Turismo in Estonia

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La capitale Tallinn è uno dei luoghi di interesse più visitati dai turisti in Estonia

Il turismo in Estonia è una parte fondamentale dell'economia del paese, rappresentando il 7,8% del PIL nazionale e impiegando il 4,3% della popolazione.[1] Nel 2018, il turismo e altri servizi ad esso correlati costituivano oltre il 10,8% delle esportazioni dell'Estonia.[2]

Il turismo sta aumentando rapidamente in Estonia: il numero di arrivi di turisti, sia nazionali che internazionali, è aumentato da 2,26 milioni nel 2006 a 3,79 milioni nel 2019.[3] L'Estonia è stata anche classificata come il 15º paese più sicuro da visitare nel 2017, secondo safedestinations.com, con un punteggio di 8,94 su 10.[4] Un rapporto del 2018 pubblicato dall'OCSE ha rilevato che la maggior parte dei turisti internazionali proviene da Finlandia, Russia, Lettonia, Germania e Svezia.[1]

Il turismo nazionale in Estonia è gestito dal Ministero degli affari economici e delle comunicazioni, che lavora a stretto contatto con l'agenzia nazionale del turismo, l'Ente per il turismo estone. Nel 2014, il governo dell'Estonia ha annunciato il Piano nazionale di sviluppo turistico, un progetto destinato a investire 123 milioni di euro nell'industria dei viaggi estone, destinato a durare fino al 2020.[5] Dopo il 2020, quando il piano si è concluso, il Ministero ha annunciato un nuovo piano per il 2022, che terminerà nel 2025, con l'aiuto del Ministero dell'Istruzione e della Ricerca.[6]

Nel contesto del turismo in generale, l'Estonia, insieme agli altri stati baltici, è considerata una nazione del blocco orientale con una ricca storia e una natura incontaminata.[7] Destinazioni popolari in Estonia includono la capitale Tallinn, Tartu, Pärnu e Saaremaa. La Città Vecchia di Tallinn è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.[8] Inoltre, l'Estonia è anche una destinazione popolare per gli studenti stranieri: 5.528 studenti stranieri hanno studiato in Estonia, principalmente da paesi vicini, ma talvolta anche da luoghi come Azerbaigian, Nigeria e India,[9] i quali rappresentano il 12,2% di tutti gli studenti in Estonia.[10]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Arrivi internazionali in Estonia[11]
Anno Numero di turisti
1995 530 000
1996 665 000
1997 730 000
1998 825 000
1999 950 000
2000 1 220 000
2001 1 320 000
2002 1 362 000
2003 1 462 000
2004 1 750 000
2005 1 917 000
2006 1 940 000
2007 1 900 000
2008 2 222 000
2009 2 180 000
2010 2 511 000
2011 2 823 000
2012 2 957 000
2013 3 111 000
2014 3 160 000
2015 2 961 000
2016 3 131 000
2017 3 245 000

La terra che è oggigiorno conosciuta come Estonia ha storicamente avuto una lunga tradizione di navigazione e commercio che risale ai tempi della Lega anseatica.[12]

Primi anni: metà del XIX secolo–1945[modifica | modifica wikitesto]

La storia del turismo moderno in Estonia risale alla metà del XIX secolo, quando faceva parte dell'Impero russo. Varie località di villeggiatura furono create nella zona in quel periodo; queste vennero costruite principalmente per i burocrati e gli aristocratici di San Pietroburgo, Mosca e altre città russe. Dopo la prima guerra mondiale e la Rivoluzione d'ottobre, nel 1918, l'Estonia divenne una nazione indipendente. La Società estone dei turisti, un'organizzazione dedicata alla promozione del turismo nazionale e internazionale in Estonia, venne costituita nel 1920 e nel 1930 fu istituito l'Ufficio centrale di gestione del turismo per aiutarla.[12]

Anni postbellici e sovietici: 1945–1991[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'incorporazione dell'Estonia nell'Unione Sovietica, la sua economia subì incredibili cambiamenti per essere riadattata all'ideologia comunista. Rispetto ad altre parti dell'Unione Sovietica, l'Estonia era molto più sviluppata, quindi i sovietici ne fecero uso per sviluppare varie industrie ad alta tecnologia.[13] Con l'aiuto di organizzazioni come Inturist e ingenti investimenti da parte del governo sovietico, l'industria del turismo estone si riprese gradualmente. Negli anni '70, Tallinn era il quinto luogo più popolare da visitare per i visitatori dell'Unione Sovietica.[14]

Anni post-sovietici: 1991–presente[modifica | modifica wikitesto]

