di Grüninger, alla fine del volume compare un nuovo Typus universalis terræ iuxta modernorum distinctionem et extensionem per regna et provincias che mostra il nord e il sud del continente americano con una Nova terræ succincta descriptio: è probabile che la nuova carta sia stata stampata separatamente per poterla allegare anche alle edizioni precedenti.[11]
  8. Margarita philosophica cum additionibus novis: ab auctore suo studiosissima revisione quarto superadditis, Basilea, Michael Fürter, 1517.
    Ristampa moderna in facsimile, con (DE) prefazione, introduzione e sommario di Lutz Geldsetzer: Düsseldorf, Stern-Verlag Janssen, 1973.
  9. Basilea, 1535 e 1583.
  10. Venezia, 1599.
  11. Margarita filosofica del R.do P. F. Gregorio Reisch, nella quale si trattano con bellissimo, et breve metodo non solo tutte le dottrine comprese nella Ciclopedia dagli antichi ... Tradotta nuovamente dalla lingua Latina nell'Italiana da Giovan Paolo Gallucci Salodiano accademico Veneto; e dal medesimo accresciuta di varie, e bellissime cose come nella nona pagina si vede ..., Venezia, Iacomo Antonio Somascho, 1600.

Altre opere[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1510 Reisch pubblicò anche gli statuti e privilegi dell'ordine certosino. Collaborò quindi con Erasmo da Rotterdam, che a Basilea stava preparando la sua traduzione della Vulgata di san Girolamo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Così chiamata dal duca d'Austria Alberto VI d'Asburgo, che l'aveva fondata nel 1457 a Friburgo.
  2. ^ Sull'argomento, cfr. il capitolo "The philosophical pearl", in Cunningham e Kusukawa, cit., pp. IX-XIII.
  3. ^ a b Numa Broc, La geografia del Rinascimento, Modena, Panini, 1989, p. 14. ISBN 88-7686-141-6 (il passo segnalato è consultabile anche sul sito dell'Università IUAV di Venezia).
  4. ^ Cfr. la voce "Reisch ‹ràiš›, Gregor", sul sito Treccani.it.
  5. ^ Cfr. (EN) la voce "Reisch, Gregor", sul sito The Mineralogical Record.
  6. ^ Se ne hanno testimonianze in documenti dell'epoca a Burgos come a Wittenberg, a Innsbruck come a Oxford e Cambridge. Cfr. Cunningham e Kusukawa, cit., p. XII.
  7. ^ Testo completo su Internet Archive.
  8. ^ Testo completo nella collezione digitale dell'Università di Friburgo.
  9. ^ Cunningham e Kusukawa, cit., p. XXIV.
  10. ^ (EN) Joseph Sabin, cit., col. 506.
  11. ^ (EN) Joseph Sabin, cit., col. 508.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) William Beloe, "Margarita philosophica", in Anecdotes of Literature and Scarce Books, Londra, Francis, Charles e John Rivington, 1811, vol. 5, pp. 242-243. Il testo è consultabile anche su Google Libri.
  • (EN) Joseph Sabin et al., A dictionary of books relating to America, from its discovery to the present time, New York, Sabin, 1886, vol. 16, coll. 503-510. Il testo è consultabile anche su Forgotten Books.
  • (EN) Andrew Cunningham e Sachiko Kusukawa, Natural philosophy epitomised: Books 8-11 of Gregor Reisch's Philosophical pearl (1503), Farnham, Ashgate, 2010. ISBN 978-0-7546-0612-3 (testo parzialmente consultabile anche su Google Libri).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

La mappa del mondo (xilografia tratta dalla Margarita philosophica, 1503). Circondata esteriormente dalle teste di dodici venti e internamente dai numeri di longitudine e latitudine, la carta mostra Europa, Asia ed Africa. Il "Nuovo Mondo" non vi compare, ma un'iscrizione in basso, sotto il Mare Indicum, accenna a "grandi isole sconosciute a Tolomeo" che gli studiosi hanno identificato in genere con quelle del Centroamerica scoperte da Cristoforo Colombo, ma talvolta anche con quelle individuate dai navigatori portoghesi nell'oceano Indiano.