L'industria del turismo estone ha avuto un rapido sviluppo in seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, alimentata dalla riapertura delle frontiere, dal ripristino delle leggi sulla libertà di movimento e dal crescente interesse culturale.[15] Un altro fattore importante è stata la creazione dell'Ente Estone per il Turismo nel 1990, volta ad aiutare nell'attuazione di nuove politiche governative per il turismo nazionale. Nel 1995, i servizi turistici rappresentavano il 20% delle esportazioni totali dell'Estonia.[16] La Grande recessione ha temporaneamente fermato la crescita del turismo estone, ma da allora l'industria è tornata a crescere nuovamente: nel 2016 la quota del turismo era aumentata del 5% nell'economia rispetto all'anno precedente.[17]

Finanziamento, pianificazione e organizzazione del governo[modifica | modifica wikitesto]

Il finanziamento del governo per il turismo viene solitamente effettuato tramite l'approvazione del Ministero degli affari economici e delle comunicazioni, che viene poi mediato all'Ente per il turismo estone. Il finanziamento del turismo è delineato nel Piano nazionale di sviluppo del turismo (NTDP), redatto per la prima volta nel 1998 come parte di una strategia più ampia per far crescere l'economia estone, insieme alla legge sul turismo (Turismeadus), adottata nel 2000. Il NTDP è stato continuamente rivisto fino al 2014, anno a cui risale l'ultima revisione.[12]

Nel 1996, l'Estonia è stata divisa in 4 principali regioni turistiche: Tallinn (Città Vecchia), Nord (Mar Baltico), Sud (patrimonio culturale) e Ovest (isole e paesaggi costieri). Negli anni '90, la maggior parte dei fornitori di hotel si trovava a Tallinn, con il 25% di tutti gli hotel e il 49% di tutti i posti letto.[12]

Turismo rurale[modifica | modifica wikitesto]

Anche il turismo rurale in Estonia sta crescendo a un ritmo sostenuto, in particolare tra i turisti giapponesi.[18] Nel 2014, il 31% dei turisti stranieri in Estonia erano turisti naturalisti.[19] La maggior parte del turismo rurale in Estonia viene gestito da piccole imprese che offrono alloggio, cibo e servizi per le vacanze.[20] Come gran parte del turismo in generale, il turismo rurale e naturalistico ha registrato un aumento massiccio dopo l'indipendenza dell'Estonia dall'Unione Sovietica nel 1990,[15] insieme alla privatizzazione delle fattorie, che erano precedentemente di proprietà statale.[21][22] La maggior parte degli agriturismi si trova nella contea di Võru.[23][24]

Minacce al turismo[modifica | modifica wikitesto]

Turismo della vodka[modifica | modifica wikitesto]

Il "turismo della vodka"[25] è un'industria in rapida crescita in Estonia. L'Estonia ha una lunga storia di produzione di vodka sin dal 1700 ed è considerata uno dei tradizionali paesi produttori, insieme ai suoi vicini.[26] Dopo l'introduzione di un servizio di traghetti passeggeri tra le città di Helsinki e Tallinn nel 1968, iniziò a emergere il "turismo della vodka",[27] poiché i finlandesi erano soliti recarsi in Estonia per acquistare alcolici a basso costo.[28] Tuttavia, oggigiorno molti estoni si recano nei paesi vicini, in particolare in Lettonia, per ottenere alcolici ancora più economici. Ciò è costato al governo estone circa 30 milioni di euro nel 2017 e il ministero delle Finanze ha dichiarato che se tale pratica continuasse, potrebbe causare un "buco di bilancio" di 20 milioni di euro.[29] Inoltre, il turismo della vodka ha anche causato una reputazione negativa per l'Estonia come destinazione turistica.[30]

Impatto del COVID-19[modifica | modifica wikitesto]

A causa delle misure di sicurezza e di quarantena emanate a seguito della pandemia di COVID-19, il calo del flusso di turisti provenienti dalla Cina sembra aver avuto un impatto sul turismo estone, nonostante i visitatori cinesi rappresentino solo l'1% di tutti i turisti internazionali in Estonia.[31] Il 27 settembre 2021, il governo estone ha annunciato nuove norme per i viaggiatori esteri: solo i viaggiatori provenienti da Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Città del Vaticano potevano entrare senza alcuna restrizione.[32]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b OECD Tourism Trends and Policies 2020, su oced.org. URL consultato il 22 settembre 2021.
  2. ^ WORLD TRADE REPORT 2019 (PDF), su wto.org.
  3. ^ Number of arrivals in tourist accommodation in Estonia from 2006 to 2019*, su Statista.
  4. ^ Rankings of Safest Countries For Travel, su safedestinations.com.
  5. ^ (EN) National tourism development plan for 2014-2020 passed first reading in Riigikogu, su Riigikogu, 16 ottobre 2013. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  6. ^ Estonia's new tourism strategy aiming to surpass pre-crisis levels by 2025, su baltictimes.com. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  7. ^ The State of Tourism in the Baltics, vol. 15, DOI:10.1080/15022250.2015.1081798.
  8. ^ (EN) UNESCO World Heritage Centre, Historic Centre (Old Town) of Tallinn, su UNESCO World Heritage Centre. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  9. ^ Statistics: International Students at Estonian Universities in 2020, su studyinestonia.ee, 9 dicembre 2020.
  10. ^ Statistics: Over 5,500 foreign students study in Estonia, su Eesti Rahvusringhääling, 27 maggio 2020.
  11. ^ Estonia - International tourism, number of arrivals, su Index Mundi.
  12. ^ a b c d Developing Estonia as a positively surprising tourist destination, in European Tourism Planning and Organisation Systems, 1º dicembre 2014, pp. 106–117, DOI:10.21832/9781845414344-012, ISBN 9781845414344.
  13. ^ Carol Aun, Economic Developments and Tourism Opportunities in Estonia, in Journal of Baltic Studies, vol. 27, n. 2, Summer 1996, pp. 95–132, DOI:10.1080/01629779600000011.
  14. ^ Reiner Jaakson, Tourism in Transition in Post-Soviet Estonia, in Annals of Tourism Research, vol. 23, n. 3, luglio 1996, pp. 617–634, DOI:10.1016/0160-7383(95)00113-1.
  15. ^ a b Tourism Development in Post-Soviet Nations, 2020, pp. 15–29, ISBN 978-3-030-30715-8.
  16. ^ (EN) Heli Tooman e Heli Müristaja, 8. Developing Estonia as a Positively Surprising Tourist Destination, Channel View Publications, 4 giugno 2014, pp. 106–117, DOI:10.21832/9781845414344-012, ISBN 978-1-84541-434-4. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  17. ^ The Estonian Economy (PDF), su Swedbank, 9 settembre 2016.
  18. ^ (EN) Japanese tourists in Finland, Estonia and Latvia : a literature review, 2017, ISBN 978-951-51-0444-1.
  19. ^ PREPAREDNESS OF ESTONIAN NATURE TOURISM COMPANIES TO OFFER THEIR SERVICES TO FOREIGN VISITORS, in Estonian University of Life Sciences, 2017, pp. 1–79.
  20. ^ The tourism partnership life cycle in Estonia: Striving towards sustainable multisectoral rural tourism collaboration, in Tourism Management Perspectives, vol. 31, luglio 2019, pp. 219–230, DOI:10.1016/j.tmp.2019.05.001.
  21. ^ Agricultural restructuring and integrated rural development in Estonia, in Journal of Rural Studies, vol. 13, gennaio 1997, pp. 93–112, DOI:10.1016/S0743-0167(96)00053-8.
  22. ^ (EN) Ilkka Alanen, Mapping the Rural Problem in the Baltic Countryside: Transition Processes in the Rural Areas of Estonia, Latvia and Lithuania, Routledge, 30 novembre 2017, ISBN 978-1-351-15326-3. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  23. ^ An Ecological Approach to Contemporary Rural Identities: The Case of Tourism Farms in South-East Estonia, in Journal of Ethnology and Folkloristics, III, marzo 2009, pp. 73–94.
  24. ^ Our Clock Moves at a Different Pace: The Timescapes of Identity in Estonian Rural Tourism, in Folklore: Electronic Journal of Folklore, 2012, pp. 109–132.
  25. ^ Ville-Juhani Sutinen, On the rocks: how vodka tourism shaped and shattered decades of Soviet-Finnish relations, in The Calvert Journal. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  26. ^ (EN) Vodka war divides Europe, in ABC News, 13 luglio 2007. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  27. ^ Brent McKenzie, Vodka Tourism in Est ourism in Estonia: Cultur onia: Cultural Identity or Clearly Commer al Identity or Clearly Commerce?, su scholarworks.umass.edu, 2016.
  28. ^ (EN) Marje Josing, Estonian Alcohol Market and Alcohol Policy, in Nordic Studies on Alcohol and Drugs, vol. 23, n. 6, 2006-12, pp. 482–486, DOI:10.1177/145507250602300607. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  29. ^ (EN) Vodka tourism damage greater than thought, su Estonian news, 30 gennaio 2018. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  30. ^ Brent McKenzie, The Development of Trail Tourism: Vodka and Manor Houses in Estonia (PDF), in Proc. Of the Intl. Conf. On Advances in Social Science, Economics and Management Study, 2014, pp. 1–2.
  31. ^ (EN) BNS | ERR, Coronavirus outbreak to impact Estonian tourism sector in 2020, su ERR, 3 marzo 2020. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  32. ^ (EN) ERR News | ERR, Travel restrictions for arrivals to Estonia from September 27, su ERR, 25 settembre 2021. URL consultato il 22 febbraio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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